ZACCARIA, UNA LACRIMA E VADO VIA
E ORA DOVE FARANNO RIDERE GUZZANTI, LUTTAZZI E C.?
E ORA DOVE FARANNO RIDERE GUZZANTI, LUTTAZZI E C.?
Come vecchi compagni di banco, si sono dati appuntamento nell'oratorio di viale Mazzini per festeggiare l'ultimo giorno di scuola e la fine del mandato del loro preside Roberto Zaccaria. Aspettando i berluscones, seduti intorno al tavolone ovale, i discoli della Rai che fu hanno tirato calci agli stinchi di tutti: da Berlusconi a Veltroni, dal presente Freccero all'assente Michele Serra, scodellando qualche imbarazzante interrogativo in tema di censura al preside uscente, molto impegnato nella celebrazione di sé. Ah, quanto mi rimpiangerete., era il titolo dell'espressione fissa del volto di Zaccaria.
Alle 10 e 15 la sala degli Arazzi era già sold-out, con posti in piedi. Zaccaria ha aperto il seminario intitolato "La satira fa male?" con un contributo filmato di Dario Fo, Nobel oblige. Il "giullare radiofonico", così si è autodefinito, Ernesto Bassignano, ha espresso la sua felicità nel rivedere accanto a sé, vivo e vegeto, Daniele Luttazzi: "Il nostro leader coprofago si è autoesiliato?" Replica del conduttore di "Satyricon": "No, ero imbarazzato di stomaco perché c'è tanta di merda da mangiare". Quindi un duetto sgangherante di Bassignano con il suo partner Luzi per dire: Zaccaria è scaduto ma non è scadente.
Il microfono gira e Zac chiede a Enrico Vaime, altro big radiofonico, qualche problema con la satira? Il conduttore di "Black Out" storce subito la bocca: problemi ne ho avuti con un direttore di rete, targato Polo, messo lì dalla sinistra. Non fa il nome ma traspare il ciccidino Sergio Valzania, direttore di Radiodue Rai. Aggiunge: "Non c'è ironia, c'è la presa in giro, lo sberleffo, ma la satira che toglie il fiato e il pelo non l'ho vista né sentita. Io sono in questo morettiano: regolatevi, cacciatemi subito.. C'è un equivoco di fondo, continua Vaime: la trasmissione per eccellenza di satira oggi è Striscia la notizia. Bene, in questo periodo di rogatorie, Previti, All Iberian, i ragazzi di Ricci scoprono lo scandalo Wanna Marchi, i tassisti che rubano e i benzinai che ti fregano".
Parte il Blob del com'eravamo duri e puri di Marco Giusti con una passerella di Corrado Guzzanti che svirgola Veltroni, Rutelli, Bertinotti; Gnocchi che fa Tremonti; Marcoré alle prese con Gasparri; Sabina Guzzanti e il suo ottavo nano di Arcore, per finire con il celebre squillo a Quelli che il calcio di Gasparri a Simona Ventura interrotto sul più bello da Zaccaria, ospite in studio, che urla: "Ha segnato l'Inter!".
Gonfio di sonno, Carlo Freccero premette che il Divino Cavaliere ha vinto da un pezzo e che "il problema non è la satira ma l'autocensura. C'è sopra di noi una cappa di piombo targata Arcore, tutte le tv sono in mano a una sola persona ma, sottolinea Freccero, anche la sinistra ha fatto la sua parte: il conformismo del politicamente corretto ha fatto scattare l'autocensura. Delle censure automatiche che la sinistra ha introiettato. Basta leggere certi fondi di Panebianco e Galli Della Loggia sul Corriere: mai criticare troppo il manovratore Silvio che si rischia di rinforzare la destra".
A proposito di censura, fa capolino il documentario sul G8 genovese preparato da Marco Giusti e mai trasmesso. Chi lo ha bloccato? Il CdA? Zac nega, Freccero tace per non sputtanare Zaccaria. Giusti fa la spia e racconta che il docu-dramma - 80 per cento di immagini Rai totalmente inedite - è stato trafugato e trasmesso a Porto Alegre al pic nic dei no-global.
Viene riproposto Il Fatto di Enzo Biagi - messo in onda durante l'ultima campagna elettorale - con Roberto Benigni che satireggia: "No, non voglio parlare di politica, ma di Berlusconi. Ha dieci mogli di cui due sono sue. Ha fatto tutto con la sua intelligenza, cioè è partito da zero". Interviene Luttazzi a una domanda di Zac: "Cosa? La satira informa o deforma? La satira fa quel cazzo che gli pare.".
