DAGO BUSINE$$ - CAIO AL CAIRO DICE NO AL FARAONE - CHE INTESA TRA CORRIERE E BANCA INTESA - BAZOLI-GERONZI IN LOVE - RICUCCI COMUNICA - IL BILBAO VUOLE MATAR UNIPOL - BAVARESE INDIGESTO PER PROFUMO - "LA STAMPA" RIBELLE DI ANSELMI.
1 - CHE INTESA TRA CORRIERE E BANCA INTESA
I giornali indipendenti non finiscono di stupire. Oggi intervista prona del Corriere di Paolino Mieli al capo delle Risorse umane di Banca Intesa, Francesco Micheli. Non una domanda critica, nemmeno sulla strana vicenda delle nuove assunzioni che, come causticamente sottolineato dal Sole 24 Ore qualche giorno fa (non dal Manifesto...) alll'insegna della flessibilità assume solo in un raggio di 30 KM dalla sede di destinazione e assunzione.
Nel sommario del titolo, come fosse una cosa incredibile, si annuncia un penoso bonus di 2000 euro in azioni Intesa ad ogni dipendente. Per una banca che fa quasi 2 miliardi di utili e ha distribuito imbarazzanti stock option ai dirigenti per decine di miliardi delle vecchie lire dopo solo due anni (ma le stock option non dovrebbero essere un premio alla carriera ed ai risultati di lungo periodo?), non è male come tirchieria.....
Se si pensa poi che le 300 assunzioni decantate dal titolo si parametrano agli 8000 esuberi in Italia, diciamo che l'effetto netto per il Paese, come direbbe Passera, è un po' marginale... In tre anni i dipendenti di Banca Intesa sono passati in tutto da 74.000 a 57.000.
2 - SMACK-SMACK TRA BAZOLI E GERONZI
Avviso ai naviganti Rcs: Romani Zaleski è tranquillo, tra Bazoli e Geronzi c'è un patto di non belligeranza. Dicono.
3 - CAIO AL CAIRO DICE NO AL FARAONE
Caio al Cairo. Il manager di Cable & Wireless ha fatto visita al Faraone di Wind, Al Sawiris e gli ha ripetuto il suo "grazie, preferirei di no" all'offerta faraonica, of course. Se Francesco Caio lascia Londra perde una valanga di stock option. Non solo: la moglie è inglese e vuole restare vicino al Big Ben.
4 - RICUCCI COMUNICA
Carlo Bruno della Livolsi & Partners è il nuovo curatore della comunicazione di Stefano Ricucci.
5 - UNICREDIT TRA FIORENTINO E PIAZZOLLA
Uncredit news: c'è clima teso tra il napoletano e vice direttore generale Paolo Fiorentino e il "marine" italo-americano e capo del personale Salvatore Piazzola.
6 - IL BILBAO VUOLE MATAR UNIPOL
A. Grass. per "Il Sole 24 Ore" - Esposti alla Consob, ricorsi al Tar del Lazio, un'ipotesi di richiesta di danni allo studio contro l'Unipol nonché future e possibili impugnazioni ai via libera di Isvap e Banca d'Italia all'Opa su Bnl. Tuttavia, a fronte di tanta vivacità giuridica, gli spagnoli del Bbva non hanno ottenuto molto. E non perché alla Consob siano sommersi dagli esposti - ne arrivano 5mila all'anno, di cui buona parte farneticanti - né perché il presidente Lamberto Cardia abbia preferito le denuncie dell'olandese Rijkman Groenink a quelle dello spagnolo Francisco Gonzales.
Al contrario, le denunce del Bbva saranno state sicuramente esaminate come le altre. Anche l'esposto secondo cui Unipol avrebbe fatto acquisti di azioni Bnl dopo il 16 luglio e sopra i 2,70 euro per azione è stato vagliato con gli strumenti di vigilanza affidati al garante. Il risultato è stato il via libera al prospetto informativo della compagnia bolognese, un implicito giudizio della Consob sulla fondatezza delle argomentazioni di Bilbao.
Certo, se in futuro il Bbva riuscisse a dimostrare le omissioni della Consob, quelle che ha voluto censurare con il ricorso al Tar del Lazio, il caso sarebbe clamoroso. Ma il moltiplicarsi delle azioni legali del Bilbao, nonché l'annuncio di prossime mosse giudiziarie, sembra più riflettere una strategia quantitativa - prima o poi un giudice potrebbe dargli ascolto - e forse un tentativo di riportare in un'aula di Tribunale l'atmosfera della scalata all'AntonVeneta. Le analogie delle Opa bancarie dell'estate.
7 - "LA STAMPA" RIBELLE DI ANSELMI
Da "Italia Oggi" - Il quotidiano "La Stampa", sotto la direzione di Giulio Anselmi, sta migliorando a vista d'occhio: Ma il punto di svolta lo si è toccato con mano con il fondo di Carlo Federico Grosso dedicato alla manifestazione degli ecologisti contro la linea ad alta velocità ferroviaria in corso di realizzazione in Val di Susa. Qui infatti dovrebbe passare, grazie a un imponente traforo, la linea internazionale destinata a collegare la Spagna e il Sud della Francia all'Italia del Nord per poi proseguire verso i paesi delI'est.
