SE PERMETTETE, PARLANO DI NOI: IL FENOMENO DAGOSPIA SU PLANET 430
LA TRASCRIZIONE DEL VIOLENTISSIMO ALTERCO CON VITTORIO SGARBI (AGAIN!)
LA MARKETTONA AL FILM DELLA SUA FIDANZATA SCATENA L'EX SOTTO-SANITARIO

- Trascrizione parziale del programma andato in onda ieri sera su canale satellitare Placet 430 dedicato a Dagospia. Ospiti in studio: Mughini, Diaco, Pizzi e Dago. Condotto da Luca Telese e prodotto da Lorenzo Mieli.

Telese: Che ne pensate di D'Agostino?
Diaco: Io dovrei ritenermi offeso da D'Agostino che mi ha definito Pier-slurpino Diaco, con valenza di leccaculo. È vero ma non mi offende..
Telese: Bè, io sono stato definito il malvestito Telese.

(Carrellata di foto by Pizzi)

Pizzi: Quando mangiano gli uomini si esprimono al meglio.
Diaco: I giornalisti che si occupavano di sport prima di Dagospia non conoscevano la comunicazione interna degli stadi.
Mughini: Pizzi ha seguito le nozioni impartite dal Borghese di Leo Longanesi che ha spiegato come raccontare il mondo.
D'Agostino: La foto di Berlusconi che si stropiccia l'inguine non è stata mai acquistata da nessuno giornale.

Telese elenca una serie di ospiti che hanno rifiutato l'incontro con D'Agostino a Placet 430.
Mughini: non sono grandi assenze..
Telese: ma quello di Dagospia è un potere?
Diaco: Certo che è un potere il suo.
Mughini: E' un potere artigiano. Quando è uscito il primo numero c'era una mia lettera d'augurio addirittura scritta gratis!
Telese (a D'Agostino). Tu hai potere?
D'Agostino: Ha potere chi può dire di no. Ad ogni "offerta" basta dire di no per essere liberi.

Telese: Che tipo di finanziamenti hai?
D'Agostino: Ma che finanziamenti.hai visto il sito come è ridotto? Ci sono pubblicità. L'unica veramente produttiva è quella sex. Lo scorso dicembre l'ho tolta da Dagospia e ho creato Dagosex.

Telese: Tutti ne parlano male, però.
Diaco: Non ti permetti di parlare male di Ansa e Adnkronos, ma di Dagospia sì, per via dei banner porno.
Telese: Perché è una commistione di alto/basso. la pornografia potrebbe aver abbassato il livello del tuo media. Per quanto riguarda i tuoi personaggi Cafonal?
Mughini: Attraverso i Cafonal Pizzi ha raccolto la pena dei soliti noti che sono i più imbecilli e volgari della mondanità.

Telese: Com'è lavorare con D'Agostino?
Pizzi: Non è una gran fatica. Con la macchina fotografica, come fossi uno scrittore, rendi palpabile quello che vedi.
D'Agostino: Umberto crea un fotoromanzo che diventa un fotto-romanzo. Pizzi li fotte tutti.
Telese: Pizzi sei comunista?
Pizzi: sono l'ultimo dei comunisti!
D'Agostino: La sua dote sta nell'intortare i potenti, i morti di fama.

D'Agostino: Il mio sito l'ha inventato chi lo guarda. All'inizio doveva essere un blog. Barbara Palombelli mi trovò depresso quando tagliarono la mia rubrica Spia sull'Espresso. Questo perché riportai la voce che gli Agnelli portassero sfiga. Durante le gare di Luna Rossa arrivarono gli Agnelli alle Auckland. Gli indigeni dissero "è arrivata la vecchia
Zelanda" riferendosi a Susanna Agnelli. La battuta cretina fu tagliata ma rimase in piedi la storia di Patrizio Bertelli sugli Agnelli gufatori.

D'Agostino: Il male si cura con il male.questo è il senso di Dagospia.
Mughini: Lui è più buono della corteccia che si è costruito intorno.
D'Agostino: Più che cattivo sono stronzo. Più che volgare sono coatto.

D'Agostino: Arbore può tutto, anche stuprare l'Angiolillo, ma io non scriverò mai nulla.
Mughini: Quando Arbore e D'Agostino si occuparono di Novella 2000 si trattava di parlare davvero di serie B. Oggi che la serie B, vedi Lecciso, va a cena dal capo del governo. D'Agostino ha trovato la chiave giusta per descrivere la mondanità contemporanea.

