GRILLINI: "RAUL CASTRO E' GAY" - RAMON IL RIFONDAROLO: "NON CONOSCETE IL FRATELLO. E' PEGGIO DI FIDEL" - CASTRO ALLA TELE CUBANA: ""IL PAESE È PREPARATO A DIFENDERSI. TENETE DURO E LAVORATE. SONO IN BUONO SPIRITO".
1 - GRILLINI: "RAUL CASTRO E' GAY"
Da La Repubblica - «Da sempre si dice che il fratello di Fidel Castro, Raul, sia gay. Non so se sia vero o meno. Certamente si tratta di una voce ultradecennale e, soprattutto, è così che la pensano tutti i cubani. Se ciò fosse vero, è possibile sperare che il regime da oggi tuteli i diritti umani di tutti i cubani, compresi ovviamente anche i gay». Lo afferma il leader storico della comunità gay italiana, il deputato dei Ds Franco Grillini, a proposito del passaggio dei poteri da parte di Fidel al fratello. «Voglio sperare che Raul dica pubblicamente di essere gay e che, quindi, a Cuba si tutelino i diritti civili di tutti i cittadini, compresi quelli omosessuali».
2 - RAMON IL RIFONDAROLO: "NON CONOSCETE IL FRATELLO. E' PEGGIO DI FIDEL"
Laura Cesaretti per Il Velino (www.ilvelino.it)
Il siparietto è andato in scena nel pomeriggio di ieri, a Montecitorio: arrivano notizie pessimistiche sullo stato di salute di Fidel Castro, qualcuno commenta: "Forse è la volta buona per il popolo cubano" e Ramon Mantovani, dirigente di Rifondazione comunista, scuote la testa: "Perchè non conoscete il fratello...", sospira. "È peggio di Fidel?". "Peggio, sì". E parte una descrizione del sanguinario congiunto del dittatore dell'Avana, ispiratore di purghe e incarcerazioni di massa. Poco più in là, il segretario del Prc Franco Giordano confida: "Se Castro muore, mi toccherà andare ai funerali e ne farei volentieri a meno".
Pietro Folena, ex Ds eletto nel Prc, si augura che l'uscita di scena di Castro apra una "transizione verso la democrazia". E anche Fausto Bertinotti ci tiene a sottolineare che i suoi auguri per la salute di Castro sono dettati da "elementare senso di civiltà", e non hanno valore politico. Dopo i Ds, che ieri non hanno aperto bocca per solidarizzare con Fidel, anche la sinistra radicale, insomma, sembra essersi risvegliata dal "sogno" della rivoluzione cubana, e non pare nutrire più molte illusioni sulla bontà di un regime che da oltre 50 anni opprime l'isola caraibica.
Certo fatica a dire esplicitamente quello che pensa, perchè, come spiega un dirigente del Prc, la base di sinistra è ancora convinta che Fidel sia un liberatore, che a Cuba le scuole funzionino che è una meraviglia, gli ospedali siano un modello di efficienza e naturalmente i treni arrivino in orario. E che gli esuli e le centinaia di dissidenti, intellettuali e gay incarcerati siano "mafiosi" o dannate spie al soldo degli odiati americani.
Dunque a Giordano toccherà andare ai funerali, quando ci saranno, come gli è toccato mandare una lettera di auguri a Fidel tramite ambasciatore. Ma per il gruppo dirigente di Rifondazione l'ultimo mito del comunismo realizzato è in realtà caduto da un pezzo, ed è un segnale interessante e per certi versi sorprendente dell'evoluzione di un partito comunista di nome ma sempre meno di fatto, più sensibile ai diritti civili e al concetto di "democrazia" che a ideologie vetuste.
Un partito che sta vivendo con travaglio il suo approdo al governo, e che anche in politica estera inizia a scrollarsi faticosamente di dosso diversi tabù. A presidiare l'ormai impresentabile mito castrista resta solo il Pdci di Diliberto e Rizzo, ultimi pretoriani di un dittatore (si spera) al tramonto: ieri la homepage del sito del partito è stata improvvisamente sostituita da un banner che sapeva molto di anni Cinquanta e che, con sublime sprezzo del ridicolo, gridava a tutta pagina "Forza Comandante".
