ALL'ANTEPRIMA DI "MANUALE D'AMORE 2", TRA LUCA-LUCA E PECORARO SCANIO
POCHI APPLAUSI, QUALCHE RISATA CON VERDONE, CHE GRIGIORE DI COMMEDIA
PIÙ EROTICI I FILM DI NANDO CICERO - BATTUTE DA SVERGOGNARE ALVARO VITALI
POCHI APPLAUSI, QUALCHE RISATA CON VERDONE, CHE GRIGIORE DI COMMEDIA
PIÙ EROTICI I FILM DI NANDO CICERO - BATTUTE DA SVERGOGNARE ALVARO VITALI
Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
Qualche risata ma pochi applausi alla fine, l'altra sera all'Adriano, dove Aurelio De Laurentiis e il figlio Luigi hanno convocato qualche amico celebro-leso alla proiezione in anteprima di "Manuale d'amore 2" in 3 sale (tutti gli altri hanno pagato il biglietto). Arriva il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, reduce dalla notte brava al Bagaglino tanto criticata da "L'Unità", scortato da Simona Milano (Capo della Segreteria del suo Ministero). Si concede a flash e microfoni: "Un manuale? Lo farei sul risparmio energetico", dice.
Corre sul red carpet, schiva i fotografi, non rilascia dichiarazioni e non guarda in faccia nessuno, il super Presidente Luca Cordero di Montezemolo, al braccio della moglie Ludovica Andreani. Sorride e saluta il presidente della Provincia Enrico Gasbarra con la consorte Roberta. Entrano in sala Gabriele Salvatores, Nicolas Vaporidis, il regista sbancabotteghini Neri Parenti e signora, Giampaolo Letta della Medusa con la sua Rossana Ridolfi, Paolo Ferrari della Warner Bros.
Sfilano Francesca Malagò, Sarah Maestri, Daniele Taddei, Chiara Sani, Elisabetta Rocchetti, Federica Balestra con la contessa Anna Tofani, l'ufficio stampa di Vittorio Cecchi Gori Emilio Sturla Furnò (anche lui ha pagato il biglietto!). Il manager di Victoria Silvstedt Bruno Bevilacqua è con Letizia Filippi, fidanzatina di Piero Monti (l'ultimo ex dell'Arcuri). Mirka Viola si mette in posa coi figli Nicolas e Angelica, alti come lei; Marina De Laurentiis, scortata da Carlo Giovanelli, ha una maglia trasparente che evidenzia seni a palloncino che fanno mormorare i paparazzi.
L'attesa è lunga, De Laurentiis scalpita nel foyer dell'Adriano preso d'assalto dai fans. Ma il cast tarda ad arrivare. Poi eccoli, tutti insieme appassionatamente scendono da un pullman Carlo Verdone, Riccardo Scamarcio, Sergio Rubini, Antonio Albanese, Fabio Volo, Dario Bandiera, Barbara Bobulova e il regista che dedica la pellicola all'amico Francesco Nuti. Assenti giustificate la Bellucci e la Pataky. Partono i flash. Scamarcio, mai così disponibile ma sempre stranito dalle foto, gioca con la paparazza Sonia Tozzi che gli grida: Ma che ti lamenti? Ti stiamo facendo l'abbronzatura gratis!". "Fai pure la spiritosa?", risponde lui che le si avvicina per darle affettuosi schiaffetti sulla guancia.
Verdone è stremato dal tour di promozione della pellicola, su e giù per l'Italia: "Sto in coma, oggi ho fatto 96 interviste!", dice allucinato. Fabio Volo non ha pose posa da divo: è se stesso e, giocherellone come se fosse lì per caso, si diverte a fotografare con una digitale i suoi colleghi e i paparazzi. Ovazioni da stadio quando il cast fa il giro delle sale, presentando il film in maniera informale, con battute surreali. Ma Verdone batte Scamarcio: tutte le grida e le ovazioni sono per lui, che, si sa, è il nono re di Roma dopo Totti! "Il terzo Manuale? "Parlerà del rapporto tra genitori e figli", anticipa Veronesi. Oddio.
2 - "MANOVALE" D'AMORE 2
Marco Giusti per il manifesto
Il primo "Manuale d'amore", firmato come questo "Manuale d'amore 2" (capitoli successivi), da Giovanni Veronesi per la Filmauro di Aurelio De Laurentiis, aveva dalla sua una certa leggerezza abbastanza rara nel nostro cinema. E una certa allegria, come dimostravano i due episodi migliori, quelli con Silvio Muccino e Carlo Verdone, dove Veronesi, complice una regia un po' alla Muccino Senior, riusciva a ottenere il meglio dai suoi attori liberandoli anche da certi complessi di autorialita'.
