I GIORNALI DELLA SINISTRA INGLESE FANNO LE PULCI AL "PASTORE TEDESCO"
RATZI AVREBBE PROTETTO IL FONDATORE DEI LEGIONARI DI CRISTO (PEDOFILIA)
E ORA C'È CHI VORREBBE DENUNCIARE IL PAPA PER OSTRUZIONE ALLA GIUSTIZIA

I sudditi anglicani di Sua Maestà non ci pensano due volte a fare le pulci (e che pulci!) al "pastore tedesco" Benedetto XVI. Sull'"Observer", supplemento del "Guardian", e sull'"Independent", i due principali quotidiani della sinistra britannica, compaiono due articoli pesantissimi sul nuovo Pontefice.

In breve, e in greve, si accusa l'allora Cardinale Joseph Ratzinger di aver garantito la protezione al padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, accusato di molestie sessuali e pedofilia nei confronti di ex appartenenti all'ordine nato in Messico nel 1941. E ora c'è chi vorrebbe denunciarlo per ostruzione alla giustizia.

Ratzinger avrebbe "salvato", il religioso nella sua veste di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, su esplicito invito di Giovanni Paolo II, legatissimo a Maciel Degollado, coetaneo del defunto Pontefice.

Il tutto sarebbe nero su bianco, in una lettera inviata a tutti i vescovi cattolici nel maggio del 2001, che l'"Observer" si vanta di avere in possesso, ma che - abbiamo scoperto - è da tempo su internet nella traduzione inglese (al sito http://www.bishop-accountability.org/resources/resource-files/churchdocs/EpistulaEnglish.htm).

Tra le altre cose, nella missiva, il cardinale Ratzinger, dava ordine che la Chiesa investigasse in segreto sulle accuse di abusi sessuali su minori, tenendo i risultati dell'inchieste confidenziali per dieci anni dopo il compimento della maggiore età da parte della vittima.

Malgrado siano passati decenni, le accuse sono ancora portate avanti da tre professori, un insegnante, un avvocato, un ingegnere, e persino un prete. Tutti ex appartenenti all'ordine che accusano il religioso di molestie avvenute negli anni '40, '50, '60.

Ed è proprio da una lettera di uno di loro, padre Juan Vaca, allo stesso Maciel Degollado inviata al Vaticano nel 1997 che è iniziata l'inchiesta. Un'inchiesta che però è rimasta al palo.

La lettera di padre Vaca, giunse nella mani di Ratzinger dal vescovo di New York, John R. McCann, e il suo contenuto - alcuni stralci del quale sono stati pubblicati dall'"Independent" - lascia pochi dubbi: "Tutto quello che ha fatto contraddice la Chiesa e l'ordine. Quante innumerevoli volte mi ha svegliato nel cuore della notte, abusando della mia innocenza. Notti di paura, così tante notti di assoluto terrore: tante notti di sonno perduto, che la mia stessa salute psicologica è stata messa in pericolo."

Quattro anni dopo, nel 2001, arriva la lettera di Ratzinger ai vescovi, che prevede che la Chiesa abbia la assoluta giurisdizione su casi di abusi tra un membro del clero e dei minorenni: "La funzione del giudice, del procuratore, del notaio e del rappresentante legale, possono in questi casi essere rappresentati efficacemente da preti (.) casi del genere sono soggetti al segreto pontificio". La pena per la rottura di questo vincolo di segretezza è severa, e può arrivare alla scomunica.



Oltre alla firma dell'attuale Papa, c'è anche quella dell'arcivescovo Tarcisio Bertone, che in un'intervista di due anni fa riportata dall'"Observer" diceva: "Secondo la mia opinione, la richiesta che un vescovo sia obbligato a contattare la polizia per denunciare un prete che commette atti di pedofilia non è fondata."

Ma la lettera fa ora parte dei documenti in possesso di una corte texana dove l'avvocato di due presunte vittime di abusi da parte di un prete, ha depositato le accuse contro una chiesa del luogo e lo stesso Ratzinger, sostenendo la tesi che l'allora cardinale si sia reso colpevole di ostruzione alla giustizia.

L'avvocato è Daniel Shea, noto alle cronache per aver scoperto negli archivi vaticani, due anni fa (in pieno scandalo preti pedofili in America), un documento in latino risalente al 1962, con tanto di sigillo di Papa Giovanni XXIII, che fu spedito a tutti i vescovi del mondo per istruirli a tenere ben nascosti i casi di violenza sessuale all'interno della Chiesa.

"Massima segretezza": era questo quello che la Chiesa di Roma chiedeva ai propri prelati in materia di abusi sessuali. Nulla doveva venire a galla, tutto andava nascosto nei minimi dettagli. Con la minaccia di scomunica per coloro che non rispettavano l'imposizione. Praticamente la stessa posizione sostenuta nella lettera di Ratzinger del 2001.

Shea segue da anni diversi casi di pedofilia che vedono coinvolti dei prelati e ha deciso di far mettere agli atti la missiva di Ratzinger perché, sostiene, parla da sé: "Perché quel divieto di divulgare le notizie per dieci anni dopo che la vittima è maggiorenne? Prima impongono procedure di segretezza su casi del genere, così le forze dell'ordine possono agire solo se scoprono il caso per conto proprio. Ma non puoi aprire un'inchiesta se non ne vieni informato. Se ordini di tenerlo segreto per dieci anni oltre il compimento della maggiore età, il colpevole la farà sempre franca.".

Soltanto lo scorso dicembre, il Vaticano ha dichiarato ufficialmente che avrebbe aperto un'inchiesta e un mese dopo - guarda caso - Maciel si è dimesso dal vertice dei Legionari di Cristo.

E il portavoce delle vittime che ancora chiedono giustizia, si è detto convinto che la decisione di aprire formalmente l'inchiesta (che peraltro non ha finora raggiunto alcun risultato) sarebbe stato un modo per Ratzinger per assicurarsi dei voti fondamentali per la sua ascesa al Soglio di Pietro.

PER SAPERNE DI PIU': "UN LEGIONARIO NELLA BUFERA"
http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=7545
(Da "L´Espresso" del 31 gennaio 2002, articolo di Sandro Magister)


Dagospia 27 Aprile 2005