3 - CASTRO ALLA TELEVISIONE CUBANA: ""IL PAESE È PREPARATO A DIFENDERSI. TENETE DURO E LAVORATE. SONO IN BUONO SPIRITO"
(Apcom) - Il messaggio di Castro ai cubani giunge al termine di una giornata in cui il governo comunista dell'isola ha cercato di imporre un senso di normalità e arginare il tam-tam di voci sulla salute del leader. Castro, che ha quasi 80 anni, ha rinunciato per la prima volta al potere a favore del fratello Raul, uno dei cinque vice presidenti e da decenni ministro della Difesa del regime.
Castro nella nota letta dalla televisione cubana ha espresso la sua gratitudine per gli auguri di pronta guarigione giunti da capi di Stato e di governo e da sostenitori in tutto il mondo. Ai cubani ha chiesto di rimanere sereni e di continuare normalmente la propria vita.
"Il Paese è preparato a difendersi -continua il messaggio- tutti devono continuare a tenere duro, e a lavorare". Da Washington, sono già iniziate le grandi manovre per influenzare il dopo Castro e per spingere l'isola verso la democrazia e il libero mercato. "Quello di Castro è un regime tirannico - ha commentato il presidente George W. Bush con un grande sorriso - il nostro obiettivo è liberare Cuba".
Il presidente dell'Assemblea Nazionale, Ricardo Alarcon, aveva in precedenza smentito le voci che Castro fosse morto o in fin di vita. All'agenzia di Stato Prensa Latina ha detto che "gli ultimi momenti sono ancora molto lontani".
Raul Castro, il presidente ad interim dell'isola, non si è ancora mostrato in pubblico e i cubani cominciano a preoccuparsi di quello che potrebbe succedere ora.
Nella Little Habana di Miami intanto continuano da ieri sera i caroselli e le celebrazioni di piazza. Per gli esuli dell'isola Castro è già morto ed è lecito cominciare a festeggiare il suo funerale.
Castro ha governato Cuba dal 1 gennaio del 1959, dopo il trionfo della rivoluzione che ha deposto il dittatore Fulgencio Batista.
4 - RAUL CASTRO: PRIMO GIORNO DA PRESIDENTE, MUTO E INVISIBILE
(AGI) - Seppure attraverso un comunicato letto in serata alla televisione nazionale, Fidel Castro si e' fatto infine vivo per rassicurare tutti sulle proprie condizioni di salute, dopo la delicata operazione chuirurgica all'addome per un'emorragia intestinale cui era stato sottoposto la notte precedente. Suo fratello Raul, invece, nel primo giorno da presidente di Cuba, seppure pro tempore, e' rimasto praticamente un fantasma: non lo si e' sentito in alcuna occasione ne' lo si e' visto, in pubblico o attraverso i mass media. Ieri il 'Lider Maximo', per la prima volta in 47 anni, gli aveva provvisoriamente ceduto le prerogative di capo dello Stato a causa della momentanea impossiblita' a esercitarle per ragioni di salute. Raul, 75 anni, ministro della Difesa, secondo quanto e' filtrato dagli ambienti del potere cubano ha trascorso una giornata assolutamente normale, dedicandosi ai propri impegni e senza particolari cambiamenti di agenda rispetto ai programmi gia' fissati.
In qualche modo per conto dell'invisibile e muto fratello di Fidel ha parlato comunque un anonimo esponente del Partito Comunista cubano, un piccolo dirigente locale: "Raul e' un capo della Rivoluzione", ha sottolineato l'uomo con veemenza, "senza discussioni, e la Rivoluzione con lui, e con la generazione che quelli come lui hanno cresciuto, e' al sicuro". Tutto intorno manifestazioni di giubilo della folla, a sostegno del neo-presidente a termine: "Viva Raul!", gridavano in coro capannelli di manifestanti sparsi per le strade dell'Avana.
Un altro che nel frattempo ha pronunciato qualche parola e' stato Ricardo Alarcon, numero uno dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento: "La vita di Fidel non e' in pericolo", ha ribadito laconicamente Alarcon. L'interessato, 80 anni il 13 agosto prossimo e una cartella sanitaria che negli ultimi mesi si e' andata gonfiando sempre di piu', nel messaggio televisivo aveva addirittura fatto sapere di essere di "ottimo umore".
