CROCE IN ROSSO - PER MOLTI, SCELLI È 'IL LIBERATORE DI OSTAGGI', PER LA CORTE DEI CONTI E' UNA GIOIOSA MACCHINA DA CONSULENZE DALLA "GESTIONE DEPRECABILE" - LE FIAMME GIALLE INDAGANO, L''ESPRESSO PUBBLICA.
Francesco Bonazzi per "L'espresso"
La verità è che quando sono arrivato in via Toscana ho trovato un baraccone ingestibile, frutto di vent'anni di assunzioni clientelari su input dei partiti... Maurizio Scelli, a tre anni esatti dalla nomina a commissario di governo della Croce Rossa italiana, è orgoglioso del lavoro fatto. Con un nuovo statuto approvato in primavera e alla vigilia delle elezioni che a metà dicembre metteranno fine al commissariamento, l'avvocato abruzzese voluto da Gianni Letta si prepara a uscire di scena.
"Come avevo sempre promesso, anche quando nessuno mi credeva", precisa lui. In effetti, almeno su un punto, il commissario è stato di parola: ha inserito nello statuto una norma suicida che impedisce ai commissari di essere equiparati ai soci, e quindi di essere eleggibili alla presidenza. Un sorta di 'codicillo anti-Scelli' che gli fa onore, specie in paese come l'Italia. Ma sull'eredità che si prepara a lasciare pesa il severo giudizio della Corte dei conti, che parla di "gestione deprecabile delle consulenze". La magistratura contabile sta indagando per danno erariale e 20 giorni fa ha spedito nella sede centrale la Guardia di finanza ad acquisire una montagna di carte. 'L'espresso' ha avuto modo di spulciarne parecchie. Ecco che cosa ha trovato.
Stipendi di prima classe
La Cri si regge innanzitutto sull'appoggio di 300 mila volontari, un quarto dei quali offre la propria opera quasi tutti i giorni in giro per l'Italia (e spesso anche all'estero). I dipendenti a tempo pieno sono invece 3 mila, suddivisi più o meno in parti eguali tra personale civile e militare. Il budget annuale si aggira mediamente intorno ai 165 milioni di euro, interamente coperti dal governo attraverso i dicasteri della Difesa, della Salute e dell'Economia. Di questi, ben 150 servono a coprire le spese per il personale: in pratica il 90 per cento degli introiti.
Ai vertici dell'intera piramide (la Croce Rossa è organizzata a livello provinciale e regionale), si trova Scelli. Il commissario ha uno stipendio mensile di oltre 19 mila euro, per un totale annuo che supera i 250 mila euro, diarie escluse. Al suo fianco Scelli ha voluto una squadra di manager ai quali ha assicurato un trattamento base da capi dipartimento di ministero, raddoppiato con il meccanismo dei 'trattamenti accessori'. Così, il direttore generale Tommaso Longhi prende 204.235 euro l'anno; il direttore sanitario Mario Braga ne guadagna 173.900; il responsabile delle risorse umane e dell'organizzazione, Aldo Smolizza, incassa 164.905 euro; il direttore amministrativo Virgilio Pandolfi ha uno stipendio da 163.905 euro, e il responsabile organi statutari e relazioni esterne, Francesca Basilico, arriva a quota 153.575 euro. Da segnalare anche gli emolumenti del generale dei carabinieri Placido Russo, che per sovrintendere al personale militare ha invece un contratto di collaborazione da 9 mila euro al mese. Tutte cifre lorde, ben inteso.
Nonostante una prima linea di comando così ben pagata e dal curriculum ineccepibile, nel marzo del 2004 Scelli ha sentito la necessità di istituire un Collegio di direzione composto da Maurizio Decastri, Luciano Hinna ed Elio Guzzanti (ex ministro della Sanità nel governo Dini). I tre professori guadagnano 43.900 euro l'anno a testa, per esercitare una sorta di controllo di gestione. Pare che almeno due volte a settimana si rechino effettivamente in via Toscana, dove li assiste uno staff di cinque collaboratori.
