PICCOLA POSTA - MEGLIO PERDERE LE ELEZIONI - MAZZONIS E LA SCALA - TRAVAGLIO CONTABALLE - BAUDO, MEGLIO ARBORE - ODIO E RIFORME - SPORT MEDIASET: INVASI DAGLI SPOT "CONTROCAMPO".



Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1

Se si dovesse far ricorso alle elezioni anticipate in Giugno, le due coalizioni dovrebbero fare la gara per perderle piuttosto che vincerle.
La revisione del patto di stabilità, sarebbe dovuta servire per rendere più flessibile la situazione del deficit annuale dei nostri conti pubblici, e quindi consentire l'effettuazione di quelle spese destinate ad incentivare la ripresa economica sia nel rilancio della competitività delle imprese e soprattutto dei consumi interni, attraverso gli sgravi fiscali alle famiglie.

Purtroppo, a quanto sembra - e i numeri non mentono mai, inutile taroccarli - la revisione del patto di stabilità, è una "carta", una sorta di jolly, che non si potrà sfruttare in futuro, dato che i nostri conti pubblici, sono già ben oltre il 3,5% nel rapporto deficit/pil. Si potrebbe paradossalmente affermare, che la revisione del patto di stabilità, è simile ad un "prestito" che ci è stato accordato per finanziare la crescita, ma che saremo costretti ad usare per pagare debiti pregressi.

A mio avviso è inutile e forviante cercare colpevoli o capi espiatori, che hanno causato questa situazione. Lo stato delle cose, non si deve dedurre solamente dal risultato elettorale del 3-4 aprile. Non si è capito, o peggio non si vuole capire, che nel contesto attuale non è in gioco il futuro politico di Berlusconi e della sua coalizione, o l'alternanza con Prodi ed il centro-sinistra. Siamo in gioco tutti, è in gioco il presente e soprattutto il futuro del nostro paese.
Giovanni Cardinali

Lettera 2

Tutti i suggerimenti e le proposte che facevo quando ero nel Consiglio di amministrazione della Scala, nell'intento di programmare bene senza sperperare, di attirare il grande pubblico e rilanciare la cultura musicale, non sono stati ascoltati perché alcuni personaggi (che ora sono usciti dalla Scala) si opponevano. Per cercare di fare gli interessi del teatro e dei cittadini mi sono fatto dei nemici, per cui ho lottato da solo. Vorrei che almeno in questa grave contingenza, che la Scala sta attraversando, coloro che hanno a cuore questo grande teatro mi dessero retta.

Si fa con insistenza il nome di Cesare Mazzonis come direttore artistico: carica che questo signore ha già ricoperto nel teatro milanese, per cui non ci si vede alcun sostanziale rinnovamento al fine di riportare la Scala all'altezza che le spetta nel mondo. Sarebbe, invece, una minestra riscaldata. Senza alcun pregiudizio, ma coerentemente alle prospettive ottimali che ci si pongono, bisogna essere logici: se Mazzonis è così bravo, perché non è rimasto alla Scala? Se Mazzonis è così bravo, perché non ha brillato a Firenze, dove è andato lasciando la Scala?

Sinceramente io non ho la risposta, ma questa domanda logica me la pongo; penso che un Consiglio di amministrazione responsabile dovrebbe fare altrettanto e cercare le risposte nell'ambiente del teatro lirico per avere la certezza di non incappare in qualche altra soluzione sbagliata, che sarebbe rovinosa per la Scala.
Giuseppe Zecchillo - Sindacato Nazionale Autonomo Artisti Lirici

Lettera 3

Caro Dago, nella Stazione spaziale ISS, dove è appena entrato, all'astronauta italiano Roberto Vittori è stato chiesto dai colleghi russi ed americani, cosa fossero quei lampi luminosi che si vedono dallo spazio ogni volta che si transita sopra a Roma. Dapprima il nostro pensava a qualche fenomeno mistico relativo alla recente morte del Papa. Poi, dopo essersi informato a terra, ha saputo: era Silvio che stava elucubrando.
Adriano Nardini

Lettera 4


Caro Dago, o meglio cara Olghina, ma se ad Alberto Grimaldi piacesse la mona, anche solo un po', crede proprio che non si sarebbe già sposato, con tutti i vantaggi che per lui comporterebbe quella scelta. Mi pare poco credibile.La foto sul Daily Mail poi mi pare proprio un fotomontaggio e anche piuttosto grossolano.a.a.