Diaco: Se ti offrissero la direzione di un giornale?
D'Agostino: Sarebbe come tornare alla candela all'epoca della lampadina.
Telese: Ma tu sei di destra o di sinistra?
D'agostino: Sono per il centro-storico.
Mughini: Lui è del Niente. Io sono del Niente dalla testa ai piedi.
Diaco: Telese è di destra o di sinistra?
Telese: Ni definisco di sinistra.
D'Agostino: Nooooooooooooooo, scrivi su "Il Giornale"!
Mughini: I giovani scrittori, se potessero, farebbero un lavoro come quello di D'Agostino.

"Fonte avvelenata" - Un produttore anonimo sostiene che un programma tv stile Dagospia si potrebbe fare ma non se la sentirebbe di investire su D'Agostino come conduttore.
D'Agostino: Sono d'accordo col produttore. Mi sento inadeguato davanti alle telecamere. Funziono meglio con la penna.
Mughini: Ha fatto bene a smettere. Ora non paga dazio a nessuno.
Diaco: Il suo è un giornalismo simile all'arte contemporanea.
Telese: Non esageriamo.
D'Agostino. È impossibile portarlo su video. Nessuno manderebbe le mie notizie in TV.

Mughini: Berlusconi non è bollito perché il pugile che ha davanti non può metterlo ko.
D'Agostino: Sa che dopo il governo gli rimane solo piazzale Loreto; ecco perché non
schioda.
Diaco: Berlusconi è dietro l'angolo. Sta preparando una campagna imponente.
D'Agostino: Ratzinga è un Karol senza sorriso. Aspettiamoci pochi risolini e molti fatti. Io
credo in Dio. Io ho fede e sesso.
Mughini: Io solo sesso!
Telese: Diaco ha fede o sesso?
Diaco: Entrambi!!!!!
D'Agostino: Il nuovo papa con i suoi Ruini tenterà di far rinascere la democrazia cristiana. Un partito cattolico che Berlusconi non può sostenere.

Telese: Ma non ci sono cattiverie su Dagospia, possibile? Chiediamolo a Sgarbi (al telefono). Qui c'è D'Agostino e nessuno dei tartassati di D'Agostino ha accettato di
confrontarsi con lui. Perché hanno paura o perché?
Sgarbi: Paura di che?
Telese: Tu per esempio hai paura di Dagospia?
Sgarbi: Non posso aver paura di niente.
Telese: Perché sei senza macchia e senza paura? Oggi D'Agostino ti ha trafitto con uno
dei suoi pezzi.



Sgarbi: Non sa cosa fare. Si occupa solo di cose inconsistenti e generalmente fallaci.
D'Agostino: Oriana Fallaci?
Sgarbi: Non si occupa di cose vere si occupa di cose fasulle
Telese: Guarda che lui sta ridendo. D'Agostino ti ferisce?
D'Agostino: No. Io lascio la parola a Sgarbi. Ho sottolineato che Sgarbi su "Il Giornale" ha scritto e applaudito il film della sua fidanzata, Sabrina Colle.
Sgarbi: Questo cosa vuol dire? Cosa significa questo discorso?

Diaco: Questo è amore.
Sgarbi: Il giorno prima La Repubblica ha fatto una recensione entusiasmante di uno dei
grandi registi italiani che tu non capisci perché sei una zucca vuota. Capisci solo le
stupidaggini che scrivi. Cosa c'entra la mia fidanzata?

D'Agostino: Infatti, cosa c'entra. Perché l'hai messa nell'articolo?
Sgarbi: Prendi La Repubblica e leggi. Vancini è un grande regista e tu sei un grande incapace. Io ho parlato di Ferrara e di un grande regista e non ho neanche accennato quello che fa una donna brava che guarda caso è anche la mia fidanzata o non potrei parlar bene. un Calasso che pubblica sua moglie perché non lo attacchi? con quella zucca vuota che c'hai?
Telese: Hai risparmiato Calasso e hai attaccato Sgarbi..
D'Agostino: Allora.La risposta è questa.

Sgarbi: La risposta è che non puoi rispondere perché sei un cadavere, sei un morto, ti occupi solo di idiozie
D'Agostino: Dato che Sgarbi ha attaccato duramente..
Sgarbi: Ho attaccato Urbani che ha dato 19 miliardi alla sua amante..
D'Agostino: Ha attaccato Urbani per la sua amicizia con una attrice..
Sgarbi: io non ho dato una lira alla Sabrina, tanto meno soldi dello Stato
D'Agostino: ovviamente.evitiamo di fare marchette
Sgarbi: Coglione, incapace
D'Agostino: Eccolo!
Sgarbi: Zucca vuota! Vai al cinema e capisci le cose. Imbecille. Cosa c'entra la Sabrina..