Dagospia 02 Agosto 2006
Da La Repubblica - «Da sempre si dice che il fratello di Fidel Castro, Raul, sia gay. Non so se sia vero o meno. Certamente si tratta di una voce ultradecennale e, soprattutto, è così che la pensano tutti i cubani. Se ciò fosse vero, è possibile sperare che il regime da oggi tuteli i diritti umani di tutti i cubani, compresi ovviamente anche i gay». Lo afferma il leader storico della comunità gay italiana, il deputato dei Ds Franco Grillini, a proposito del passaggio dei poteri da parte di Fidel al fratello. «Voglio sperare che Raul dica pubblicamente di essere gay e che, quindi, a Cuba si tutelino i diritti civili di tutti i cittadini, compresi quelli omosessuali».
2 - RAMON IL RIFONDAROLO: "NON CONOSCETE IL FRATELLO. E' PEGGIO DI FIDEL"
Laura Cesaretti per Il Velino (www.ilvelino.it)
Il siparietto è andato in scena nel pomeriggio di ieri, a Montecitorio: arrivano notizie pessimistiche sullo stato di salute di Fidel Castro, qualcuno commenta: "Forse è la volta buona per il popolo cubano" e Ramon Mantovani, dirigente di Rifondazione comunista, scuote la testa: "Perchè non conoscete il fratello...", sospira. "È peggio di Fidel?". "Peggio, sì". E parte una descrizione del sanguinario congiunto del dittatore dell'Avana, ispiratore di purghe e incarcerazioni di massa. Poco più in là, il segretario del Prc Franco Giordano confida: "Se Castro muore, mi toccherà andare ai funerali e ne farei volentieri a meno".
Pietro Folena, ex Ds eletto nel Prc, si augura che l'uscita di scena di Castro apra una "transizione verso la democrazia". E anche Fausto Bertinotti ci tiene a sottolineare che i suoi auguri per la salute di Castro sono dettati da "elementare senso di civiltà", e non hanno valore politico. Dopo i Ds, che ieri non hanno aperto bocca per solidarizzare con Fidel, anche la sinistra radicale, insomma, sembra essersi risvegliata dal "sogno" della rivoluzione cubana, e non pare nutrire più molte illusioni sulla bontà di un regime che da oltre 50 anni opprime l'isola caraibica.
Certo fatica a dire esplicitamente quello che pensa, perchè, come spiega un dirigente del Prc, la base di sinistra è ancora convinta che Fidel sia un liberatore, che a Cuba le scuole funzionino che è una meraviglia, gli ospedali siano un modello di efficienza e naturalmente i treni arrivino in orario. E che gli esuli e le centinaia di dissidenti, intellettuali e gay incarcerati siano "mafiosi" o dannate spie al soldo degli odiati americani.
Dunque a Giordano toccherà andare ai funerali, quando ci saranno, come gli è toccato mandare una lettera di auguri a Fidel tramite ambasciatore. Ma per il gruppo dirigente di Rifondazione l'ultimo mito del comunismo realizzato è in realtà caduto da un pezzo, ed è un segnale interessante e per certi versi sorprendente dell'evoluzione di un partito comunista di nome ma sempre meno di fatto, più sensibile ai diritti civili e al concetto di "democrazia" che a ideologie vetuste.
Un partito che sta vivendo con travaglio il suo approdo al governo, e che anche in politica estera inizia a scrollarsi faticosamente di dosso diversi tabù. A presidiare l'ormai impresentabile mito castrista resta solo il Pdci di Diliberto e Rizzo, ultimi pretoriani di un dittatore (si spera) al tramonto: ieri la homepage del sito del partito è stata improvvisamente sostituita da un banner che sapeva molto di anni Cinquanta e che, con sublime sprezzo del ridicolo, gridava a tutta pagina "Forza Comandante".