Vai con Enrico Ghezzi. Parla al solito come un cruciverba, due verticale, otto caselle. "Sono imbarazzato da tanto trionfalismo sulla satira, sarà perché vengo da una lontana tivù, quella di Angelo Guglielmi. La satira è il prodotto ultimo della critica e viceversa. Moretti a piazza Navona è solo un grande momento di satira. Quando Vespa fa partire la musica della sigla di Porta a porta, il tema di Via col Vento sulle immagini del crollo delle Torri Gemelle fa satira, "blob inconscio". La satira fa male a chi la fa. Meglio non illudersi o illudere troppo. Non sono d'accordo con la Resistenza di Freccero: bisogna far esistere le cose.".
Risponde Curzio Maltese, decollando da lontano. "L'Italia è un paese controriformista, che non ha mai avuto una rivoluzione, e la satira ha avuto la sola funzione di confermare il potere. Abbiamo solo satira rovesciata di senso, lazzi di potenti sui poveracci, sberleffi sui lavoratori". Per Maltese, "il miglior autore satirico di destra è Luigi Crespi, il sondaggista di Datamedia che ha affermato che la satira ha spostato il 10-12 per cento dei voti. Adesso, assistiamo a un fenomeno di palombellizzazione. Nel senso di "Palombella rossa", ci sono assonanze pericolose", corre ai ripari Maltese pensando a Barbara Palombelli.
Appare sullo schermo il Chiambretti portalettere del '92 che sfruculia Francesco Cossiga, quindi apre bocca: "Parlare di satira alle 11 e 20 del mattino, dopo Ghezzi e Maltese. ho chiesto a Giusti (il nemico più intimo di Ghezzi, ndr) di spiegarmi il pensiero di Ghezzi (volto tetro, ndr). L'epoca del Portalettere è stato un periodo irripetibile; oggi non c'è satira, c'è un surrogato, un lazzo, uno sberleffo. Un'altra musica". Replica il Grande Zac: "Tra cinque anni rimpiangerete questo periodo".
Altro giro. Gregorio Paolini, Aldo Cazzullo de La Stampa e voilà Sabina Guzzanti con capellone cotonato. Rivolta a Zaccaria: "Tu mi hai chiesto di parlare di censura? Per caso, devo parlare della censura che mi hai fatto tu?" Poi ha sollevato il caso de "La posta del cuore" - la sfortunata e sgangherata trasmissione di Sabina - che nessuno replica o cita. Quindi, colpisce duro: "Che senso ha questa celebrazione? Viviamo un periodo infelice, vediamo una tivù orrenda, non c'è nessun rispetto per il pubblico, conta solo l'audience. E vorrei chiedere a Freccero, che ha fatto tv intelligente (rispetto agli altri, non in assoluto), perché manda in onda le D'Eusanio, i Furore, le fiction di merda?".
Freccero è tentato di correre su a prendere i costi de "La posta del cuore" ma poi fa spallucce. "La tv delle Guzzanti e delle Dandini è rara e cara. la tv di qualità è una categoria dello spirito che mi getta nello sconforto. Non sempre si può decidere tutto: a volte si è scelti dalla tv stessa. Non si paragonare la tv delle D'Eusanio con quella dei Guzzanti: è un problema di risorse.".
Sabina, assumendo la faccia della sorella di Moretti, fa: "Non ho bisogno di budget stratosferici.".
Entra come una palla da bowling Luttazzi: "Caro Zaccaria, perché non mi fai fare, dopo il Tg2, cinque minuti di commenti. Costo zero. La satira costa a causa delle querele: dopo la puntata con Travaglio, solo da clan Berlusconi ho 41 miliardi di richieste di danni".
Da brividi il contributo di un "Pinocchio" di Lerner con Bossi che accusa Berlusconi di mafia e Pier-furby Casini che risponde per le rime. Travaglio nota che ci sono altri esempi di nemici ora alleati che hanno sparato a palle incatenate contro Silvio Berlusconi: vedi il caso Taormina.
Poi si getta sulle colpe dell'Ulivo Rai: dopo la messa in onda di Satyricon due emissari di Veltroni intimidirono la regista del programma: datevi una regolata, abbassate i toni o vi chiudiamo noi.
Ancora sul Politicamente corretto: "I gerarchi dei Ds - fa Travaglio con la sua voce soave - che obbligano Dalla Chiesa a spostare la manifestazione da piazza Farnese a piazza Navona perché a piazza Farnese abita Previti!".