D'Agostino: Hai fatto un marchettone. Basta.
Sgarbi. Il marchettone lo fai tu tutti i giorni. Leccaculo come sei sempre stato
Telese: Ma a chi?
Sgarbi: A chiunque, a chiunque perché le cose giuste non le dice. Quelle le tace.
Telese: Ma cos'è Dagospia? Perché ha tanto successo?
Sgarbi: Non lo so cosa sia. Non l'ho mai visto, non lo voglio vedere. Uno che vive nella
merda, nei pettegolezzi non può che essere.. dica allora perché un giornale che si chiama la Repubblica parla con dignità di un grande regista..

D'Agostino: Ma tu evita di parlare di un film con la tua fidanzata protagonista..
Sgarbi: Ma cosa c'entra la mia fidanzata... prendi la Repubblica e parla di Vancini. E non dire idiozie..

D'Agostino: Sei stato travolto dall'amore, dall'affetto per Sabrina e hai scritto un articolo promozionale.
Sgarbi: Non hai visto Vancini, non hai visto il film, non hai visto lei. Sei merda. Sei sempre
stato merda e nella merda rimani. Questo sei tu.
Telese: Grazie Vittorio. Ciao.

Diaco. Sgarbi si poteva presentare.
Mughini: Poveraccio.ma adesso basta, parlare degli assenti non è bello.
Pizzi: Ricordo svariate feste in cui Sgarbi non era ancora Sgarbi ma si infilava dappertutto.


GRANDI MARKETTE - CHIAMBRETTI LA TEORIZZA, SGARBI LA PRATICA: SU "IL GIORNALE" STRAORDINARIA POMPA AL FILM DI CUI E' PROTAGONISTA LA SUA FIDANZATA SABRINA COLLE (E POI OSA SVILLANEGGIARE URBANI.)
- Dagospia 19 Aprile 2005


Doppio marchettone a firma Vittorio Sgarbi sulla prima pagina del "Giornale" di ieri. Roba da finire su "Markette", tra i campioni del genere praticato, con estrosa allegria, da Piero Chiambretti. Solo che Pierino lo teorizza, Sgarbone no. Anzi si dice poco incline ai favori di corte (ne sa qualcosa il ministro Urbani, svillaneggiato in tv per via dell'amicizia con la produttrice-attrice Ida Di Benedetto).

Ma state a sentire. Esce, per ora solo in Emilia Romagna o quasi, "E ridendo l'uccise" di Florestano Vancini, regista che fu grande e non lo è più da anni, diciamo dai tempi di "Bronte, cronaca di un massacro". Trattandosi di una fosca storia di odio fraterno ambientata nella Ferrara del Cinquecento (ricostruita negli studi di Belgrado), era facile pronosticare una sponsorship dell'illustre critico estense, ma Sgarbi stavolta ha superato se stesso.

Nel pezzo di prima pagina, intitolato "L'antica Ferrara negli occhi di un buffone", non solo scrive: "E' una delle poche opere realizzate con il contributo dello Stato che non esprimano soltanto i capricci e le passioni di un regista divorato dalla presunzione indifferente alla sensibilità del pubblico" (e già ci sarebbe da ridire, visto che "E ridendo l'uccise", costato allo Stato più di 3 milioni di euro, non l'ha voluto nessun festival, nonostante il pressing esercitato sull'affranto Marco Müller perché lo prendesse a Venezia).

No, da ferrarese estatico e da uomo innamorato, Sgarbi dedica buona parte del suo elogio al personaggio di Martina, la giovane donna che un buffone di corte, per calcolo o simpatia poco importa, salva dalla devastazione di un villaggio. Nel corso del film, Marina saprà riscattare se stessa trasformandosi da miserabile contadina in appagata cortigiana, sempre conservando "un'istintiva riconoscenza per l'uomo, il cui punto di vista è il più dissociato, e il più vicino a quello del regista, che l'ha salvata".

Benissimo. Anzi no, perché il film, presuntuoso e devastante, è di quelli che nessuna commissione ministeriale dovrebbe mai finanziare. Ma sapete chi è l'attrice che incarna Martina, prima pulciosa e affamata, poi sensuale e satolla? Sabrina Colle, storica e platonica fidanzata dello Sgarbone. Il suo nome, nell'articolo, è messo discretamente tra parentesi, insieme a quello di altri due interpreti. Ma sempre marchetta resta, sia pure per amor di donna e di campanile.


Dagospia 21 Aprile 2005