DAGO BUSINE$$ - FIAT: SALZA O SI SIEDE? - DAGLI AGNELLI SOLO 280 MILIONI - COSSIGA: VIGILANZA DA BANKITALIA ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA - CSM SUI RAPPORTI CASTELLANO-CONSORTE - METTI NAPOLI TRA L'ESPRESSO E IL NYT - L'ANTITRUST DI CATRICALA' PAGA...

1 - LA COMPAGNIA DI SALZA
Nicola Porro per "Il Giornale" - Enrico Salza, presidente del Sanpaolo, ha recentemente raccontato al "Messaggero" di essere orgoglioso di aver «contribuito a portare a Torino Pietro Modiano, Mario Greco e alla direzioné della "Stampa è approdato Giulio Anselmi». Va bene per i due manager bancari, ma Salza sembra dire chiaramente: a Torino le cose che contano passano per la banca. Vien da pensare che anche la nomina di Alain Elkann al Museo egizio, e il passo indietro che signorilmente ha fatto Gabriele Galateri di Genola, siano passati per piazza San Carlo.

Eppure sulla scalata degli Agnelli alla Fiat, Salza sembra aver perso un passaggio. Ieri Modiano, il suo direttore generale, ha detto che non ne sapevano nulla. Eppure il Sanpaolo è controllato dalla Compagnia Sanpaolo (la Fondazione) che è presieduta proprio da quel Franzo Grande Stevens che insieme a Gabetti «sapeva tutto». Nell'intreccio alla torinese dunque Salza perde un colpo: e proprio per mano del suo fidato azionista di maggioranza. O no?

2 - GLI AGNELLI HANNO SCUCITO SOLO 280 MILIONI
Augusto Pirovano per "l'Unità"
- (.) Fatti due conti Exor Group (ovvero la famiglia Agnelli) comprando azioni Fiat a 5,6 euro e rivendendole a 6,5 ha guadagnato 80 milioni di euro. Ma non è finita. Lo stesso investimento della famiglia Agnelli è molto più basso dei 576 milioni di euro sbandierati. Ifi (100% della famiglia) possiede il 63% di Ifil, la holding che ha comprato il pacchetto di azioni Fiat. Il costo di spettanza degli Agnelli per l'acquisto delle azioni è dunque di 360 milioni,pari al 63% del valore dell'intera operazione. Da questa cifra se togliamo gli 80 milioni guadagnati dalla plusvalenza di Exor arriviamo a un investimento totale per gli Agnelli di 280 milioni di euro, quasi la metà di quanto pubblicizzato.

3 - COSSIGA: VIGILANZA DA BANKITALIA ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA
(Adnkronos)
- Trasferire le competenze di vigilanza di Bankitalia all'Autorita' giudiziaria. Lo propone il Presidente Emerito della Repubblica, senatore Francesco Cossiga che ha presentato oggi un disegno di legge in materia di vigilanza su banche e gruppi bancari. ''Sia per un principio di 'economia' dei procedimenti amministrativi e giudiziari, sia per sancire formalmente una situazione di fatto gia' esistente, -si legge nella relazione di accompagnamento - con il presente disegno di legge si trasferiscono le
competenze di vigilanza informativa, regolamentare e ispettiva su banche e gruppi bancari dalla Banca d'Italia all'Autorita' giudiziaria''.

4 - CSM SUI RAPPORTI CASTELLANO-CONSORTE
(Adnkronos)
- Muove i primi passi l'inchiesta del Csm sul presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano Francesco Castellano, avviata in piena estate, subito dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni nelle quali il presidente di Unipol Giovanni Consorte lasciava intendere che il giudice milanese gli aveva prospettato la possibilita' di un interessamento con i colleghi romani che si occupavano dell'acquisizione della Bnl. Inchiesta sollecitata dai consiglieri togati di Md e nell'ambito della quale ora la Prima Commissione ha compiuto un primo atto: ha chiesto alla Procura di Roma, che indaga sulla vicenda, di inviare a Palazzo dei Marescialli tutti gli atti relativi a Castellano, comprese le intercettazioni.

