ECLISSE DI PRIMAVERA AL "SOLE" - I DOLORI VICENTINI DEL GIOVANE FERRUCCIO
TREMONTI DI BORIA - PAR CONDICIO ALLA MENEGHINA - PALENZONA ATTOVAGLIATO
MUFFA! DI GIANFIERO MUGUGNI - AL POSTO DI POLITO - GLI (S)FATTI DELLA SETTIMANA

"Non sono amato da coloro
che sono convinti di essere
le mie vittime; ma sono amato,
molto più di quanto non meriti,
da chi gode delle pene altrui"

(Karl Kraus)


1 - FLEBUCCIO SPEGNE "IL SOLE"

Raccontano in quel di Vicenza che l'editore del "Sole 24 Ore, Innocenzo Cipolletta, avrebbe tirato il ciuffo argentato al volpino di carta Flebuccio de Bortoli. Colpevole, sia pure a caso, di non aver prontamente difeso la radio del gruppo diretta da Giancarlo Santalmassi. La stessa inserita a pieno titolo nella "red list" (comunista) del Cavaliere durante il suo memorabile intervento alla convention della Confindustria.

Ma forse aveva ragione l'ex ragazzo spazzola di via Solferino a dare subito un taglio netto alle polemiche. E a respingere i rimbrotti di Cipolletta. Intuendo che al suo ritorno in redazione a fargli barba e capelli ci avrebbe pensato il coiffeur principe di via dell'Astronomia Luchino Cordero di Montezemolo. Così è stato. Da lunedì sul caso Berlusconi-Della Valle c'è stata l'eclisse sul "Sole 24 Ore". Il quotidiano in rosa ha oscurato quasi completamente le notizie (e che notizie!) riguardanti la guerra dei Ricchi&Famosi tra Berlusconi e gli imprenditori.

Del resto, dopo aver annunciato tra le poltroncine rosso Frau (quelle d'ordinanza fabbricate da Luchino&C ben allineate sul palco della Fiera di Vicenza) che gli industriali non si sarebbero fatti tirare la giacchetta dai partiti, il prode Luchino si è ritrovato in mutande (e mocassini Tod's). Della serie: toglietemi tutto ma non le mie scarpe, firmate da Dieghito. E sponsorizzate da Carlito.

2 - TREMONTI DI BORIA
A spegnere "Il Sole" che nell'estate dei "furbetti del quartierino" aveva acceso la vena giornalistico-investigava del Flebuccio Cuor di carta ci si è messa pure l'antica amicizia tra il direttore e il professorino Giulio Tremonti. Soprannominato la Colb(ert) scarica del Cavaliere. Nel giorno (giovedì 23 marzo) che il Superministro incassava il no dei partner europei su una dichiarazione comune contro il protezionismo ("Si è rivelato il solito petardo bagnato", ironizzano a Bruxelles) il quotidiano confindustriale ha nascosto la notizia (senza firma) in un taglio basso a pagina 6.

3 - PAR CONDICIO ALLA MENEGHINA.
Chissà cosa avrebbe scritto oggi della sua Milano la divina Camilla Cederna che sin da piccola si era iscritta al "gregge degli indignati cronici". Già perché le dame della società meneghina (e i loro mariti dal portafoglio svizzero gonfio di franchi) hanno aperto le loro case ad entrambi i candidati sindaci della città. Una pranzo placé per Donna Letizia Moratti (centro destra); una cenina in piedi per l'ex prefetto Ferrante (centro sinistra). Ospite fisso l'esiliato speciale tra i mari di Santo Domingo e le montagne Salkt Moritz, Albertino Rusconi, con pipa delle coltellerie Lorenzi di via Montenapoleone incorporata.

4 - (BELLIM)BUSTI AL PINCIO RIVISITATI DA OSCAR WILDE
Berlusconi Silvio (Cavaliere premier)
"Mi piace la recitazione. E' tanto più reale della vita"
Pollari Nicolò (Capo degli 007)
"Oggi ci restano così pochi misteri che non possiamo permetterci di perderne neanche uno"
Rossella Carlito (Direttore Dandy Tg5)
"Il buon gusto è la scusa che ho sempre trovato per condurre una vita tanto dissoluta"
Prodi Romano (aspirante premier)
"L'umanità si prende troppo sul serio. E' il peccato originale del mondo. Se
gli uomini delle caverne avessero saputo ridere, la Storia sarebbe stata diversa"
Bignardi Daria (narcisista barbarica)
"Non viaggio mai senza il mio diario. In treno ci vuole sempre qualcosa di eccitante da leggere"
Busi Aldo (scrittore-intrattenitore tv)
"Conduce i suoi lettori alla latrina e ve li chiude dentro"
Allam Magdi (Il Mullah degli opinionisti)
"Le religioni...possono essere assimilate, mai confutate"
Buttiglione Rocco (ministro dell'Arte sacra)
"Oggi sulle strade di Gerusalemme, si trascina un matto che porta sulle spalle una croce di legno.  E' il simbolo delle vite guastate dall'imitazione"

5 - IL BECERO DELLA STAMPA
Ospite del Tg5 della sera per presentare il seguito di "Basic Istint", Sharon Stone viene intervistata in studio dalla conduttrice Pucci Cesara Buonamici. Che al termine dell'incontro chiede all'attrice:
- BUONAMICI: "Signora Stone le chiedo anche a nome dei nostri telespettatori: può incrociare le gambe?"
- STONE: "Assolutamente no".