Ringalluzzito da Travaglio, Freccero fa Luttazzi: "Signori, nel giro di pochissimo tempo siamo finiti a questo: Mussolini è un genio, l'antifascismo è una merda, i giudici sono assassini, fra poco faranno un monumento a chi ha rubato".
Luttazzi: "La satira è un punto di vista e memoria".
Ghezzi: "Guglielmi è stato cacciato dalla sinistra non da Berlusconi".
Quindi lo spettinato di Blob si lancia contro l'articolo di Michele Serra sul trash accusandolo di razzismo, leghismo, conservatorismo, gabbia del perbenismo e del politicamente corretto. Poi rivolto a Freccero: "Perché non è andato in onda il programma sul G8?"
E Carletto: "Andrà in onda tra qualche settimana, a prescindere dai capimanipolo.".
Chiamato in causa, Serra risponde al telefono sfoderando il solito tono del cazzo: "Non avete il mal di testa a parlare di cose così difficili?". Quindi si plana sul trash di Wanna Marchi con Serra che snobbeggia: "Sono più razzista di quanto pensiate. Ghezzi ha ragione. Abbiamo sempre pensato che la massa possa mangiare tranquillamente merda. In questo la responsabilità è di tutti".
Nessuno dei presenti ricorda all'anti-trash-man se lui è lo stesso Michele Serra autore dei trashissimi show di Adriano Celentano, strapagato da Bibi Ballandi.
Arriva Stefano Balassone, affettuosamente salutato da Guia Soncini, che ci intrattiene sull'"Inciviltà espressiva della società italiana". Chiambretti sbotta: "Concetti astratti, siamo provati dal testamento massmediatico del Presidente. Perché Vespa può invitare nel suo salotto attricette e io non posso chiamare i politicanti?"
Sulla esclusione al Dopofestival, Pierino attacca il Saccà teleguidato dal lobbysta Vespa e si chiede "Chi è Pippo Baudo?".
Aggiunge Maltese: "L'Italia è un paese meno libero di altri paesi. Nella Rai dell'Ulivo non si poteva parlare del conflitto di interessi. Il monopolio tv non si è mai potuto toccare, con tutte le classi dirigenti che si sono succedute. Non c'è stata nessuna libertà negli ultimi 15 anni. La tv fa schifo e produce cinema schifoso e giornalismo che fa schifo. Berlusconi - dicono - manda in onda Striscia e le Iene: vorrà dire che Travaglio lo vedremo su Mediaset. La tv è un sistema che ha corrotto l'intero sistema". Travaglio fa notare che Vespa può portare in tv l'intera famiglia Previti; per Wanna Marchi, invece, non esiste la presunzione di innocenza.
Gran finale con un Blob (dis)teso in onore e gloria di Robertino Zaccaria, futuro assistente-segretario di Monica Guerritore.
Dagospia.com 05 Febbraio 2002
Alle 10 e 15 la sala degli Arazzi era già sold-out, con posti in piedi. Zaccaria ha aperto il seminario intitolato "La satira fa male?" con un contributo filmato di Dario Fo, Nobel oblige. Il "giullare radiofonico", così si è autodefinito, Ernesto Bassignano, ha espresso la sua felicità nel rivedere accanto a sé, vivo e vegeto, Daniele Luttazzi: "Il nostro leader coprofago si è autoesiliato?" Replica del conduttore di "Satyricon": "No, ero imbarazzato di stomaco perché c'è tanta di merda da mangiare". Quindi un duetto sgangherante di Bassignano con il suo partner Luzi per dire: Zaccaria è scaduto ma non è scadente.
Il microfono gira e Zac chiede a Enrico Vaime, altro big radiofonico, qualche problema con la satira? Il conduttore di "Black Out" storce subito la bocca: problemi ne ho avuti con un direttore di rete, targato Polo, messo lì dalla sinistra. Non fa il nome ma traspare il ciccidino Sergio Valzania, direttore di Radiodue Rai. Aggiunge: "Non c'è ironia, c'è la presa in giro, lo sberleffo, ma la satira che toglie il fiato e il pelo non l'ho vista né sentita. Io sono in questo morettiano: regolatevi, cacciatemi subito.. C'è un equivoco di fondo, continua Vaime: la trasmissione per eccellenza di satira oggi è Striscia la notizia. Bene, in questo periodo di rogatorie, Previti, All Iberian, i ragazzi di Ricci scoprono lo scandalo Wanna Marchi, i tassisti che rubano e i benzinai che ti fregano".