Lettera 5

Rapidissimamente spiegherò al signor Francesco Forte di Torino il perché della "caccia al Travaglio", con riferimento all'ultimo articolo del collaboratore dell'Unità comparso su questo sito (tralascio la balla dell'intraducibilità della parola "amnistia", vedi Amnesty International).

Dunque, se, come in America, anche in Italia per la prescrizione i termini fossero "di 5 anni dalla data dell'ultimo reato a quella del rinvio a giudizio", Berlusconi, sostiene il sempre documentato Travaglio, "sarebbe stato condannato sei volte" (laddove prescrizione equivale a colpevolezza, s'intende) e ora non si troverebbe a Palazzo Chigi ma "in luoghi molto meno confortevoli".
Basta chiacchiere, mi limito ai dati (carta canta, si dice...):
All Iberian 2, reati fino al 1992 - rinvio a giudizio 22/11/99 (7 anni dopo: in America, prescritto);
Fininvest (concorso in corruzione/falso in bilancio) reati fino al 1992 - rinvio a giudizio gennaio 2001 (9 anni dopo: in America, prescritto);
Corruzione SME, presunti reati commessi tra il 1985 e il 1989 - rinvio il 26/11/99 (10 anni dopo: in America, prescritto);
Ancora SME, reati del 1991 - rinvio a giudizio nel 2000 (9 anni dopo: in America, prescritto);
Lodo Mondadori, reato del 1991 - rinvio a giudizio 15/11/99 (8 anni dopo: in America, prescritto);
Lentini, 1992 - rinvio a giudizio 29/5/98 (6 anni dopo: in America, prescritto).



Come vede, signor Forte, Travaglio è un contaballe, dal momento che con la legge americana in tutti quei casi Berlusconi non sarebbe mai stato processato, altroché carcere. O mi sbaglio?
Lorenzo Barraco

Lettera 6

Sicuramente farà il giro della Rete. Chi è entrato sta ancora ridendo. Se volete poter dire di essere stati i primi a diffonderlo. Ecco a voi il bottone rosso:
http://www.speakage.com/redbutton
Marco

Lettera 7

Nessuno ha visto per sbaglio, come me, qualche minuto del programma di Baudo il sabato sera? Non vi sembra la (molto) brutta copia del programma di Arbore (repertorio, musica e sketch)? Tanto valeva anticiparlo alla prima serata, ne avremmo guadagnato in salute... e forse Raiuno ne avrebbe guadagnato in share (a parte le mutande di Baudo)!
Rosso Malpelo

Lettera 8
Che triste spettacolo che da oggigiorno la politica. Assistiamo alla compravendita di carne, come una volta, nel '800, nei vicoli male illuminati si compravano i cadaveri per fare esperimenti scientifici. Solo che il cadavere è l'Italia, ridotta all'ombra di quello che una volta era. Oggi vediamo a cosa è ridotta la politica italiana.
Sono veramente disgustato dal comportamento di talune persone, che solo per tenere la poltrona ben salda sotto il proprio culo (la poltrona delle proprie aziende anche), fa scempio del nostro cadavere.
Paolo

Lettera 9
segnalo che sul sito http://www.dovlatov.typepad.com/ c'è l'audio della
telefonata di Munzi al Corriere che chiede di sputtanare Curzi che lo aveva
aggredito procurandogli una ferita in occasione della presentazione del
suo libro Preti in camicia nera Preti partigiani, presso la sede di Civiltà
cattolica.
ciao
Francesco