Dal punto di vista gestionale, la Croce Rossa ha le sue stranezze. Scorrendo le ordinanze più recenti firmate da Scelli può capitare di scoprire che spedire Smolizza in Sicilia per un giorno di missione costi 750 euro (13 luglio 2005). O che al fine di verificare la corretta gestione di uno stanziamento da 22.100 euro a favore di 324 bisognosi del Madagascar, si spendano 6 mila euro per inviare in loco lo stesso Smolizza e un consulente esterno (missione eseguita dal 16 luglio a 2 agosto 2005).
Consulenze a pioggia
Nonostante un personale numeroso, alla Cri fioriscono le consulenze. Talvolta per compiti banali o strampalati. Una pratica che alla lunga non poteva passare inosservata. Secondo la Corte dei conti, nel 2002 la spesa per incarichi affidati all'esterno era di 63.737 euro per nove contratti. L'anno dopo, con l'inizio dell'era Scelli, si è arrivati a 13 contratti per un totale di 400.239 euro (sei per il solo Gabinetto del Commissario). E nel 2004 i consulenti sono saliti a 22 per la cifra-monstre di 656.577 euro. Insomma, in due anni di cura-Scelli, la spesa è decuplicata. Ma nel 2005, giurano i vertici della Croce Rossa, la tendenza si è invertita e si viaggia a non più di 160 mila euro. Succede che "gran parte della terapia d'urto è stata portata a termine", spiega Scelli. Ma forse è anche effetto dei rilievi della Corte.
Nella sua ultima relazione, la magistratura contabile è impietosa. Scrive che il capitolo consulenze "costituisce uno degli aspetti più deprecabili della gestione dell'ente". Qualche esempio? Per il piano d'intervento chiamato pomposamente Operazione Flotta Moderna, ovvero decidere rottamazioni e polizze assicurative delle ambulanze, è stata affidata a Sabrina Spera una consulenza da 100.200 euro l'anno. Per scoprire "possibili sviluppi delle attività socio-sanitarie della Cri" e per curare i rapporti con i ministeri vigilanti "al fine di ottenere un incremento delle risorse finanziarie" è stato scelto Francesco Maria Giro. Si tratta di un quarantenne laureato in filosofia, che già nei primi anni Novanta aveva svolto consulenze per Palazzo Chigi su temi sociali.
Più di recente, Giro è stato capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio e oggi è il braccio destro di Sandro Bondi, nonché responsabile della Consulta cattolica degli azzurri. Importo della consulenza a Giro, per i mesi di settembre e ottobre, 25 mila euro (delibera del 9 settembre 2005). Lo studio notarile Castellini di Roma s'è invece assicurato una consulenza di 24 mila euro per studiare alcuni aspetti del nuovo statuto (delibera del 19 marzo 2004). Mentre per sperimentare nuove frontiere della gestione economica alla Croce Rossa provinciale di Roma, il 12 marzo del 2003 è stata affidata a Michele Guercio un incarico da 45 mila euro l'anno. Guercio, cinquantenne romano da sempre amico di Scelli, aveva anche ricevuto una seconda consulenza per riconvertire in albergo un complesso immobiliare della Cri a Jesolo. Ma poi l'operazione non è andata in porto e da via Toscana dicono che qui non hanno speso un soldo.
Per uno studio su come riorganizzare la Farmacia centrale, sono invece stati pagati 49 mila euro alla Entis srl (ordinanza del 13 luglio 2004). E per "fronteggiare l'emergenza irachena", il primo novembre 2004 è stata offerta una consulenza di sei mesi alla farmacista Paola Scotto di Tella per un totale di 11.400 euro. Altri 18 mila euro sono stati girati nel maggio 2004 a Michele Corradino, consigliere giuridico del ministero della Giustizia, perché si interrogasse sulle possibili aree di collaborazione tra Croce Rossa, carceri e forze di polizia. Una consulenza da 38 mila euro è stata invece affidata a Obiettivo Lavoro Servizi perché valutasse "il potenziale del personale dirigente e direttivo", manco la Croce Rossa fosse la Microsoft (30 novembre 2004). Mentre per la gestione del neonato Museo della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, da gennaio 2005 sono state affidate tre consulenze per un totale di 56.604 euro l'anno. Compreso un ebanista. Infine, per mettere su una rete Intranet e restaurare il sito istituzionale sono stati spesi 49 mila euro.
