RIPARTONO GLI INTERROGATORI DELLA PROCURA DI NAPOLI (OGGI CARRARO) - "CALIMERO" SPOSINI: E' UNA SENTENZA ORIENTATA, L'ORDINE NON HA SENTITO MENTANA, ASSORDANTE SILENZIO DELLA FNSI - MELLI: SOSPENSIONE? PROVVEDIMENTO GIA' PRESO. MI CHIAMAVANO TUTTI.
1 - RIPARTONO GLI INTERROGATORI DELLA PROCURA DI NAPOLI (OGGI CARRARO)
Pasquale Salvione per "Il Romanista"
Ripartono gli interrogatori della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta su Calciopoli. Ieri i pm partenopei Narducci e Beatrice hanno sentito l'ex designatore Pierluigi Pairetto, oggi pomeriggio alle 15.00 invece nella caserma del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Roma, a Via In Selci, davanti ai magistrati ci sarà l'ex presidente della Figc, Franco Carraro. Sono stati gli stessi indagati a chiedere, attraverso i loro legali, di essere interrogati, dopo che lo scorso 10 giugno la procura di Napoli aveva chiuso le indagini preliminari. Al centro dei colloqui, ovviamente, tutte le intercettazioni che hanno messo a nudo «il più grande scandalo della storia del calcio» (come lo ha definito l'ex capo di Mani Pulite, Borrelli).
UN ALTRO CAMPIONATO FALSATO
Dal lavoro che stanno portando avanti i magistrati di Napoli, però, è emerso anche un altro dato sconvolgente: non solo l'ormai arcinoto campionato 2004-2005, fu condizionato sicuramente anche quello del 1999-2000. Ma non tutto: fino alla penultima giornata, fino al famosissimo Juve-Parma del gol annullato a Cannavaro per il "fallo di confusione" fischiato da De Santis che si concluse con la vittoria bianconera per 1-0. Però il clamore suscitato da quella decisione, secondo gli inquirenti, fece saltare gli accordi illeciti già presi e quindi evitò che la Juve potesse aggiudicarsi quello scudetto.
IL CASO EMILIANO
Le indagini dei pm partenopei hanno portato alla luce anche un altro caso «inquietante», legato al presidente del Comitato Regionale Emiliano della Figc, Roberto Pasini: sospeso dalla Caf per sottrazione di fondi al suo Comitato (circa 35.000 euro): avrebbe dato soldi ad Antonio Papponetti, presidente del settore giovanile scolastico della Figc, perché prendesse informazioni sul suo procedimento.
PANCALLI, PRIMO CASO SPINOSO
Intanto per il neocommissario Pancalli c'è da affrontare subito il caso Carraro. L'ex numero uno, infatti, lunedì ha inviato una lettera al Coni (Petrucci l'ha letta ieri in Giunta) per chiedere delucidazioni sul futuro dei suoi incarichi in Uefa e Fifa. Dovrà decidere Pancalli: se lo manda a casa l'Italia perde il suo rappresentante, se decide di confermarlo rischia di partire con il piede sbagliato.
2 - SPOSINI: E' UNA SENTENZA ORIENTATA, L'ORDINE NON HA SENTITO MENTANA, ASSORDANTE SILENZIO DELLA FNSI.
(Ansa) - Lamberto Sposini e' amareggiato per la sospensione di tre mesi decisa dall'Ordine dei giornalisti del Lazio in merito alle vicende legate a Calciopoli, ma anche per il 'silenzio assordante della Fnsi'. In una conferenza stampa convocata nello studio del suo legale, l'avv. Giulia Bongiorno, Sposini parla di 'sentenza orientata' e di 'giustizia sommaria': 'Non sono indagato e invece e' stato usato il pugno di ferro, forse anche a scopo dimostrativo. Questo rigore, questo furore, l'ho visto solo nel mio caso. Ho il sospetto che ci sia la volonta' di rispondere a una voglia generalizzata di giustizia sommaria'.
