I GRANDI NETWORK USA, MURDOCH IN TESTA, ALL'ATTACCO DI YOUTUBE - IN PROGETTO UN SITO CON LE PROPRIE PRODUZIONI E SPAZIO AI VIDEO AMATORIALI - MA FORSE È TROPPO TARDI PER BATTERE LA TV-FAI-DA-TE ("LA PIÙ GRANDE INVENZIONE DEL 2006")...
Ettore Livini per "la Repubblica"
Una mini-azienda con 67 dipendenti e un ufficio infestato dai ratti sta per scatenare la più grande guerra catodica nella storia dell´etere mondiale. Le Belle addormentate della televisione a stelle e strisce sembrano infatti aver deciso - purtroppo per loro forse un po´ tardi - di andare all´attacco di YouTube, il sito di video online nato in un piccolo appartamento sopra una pizzeria di San Mateo (California) che in un anno di vita ha rivoluzionato la comunicazione americana.
Cbs e Nbc, secondo il New York Times, starebbero perfezionando un´intesa con la News Corp di Rupert Murdoch e la Viacom per lanciare un nuovo servizio in grado di fare concorrenza a quella che la rivista Time ha premiato come "La più grande invenzione del 2006". L´inedita santa alleanza tra i grandi network dovrebbe varare un proprio indirizzo online in cui metterà in rete le proprie produzioni, aprendolo però anche ai video amatoriali inseriti dagli utenti del servizio.
È la battaglia del vecchio contro il nuovo che avanza. Dell´industria del telecomando contro l´anarchia creativa del web. Con il piccolo Davide (in questo caso YouTube) che ha approfittato della scarsa reattività dei Golia delle tv generaliste per far saltare il banco. Tre geniali "figli" della Silicon Valley e altri 64 impiegati - asserragliati fino a poche settimane fa in un ufficio condiviso con una colonia di simpatici roditori - sono riusciti a creare dal nulla e con solo 11 milioni di investimenti quello che per alcuni è il modello della tv del futuro. Una specie di grande "piazza virtuale" dove chiunque può inserire i suoi video. Cortometraggi di pochi secondi, riprese delle vacanze, film fai-da-te.
Una specie di bazar delle immagini diventato in meno di dodici mesi un fenomeno di costume. Oggi oltre un milione di persone si collega ogni giorno con YouTube. Qualcuno (per ora oltre 420mila utenti) clicca sui 27 tenerissimi secondi del clip di Spudgy, il cane pomeriano che si addormenta da seduto. Altri scelgono le più belle azioni del campionato di hockey su ghiaccio della Nhl, con il quale YouTube ha firmato un accordo. Altri ancora scaricano il video dell´ultimo album di Paris Hilton che con il suo innato fiuto del marketing ha scelto proprio YouTube per il lancio mondiale.
Sembrava (e per alcuni ancora è) una sorta di meteora della comunicazione. Fino a quando Sergey Brin e Larry Page, i fondatori di Google, si sono presentati a San Mateo con un assegno di 1,65 miliardi e hanno comprato la società. Soffiandola sotto il naso a Microsoft e ai network che (con colpevole ritardo) avevano iniziato a rendersi conto del fenomeno. «Troppi soldi, una follia», hanno commentato scettici i vertici delle tv americane. Fino a quando è arrivato il premio del Time e i centri studi Usa hanno iniziato a dare contorni finanziari a questo servizio.
Certo YouTube oggi fattura solo 145 milioni ed è in rosso. Ma il suo peso pubblicitario, commerciale e persino politico, visto il numero crescente d´utenti, è destinato a decollare. Gli spot sui video via Internet - secondo le stime di E Marketer - saliranno dai 385 milioni di quest´anno agli 1,1 miliardi del 2008. Questo - sostengono - sarà il segmento di mercato pubblicitario a crescita più rapida. Non a caso i primi a rendersene conto sono stati gli uomini di Google. Manager che anticipando il futuro del web sono riusciti a trasformare una società nata in un sottoscala in un colosso che vale 147 miliardi di dollari, più della Ibm.
L´ingresso in campo di Cbs, Nbc e Murdoch potrebbe ora dare un ulteriore scossa al settore. Gli analisti sono divisi in due: c´è chi dice che sarà difficile scalfire lo strapotere di YouTube, visto che chi parte prima in questo mondo ha un vantaggio incolmabile (lo stesso Murdoch si è svenato per comprare la community di Myspace). Altri dicono che c´è ancora tempo per recuperare. Il mercato - spiegano - è giovane e inesplorato. Anche sul fronte dei rischi. Google ha già accantonato 200 milioni di dollari per possibili cause di violazione del copyright («non riusciamo ancora a controllare e selezionare a dovere i 65mila nuovi video al giorno» dicono). E incidenti come quello legato agli episodi di bullismo scolastico catalogati alla voce "video divertenti" finiti nel mirino della magistratura italiana rischiano di mettere paletti molto rigidi al fenomeno. Ma il gioco, come dimostra la mobilitazione di tutti i big dell´etere Usa, vale evidentemente la candela
Dagospia 19 Dicembre 2006
Una mini-azienda con 67 dipendenti e un ufficio infestato dai ratti sta per scatenare la più grande guerra catodica nella storia dell´etere mondiale. Le Belle addormentate della televisione a stelle e strisce sembrano infatti aver deciso - purtroppo per loro forse un po´ tardi - di andare all´attacco di YouTube, il sito di video online nato in un piccolo appartamento sopra una pizzeria di San Mateo (California) che in un anno di vita ha rivoluzionato la comunicazione americana.