Lettera 10

Dago, era ora! mi chiedevo quando qualcuno (e chi altri, se non tu?) avrebbe finalmente scritto qual è il vero oggetto del contendere nell'attuale disputa governativa: il controllo della Rai in campagna elettorale. Ma è possibile che tutti abbiano la memoria così corta?
Paolo

Lettera 11
Caro Dago, faccio una riflessione su una strana tendenza che dall'Italia sembra sia arrivata anche in terra transalpina: alla soglia dell'approvazione della Costituzione Europea pare che i Francesi non intendano votare a favore poiché la ritengono una proposta "difesa e voluta" da Chirac il cui appeal sembra in calo, quindi bisogna votare no... e qui in Italia sembra succedere (ormai da diversi anni) la stessa cosa: a priori, indipendentemente dall'importanza, dalla necessità di una legge e/o una riforma, bisogna andare contro... "non lo posso vedere" si sente dire del Presidente del Consiglio e allora si pensa di boicottare la persona attraverso un voto contro... ma non si capisce se ci sia più obiettività o solo un accanimento nei confronti della persona. Esiste la simpatia e l'antipatia, ma non perdiamo di vista le idee, i valori e soprattutto delle buone occasioni per crescere.
clo

Lettera 12

Caro Dago, non ne posso più di sperare di guardare un bel gran premio di motociclismo e invece dovermi sorbire una televendita di un'ora. Non parlo certamente di tutti gli adesivi sulle moto, degli sponsor a bordo pista o delle tute dei piloti tappezzate con un sacco di loghi, no , ci mancherebbe, molti sport resistono solo grazie a questo tipo di cose. Sto parlando di tutta l'altra pubblicità che ci propinano durante un Gran Premio, che io, sfigato senza decoder satellitare e senza digitale terrestre devo sopportare.

Primo esempio, stai per vedere un bel sorpassone e senti "Tin" e via che ti appare la scritta pubblicitaria in sovraimpressione, fastidiosa, ma sopportabile. Secondo? Ormai diventata frase di rito come il "Buttate il telecomando" di Gery Scotti o il "Consigli per gli acquisti di Costanzo", arriva inesorabile anche il "Stop and Go per noi". Partono così gli spot che, fino a qualche anno fa, erano due della lunghezza di 5 secondi l'uno, adesso invece dobbiamo resistere a 5/6 spot ciascuno della lunghezza di circa 10 secondi.

Tenendo presente che, mediamente, per percorrere un giro ci si mette un minuto e mezzo, vuol dire che su 25 giri di gara 3 /4 giri li dedichiamo alla pubblicità. Terzo e ultimo motivo di incazzatura è senza dubbio Controcampo! Quel giornale sta diventando l'incubo per tutti quei telespettatori che guardano lo sport su Mediaset. Tralascio il fatto che mi sembra abbastanza strano che si possa fare pubblicità così spudoratamente ad un giornale solo perché è curato dagli stessi giornalisti Mediaset.

Non solo tutto ciò che viene detto " lo potete trovare domani in edicola con Controcampo" insieme "al film fotografico" dell'evento in questione. Adesso ci propinano anche il dvd con tutte le immagini di Valentino Rossi oppure il servizio di sms oppure il buono sconto per il parrucchiere o chissa cosa ancora, ma Guido Meda, con un certo orgoglio, li rivendica come "un prodotto nostro" " una roba nostra". Io suggerirei qualcosa di più evocativo, cosa ne dice di "cosa nostra"?
Baluba

Lettera 13

Per Giuseppe Polli: basta andare o telefonare, meglio comunque andare, al consolato italiano di Monaco di Baviera e farsi dare l'elenco degli avvocati di lingua italiana o che parlino italiano, sono circa 40, e fare denuncia alla Mercedes in Germania, nel giro di 48 ore avrà una nuova macchina, mi creda.
king scorpion


Dagospia 18 Aprile 2005