MEDIA QUOTIDIANO - IL NEMICO DI PRODI SI CHIAMA RUTELLI - D'ALEMA E BERTINOTTI REGOLANO I CONTI A SINISTRA - CACCIARI DISPERATO: "QUA È CASINO VERO" - SILVIO GONGOLA: "DIO CE LO CONSERVI, IL PROFESSORE."

Mario Adinolfi per www.mediaquotidiano.it


1. Romano Prodi ha trovato quello che gli serviva: il nemico interno. Come nel dicembre 1998, quando Franco Marini e Massimo D'Alema (con la collaborazione di Fausto Bertinotti) lo fecero fuori da Palazzo Chigi e lui portò rancore per anni fino a distruggere il Ppi e sostituire Baffino con Giuliano Amato alla presidenza del Consiglio. Il Professore ha sempre bisogno del nemico interno da additare al pubblico ludibrio. Ora l'ha scelto. E' da sei mesi che Prodi prova a distruggere quel "bello guaglione" di Francesco Rutelli. E quello, che è diventato più democristiano dei democristiani, resiste. Fa muro. Di gomma.

2. Ieri, come si sa, il vertice del centrosinistra si è risolto in un disastro. Quello che abbiamo raccontato come un assedio al Professore è diventato la prova provata della mancanza di leadership di un signore tenuto lì come se non fossero passati dieci anni dalla sua indicazione a capo dell'Ulivo. Prodi allora ha deciso di metterla giù tragica: per mascherare il suo fallimento (niente lista unitaria, rissa sulle candidature, impegno mancato sulla deadline di Natale come data limite per l'indicazione dei presidenti) ha deciso di mettere su la faccia più torva e dire ai quattro venti che è tutta colpa di Francesco Rutelli.

3. Non una parola su Piero Fassino, invece, che tanto voleva la lista unitaria che ha subito detto che col cavolo che la fa in Emilia, Toscana e Umbria. Non una parola su Fausto Bertinotti, che ha ottenuto le sue brave primarie in Puglia per Nichi Vendola. Non una parola su Clemente Mastella e l'affaire Basilicata, anzi l'Udeur torna utile in funzione anti-Margherita. Il nemico dell'unità del centrosinistra doveva essere uno solo. E uno solo è stato.



4. Già da oggi comincia la guerra. Romano Prodi ha intimato ai suoi (e Arturo Parisi è stato ben lieto di obbedire) di disertare la riunione dell'esecutivo della Margherita che è in programma nelle prossime ore: "Con quello lì non si parla nemmeno", è il diktat. Ora resta da attendere la reazione di Rutelli. Che, lo giureremmo, sarà felpata.

5. Per niente felpata, ma molto chiara e netta invece, è la reazione di un altro esponente della Margherita. Quel Massimo Cacciari che infila tutta intera la barba nella piaga: "E' uno spettacolo incredibile quello che stanno offrendo Gad e Fed. La pagheremo cara alle elezioni regionali e stiamo compromettendo anche la prospettiva delle prossime politiche. Dall'altra parte hanno ripreso a marciare insieme. Qua, invece, è casino vero".

6. La rissa prodian-rutelliana che ha fatto seguito al disastroso vertice di ieri ha messo in secondo piano le botte tra Massimo D'Alema e Fausto Bertinotti. Il presidente diessino, incrociandolo, gli ha detto pubblicamente: "Non cambi mai, giochi sempre allo sfascio". Il leader comunista non se l'è tenuta: "E tu fai sempre la solita vecchia politica". Se Prodi e Rutelli se la vedranno al centro, sappiamo chi si occuperà del regolamento di conti a sinistra.

7. E il centrodestra se la gode: hanno avuto Dell'Utri condannato per mafia, il premier prescritto per corruzione, Ciampi che ha rinviato la legge sulla giustizia alle Camere, la grana delle liste dei governatori e in più devono ancora indicare sette candidati presidenti. Eppure i folli livori di Romano Prodi sono riusciti ad accartocciare l'opposizione su se stessa. Così Silvio Berlusconi ha potuto ripetere ai suoi, ieri sera: "Che Dio ce lo conservi sempre in buona salute, il Professore".


Dagospia 21 Dicembre 2004