IL LUPO DEI GIORNALI DIVORERÀ L'AGNELLO DEI BLOG. ED È UN BENE - I BLOGGER DI SUCCESSO, NON APPENA EMERSI SI PRECIPITANO A FIRMARE SUI MEDIA CHE ACCUSANO DI TRADIMENTO E DECLINO - L'AVANGUARDIA DIVENTA SEMPRE ORTODOSSIA IN PARRUCCA.

Gianni Riotta per il "Corriere della Sera"


Scarso rilievo sulla stampa italiana alla convenzione dei bloggers, i giornalisti ruspanti di Internet, che ha affollato il weekend a Las Vegas: la scommessa è che i new media sconfiggano presto gli old media, grazie ai blog, commenti d'autore online ogni giorno, capaci di spiazzare già i quotidiani, la televisione e la radio. A sintetizzare la morale Markos Moulitsas, 34 anni, che con il blog DailyKos ha meritato dal New York Times il titolo di «blogger più influente d'America»: «I vecchi media ci hanno tradito con le loro informazioni di regime, la vecchia politica con le moine, i conservatori mentono, i progressisti non sanno che pesci prendere».

A Las Vegas giochi fatti: presto ognuno sarà in grado di lavorare al proprio blog, lanciare informazioni e giudizi e per i pachidermi della carta stampata e della tv non resterà che il «cimitero degli eleganti» secondo la battuta di Flaiano. Le mie carte di pioniere di Internet sono impeccabili, primo giornalista su un quotidiano a firmare con mail (rimbrottato dalle grandi firme), fondatore con Eco e Singer del Golem , la prima rivista online italiana, blogger su Stampa e Corriere.

Internet è la nuova frontiera dell'informazione, ma il trionfalismo di Las Vegas è una scommessa che non pagherà. Maureen Dowd, perfida commentatrice del New York Times, rileva che Moulitsas, la sua collega Wonkette, i blogger di successo, non appena emersi si precipitano a firmare sui media che accusano di tradimento e declino, giornali, riviste, libri, case editrici e tv. Particolare divertente ma non ancora dirimente, l'avanguardia diventa sempre ortodossia in parrucca.



Dove l'analisi di Moulitsas (ne hanno trattato bene Moltedo su Europa e Rocca sul Foglio ) stenta è nell'affermare orgoglioso «ogni blogger deciderà l'agenda dei problemi». La comunicazione di base, i lillipuziani che piegano l'imperialista Gulliver di giornali e tv, non è illusione nuova. Ogni generazione la ripete e ogni generazione ne viene poi frustrata. I giornali credettero di piegare i libri, con futurista foga. La radio, usata alla perfezione da Mussolini e Roosevelt, si illuse di rendere obsoleti i giornali. La tv apparve come media totale, secondo la falsa ipotesi di McLuhan, «il mezzo è il messaggio». Non è così, il messaggio è il messaggio ed è sempre più forte del mezzo. Negli anni '70 il Quotidiano dei lavoratori , foglio della nuova sinistra, anticipò la ubris di Moulitsas, con lo slogan «gli altri giornali li leggete, questo lo scrivete»: chiuse poco dopo. E le «radio libere, ma libere veramente» della canzonetta, durarono quanto le gonne a fiori, una bella estate.

Credere che i media si susseguano come ere geologiche distinte è errore antico: invece si sovrappongono, moltiplicano, coniugano, fecondano, mutandosi a vicenda. Il cinema non annulla il teatro, lo cambia (leggete I quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello) e nascono autori ibridi tra i due generi, come Mamet. La fotografia non cancella la pittura, ma le due arti si trasformano in coppia, Mapplethorpe fotografa come ritraesse, Hopper dipinge come fotografasse.

L'utopia di DailyKos a cosa porta, a 6 miliardi di blog ciascuno con un solo lettore, il suo autore? Se guardate cosa i blog mettono online, al 99% trovate articoli di giornali, testi di riviste, conferenze, saggi. Perché nell'informazione la rivoluzione non è mai tecnologica, ma sempre di contenuti. Finché Gutenberg stampa Bibbie in latino poco male, è quando i torchi a stampa le riproducon o tradotte in volgare che comincia l'era nuova.

Siate appassionati dai blog o dai giornali, dunque non guardate alla forma: è nel contenuto che dobbiamo perseguire, con coraggio e passione, il nuovo. E siamo in ritardo.


Dagospia 14 Giugno 2006