Parte il Blob del com'eravamo duri e puri di Marco Giusti con una passerella di Corrado Guzzanti che svirgola Veltroni, Rutelli, Bertinotti; Gnocchi che fa Tremonti; Marcoré alle prese con Gasparri; Sabina Guzzanti e il suo ottavo nano di Arcore, per finire con il celebre squillo a Quelli che il calcio di Gasparri a Simona Ventura interrotto sul più bello da Zaccaria, ospite in studio, che urla: "Ha segnato l'Inter!".
Gonfio di sonno, Carlo Freccero premette che il Divino Cavaliere ha vinto da un pezzo e che "il problema non è la satira ma l'autocensura. C'è sopra di noi una cappa di piombo targata Arcore, tutte le tv sono in mano a una sola persona ma, sottolinea Freccero, anche la sinistra ha fatto la sua parte: il conformismo del politicamente corretto ha fatto scattare l'autocensura. Delle censure automatiche che la sinistra ha introiettato. Basta leggere certi fondi di Panebianco e Galli Della Loggia sul Corriere: mai criticare troppo il manovratore Silvio che si rischia di rinforzare la destra".
A proposito di censura, fa capolino il documentario sul G8 genovese preparato da Marco Giusti e mai trasmesso. Chi lo ha bloccato? Il CdA? Zac nega, Freccero tace per non sputtanare Zaccaria. Giusti fa la spia e racconta che il docu-dramma - 80 per cento di immagini Rai totalmente inedite - è stato trafugato e trasmesso a Porto Alegre al pic nic dei no-global.
Viene riproposto Il Fatto di Enzo Biagi - messo in onda durante l'ultima campagna elettorale - con Roberto Benigni che satireggia: "No, non voglio parlare di politica, ma di Berlusconi. Ha dieci mogli di cui due sono sue. Ha fatto tutto con la sua intelligenza, cioè è partito da zero". Interviene Luttazzi a una domanda di Zac: "Cosa? La satira informa o deforma? La satira fa quel cazzo che gli pare.".
Vai con Enrico Ghezzi. Parla al solito come un cruciverba, due verticale, otto caselle. "Sono imbarazzato da tanto trionfalismo sulla satira, sarà perché vengo da una lontana tivù, quella di Angelo Guglielmi. La satira è il prodotto ultimo della critica e viceversa. Moretti a piazza Navona è solo un grande momento di satira. Quando Vespa fa partire la musica della sigla di Porta a porta, il tema di Via col Vento sulle immagini del crollo delle Torri Gemelle fa satira, "blob inconscio". La satira fa male a chi la fa. Meglio non illudersi o illudere troppo. Non sono d'accordo con la Resistenza di Freccero: bisogna far esistere le cose.".
Risponde Curzio Maltese, decollando da lontano. "L'Italia è un paese controriformista, che non ha mai avuto una rivoluzione, e la satira ha avuto la sola funzione di confermare il potere. Abbiamo solo satira rovesciata di senso, lazzi di potenti sui poveracci, sberleffi sui lavoratori". Per Maltese, "il miglior autore satirico di destra è Luigi Crespi, il sondaggista di Datamedia che ha affermato che la satira ha spostato il 10-12 per cento dei voti. Adesso, assistiamo a un fenomeno di palombellizzazione. Nel senso di "Palombella rossa", ci sono assonanze pericolose", corre ai ripari Maltese pensando a Barbara Palombelli.
Appare sullo schermo il Chiambretti portalettere del '92 che sfruculia Francesco Cossiga, quindi apre bocca: "Parlare di satira alle 11 e 20 del mattino, dopo Ghezzi e Maltese. ho chiesto a Giusti (il nemico più intimo di Ghezzi, ndr) di spiegarmi il pensiero di Ghezzi (volto tetro, ndr). L'epoca del Portalettere è stato un periodo irripetibile; oggi non c'è satira, c'è un surrogato, un lazzo, uno sberleffo. Un'altra musica". Replica il Grande Zac: "Tra cinque anni rimpiangerete questo periodo".
Altro giro. Gregorio Paolini, Aldo Cazzullo de La Stampa e voilà Sabina Guzzanti con capellone cotonato. Rivolta a Zaccaria: "Tu mi hai chiesto di parlare di censura? Per caso, devo parlare della censura che mi hai fatto tu?" Poi ha sollevato il caso de "La posta del cuore" - la sfortunata e sgangherata trasmissione di Sabina - che nessuno replica o cita. Quindi, colpisce duro: "Che senso ha questa celebrazione? Viviamo un periodo infelice, vediamo una tivù orrenda, non c'è nessun rispetto per il pubblico, conta solo l'audience. E vorrei chiedere a Freccero, che ha fatto tv intelligente (rispetto agli altri, non in assoluto), perché manda in onda le D'Eusanio, i Furore, le fiction di merda?".