Occhio ai media
Dove Scelli ha superato i suoi predecessori è nella gestione dei rapporti con i mass media. Ha creato un efficientissimo ufficio stampa dove lavorano cinque persone, guidate dall'ex capitano Fabrizio Centofanti (6.250 euro al mese), e sono stati formati addetti stampa in ogni singola regione, 21 in totale. Fino a pochi mesi fa, Scelli ha ritenuto opportuno assicurarsi anche i preziosi servigi di una società di comunicazione romana, la ZigZag srl di Andrea Zagami, ex pr di grandi gruppi come Mondadori, Telecom e Alitalia. Dal 13 ottobre 2003 al 30 aprile 2005, ZigZag ha incassato fatture per 92 mila euro, curando la strategia di comunicazione della Croce Rossa, compresa, come si legge nel contratto, "la ricerca di speaker opportunity". Ovvero di convegni e roba simile in cui far ben figurare il prode Scelli. Ma la vera perla è una misteriosa "attività di intelligence e monitoraggio sulla percezione della Cri e dei suoi vertici presso opinion-makers e stampa". 'Intelligence' condotta attraverso chissà quali raffinati artifizi spionistici.
Sul fronte delle convention, il piatto forte di Scelli, dopo le polemiche suscitate dall'aver speso oltre un milione di euro per il primo raduno nazionale del 2003 a Tor Vergata, l'anno scorso si è preferito fare le cose meno in grande. Così, per il secondo convegno nazionale andato in scena a Roma tra il 26 e il 27 novembre, sono stati pagati 66 mila euro alla All Events spa per affittare il PalaLottomatica e 37.730 euro alla romana European Events per la gestione di accrediti e sistemazioni alberghiere. Lo scorso 22 marzo, per l'organizzazione di una semplice conferenza stampa presso la sede centrale, Scelli è riuscito a spendere 34.320 euro in un colpo solo. Sono finiti alla romana Edit.W, che a dire il vero ha dovuto però fornire anche un filmato celebrativo dell'attività della Croce Rossa. Nell'era Scelli.
Tagli in arrivo
Anche se la Corte dei conti gli sta un po' addosso, parlare di faccende tanto aride con un personaggio estroso come Scelli può sembrare bizzarro. Per molti, lui è 'il liberatore di ostaggi', prima che una gioiosa macchina da consulenze. Ma l'avvocato di Sulmona ha ambizioni politiche e a 43 anni non ha certo intenzione di sparire dal proscenio inseguito dalla Corte dei conti. A 'L'espresso' tiene a precisare che ha trovato una Croce Rossa priva di una tesoreria centrale, messa su con fatica proprio in queste settimane. Ricorda che gli ultimi due bilanci non erano stati neppure abbozzati e che ora i conti sono in pareggio. Non solo, ma pare che prima dell'arrivo di Scelli non ci fosse una vera gestione del personale. Così Smolizza e Pandolfi hanno dovuto saldare milioni di arretrati ai militari e chiudere 1.600 cause di lavoro. Per il resto, proprio la rete Intranet ha permesso di organizzare la ciclopica macchina delle elezioni provinciali e regionali. Mentre il riordino del parco macchine, per il quale la vecchia Croce Rossa spendeva 4 milioni e mezzo solo in polizze assicurative, starebbe portando risparmi annui nell'ordine di un milione di euro.
Ciò detto, Scelli ha almeno due crucci. Il sogno abortito di trasformare la Cri in una spa ("In Parlamento me l'hanno massacrato, pensando che preludesse a chissà quali affari") e il taglio dei contributi previsto in Finanziaria. Sul 2006 ballano almeno 15-20 milioni di euro. Ma qui ci pensa Giro.