Di solito i giornali italiani si accodano sempre a chi protesta, indipendentemente dalle ragioni della protesta. "La Stampa" di Anselmi invece non si è adagiata sui vocianti. Ma, andando controcorrente, ha spiegato, con garbo e fermezza, che questo progetto è molto utile al Piemonte e all'Italia.
8 - BRACCIO DI FERRO BAVARESE
Andrea Greco per "La Repubblica" - Qualche segnale contrario, dalla Germania, già c´era. Ma flebile: niente a che fare con le meline di Bankitalia agli stranieri. Il momento verità dell´Ops Unicredit, però, viene ora, con l´attacco dei fondi speculativi soci in Baviera. Forse hanno cambiato idea sulle prospettive economiche tedesche, fatto sta che si disinteressano alla scadenza dell´Ops, lunedì 10. Finora le adesioni virtuali sfiorano il 30%. È poco, per l´ambizioso 65% posto da Profumo come pregiudiziale. Né si vede come la quota mancante possa arrivare in tre giorni.
Quindi Unicredit, che entro domani può cambiare i termini dell´Ops, ha deciso di prolungarla di 2 settimane. La ragione formale è aspettare i nulla osta antitrust in Polonia e Croazia. Sotto la cenere però arde la brace, e chiede più denaro. La speculazione vuole un concambio migliore, o minaccia di voler spartire coi soci Unicredit gli ambiziosi utili 2007. Tuttavia Profumo non pare propenso a cedere sul prezzo, né ad abbassare fino al 51% l´alta soglia di adesione. E se la fusione fallisse per questo? Per lui sarebbe uno smacco, per gli hedge, un cattivo affare, causa tracollo di Hvb in Borsa.
9 - PARMA E CIRIO
Dal "Corriere della Sera" - Novembre 2002: scoppia il caso Cirio. L'azienda di Sergio Cragnotti viene affidata a tre commissari straordinari per uscire dalla crisi. Dicembre 2003: crac della Parmalat. Dopo l'arresto di Calisto Tanzi la società è affidata a Enrico Bondi. Due storie molto diverse. Due iter differenti. Nel primo caso si procede allo spezzatino con grandi annunci anche di rimborsi «fino al 100%». Nel secondo caso si depura l'azienda riportandola in Borsa. Per gli obbligazionisti Parmalat ci sono le azioni. Per quelli della Cirio solo un anticipo e molte promesse.
Dagospia 07 Ottobre 2005
I giornali indipendenti non finiscono di stupire. Oggi intervista prona del Corriere di Paolino Mieli al capo delle Risorse umane di Banca Intesa, Francesco Micheli. Non una domanda critica, nemmeno sulla strana vicenda delle nuove assunzioni che, come causticamente sottolineato dal Sole 24 Ore qualche giorno fa (non dal Manifesto...) alll'insegna della flessibilità assume solo in un raggio di 30 KM dalla sede di destinazione e assunzione.
Nel sommario del titolo, come fosse una cosa incredibile, si annuncia un penoso bonus di 2000 euro in azioni Intesa ad ogni dipendente. Per una banca che fa quasi 2 miliardi di utili e ha distribuito imbarazzanti stock option ai dirigenti per decine di miliardi delle vecchie lire dopo solo due anni (ma le stock option non dovrebbero essere un premio alla carriera ed ai risultati di lungo periodo?), non è male come tirchieria.....
Se si pensa poi che le 300 assunzioni decantate dal titolo si parametrano agli 8000 esuberi in Italia, diciamo che l'effetto netto per il Paese, come direbbe Passera, è un po' marginale... In tre anni i dipendenti di Banca Intesa sono passati in tutto da 74.000 a 57.000.
2 - SMACK-SMACK TRA BAZOLI E GERONZI
Avviso ai naviganti Rcs: Romani Zaleski è tranquillo, tra Bazoli e Geronzi c'è un patto di non belligeranza. Dicono.
3 - CAIO AL CAIRO DICE NO AL FARAONE
Caio al Cairo. Il manager di Cable & Wireless ha fatto visita al Faraone di Wind, Al Sawiris e gli ha ripetuto il suo "grazie, preferirei di no" all'offerta faraonica, of course. Se Francesco Caio lascia Londra perde una valanga di stock option. Non solo: la moglie è inglese e vuole restare vicino al Big Ben.
4 - RICUCCI COMUNICA
Carlo Bruno della Livolsi & Partners è il nuovo curatore della comunicazione di Stefano Ricucci.
5 - UNICREDIT TRA FIORENTINO E PIAZZOLLA
Uncredit news: c'è clima teso tra il napoletano e vice direttore generale Paolo Fiorentino e il "marine" italo-americano e capo del personale Salvatore Piazzola.