L'avv. Bongiorno ribadisce la volonta' di impugnare la sentenza: 'Aspettiamo di leggere le motivazioni per renderci conto delle possibilita' che abbiamo. Non c'e' nulla che provi un rapporto di soggezione di Sposini nei confronti di Moggi. Ho assistito molti giornalisti, ma questa cosa non si poteva mettere nel conto. Non siamo arrabbiati, ma sorpresi. Sposini va giudicato da come si e' comportato da giornalista, non da tifoso-ospite del programma di Biscardi. E comunque e' stato coinvolto sulla base di stralci di intercettazioni illegalmente pubblicate sull'Espresso. Si parla di sei telefonate, in tre delle quali Sposini non e' neanche tra gli interlocutori'. Non ci sono telecamere Rai o Mediaset, solo 7 Gold riprende l'incontro.
'Forse non ritengono importante la vicenda - si limita a dire Sposini - Mi sento come Calimero perche' non frequento politici e giornalisti. Questo mi rende forte, perche' autonomo, ma in certe situazioni sono piu' debole'. In segno di amicizia e solidarieta' sono pero' voluti essere presenti Attilio Romita del Tg1, Giuliano Giubilei del Tg3 e Gaetano Savatteri del Tg5. Sposini parla di alcune circostanze che fanno pensare a una sentenza orientata, come 'il fatto che non sia stato ascoltato, come richiesto dall'Ordine, un testimone da me scelto, Enrico Mentana'. O anche il 'clima' del primo 'interrogatorio' di giugno: 'Gia' allora avevo capito che c'era un orientamento preciso. Alcune domande lasciavano presagire una sentenza 'a tesi'. Mi hanno chiesto se al Processo di Biscardi fossi invitato da Biscardi o da Moggi, domanda chiaramente tendenziosa'.
Fino a sei mesi fa anchorman di punta e vice direttore vicario del Tg5, sottolinea di aver 'lavorato per 33 anni anche a livelli di una certa responsabilita', e nessuno puo' rimproverarmi qualcosa. Da Biscardi sono andate, in quanto tifosi, decine, centinaia di giornalisti e politici. In quella veste si dicono cose che sicuramente non si direbbero in una sede professionale. E poi io sono piu' tifoso della Juventus di Moggi, non avevo bisogno delle sue sollecitazioni, ammesso che ci fossero, per parlare in un certo modo'. Dalla decisione dell'Ordine sta subendo 'danni enormi sul piano morale e materiale. Morale perche' ho sempre fatto della correttezza e dell'onesta' professionale la mia ragione di vita e di lavoro, mentre ora sono oggetto di una gogna mediatica. Materiale perche' sono disoccupato e con questo provvedimento sono saltate molte importanti occasioni professionali'. Una per tutte, la partecipazione fissa a 'Quelli che il calcio e...' con Simona Ventura su Raidue. 'Mi ha colpito il silenzio assordante della Fnsi - aggiunge - a parte il presidente Siddi che ha parlato di 'bella prova' dell'Ordine del Lazio. Mi sono iscritto al sindacato un anno fa. Visti i risultati, forse mi cancello'.
3 - MELLI: SOSPENSIONE? PROVVEDIMENTO GIA' PRESO.
(Ansa) - 'Un provvedimento gia' preso, una prova di grave scorrettezza perche' e' stato ufficializzato prima di avvertire il sottoscritto e i miei legali'. Il giornalista Franco Melli commenta cosi la sospensione di quattro mesi decisa dal Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio in merito alle vicende legate a calciopoli. 'Ma a parte la questione formale - prosegue Melli - credo che tutto e' stato deciso indipendentemente da quella che e' stata la mia memoria difensiva in cui ho ribadito di non avere mai parlato di Juventus sui giornali ma solo al Processo di Biscardi. Ma quello era uno show dove, dopo il tramonto delle squadre romane, c'era uno schieramento triangolare che riguardava le vicende di Inter, Milan e Juve.
Essendoci tutti giornalisti milanesi ho preso la parte della Juve. Il mio pensiero poteva coincidere con quello di Moggi solo quando c'erano i fatti, molte volte e' capitato (e si sente nelle intercettazioni) io dicevo il contrario di quello che sosteneva il dg juventino. Ma per il mio lavoro mi chiamavano anche Facchetti, Lucchesi, Baldini, Gaucci, un po' tutti. I miei legali hanno sollevato l'eccezione, che non e' stata presa in considerazione, che non essendo indagato non potevo essere sottoposto ad alcun provvedimento disciplinare. Perche' allora la sospensione? Lo hanno fatto per giustificare la loro esistenza. Non so che tipo di conseguenza ci potranno essere, per l'attivita' che svolgo come privato cittadino (scrivo e parlo dove ritengo opportuno). Mi da' fastidio la maleducazione, e anche la scorrettezza, di avere reso noto il provvedimento senza prima avvertirmi'.