Freccero è tentato di correre su a prendere i costi de "La posta del cuore" ma poi fa spallucce. "La tv delle Guzzanti e delle Dandini è rara e cara. la tv di qualità è una categoria dello spirito che mi getta nello sconforto. Non sempre si può decidere tutto: a volte si è scelti dalla tv stessa. Non si paragonare la tv delle D'Eusanio con quella dei Guzzanti: è un problema di risorse.".
Sabina, assumendo la faccia della sorella di Moretti, fa: "Non ho bisogno di budget stratosferici.".
Entra come una palla da bowling Luttazzi: "Caro Zaccaria, perché non mi fai fare, dopo il Tg2, cinque minuti di commenti. Costo zero. La satira costa a causa delle querele: dopo la puntata con Travaglio, solo da clan Berlusconi ho 41 miliardi di richieste di danni".
Da brividi il contributo di un "Pinocchio" di Lerner con Bossi che accusa Berlusconi di mafia e Pier-furby Casini che risponde per le rime. Travaglio nota che ci sono altri esempi di nemici ora alleati che hanno sparato a palle incatenate contro Silvio Berlusconi: vedi il caso Taormina.
Poi si getta sulle colpe dell'Ulivo Rai: dopo la messa in onda di Satyricon due emissari di Veltroni intimidirono la regista del programma: datevi una regolata, abbassate i toni o vi chiudiamo noi.
Ancora sul Politicamente corretto: "I gerarchi dei Ds - fa Travaglio con la sua voce soave - che obbligano Dalla Chiesa a spostare la manifestazione da piazza Farnese a piazza Navona perché a piazza Farnese abita Previti!".
Ringalluzzito da Travaglio, Freccero fa Luttazzi: "Signori, nel giro di pochissimo tempo siamo finiti a questo: Mussolini è un genio, l'antifascismo è una merda, i giudici sono assassini, fra poco faranno un monumento a chi ha rubato".
Luttazzi: "La satira è un punto di vista e memoria".
Ghezzi: "Guglielmi è stato cacciato dalla sinistra non da Berlusconi".
Quindi lo spettinato di Blob si lancia contro l'articolo di Michele Serra sul trash accusandolo di razzismo, leghismo, conservatorismo, gabbia del perbenismo e del politicamente corretto. Poi rivolto a Freccero: "Perché non è andato in onda il programma sul G8?"
E Carletto: "Andrà in onda tra qualche settimana, a prescindere dai capimanipolo.".
Chiamato in causa, Serra risponde al telefono sfoderando il solito tono del cazzo: "Non avete il mal di testa a parlare di cose così difficili?". Quindi si plana sul trash di Wanna Marchi con Serra che snobbeggia: "Sono più razzista di quanto pensiate. Ghezzi ha ragione. Abbiamo sempre pensato che la massa possa mangiare tranquillamente merda. In questo la responsabilità è di tutti".
Nessuno dei presenti ricorda all'anti-trash-man se lui è lo stesso Michele Serra autore dei trashissimi show di Adriano Celentano, strapagato da Bibi Ballandi.
Arriva Stefano Balassone, affettuosamente salutato da Guia Soncini, che ci intrattiene sull'"Inciviltà espressiva della società italiana". Chiambretti sbotta: "Concetti astratti, siamo provati dal testamento massmediatico del Presidente. Perché Vespa può invitare nel suo salotto attricette e io non posso chiamare i politicanti?"
Sulla esclusione al Dopofestival, Pierino attacca il Saccà teleguidato dal lobbysta Vespa e si chiede "Chi è Pippo Baudo?".
Aggiunge Maltese: "L'Italia è un paese meno libero di altri paesi. Nella Rai dell'Ulivo non si poteva parlare del conflitto di interessi. Il monopolio tv non si è mai potuto toccare, con tutte le classi dirigenti che si sono succedute. Non c'è stata nessuna libertà negli ultimi 15 anni. La tv fa schifo e produce cinema schifoso e giornalismo che fa schifo. Berlusconi - dicono - manda in onda Striscia e le Iene: vorrà dire che Travaglio lo vedremo su Mediaset. La tv è un sistema che ha corrotto l'intero sistema". Travaglio fa notare che Vespa può portare in tv l'intera famiglia Previti; per Wanna Marchi, invece, non esiste la presunzione di innocenza.
Gran finale con un Blob (dis)teso in onore e gloria di Robertino Zaccaria, futuro assistente-segretario di Monica Guerritore.
Dagospia.com 05 Febbraio 2002