In questo secondo capitolo (ma altri tre ci aspettano, sembra.), perso Silvio Muccino in fuga da De Laurentiis per voglie registiche e letterarie proprie, visto che girera' presto con Cattleya da regista il film tratto dal suo romanzo, Veronesi e De Laurentiis avevano comunque rafforzato il cast sul modello dei cinepanettoni natalizi. Fuori Litizzetto e Buy, ma dentro la superbona Bellucci (non si vede niente, tranquilli), il nuovo idolo giovanile Scamarcio (meglio Silvio.), l'emergente Fabio Volo, la regina del cinema nevrotico-sfigatuccio Barbara Boboulova, oltre a un recuperato Rubini in coppia gaia con un bravo comico di sinistra come Antonio Albanese. In piu', visto che era stato contrattualizzato gia' per il film di Natale, ecco Claudio Bisio a far da cornice e da voce narrante, oltre a un piccolo, inutile, cammeo di Fiorello.
Niente di male, se si fosse mantenuto il tono del primo film. E se almeno ci fossero stati due episodi davvero buoni come quelli del primo Manuale. Ma qui, complice forse una voglia di entrare ad ogni costo nel club degli autori di cinema italiano importante (come se esistesse sul serio.), non solo scompare ogni leggerezza e ogni allegria, ma si scivola spesso, con la sola esclusione dell'episodio con Carlo Verdone, in un grigiore tutto italiano di commedia che non diverte ne' ci illumina sui nostri difetti. Come se Veronesi e i suoi sceneggiatori, Ugo Chiti e Andrea Agnello, avessero voluto caricare troppo gli episodi, invece di limarli verso una essenzialita' da vecchia commedia all'italiana ad episodi, che e' poi la matrice dei due film di Veronesi. Proprio Dino Risi, Mario Monicelli, Age e Scarpelli, Bernardino Zapponi, Rodolfo Sonego ci hanno insegnato che e' possibile mettere in commedia temi e personaggi dell'Italia del momento solo sapendone ridere con leggerezza.
Nel primo episodio, "L'eros", protagonisti sono un Riccardo Scamarcio finito sulla sedia a rotelle dopo un brutto incidente e la sua fisoterapista bona Monica Bellucci. Il modello e' quello dei film della Fenech. C'e' pure l'amico volgarissimo, Dario Bandiera (non male, comunque, sembra lui il protagonista), che fornisce battute e situazioni coatte. Dopo un bel po' di sedute, Scamarcio sente che non solo le gambe hanno ripreso a funzionare. Cosi' sogna lei che ci sta. E lei, anche se si deve sposare, ci sta. Con tanto di scopatona sulla sedia a rotelle con lei seduta sopra di lui senza farci vedere nulla. Molto piu' femministi e molto piu' erotici i film di Nando Cicero. Ci sono anche offese alle fisioterapiste sovrappeso un po' gratuite che Alvaro Vitali si sarebbe vergognato a dire.
Il secondo episodio, "La maternita'", e' piu' corretto politicamente, ma ancora piu' inutile. Barbara Boboulova e Fabio Volo cercano di avere un figlio con la fecondazione assistita. Prima lei, bombardata dagli ormoni, sbotta da attrice italiana nevrotica finita sciaguratemente in un film di De Laurentiis mentre mangia il sushi, poi i due fanno pace e vanno in Spagna per doveri di coproduzione (li' il primo Manuale e' andato fortissimo) e di zapaterismi. Volo, che dovrebbe stare tranquillo per 24 ore, si butta in acqua, arriva a 40 di febbre (ma perche'?) e la mattina dopo e' costretto a far uscire il seme complice non un gionaletto porno, ma l'immagine di Monna Lisa sulle pagine di "El Pais". Cosi' potra' chiamarla Lisa la figlia. Il tema e' importante, ma la storia non e' mai credibile.
Solo un po' meglio il terzo episodio, "Il matrimonio", una specie di Vizietto 2000 con Sergio Rubini e Antonio Albanese che fanno la coppia gay che si vuole sposare dopo quattro anni di convivenza. Solo che il vecchio padre di Rubini, tassinaro pugliese, cioe' il povero Cosimo Cinieri un tempo attore nella compagnia di Carmelo Bene, non lo vuole accettare. E i due vanno in crisi. Poi ritornano assieme e si sposano in Spagna. Niente da dire su Rubini e Albanesi, molto fini, bravissimi, anche troppo, rispetto a una sceneggiatura che non li sostiene. La sorella di Rubini se ne esce, nel giorno del suo matrimonio, in Puglia, che anche il fratello presto si sposera'. Lasciando il padre di stucco. Poi lei si lascia e si ritrova nella casa del padre incontrando Rubini che si e' appena lasciato con Albanese. In tutto questo c'e' un pesantissimo dialogo tra Cinieri e il figlio sul sesso tra le coppie gay che nessuna commediaccia alla Nando Cicero avrebbe mai accettato. E poi chi ha mai visto un tassinaro cosi' vecchio? Sembra Alberto Sordi in "Nestore, l'ultima corsa".