Dagospia 25 Ottobre 2005
La verità è che quando sono arrivato in via Toscana ho trovato un baraccone ingestibile, frutto di vent'anni di assunzioni clientelari su input dei partiti... Maurizio Scelli, a tre anni esatti dalla nomina a commissario di governo della Croce Rossa italiana, è orgoglioso del lavoro fatto. Con un nuovo statuto approvato in primavera e alla vigilia delle elezioni che a metà dicembre metteranno fine al commissariamento, l'avvocato abruzzese voluto da Gianni Letta si prepara a uscire di scena.
"Come avevo sempre promesso, anche quando nessuno mi credeva", precisa lui. In effetti, almeno su un punto, il commissario è stato di parola: ha inserito nello statuto una norma suicida che impedisce ai commissari di essere equiparati ai soci, e quindi di essere eleggibili alla presidenza. Un sorta di 'codicillo anti-Scelli' che gli fa onore, specie in paese come l'Italia. Ma sull'eredità che si prepara a lasciare pesa il severo giudizio della Corte dei conti, che parla di "gestione deprecabile delle consulenze". La magistratura contabile sta indagando per danno erariale e 20 giorni fa ha spedito nella sede centrale la Guardia di finanza ad acquisire una montagna di carte. 'L'espresso' ha avuto modo di spulciarne parecchie. Ecco che cosa ha trovato.
Stipendi di prima classe
La Cri si regge innanzitutto sull'appoggio di 300 mila volontari, un quarto dei quali offre la propria opera quasi tutti i giorni in giro per l'Italia (e spesso anche all'estero). I dipendenti a tempo pieno sono invece 3 mila, suddivisi più o meno in parti eguali tra personale civile e militare. Il budget annuale si aggira mediamente intorno ai 165 milioni di euro, interamente coperti dal governo attraverso i dicasteri della Difesa, della Salute e dell'Economia. Di questi, ben 150 servono a coprire le spese per il personale: in pratica il 90 per cento degli introiti.
Ai vertici dell'intera piramide (la Croce Rossa è organizzata a livello provinciale e regionale), si trova Scelli. Il commissario ha uno stipendio mensile di oltre 19 mila euro, per un totale annuo che supera i 250 mila euro, diarie escluse. Al suo fianco Scelli ha voluto una squadra di manager ai quali ha assicurato un trattamento base da capi dipartimento di ministero, raddoppiato con il meccanismo dei 'trattamenti accessori'. Così, il direttore generale Tommaso Longhi prende 204.235 euro l'anno; il direttore sanitario Mario Braga ne guadagna 173.900; il responsabile delle risorse umane e dell'organizzazione, Aldo Smolizza, incassa 164.905 euro; il direttore amministrativo Virgilio Pandolfi ha uno stipendio da 163.905 euro, e il responsabile organi statutari e relazioni esterne, Francesca Basilico, arriva a quota 153.575 euro. Da segnalare anche gli emolumenti del generale dei carabinieri Placido Russo, che per sovrintendere al personale militare ha invece un contratto di collaborazione da 9 mila euro al mese. Tutte cifre lorde, ben inteso.
Nonostante una prima linea di comando così ben pagata e dal curriculum ineccepibile, nel marzo del 2004 Scelli ha sentito la necessità di istituire un Collegio di direzione composto da Maurizio Decastri, Luciano Hinna ed Elio Guzzanti (ex ministro della Sanità nel governo Dini). I tre professori guadagnano 43.900 euro l'anno a testa, per esercitare una sorta di controllo di gestione. Pare che almeno due volte a settimana si rechino effettivamente in via Toscana, dove li assiste uno staff di cinque collaboratori.
