CATTIVA SORTE PER CONSORTE - LA PROCURA DI ROMA LO ACCUSA, INSIEME AL SUO VICE SACCHETTI, DI APPROPRIAZIONE INDEBITA - NEL MIRINO LA VENDITA, SOTTO COSTO, DI APPARTAMENTI, VILLE E UFFICI IN TUTTA ITALIA A UN IMMOBILIARISTA ROMANO, VITTORIO CASALE.

Elsa Vinci per "la Repubblica"


Le indagini sulla scalata dell´Unipol a Bnl fanno tratteggiare alla procura di Roma un nuovo profilo di Giovanni Consorte, ex presidente della compagnia assicurativa bolognese. Con l´uomo che è stato il suo vice, Ivano Sacchetti, un immobiliarista romano, Vittorio Casale e altre nove persone, è di nuovo indagato. Per una storia che nulla ha a che fare con la scalata all´istituto di via Nazionale.

La nuova accusa è appropriazione indebita. Ma stavolta i pm Perla Lori, Rodolfo Cascini e Giuseppe Sabelli hanno deciso di conterstare all´ex presidente anche l´infedeltà all´Unipol. Sono loro che hanno firmato i provvedimenti che, ieri, hanno portato il nucleo valutario della guardia di finanza nelle sedi di varie banche. Tra Roma e Bologna a Consorte e Sacchetti sono stati sequestrati 9,5 milioni di euro. Il meccanismo, spiegano gli inquirenti, «è simile a una truffa» anche se se si è deciso di contestare un altro reato.

Nei mesi in cui la compagnia assicurativa tentava la scalata a Bnl, si decideva di dismettere una serie di immobili. A Bologna si diceva persino che sarebbero finiti a società collegate al gruppo Pirelli. Ma la vendita non è avvenuta, come logica vorrebbe, in modo diretto.

Si tratta di appartamenti, ville, uffici in tutta Italia. C´è persino un villaggio turistico. Un piccolo tesoro, che tra la fine del 2004 e i primi mesi del 2005, Consorte e Sacchetti decidono di vendere a sorpresa a un immobiliarista romano, Vittorio Casale. «Per un prezzo - affermano gli inquirenti - decisamente inferiore al valore di mercato: 133 appartamenti per appena 250 milioni di euro.



E ottengono da Casale i 9,5 milioni di euro. Ovviamente il passaggio di denaro avviene attraverso una operazione schermo». Per i pm non ci sono dubbi: è un´appropriazione indebita. Infatti è stato deciso il sequestro.

Non soltanto. Secondo l´accusa, Vittorio Casale con quest´affare ha realizzato a sua volta una plusvalenza: dei 133 immobili provenienti dall´Unipol ne ha venduti 130 al prezzo di 255 milioni. Stessa cifra dell´acquisto, ma gli sono rimasti tre appartamenti in più. Alla fine Casale ha venduto gli uffici a una società del gruppo Pirelli (come previsto all´origine al quartier generale dell´Unipol), che ieri sera ha sottolineato «totale estraneità alla vicenda».

Sul registro degli indagati della procura di Roma sono finiti una serie di dipendenti delle società di Casale, ma il loro ruolo sembra quello di semplici esecutori.

L´indagine nasce dalle verifiche che la guardia di finanza ha fatto sui conti personali di Consorte e Sacchetti. Sarà la magistratura a trarre le conclusioni sui due manager che pare non riusciranno a divincolarsi facilmente dall´inchiesta sulla scalata a Bnl. Dopo aver ricostruito una serie complessissima di operazioni finanziarie, il nucleo valutario pare sia riuscito a dimostrare l´ipotesi di aggiotaggio in base alla quale, sembra proprio, potrebbe scattare la richiesta di rinvio a giudizio.


Dagospia 11 Gennaio 2007