Per fortuna nel quarto episodio, "L'amore estremo", si ritrova quell'alchimia tra Veronesi e Verdone che avevamo gia' notato nel primo Manuale. Forse perche' non deve pensare a mettersi in scena, Verdone e' libero, divertente e molto realistico in questi episodi. Ha pure grandi battute. E tutto il film riprende quella leggerezza che ci saremmo aspettati. Verdone e' Ernesto, un maitre romano scoglionatissimo con moglie triste e milanese, Lucia Vasini, figlia coatta di poca compagnia e famigliola romana pesante. Superati i cinquanta, gia' abbrutito da una vita casalinga da vecchia coppia, impazzisce quando una giovane spagnola di passaggio a Roma, Elsa Pataki, molto attiva nell'horror e nella commedia spagnola, vera sorpresa del film, diventa la sua fidanzata. Sono pronti a farlo ovunque, nel bagno del ristorante o di notte in una piscina privata dove saranno sorpresi da un cane feroce e da un coattissimo guardiano (cammeo alla Maria Brega di Nicola Di Gioia). Niente di nuovo, ma finalmente si ride.
Dagospia 18 Gennaio 2007
Qualche risata ma pochi applausi alla fine, l'altra sera all'Adriano, dove Aurelio De Laurentiis e il figlio Luigi hanno convocato qualche amico celebro-leso alla proiezione in anteprima di "Manuale d'amore 2" in 3 sale (tutti gli altri hanno pagato il biglietto). Arriva il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, reduce dalla notte brava al Bagaglino tanto criticata da "L'Unità", scortato da Simona Milano (Capo della Segreteria del suo Ministero). Si concede a flash e microfoni: "Un manuale? Lo farei sul risparmio energetico", dice.
Corre sul red carpet, schiva i fotografi, non rilascia dichiarazioni e non guarda in faccia nessuno, il super Presidente Luca Cordero di Montezemolo, al braccio della moglie Ludovica Andreani. Sorride e saluta il presidente della Provincia Enrico Gasbarra con la consorte Roberta. Entrano in sala Gabriele Salvatores, Nicolas Vaporidis, il regista sbancabotteghini Neri Parenti e signora, Giampaolo Letta della Medusa con la sua Rossana Ridolfi, Paolo Ferrari della Warner Bros.
Sfilano Francesca Malagò, Sarah Maestri, Daniele Taddei, Chiara Sani, Elisabetta Rocchetti, Federica Balestra con la contessa Anna Tofani, l'ufficio stampa di Vittorio Cecchi Gori Emilio Sturla Furnò (anche lui ha pagato il biglietto!). Il manager di Victoria Silvstedt Bruno Bevilacqua è con Letizia Filippi, fidanzatina di Piero Monti (l'ultimo ex dell'Arcuri). Mirka Viola si mette in posa coi figli Nicolas e Angelica, alti come lei; Marina De Laurentiis, scortata da Carlo Giovanelli, ha una maglia trasparente che evidenzia seni a palloncino che fanno mormorare i paparazzi.
L'attesa è lunga, De Laurentiis scalpita nel foyer dell'Adriano preso d'assalto dai fans. Ma il cast tarda ad arrivare. Poi eccoli, tutti insieme appassionatamente scendono da un pullman Carlo Verdone, Riccardo Scamarcio, Sergio Rubini, Antonio Albanese, Fabio Volo, Dario Bandiera, Barbara Bobulova e il regista che dedica la pellicola all'amico Francesco Nuti. Assenti giustificate la Bellucci e la Pataky. Partono i flash. Scamarcio, mai così disponibile ma sempre stranito dalle foto, gioca con la paparazza Sonia Tozzi che gli grida: Ma che ti lamenti? Ti stiamo facendo l'abbronzatura gratis!". "Fai pure la spiritosa?", risponde lui che le si avvicina per darle affettuosi schiaffetti sulla guancia.
