L'OCCHIO DI OLGHINA - NOBILTÀ E MEDIA: I PANNI NON SI LAVANO PIÙ IN CASA. L'OUTING DI AMEDEO D'AOSTA, LE CORNA SOFT E UN FIGLIO EXTRA. ANCHE CAMILLA CEDE ALLE LEGGI DELL'APPARENZA E SI INFILA LA CORONA.
Olghina di Robilant per Dagospia
Mi vengono chiesti commenti sull'"outing" di Amedeo di Savoia Aosta sulla sua futura paternità extraconiugale apparso su "Vanity Fair". Non spetta a me giudicare. Forse non spetta proprio a nessuno. Mi sembra che, come Alberto di Monaco, Amedeo abbia messo al bando le ipocrisie favorendo un suo personale senso di responsabilità che è di per sé giusto e lodevole. Così come mi appare lodevole e dignitosa la risposta di sua moglie Silvia Paternò che ha semplicemente riaffermato l'accordo familiare col marito malgrado 'il fatto' che implica un'avvenuta infedeltà. Succede.
Succede nelle migliori famiglie e non viviamo in un'epoca che consente sotterfugi come i tanti sovrani di un tempo (i Luigi di Francia in primo luogo) che sfornavano figli illegittimi dappertutto senza riconoscerli e senza ammetterne l'esistenza. Certi panni ormai si lavano sui giornali o in televisione. Se non li lavi personalmente ci pensano i media a fare quel bucato e lo fanno quasi sempre con acqua inquinatissima da falsi tam tam. Il duo Al Bano/Lecciso insegna, ma troppi ve ne sarebbero da citare.
Mi dispiace invece il danno di immagine perché viviamo anche in un tempo dove l'apparenza conta sia nel lavoro che nel ruolo pubblico di ogni personalità di spicco. Vale semmai ricordare che le "immagini" sono in realtà monumentali mascherate, che siano interpretate da imprenditori, attori, sovrani o politici poco importa. Spesso sono costruite da abili agenti e gli interessati stessi hanno poco da spartire con il ruolo loro imposto.
Personalmente amo la realtà e la linearità di comportamento, la dignità personale e la figura sostanziale delle persone, anche se famose. Mi piaceva ad esempio Camilla Shand- Parker Bowles con i suoi pantalonacci e camicie sgangherate e la sua determinazione evidentemente genuina. Mi è piaciuta assai di più di quella foto oggi esaltata di Camilla, probabile futura regina d'Inghilterra, con il diadema che fu della regina Mary e che tutti i tabloid osannano avendola fotografata accanto al re di Norvegia nella sua prima apparizione ufficiale a Buckingham Palace seduta a due posti di distanza dalla regina Elisabetta.
Bella, l'iniziativa ufficiale della regina che così sancisce infine il vero ruolo di Camilla. Ma chi indossa quel diadema vale più del gioiello stesso, tutto qui. Non fu mai ipocrita Camilla e se oggi accetta di accontentare le necessità di immagine è proprio perché si tratta di imposizione indiscutibile e necessaria in questi tempi mediatici. Perfino lei! Bisognerebbe esclamare. Prima o poi dovrà forse e perfino concedere qualche intervista.
Tutto questo per dire che se Amedeo di Savoia Aosta ha deciso di pronunciarsi ufficialmente colpevole di adulterio e futuro padre, malgrado resti salda la sua unione e la sua complicità con la moglie Silvia, lo ha fatto per coerenza e coscienza anteponendo questi due dettagli ad un'immagine regale. Lo dice lui stesso del resto: "In questo paese non c'è un trono, siamo in Repubblica".
Ai monarchici non piacerà. Pace. Io non lo intervisto perché non saprei cosa domandargli. Mi sembrerebbe indiscreta qualsiasi domanda. Valgono soprattutto, e valgono molto secondo me, i diritti del nascituro ed è probabilmente questo l'unico aspetto importante. Quei diritti sono salvi, ergo: bravo Amedeo. La sua vita privata sono affari suoi e di Silvia.
Dagospia 27 Ottobre 2005
Mi vengono chiesti commenti sull'"outing" di Amedeo di Savoia Aosta sulla sua futura paternità extraconiugale apparso su "Vanity Fair". Non spetta a me giudicare. Forse non spetta proprio a nessuno. Mi sembra che, come Alberto di Monaco, Amedeo abbia messo al bando le ipocrisie favorendo un suo personale senso di responsabilità che è di per sé giusto e lodevole. Così come mi appare lodevole e dignitosa la risposta di sua moglie Silvia Paternò che ha semplicemente riaffermato l'accordo familiare col marito malgrado 'il fatto' che implica un'avvenuta infedeltà. Succede.
Succede nelle migliori famiglie e non viviamo in un'epoca che consente sotterfugi come i tanti sovrani di un tempo (i Luigi di Francia in primo luogo) che sfornavano figli illegittimi dappertutto senza riconoscerli e senza ammetterne l'esistenza. Certi panni ormai si lavano sui giornali o in televisione. Se non li lavi personalmente ci pensano i media a fare quel bucato e lo fanno quasi sempre con acqua inquinatissima da falsi tam tam. Il duo Al Bano/Lecciso insegna, ma troppi ve ne sarebbero da citare.
Mi dispiace invece il danno di immagine perché viviamo anche in un tempo dove l'apparenza conta sia nel lavoro che nel ruolo pubblico di ogni personalità di spicco. Vale semmai ricordare che le "immagini" sono in realtà monumentali mascherate, che siano interpretate da imprenditori, attori, sovrani o politici poco importa. Spesso sono costruite da abili agenti e gli interessati stessi hanno poco da spartire con il ruolo loro imposto.
Personalmente amo la realtà e la linearità di comportamento, la dignità personale e la figura sostanziale delle persone, anche se famose. Mi piaceva ad esempio Camilla Shand- Parker Bowles con i suoi pantalonacci e camicie sgangherate e la sua determinazione evidentemente genuina. Mi è piaciuta assai di più di quella foto oggi esaltata di Camilla, probabile futura regina d'Inghilterra, con il diadema che fu della regina Mary e che tutti i tabloid osannano avendola fotografata accanto al re di Norvegia nella sua prima apparizione ufficiale a Buckingham Palace seduta a due posti di distanza dalla regina Elisabetta.
Bella, l'iniziativa ufficiale della regina che così sancisce infine il vero ruolo di Camilla. Ma chi indossa quel diadema vale più del gioiello stesso, tutto qui. Non fu mai ipocrita Camilla e se oggi accetta di accontentare le necessità di immagine è proprio perché si tratta di imposizione indiscutibile e necessaria in questi tempi mediatici. Perfino lei! Bisognerebbe esclamare. Prima o poi dovrà forse e perfino concedere qualche intervista.
Tutto questo per dire che se Amedeo di Savoia Aosta ha deciso di pronunciarsi ufficialmente colpevole di adulterio e futuro padre, malgrado resti salda la sua unione e la sua complicità con la moglie Silvia, lo ha fatto per coerenza e coscienza anteponendo questi due dettagli ad un'immagine regale. Lo dice lui stesso del resto: "In questo paese non c'è un trono, siamo in Repubblica".
Ai monarchici non piacerà. Pace. Io non lo intervisto perché non saprei cosa domandargli. Mi sembrerebbe indiscreta qualsiasi domanda. Valgono soprattutto, e valgono molto secondo me, i diritti del nascituro ed è probabilmente questo l'unico aspetto importante. Quei diritti sono salvi, ergo: bravo Amedeo. La sua vita privata sono affari suoi e di Silvia.
Dagospia 27 Ottobre 2005