Dagospia 22 Settembre 2006
Pasquale Salvione per "Il Romanista"
Ripartono gli interrogatori della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta su Calciopoli. Ieri i pm partenopei Narducci e Beatrice hanno sentito l'ex designatore Pierluigi Pairetto, oggi pomeriggio alle 15.00 invece nella caserma del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Roma, a Via In Selci, davanti ai magistrati ci sarà l'ex presidente della Figc, Franco Carraro. Sono stati gli stessi indagati a chiedere, attraverso i loro legali, di essere interrogati, dopo che lo scorso 10 giugno la procura di Napoli aveva chiuso le indagini preliminari. Al centro dei colloqui, ovviamente, tutte le intercettazioni che hanno messo a nudo «il più grande scandalo della storia del calcio» (come lo ha definito l'ex capo di Mani Pulite, Borrelli).
UN ALTRO CAMPIONATO FALSATO
Dal lavoro che stanno portando avanti i magistrati di Napoli, però, è emerso anche un altro dato sconvolgente: non solo l'ormai arcinoto campionato 2004-2005, fu condizionato sicuramente anche quello del 1999-2000. Ma non tutto: fino alla penultima giornata, fino al famosissimo Juve-Parma del gol annullato a Cannavaro per il "fallo di confusione" fischiato da De Santis che si concluse con la vittoria bianconera per 1-0. Però il clamore suscitato da quella decisione, secondo gli inquirenti, fece saltare gli accordi illeciti già presi e quindi evitò che la Juve potesse aggiudicarsi quello scudetto.
IL CASO EMILIANO
Le indagini dei pm partenopei hanno portato alla luce anche un altro caso «inquietante», legato al presidente del Comitato Regionale Emiliano della Figc, Roberto Pasini: sospeso dalla Caf per sottrazione di fondi al suo Comitato (circa 35.000 euro): avrebbe dato soldi ad Antonio Papponetti, presidente del settore giovanile scolastico della Figc, perché prendesse informazioni sul suo procedimento.
PANCALLI, PRIMO CASO SPINOSO
Intanto per il neocommissario Pancalli c'è da affrontare subito il caso Carraro. L'ex numero uno, infatti, lunedì ha inviato una lettera al Coni (Petrucci l'ha letta ieri in Giunta) per chiedere delucidazioni sul futuro dei suoi incarichi in Uefa e Fifa. Dovrà decidere Pancalli: se lo manda a casa l'Italia perde il suo rappresentante, se decide di confermarlo rischia di partire con il piede sbagliato.
2 - SPOSINI: E' UNA SENTENZA ORIENTATA, L'ORDINE NON HA SENTITO MENTANA, ASSORDANTE SILENZIO DELLA FNSI.
(Ansa) - Lamberto Sposini e' amareggiato per la sospensione di tre mesi decisa dall'Ordine dei giornalisti del Lazio in merito alle vicende legate a Calciopoli, ma anche per il 'silenzio assordante della Fnsi'. In una conferenza stampa convocata nello studio del suo legale, l'avv. Giulia Bongiorno, Sposini parla di 'sentenza orientata' e di 'giustizia sommaria': 'Non sono indagato e invece e' stato usato il pugno di ferro, forse anche a scopo dimostrativo. Questo rigore, questo furore, l'ho visto solo nel mio caso. Ho il sospetto che ci sia la volonta' di rispondere a una voglia generalizzata di giustizia sommaria'.
L'avv. Bongiorno ribadisce la volonta' di impugnare la sentenza: 'Aspettiamo di leggere le motivazioni per renderci conto delle possibilita' che abbiamo. Non c'e' nulla che provi un rapporto di soggezione di Sposini nei confronti di Moggi. Ho assistito molti giornalisti, ma questa cosa non si poteva mettere nel conto. Non siamo arrabbiati, ma sorpresi. Sposini va giudicato da come si e' comportato da giornalista, non da tifoso-ospite del programma di Biscardi. E comunque e' stato coinvolto sulla base di stralci di intercettazioni illegalmente pubblicate sull'Espresso. Si parla di sei telefonate, in tre delle quali Sposini non e' neanche tra gli interlocutori'. Non ci sono telecamere Rai o Mediaset, solo 7 Gold riprende l'incontro.