3 - CASTRO ALLA TELEVISIONE CUBANA: ""IL PAESE È PREPARATO A DIFENDERSI. TENETE DURO E LAVORATE. SONO IN BUONO SPIRITO"
(Apcom) - Il messaggio di Castro ai cubani giunge al termine di una giornata in cui il governo comunista dell'isola ha cercato di imporre un senso di normalità e arginare il tam-tam di voci sulla salute del leader. Castro, che ha quasi 80 anni, ha rinunciato per la prima volta al potere a favore del fratello Raul, uno dei cinque vice presidenti e da decenni ministro della Difesa del regime.
Castro nella nota letta dalla televisione cubana ha espresso la sua gratitudine per gli auguri di pronta guarigione giunti da capi di Stato e di governo e da sostenitori in tutto il mondo. Ai cubani ha chiesto di rimanere sereni e di continuare normalmente la propria vita.
"Il Paese è preparato a difendersi -continua il messaggio- tutti devono continuare a tenere duro, e a lavorare". Da Washington, sono già iniziate le grandi manovre per influenzare il dopo Castro e per spingere l'isola verso la democrazia e il libero mercato. "Quello di Castro è un regime tirannico - ha commentato il presidente George W. Bush con un grande sorriso - il nostro obiettivo è liberare Cuba".
Il presidente dell'Assemblea Nazionale, Ricardo Alarcon, aveva in precedenza smentito le voci che Castro fosse morto o in fin di vita. All'agenzia di Stato Prensa Latina ha detto che "gli ultimi momenti sono ancora molto lontani".
Raul Castro, il presidente ad interim dell'isola, non si è ancora mostrato in pubblico e i cubani cominciano a preoccuparsi di quello che potrebbe succedere ora.
Nella Little Habana di Miami intanto continuano da ieri sera i caroselli e le celebrazioni di piazza. Per gli esuli dell'isola Castro è già morto ed è lecito cominciare a festeggiare il suo funerale.
Castro ha governato Cuba dal 1 gennaio del 1959, dopo il trionfo della rivoluzione che ha deposto il dittatore Fulgencio Batista.
4 - RAUL CASTRO: PRIMO GIORNO DA PRESIDENTE, MUTO E INVISIBILE
(AGI) - Seppure attraverso un comunicato letto in serata alla televisione nazionale, Fidel Castro si e' fatto infine vivo per rassicurare tutti sulle proprie condizioni di salute, dopo la delicata operazione chuirurgica all'addome per un'emorragia intestinale cui era stato sottoposto la notte precedente. Suo fratello Raul, invece, nel primo giorno da presidente di Cuba, seppure pro tempore, e' rimasto praticamente un fantasma: non lo si e' sentito in alcuna occasione ne' lo si e' visto, in pubblico o attraverso i mass media. Ieri il 'Lider Maximo', per la prima volta in 47 anni, gli aveva provvisoriamente ceduto le prerogative di capo dello Stato a causa della momentanea impossiblita' a esercitarle per ragioni di salute. Raul, 75 anni, ministro della Difesa, secondo quanto e' filtrato dagli ambienti del potere cubano ha trascorso una giornata assolutamente normale, dedicandosi ai propri impegni e senza particolari cambiamenti di agenda rispetto ai programmi gia' fissati.
In qualche modo per conto dell'invisibile e muto fratello di Fidel ha parlato comunque un anonimo esponente del Partito Comunista cubano, un piccolo dirigente locale: "Raul e' un capo della Rivoluzione", ha sottolineato l'uomo con veemenza, "senza discussioni, e la Rivoluzione con lui, e con la generazione che quelli come lui hanno cresciuto, e' al sicuro". Tutto intorno manifestazioni di giubilo della folla, a sostegno del neo-presidente a termine: "Viva Raul!", gridavano in coro capannelli di manifestanti sparsi per le strade dell'Avana.
Un altro che nel frattempo ha pronunciato qualche parola e' stato Ricardo Alarcon, numero uno dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento: "La vita di Fidel non e' in pericolo", ha ribadito laconicamente Alarcon. L'interessato, 80 anni il 13 agosto prossimo e una cartella sanitaria che negli ultimi mesi si e' andata gonfiando sempre di piu', nel messaggio televisivo aveva addirittura fatto sapere di essere di "ottimo umore".
Dagospia 02 Agosto 2006