ESPRESSO RISERVATO - LA CASA INSONORIZZATA CON GIARDINO PENSILE DEL CONFA - LA GUERRA DI FRANCIA (PAOLO) CONTRO KIT CAT - I SUPERDIVIDENDI DI CAPITALIA E IL TESORO DI ARPE (GUADAGNA PIU' DI GERONZI).
Da "L'espresso"
1 - FEDELE CAMBIA CASA
Fedele Confalonieri cambia casa. Entro l'anno il presidente di Mediaset e della Filarmonica della Scala si trasferirà da via Aurelio Saffi in via Ruffini, nello stesso elegante quartiere Magenta, in un angolo incantevole della Milano ottocentesca, a cento metri dal Cenacolo di Leonardo e da Santa Maria delle Grazie. Il valore dell'appartamento è stimato sui 2 milioni di euro. L'arrivo dell'amicissimo del capo del governo e possibile candidato sindaco suscita la curiosità dei condomini: hanno visto trasportare all'ultimo piano grandi quantità di terra e si chiedono perché.
Semplice: all'appartamento, che misura 220 metri quadrati, si accompagna una magnifica terrazza di altri 220 mq dove sta sorgendo un giardino pensile e da cui si gode una bella vista sulla cupola del Bramante. La moglie francese Annick ci tiene moltissimo. È lei che gestisce i rapporti con gli architetti milanesi dello studio Clerici. È lei che esamina tutto personalmente, con la massima attenzione, marmi e parquet, stucchi e tendaggi. È lei che dà precise disposizioni a un'arredatrice e a un architetto del verde.
L'arredo sarà di gusto parigino e classicheggiante, ma non privo di tagli modernisti. E con un'attenzione speciale agli aspetti dell'acustica, per soddisfare le esigenze musicali del padrone di casa. Confalonieri, che insieme agli altri consiglieri di amministrazione della Scala e a Riccardo Muti è stato bersaglio di clamorose contestazioni dopo il caso Fontana, possiede infatti una vasta discoteca personale di musica classica ed è egli stesso un apprezzato pianista. (T.M.)
2 - CATTANEO VA ALLA GUERRA DI FRANCIA
Guai in vista per Flavio Cattaneo. Paolo Francia, ex direttore di Rai Sport, ha dato incarico al suo avvocato Filippo Sgubbi di Bologna di querelare il direttore generale di viale Mazzini. Lo si appura da una lettera infuocata che Francia ha inviato a Cattaneo e che è stata acquisita anche dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
I motivi dell'offensiva giudiziaria? Le valutazioni espresse da Cattaneo durante un'audizione presso la stessa commissione, sul conto di Francia e le sue denunce sulle presunte irregolarità aziendali legate alla gestione dei diritti sportivi e non solo. Per esempio, si è lamentato Cattaneo, persino "che girano soldi e che vengono fatte marchette a pagamento".
Il direttore generale della Rai ha spiegato ai parlamentari di aver fatto verificare dall'azienda le "almeno 12 cose" denunciate dall'ex direttore di Rai Sport (tra cui "che ci sono stati conflitti di interesse in cui noi non abbiamo acquistato una cosa per favorire il nostro concorrente") e che quasi tutte si sono rivelate false.
Affermazioni che hanno mandato Francia su tutte le furie. La ricostruzione di Cattaneo, scrive Francia, "non corrisponde al vero e ha generato un grave pregiudizio alla mia onorabilità". Per difendere la quale, l'ex direttore di Rai Sport ribadisce nella sua lettera quanto già denunciato in commissione preannunciando "le opportune iniziative legali".
(P.D.N.)
3 - IL TESORO DI ARPE
Festa grande per gli azionisti di Capitalia, che dopo anni di bilanci grami, si preparano a ricevere un ricco dividendo. E a ben guardare neppure l'amministratore delegato Matteo Arpe si può lamentare. Nel 2004 il suo stipendio è aumentato del 25 per cento. Tra retribuzione, premi e compensi per la carica, il giovane banchiere romano ha incassato in totale 2,8 milioni di euro al lordo delle tasse.
Nel 2003 aveva superato di poco i 2,3 milioni. Resta staccato di molte lunghezze il presidente Cesare Geronzi, passato da 2 a 2,1 milioni. L'exploit di Arpe si spiega in buona parte con i risultati di Capitalia. Nel 2004 l'utile della banca romana (337 milioni) si è quasi decuplicato rispetto ai 39 milioni fatti segnare nel 2003. Il boom dei profitti ha dato una spinta anche ai bonus (200 mila euro in più) dell'amministratore delegato, che si è visto anche aumentare il compenso per la carica passato da 288 mila a 665 mila euro.
Di questo passo il rampante Arpe potrebbe insidiare il vertice della classifica dei banchieri più pagati d'Italia. Con 5,1 milioni di euro di compensi lordi, l'anno scorso la graduatoria, stilata sulla base degli stipendi del 2003, era guidata da Alessandro Profumo, il numero uno di Unicredito, che ancora deve diffondere i suoi dati di bilancio. (V.M.)