6 - IL BILBAO VUOLE MATAR UNIPOL
A. Grass. per "Il Sole 24 Ore" - Esposti alla Consob, ricorsi al Tar del Lazio, un'ipotesi di richiesta di danni allo studio contro l'Unipol nonché future e possibili impugnazioni ai via libera di Isvap e Banca d'Italia all'Opa su Bnl. Tuttavia, a fronte di tanta vivacità giuridica, gli spagnoli del Bbva non hanno ottenuto molto. E non perché alla Consob siano sommersi dagli esposti - ne arrivano 5mila all'anno, di cui buona parte farneticanti - né perché il presidente Lamberto Cardia abbia preferito le denuncie dell'olandese Rijkman Groenink a quelle dello spagnolo Francisco Gonzales.
Al contrario, le denunce del Bbva saranno state sicuramente esaminate come le altre. Anche l'esposto secondo cui Unipol avrebbe fatto acquisti di azioni Bnl dopo il 16 luglio e sopra i 2,70 euro per azione è stato vagliato con gli strumenti di vigilanza affidati al garante. Il risultato è stato il via libera al prospetto informativo della compagnia bolognese, un implicito giudizio della Consob sulla fondatezza delle argomentazioni di Bilbao.
Certo, se in futuro il Bbva riuscisse a dimostrare le omissioni della Consob, quelle che ha voluto censurare con il ricorso al Tar del Lazio, il caso sarebbe clamoroso. Ma il moltiplicarsi delle azioni legali del Bilbao, nonché l'annuncio di prossime mosse giudiziarie, sembra più riflettere una strategia quantitativa - prima o poi un giudice potrebbe dargli ascolto - e forse un tentativo di riportare in un'aula di Tribunale l'atmosfera della scalata all'AntonVeneta. Le analogie delle Opa bancarie dell'estate.
7 - "LA STAMPA" RIBELLE DI ANSELMI
Da "Italia Oggi" - Il quotidiano "La Stampa", sotto la direzione di Giulio Anselmi, sta migliorando a vista d'occhio: Ma il punto di svolta lo si è toccato con mano con il fondo di Carlo Federico Grosso dedicato alla manifestazione degli ecologisti contro la linea ad alta velocità ferroviaria in corso di realizzazione in Val di Susa. Qui infatti dovrebbe passare, grazie a un imponente traforo, la linea internazionale destinata a collegare la Spagna e il Sud della Francia all'Italia del Nord per poi proseguire verso i paesi delI'est.
Di solito i giornali italiani si accodano sempre a chi protesta, indipendentemente dalle ragioni della protesta. "La Stampa" di Anselmi invece non si è adagiata sui vocianti. Ma, andando controcorrente, ha spiegato, con garbo e fermezza, che questo progetto è molto utile al Piemonte e all'Italia.
8 - BRACCIO DI FERRO BAVARESE
Andrea Greco per "La Repubblica" - Qualche segnale contrario, dalla Germania, già c´era. Ma flebile: niente a che fare con le meline di Bankitalia agli stranieri. Il momento verità dell´Ops Unicredit, però, viene ora, con l´attacco dei fondi speculativi soci in Baviera. Forse hanno cambiato idea sulle prospettive economiche tedesche, fatto sta che si disinteressano alla scadenza dell´Ops, lunedì 10. Finora le adesioni virtuali sfiorano il 30%. È poco, per l´ambizioso 65% posto da Profumo come pregiudiziale. Né si vede come la quota mancante possa arrivare in tre giorni.
Quindi Unicredit, che entro domani può cambiare i termini dell´Ops, ha deciso di prolungarla di 2 settimane. La ragione formale è aspettare i nulla osta antitrust in Polonia e Croazia. Sotto la cenere però arde la brace, e chiede più denaro. La speculazione vuole un concambio migliore, o minaccia di voler spartire coi soci Unicredit gli ambiziosi utili 2007. Tuttavia Profumo non pare propenso a cedere sul prezzo, né ad abbassare fino al 51% l´alta soglia di adesione. E se la fusione fallisse per questo? Per lui sarebbe uno smacco, per gli hedge, un cattivo affare, causa tracollo di Hvb in Borsa.
9 - PARMA E CIRIO
Dal "Corriere della Sera" - Novembre 2002: scoppia il caso Cirio. L'azienda di Sergio Cragnotti viene affidata a tre commissari straordinari per uscire dalla crisi. Dicembre 2003: crac della Parmalat. Dopo l'arresto di Calisto Tanzi la società è affidata a Enrico Bondi. Due storie molto diverse. Due iter differenti. Nel primo caso si procede allo spezzatino con grandi annunci anche di rimborsi «fino al 100%». Nel secondo caso si depura l'azienda riportandola in Borsa. Per gli obbligazionisti Parmalat ci sono le azioni. Per quelli della Cirio solo un anticipo e molte promesse.
Dagospia 07 Ottobre 2005