'Forse non ritengono importante la vicenda - si limita a dire Sposini - Mi sento come Calimero perche' non frequento politici e giornalisti. Questo mi rende forte, perche' autonomo, ma in certe situazioni sono piu' debole'. In segno di amicizia e solidarieta' sono pero' voluti essere presenti Attilio Romita del Tg1, Giuliano Giubilei del Tg3 e Gaetano Savatteri del Tg5. Sposini parla di alcune circostanze che fanno pensare a una sentenza orientata, come 'il fatto che non sia stato ascoltato, come richiesto dall'Ordine, un testimone da me scelto, Enrico Mentana'. O anche il 'clima' del primo 'interrogatorio' di giugno: 'Gia' allora avevo capito che c'era un orientamento preciso. Alcune domande lasciavano presagire una sentenza 'a tesi'. Mi hanno chiesto se al Processo di Biscardi fossi invitato da Biscardi o da Moggi, domanda chiaramente tendenziosa'.
Fino a sei mesi fa anchorman di punta e vice direttore vicario del Tg5, sottolinea di aver 'lavorato per 33 anni anche a livelli di una certa responsabilita', e nessuno puo' rimproverarmi qualcosa. Da Biscardi sono andate, in quanto tifosi, decine, centinaia di giornalisti e politici. In quella veste si dicono cose che sicuramente non si direbbero in una sede professionale. E poi io sono piu' tifoso della Juventus di Moggi, non avevo bisogno delle sue sollecitazioni, ammesso che ci fossero, per parlare in un certo modo'. Dalla decisione dell'Ordine sta subendo 'danni enormi sul piano morale e materiale. Morale perche' ho sempre fatto della correttezza e dell'onesta' professionale la mia ragione di vita e di lavoro, mentre ora sono oggetto di una gogna mediatica. Materiale perche' sono disoccupato e con questo provvedimento sono saltate molte importanti occasioni professionali'. Una per tutte, la partecipazione fissa a 'Quelli che il calcio e...' con Simona Ventura su Raidue. 'Mi ha colpito il silenzio assordante della Fnsi - aggiunge - a parte il presidente Siddi che ha parlato di 'bella prova' dell'Ordine del Lazio. Mi sono iscritto al sindacato un anno fa. Visti i risultati, forse mi cancello'.
3 - MELLI: SOSPENSIONE? PROVVEDIMENTO GIA' PRESO.
(Ansa) - 'Un provvedimento gia' preso, una prova di grave scorrettezza perche' e' stato ufficializzato prima di avvertire il sottoscritto e i miei legali'. Il giornalista Franco Melli commenta cosi la sospensione di quattro mesi decisa dal Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio in merito alle vicende legate a calciopoli. 'Ma a parte la questione formale - prosegue Melli - credo che tutto e' stato deciso indipendentemente da quella che e' stata la mia memoria difensiva in cui ho ribadito di non avere mai parlato di Juventus sui giornali ma solo al Processo di Biscardi. Ma quello era uno show dove, dopo il tramonto delle squadre romane, c'era uno schieramento triangolare che riguardava le vicende di Inter, Milan e Juve.
Essendoci tutti giornalisti milanesi ho preso la parte della Juve. Il mio pensiero poteva coincidere con quello di Moggi solo quando c'erano i fatti, molte volte e' capitato (e si sente nelle intercettazioni) io dicevo il contrario di quello che sosteneva il dg juventino. Ma per il mio lavoro mi chiamavano anche Facchetti, Lucchesi, Baldini, Gaucci, un po' tutti. I miei legali hanno sollevato l'eccezione, che non e' stata presa in considerazione, che non essendo indagato non potevo essere sottoposto ad alcun provvedimento disciplinare. Perche' allora la sospensione? Lo hanno fatto per giustificare la loro esistenza. Non so che tipo di conseguenza ci potranno essere, per l'attivita' che svolgo come privato cittadino (scrivo e parlo dove ritengo opportuno). Mi da' fastidio la maleducazione, e anche la scorrettezza, di avere reso noto il provvedimento senza prima avvertirmi'.
Dagospia 22 Settembre 2006