Dagospia 11 Marzo 2005
1 - FEDELE CAMBIA CASA
Fedele Confalonieri cambia casa. Entro l'anno il presidente di Mediaset e della Filarmonica della Scala si trasferirà da via Aurelio Saffi in via Ruffini, nello stesso elegante quartiere Magenta, in un angolo incantevole della Milano ottocentesca, a cento metri dal Cenacolo di Leonardo e da Santa Maria delle Grazie. Il valore dell'appartamento è stimato sui 2 milioni di euro. L'arrivo dell'amicissimo del capo del governo e possibile candidato sindaco suscita la curiosità dei condomini: hanno visto trasportare all'ultimo piano grandi quantità di terra e si chiedono perché.
Semplice: all'appartamento, che misura 220 metri quadrati, si accompagna una magnifica terrazza di altri 220 mq dove sta sorgendo un giardino pensile e da cui si gode una bella vista sulla cupola del Bramante. La moglie francese Annick ci tiene moltissimo. È lei che gestisce i rapporti con gli architetti milanesi dello studio Clerici. È lei che esamina tutto personalmente, con la massima attenzione, marmi e parquet, stucchi e tendaggi. È lei che dà precise disposizioni a un'arredatrice e a un architetto del verde.
L'arredo sarà di gusto parigino e classicheggiante, ma non privo di tagli modernisti. E con un'attenzione speciale agli aspetti dell'acustica, per soddisfare le esigenze musicali del padrone di casa. Confalonieri, che insieme agli altri consiglieri di amministrazione della Scala e a Riccardo Muti è stato bersaglio di clamorose contestazioni dopo il caso Fontana, possiede infatti una vasta discoteca personale di musica classica ed è egli stesso un apprezzato pianista. (T.M.)
2 - CATTANEO VA ALLA GUERRA DI FRANCIA
Guai in vista per Flavio Cattaneo. Paolo Francia, ex direttore di Rai Sport, ha dato incarico al suo avvocato Filippo Sgubbi di Bologna di querelare il direttore generale di viale Mazzini. Lo si appura da una lettera infuocata che Francia ha inviato a Cattaneo e che è stata acquisita anche dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
I motivi dell'offensiva giudiziaria? Le valutazioni espresse da Cattaneo durante un'audizione presso la stessa commissione, sul conto di Francia e le sue denunce sulle presunte irregolarità aziendali legate alla gestione dei diritti sportivi e non solo. Per esempio, si è lamentato Cattaneo, persino "che girano soldi e che vengono fatte marchette a pagamento".
Il direttore generale della Rai ha spiegato ai parlamentari di aver fatto verificare dall'azienda le "almeno 12 cose" denunciate dall'ex direttore di Rai Sport (tra cui "che ci sono stati conflitti di interesse in cui noi non abbiamo acquistato una cosa per favorire il nostro concorrente") e che quasi tutte si sono rivelate false.
Affermazioni che hanno mandato Francia su tutte le furie. La ricostruzione di Cattaneo, scrive Francia, "non corrisponde al vero e ha generato un grave pregiudizio alla mia onorabilità". Per difendere la quale, l'ex direttore di Rai Sport ribadisce nella sua lettera quanto già denunciato in commissione preannunciando "le opportune iniziative legali".
(P.D.N.)
3 - IL TESORO DI ARPE
Festa grande per gli azionisti di Capitalia, che dopo anni di bilanci grami, si preparano a ricevere un ricco dividendo. E a ben guardare neppure l'amministratore delegato Matteo Arpe si può lamentare. Nel 2004 il suo stipendio è aumentato del 25 per cento. Tra retribuzione, premi e compensi per la carica, il giovane banchiere romano ha incassato in totale 2,8 milioni di euro al lordo delle tasse.
Nel 2003 aveva superato di poco i 2,3 milioni. Resta staccato di molte lunghezze il presidente Cesare Geronzi, passato da 2 a 2,1 milioni. L'exploit di Arpe si spiega in buona parte con i risultati di Capitalia. Nel 2004 l'utile della banca romana (337 milioni) si è quasi decuplicato rispetto ai 39 milioni fatti segnare nel 2003. Il boom dei profitti ha dato una spinta anche ai bonus (200 mila euro in più) dell'amministratore delegato, che si è visto anche aumentare il compenso per la carica passato da 288 mila a 665 mila euro.
Di questo passo il rampante Arpe potrebbe insidiare il vertice della classifica dei banchieri più pagati d'Italia. Con 5,1 milioni di euro di compensi lordi, l'anno scorso la graduatoria, stilata sulla base degli stipendi del 2003, era guidata da Alessandro Profumo, il numero uno di Unicredito, che ancora deve diffondere i suoi dati di bilancio. (V.M.)
Dagospia 11 Marzo 2005