Cbs e Nbc, secondo il New York Times, starebbero perfezionando un´intesa con la News Corp di Rupert Murdoch e la Viacom per lanciare un nuovo servizio in grado di fare concorrenza a quella che la rivista Time ha premiato come "La più grande invenzione del 2006". L´inedita santa alleanza tra i grandi network dovrebbe varare un proprio indirizzo online in cui metterà in rete le proprie produzioni, aprendolo però anche ai video amatoriali inseriti dagli utenti del servizio.
È la battaglia del vecchio contro il nuovo che avanza. Dell´industria del telecomando contro l´anarchia creativa del web. Con il piccolo Davide (in questo caso YouTube) che ha approfittato della scarsa reattività dei Golia delle tv generaliste per far saltare il banco. Tre geniali "figli" della Silicon Valley e altri 64 impiegati - asserragliati fino a poche settimane fa in un ufficio condiviso con una colonia di simpatici roditori - sono riusciti a creare dal nulla e con solo 11 milioni di investimenti quello che per alcuni è il modello della tv del futuro. Una specie di grande "piazza virtuale" dove chiunque può inserire i suoi video. Cortometraggi di pochi secondi, riprese delle vacanze, film fai-da-te.
Una specie di bazar delle immagini diventato in meno di dodici mesi un fenomeno di costume. Oggi oltre un milione di persone si collega ogni giorno con YouTube. Qualcuno (per ora oltre 420mila utenti) clicca sui 27 tenerissimi secondi del clip di Spudgy, il cane pomeriano che si addormenta da seduto. Altri scelgono le più belle azioni del campionato di hockey su ghiaccio della Nhl, con il quale YouTube ha firmato un accordo. Altri ancora scaricano il video dell´ultimo album di Paris Hilton che con il suo innato fiuto del marketing ha scelto proprio YouTube per il lancio mondiale.
Sembrava (e per alcuni ancora è) una sorta di meteora della comunicazione. Fino a quando Sergey Brin e Larry Page, i fondatori di Google, si sono presentati a San Mateo con un assegno di 1,65 miliardi e hanno comprato la società. Soffiandola sotto il naso a Microsoft e ai network che (con colpevole ritardo) avevano iniziato a rendersi conto del fenomeno. «Troppi soldi, una follia», hanno commentato scettici i vertici delle tv americane. Fino a quando è arrivato il premio del Time e i centri studi Usa hanno iniziato a dare contorni finanziari a questo servizio.
Certo YouTube oggi fattura solo 145 milioni ed è in rosso. Ma il suo peso pubblicitario, commerciale e persino politico, visto il numero crescente d´utenti, è destinato a decollare. Gli spot sui video via Internet - secondo le stime di E Marketer - saliranno dai 385 milioni di quest´anno agli 1,1 miliardi del 2008. Questo - sostengono - sarà il segmento di mercato pubblicitario a crescita più rapida. Non a caso i primi a rendersene conto sono stati gli uomini di Google. Manager che anticipando il futuro del web sono riusciti a trasformare una società nata in un sottoscala in un colosso che vale 147 miliardi di dollari, più della Ibm.
L´ingresso in campo di Cbs, Nbc e Murdoch potrebbe ora dare un ulteriore scossa al settore. Gli analisti sono divisi in due: c´è chi dice che sarà difficile scalfire lo strapotere di YouTube, visto che chi parte prima in questo mondo ha un vantaggio incolmabile (lo stesso Murdoch si è svenato per comprare la community di Myspace). Altri dicono che c´è ancora tempo per recuperare. Il mercato - spiegano - è giovane e inesplorato. Anche sul fronte dei rischi. Google ha già accantonato 200 milioni di dollari per possibili cause di violazione del copyright («non riusciamo ancora a controllare e selezionare a dovere i 65mila nuovi video al giorno» dicono). E incidenti come quello legato agli episodi di bullismo scolastico catalogati alla voce "video divertenti" finiti nel mirino della magistratura italiana rischiano di mettere paletti molto rigidi al fenomeno. Ma il gioco, come dimostra la mobilitazione di tutti i big dell´etere Usa, vale evidentemente la candela
Dagospia 19 Dicembre 2006