6 - PRANZO CON SVISTA
A differenza da quanto rilevato da Dagospia il signore corpulento e barbuto che qualche giorno fa mangiava in solitudine al "Bolognese" di piazza del Popolo non era il banchiere (ora inquisito) Fabrizio Palenzona. Bensì quel grasso armatore che corrisponde al nome di Manfredi Lefevre, che di lì a poco veniva raggiunto al tavolo proprio da Palenzona. Il Bud Spencer di Tortona con l'hobby delle poltrone (leggi incarichi). Suo vecchio compagno, insieme alla famiglia Billè, di gite marinare in Costa Azzurra (e di altre perigliose navigazioni finanziarie a vista).



7 - MUFFA! DI GIANPIERO MUGUGNI
Alla maniera di Erasmo il lentigginoso. E quale altro film degli ultimi quarant'anni poteva apparirmi più sugoso e attuale di questa pellicola di Henry Koster proiettata di pomeriggio su "Rete 4". Gustosa come un cannolo siciliano vi si racconta di un bambino di 8 anni (Erasmo), un vero genio della matematica (altro che le pagelle di Maurizio Mosca, oddio) con un'altra grande passione: la mitica Brigitte Bardot. Un film che ha marchiato pesantemente l'Italia e la mia esistenza catanese. Erasmo sono io nel mio Io, l'autore immodesto del saggio edito da Mondadori (e mai recensito dall'Unità) "E la donna creò Mughini".

8 - POLITO GIU' DAL CARRELLO
Il candidato con il cappotto, Antonio Polito, in arte Rascel fumino di Londra, non aveva alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni da direttore de "il Riformista" prima del responso delle urne. Ma in piazza Barberini, sede del quotidiano orange, qualcuno ha provveduto a ricordarglielo. E si è aperta di fatto la successione al distratto Polito. Ma a decidere, contrariamente da quanto sostenuto in un'intervista al Corsera, non sarà il fondatore del giornale Claudio Velardi. Che ha venduto il suo 51% alla famiglia Angelucci. La scelta, spinosa come una Rosa nel pugno, spetterà ai nuovi proprietari e ai soci di "Ragionamenti socialisti".

9 - GLI (S)FATTI DELLA SETTIMANA
Giannino Oscar. Il dandy del giornalismo economico con l'edera all'occhiello imperversa in tv e sulle colonne dei giornali (dal Foglio al Riformista; dal Messaggero a Finanza Mercati) per difendere l'azione economica del governo Berlusconi. Il quotidiano "Italia Oggi" diretto da Franco Bechis gli appioppa l'appellativo di Gianluigi Mariannini (lo strambo concorrente di "Lascia o raddoppia" di Mike Bongiorno). CARIATO.

Ruggiero Riccardo. L'amministratore delegato di Telecom viene sorpreso dalla Polstrada mentre impazza con la sua nuova Porche Carrera a 311 kilometri all'ora. Confessione e ritiro della patente. MONAGER DA CORSA.

Zincone Giuliano. L'ex editorialista del Corrierone, sospettato di aver scritto con il nome de plume, Paolo Doni, il lolitesco romanzetto-scandalo "Ci vediamo al Bar Birutico", si guadagna la copertina del Magazine della casa. Lui non smentisce di essere il novello Nabokov dei Faraglioni alimentando ulteriori sospetti. IL PROFESSOR UNRAT DELLA GROTTA AZZURRA.

Ricolfi Luca. Il sociologo uscito dal silenzio accademico non si ferma più dopo aver spiegato agli italiani perché quelli di sinistra sono antipatici. Viviseziona sul tavolo anatomico il patto con gli italiani del premier uscente Berlusconi con risultati dal metodo discutibile. IL BISTURI DEL CAVALIERE.

Leone XIII. Vincenzo Gioacchino Pecci regnò in Vaticano dal 1878 al 1903 senza dare scandalo. Anzi scrivendo la "Rerum Novarum" anche per dare una prima risposta cristiana alla questione operaia. Con buona pace dei bacchettoni di complemento di oggi, Rocco Buttiglione e Carlo Giovannardi, Benedetto XIII non solo faceva uso di cocaina, ma la pubblicizzava come tonico. IL PAPA BIANCO.

10 - DETTI SMEMORABILI
"Gli imprenditori come Della Valle? Non possono competere col Cavaliere, non possono nemmeno imitarlo. Lascino stare la politica, uno solo ce l'ha fatta, ma si chiama Berlusconi. Per il resto, a Della Valle non do consigli, perché non mene frega niente: Anzi, forse uno, uno solo: ufelè, fa'l tò mestè. Ma purtroppo non sono come si traduce in marchigiano, dunque è inutile" (Fedele Confalonieri intervistato da "Repubblica")

(a cura di Tina A. Commotrix)


Dagospia 24 Marzo 2006