La pratica e' stata aperta alla fine di luglio, nel pieno della bufera sulle inchieste relative ad alcune scalate bancarie. E ha preso spunto dalla pubblicazione di intercettazioni in cui Consorte lasciava intendere che Castellano gli avesse prospettato un possibile interessamento presso i pm romani che si occupavano delle procedure seguite nell'acquisizione di Bnl da parte di Unipol.
Gia' in quella occasione, il giudice milanese si era difeso spiegando di essersi limitato a suggerire a Consorte di rispettare le regole. Una tesi ribadita nella nota di autodifesa che Castellano ha inviato ai consiglieri del Csm (agli atti del fascicolo assieme ad un'informativa della Guardia di Finanza): conosco Consorte, ha premesso il giudice, ma quando mi ha spiegato di voler acquisire la Bnl, mi sono limitato a raccomandargli di rispettare le regole.



5 - L'ANTITRUST DI CATRICALA' PAGA L'AFFITTO A COPPOLA
"L'Antitrust ha i conti al minimo. Su 22 milioni 5 di affitto", scrive oggi Il Sole 24 Ore. E si legge, a proposito dell'authority guidata da Antonio Catricalà: "l'Antitrust paga a Coppola quasi 5 milioni di euro l'anno". Già, perché Danilo Coppola è l'ultimo "proprietario degli 11 mila metri quadri occupati nel palazzone in vetrocemento ex Enel di piazza Verdi".

6 - METTI NAPOLI TRA L'ESPRESSO E IL NYT
"Napoli addio. Criminalità. Disoccupazione. Disagio giovanile. Viaggio nella città che non crede più nel futuro", titola L'espresso in edicola da venerdì. E che ti combina Il Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone? Pubblica un bell'articolo, non firmato, intitolato "Il New York Times invita a visitare Napoli. Il supplemento turistico la giudica una delle città più interessanti". Va anche detto che proprio sul numero del settimanale diretto da Daniela Hamaui, nelle pagine 6 e 7, c'è la pubblicità di "Sisley" che recita: "Napoli una storia d'amore".

7 - UMD SALVA-SONY
La Sony sta scoprendo con sorpresa che c'è una forte domanda sul mercato di film in formato UMD, che può essere visto soltanto attraverso la Playstation, la piattaforma per videogiochi del colosso nipponico.
Due recenti uscite hanno rapidamente superato le 100mila copie vendute in soli due mesi, e "Newsweek" sottolinea come ci siano volute nove mesi per raggiungere quella cifra al primo film distribuito in DVD.
A facilitare la vendita del prodotto, anche il fatto che spesso sono gli stessi venditori di videogiochi ad offrire il film in formato UMD.

8 - PARIGI, BINARI DECREPITI PER I TRENI SUPERVELOCI
Mi. C. per "Il Sole 24 Ore" - Attenzione a prendere il treno in Francia. Secondo un'expertise commissionata dalla Sncf (le ferrovie francesi) e dalla Rff (la società che gestisce la rete), negli ultimi 30 anni gli investimenti in manutenzione sarebbero stati sensibilmente inferiori a quelli di altri Paesi (Italia compresa) e quindi insufficienti a garantirne la totale sicurezza. Da 20 anni, inoltre, i budget avrebbero perso il 20% del valore, nonostante i binari abbiano guadagnato oltre 3mila chilometri. Quanto basta per essere preoccupati e per capire che se non si corre al più presto ai ripari, nel 2025 il 60% della rete ferroviaria francese dovrà essere ceduta, perché cadente.

Il problema è ovviamente duplice: di reperimento di nuove risorse, ma anche di garanzia e di mantenimento del servizio, nonostante il 46% della rete sia scarsamente utilizzato. E dunque in questa ottica che l'audit invita lo Stato ad aumentare gli investimenti annuali ad almeno 3 miliardi di euro, rispetto ai 2,5 miliardi attuali. Magari attingendo a una parte di quanto ricavato dalla privatizzazione delle società autostradali. La Francia non può certo permettersi di essere la patria del treno più veloce del mondo, il Tgv, e nello stesso tempo la patria della rete ferroviaria più decrepita d'Europa.


Dagospia 21 Settembre 2005