Dal punto di vista gestionale, la Croce Rossa ha le sue stranezze. Scorrendo le ordinanze più recenti firmate da Scelli può capitare di scoprire che spedire Smolizza in Sicilia per un giorno di missione costi 750 euro (13 luglio 2005). O che al fine di verificare la corretta gestione di uno stanziamento da 22.100 euro a favore di 324 bisognosi del Madagascar, si spendano 6 mila euro per inviare in loco lo stesso Smolizza e un consulente esterno (missione eseguita dal 16 luglio a 2 agosto 2005).
Consulenze a pioggia
Nonostante un personale numeroso, alla Cri fioriscono le consulenze. Talvolta per compiti banali o strampalati. Una pratica che alla lunga non poteva passare inosservata. Secondo la Corte dei conti, nel 2002 la spesa per incarichi affidati all'esterno era di 63.737 euro per nove contratti. L'anno dopo, con l'inizio dell'era Scelli, si è arrivati a 13 contratti per un totale di 400.239 euro (sei per il solo Gabinetto del Commissario). E nel 2004 i consulenti sono saliti a 22 per la cifra-monstre di 656.577 euro. Insomma, in due anni di cura-Scelli, la spesa è decuplicata. Ma nel 2005, giurano i vertici della Croce Rossa, la tendenza si è invertita e si viaggia a non più di 160 mila euro. Succede che "gran parte della terapia d'urto è stata portata a termine", spiega Scelli. Ma forse è anche effetto dei rilievi della Corte.
Nella sua ultima relazione, la magistratura contabile è impietosa. Scrive che il capitolo consulenze "costituisce uno degli aspetti più deprecabili della gestione dell'ente". Qualche esempio? Per il piano d'intervento chiamato pomposamente Operazione Flotta Moderna, ovvero decidere rottamazioni e polizze assicurative delle ambulanze, è stata affidata a Sabrina Spera una consulenza da 100.200 euro l'anno. Per scoprire "possibili sviluppi delle attività socio-sanitarie della Cri" e per curare i rapporti con i ministeri vigilanti "al fine di ottenere un incremento delle risorse finanziarie" è stato scelto Francesco Maria Giro. Si tratta di un quarantenne laureato in filosofia, che già nei primi anni Novanta aveva svolto consulenze per Palazzo Chigi su temi sociali.
Più di recente, Giro è stato capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio e oggi è il braccio destro di Sandro Bondi, nonché responsabile della Consulta cattolica degli azzurri. Importo della consulenza a Giro, per i mesi di settembre e ottobre, 25 mila euro (delibera del 9 settembre 2005). Lo studio notarile Castellini di Roma s'è invece assicurato una consulenza di 24 mila euro per studiare alcuni aspetti del nuovo statuto (delibera del 19 marzo 2004). Mentre per sperimentare nuove frontiere della gestione economica alla Croce Rossa provinciale di Roma, il 12 marzo del 2003 è stata affidata a Michele Guercio un incarico da 45 mila euro l'anno. Guercio, cinquantenne romano da sempre amico di Scelli, aveva anche ricevuto una seconda consulenza per riconvertire in albergo un complesso immobiliare della Cri a Jesolo. Ma poi l'operazione non è andata in porto e da via Toscana dicono che qui non hanno speso un soldo.
Per uno studio su come riorganizzare la Farmacia centrale, sono invece stati pagati 49 mila euro alla Entis srl (ordinanza del 13 luglio 2004). E per "fronteggiare l'emergenza irachena", il primo novembre 2004 è stata offerta una consulenza di sei mesi alla farmacista Paola Scotto di Tella per un totale di 11.400 euro. Altri 18 mila euro sono stati girati nel maggio 2004 a Michele Corradino, consigliere giuridico del ministero della Giustizia, perché si interrogasse sulle possibili aree di collaborazione tra Croce Rossa, carceri e forze di polizia. Una consulenza da 38 mila euro è stata invece affidata a Obiettivo Lavoro Servizi perché valutasse "il potenziale del personale dirigente e direttivo", manco la Croce Rossa fosse la Microsoft (30 novembre 2004). Mentre per la gestione del neonato Museo della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, da gennaio 2005 sono state affidate tre consulenze per un totale di 56.604 euro l'anno. Compreso un ebanista. Infine, per mettere su una rete Intranet e restaurare il sito istituzionale sono stati spesi 49 mila euro.
Occhio ai media
Dove Scelli ha superato i suoi predecessori è nella gestione dei rapporti con i mass media. Ha creato un efficientissimo ufficio stampa dove lavorano cinque persone, guidate dall'ex capitano Fabrizio Centofanti (6.250 euro al mese), e sono stati formati addetti stampa in ogni singola regione, 21 in totale. Fino a pochi mesi fa, Scelli ha ritenuto opportuno assicurarsi anche i preziosi servigi di una società di comunicazione romana, la ZigZag srl di Andrea Zagami, ex pr di grandi gruppi come Mondadori, Telecom e Alitalia. Dal 13 ottobre 2003 al 30 aprile 2005, ZigZag ha incassato fatture per 92 mila euro, curando la strategia di comunicazione della Croce Rossa, compresa, come si legge nel contratto, "la ricerca di speaker opportunity". Ovvero di convegni e roba simile in cui far ben figurare il prode Scelli. Ma la vera perla è una misteriosa "attività di intelligence e monitoraggio sulla percezione della Cri e dei suoi vertici presso opinion-makers e stampa". 'Intelligence' condotta attraverso chissà quali raffinati artifizi spionistici.
Sul fronte delle convention, il piatto forte di Scelli, dopo le polemiche suscitate dall'aver speso oltre un milione di euro per il primo raduno nazionale del 2003 a Tor Vergata, l'anno scorso si è preferito fare le cose meno in grande. Così, per il secondo convegno nazionale andato in scena a Roma tra il 26 e il 27 novembre, sono stati pagati 66 mila euro alla All Events spa per affittare il PalaLottomatica e 37.730 euro alla romana European Events per la gestione di accrediti e sistemazioni alberghiere. Lo scorso 22 marzo, per l'organizzazione di una semplice conferenza stampa presso la sede centrale, Scelli è riuscito a spendere 34.320 euro in un colpo solo. Sono finiti alla romana Edit.W, che a dire il vero ha dovuto però fornire anche un filmato celebrativo dell'attività della Croce Rossa. Nell'era Scelli.
Tagli in arrivo
Anche se la Corte dei conti gli sta un po' addosso, parlare di faccende tanto aride con un personaggio estroso come Scelli può sembrare bizzarro. Per molti, lui è 'il liberatore di ostaggi', prima che una gioiosa macchina da consulenze. Ma l'avvocato di Sulmona ha ambizioni politiche e a 43 anni non ha certo intenzione di sparire dal proscenio inseguito dalla Corte dei conti. A 'L'espresso' tiene a precisare che ha trovato una Croce Rossa priva di una tesoreria centrale, messa su con fatica proprio in queste settimane. Ricorda che gli ultimi due bilanci non erano stati neppure abbozzati e che ora i conti sono in pareggio. Non solo, ma pare che prima dell'arrivo di Scelli non ci fosse una vera gestione del personale. Così Smolizza e Pandolfi hanno dovuto saldare milioni di arretrati ai militari e chiudere 1.600 cause di lavoro. Per il resto, proprio la rete Intranet ha permesso di organizzare la ciclopica macchina delle elezioni provinciali e regionali. Mentre il riordino del parco macchine, per il quale la vecchia Croce Rossa spendeva 4 milioni e mezzo solo in polizze assicurative, starebbe portando risparmi annui nell'ordine di un milione di euro.
Ciò detto, Scelli ha almeno due crucci. Il sogno abortito di trasformare la Cri in una spa ("In Parlamento me l'hanno massacrato, pensando che preludesse a chissà quali affari") e il taglio dei contributi previsto in Finanziaria. Sul 2006 ballano almeno 15-20 milioni di euro. Ma qui ci pensa Giro.
Dagospia 25 Ottobre 2005