Verdone è stremato dal tour di promozione della pellicola, su e giù per l'Italia: "Sto in coma, oggi ho fatto 96 interviste!", dice allucinato. Fabio Volo non ha pose posa da divo: è se stesso e, giocherellone come se fosse lì per caso, si diverte a fotografare con una digitale i suoi colleghi e i paparazzi. Ovazioni da stadio quando il cast fa il giro delle sale, presentando il film in maniera informale, con battute surreali. Ma Verdone batte Scamarcio: tutte le grida e le ovazioni sono per lui, che, si sa, è il nono re di Roma dopo Totti! "Il terzo Manuale? "Parlerà del rapporto tra genitori e figli", anticipa Veronesi. Oddio.
2 - "MANOVALE" D'AMORE 2
Marco Giusti per il manifesto
Il primo "Manuale d'amore", firmato come questo "Manuale d'amore 2" (capitoli successivi), da Giovanni Veronesi per la Filmauro di Aurelio De Laurentiis, aveva dalla sua una certa leggerezza abbastanza rara nel nostro cinema. E una certa allegria, come dimostravano i due episodi migliori, quelli con Silvio Muccino e Carlo Verdone, dove Veronesi, complice una regia un po' alla Muccino Senior, riusciva a ottenere il meglio dai suoi attori liberandoli anche da certi complessi di autorialita'.
In questo secondo capitolo (ma altri tre ci aspettano, sembra.), perso Silvio Muccino in fuga da De Laurentiis per voglie registiche e letterarie proprie, visto che girera' presto con Cattleya da regista il film tratto dal suo romanzo, Veronesi e De Laurentiis avevano comunque rafforzato il cast sul modello dei cinepanettoni natalizi. Fuori Litizzetto e Buy, ma dentro la superbona Bellucci (non si vede niente, tranquilli), il nuovo idolo giovanile Scamarcio (meglio Silvio.), l'emergente Fabio Volo, la regina del cinema nevrotico-sfigatuccio Barbara Boboulova, oltre a un recuperato Rubini in coppia gaia con un bravo comico di sinistra come Antonio Albanese. In piu', visto che era stato contrattualizzato gia' per il film di Natale, ecco Claudio Bisio a far da cornice e da voce narrante, oltre a un piccolo, inutile, cammeo di Fiorello.
Niente di male, se si fosse mantenuto il tono del primo film. E se almeno ci fossero stati due episodi davvero buoni come quelli del primo Manuale. Ma qui, complice forse una voglia di entrare ad ogni costo nel club degli autori di cinema italiano importante (come se esistesse sul serio.), non solo scompare ogni leggerezza e ogni allegria, ma si scivola spesso, con la sola esclusione dell'episodio con Carlo Verdone, in un grigiore tutto italiano di commedia che non diverte ne' ci illumina sui nostri difetti. Come se Veronesi e i suoi sceneggiatori, Ugo Chiti e Andrea Agnello, avessero voluto caricare troppo gli episodi, invece di limarli verso una essenzialita' da vecchia commedia all'italiana ad episodi, che e' poi la matrice dei due film di Veronesi. Proprio Dino Risi, Mario Monicelli, Age e Scarpelli, Bernardino Zapponi, Rodolfo Sonego ci hanno insegnato che e' possibile mettere in commedia temi e personaggi dell'Italia del momento solo sapendone ridere con leggerezza.
Nel primo episodio, "L'eros", protagonisti sono un Riccardo Scamarcio finito sulla sedia a rotelle dopo un brutto incidente e la sua fisoterapista bona Monica Bellucci. Il modello e' quello dei film della Fenech. C'e' pure l'amico volgarissimo, Dario Bandiera (non male, comunque, sembra lui il protagonista), che fornisce battute e situazioni coatte. Dopo un bel po' di sedute, Scamarcio sente che non solo le gambe hanno ripreso a funzionare. Cosi' sogna lei che ci sta. E lei, anche se si deve sposare, ci sta. Con tanto di scopatona sulla sedia a rotelle con lei seduta sopra di lui senza farci vedere nulla. Molto piu' femministi e molto piu' erotici i film di Nando Cicero. Ci sono anche offese alle fisioterapiste sovrappeso un po' gratuite che Alvaro Vitali si sarebbe vergognato a dire.
Il secondo episodio, "La maternita'", e' piu' corretto politicamente, ma ancora piu' inutile. Barbara Boboulova e Fabio Volo cercano di avere un figlio con la fecondazione assistita. Prima lei, bombardata dagli ormoni, sbotta da attrice italiana nevrotica finita sciaguratemente in un film di De Laurentiis mentre mangia il sushi, poi i due fanno pace e vanno in Spagna per doveri di coproduzione (li' il primo Manuale e' andato fortissimo) e di zapaterismi. Volo, che dovrebbe stare tranquillo per 24 ore, si butta in acqua, arriva a 40 di febbre (ma perche'?) e la mattina dopo e' costretto a far uscire il seme complice non un gionaletto porno, ma l'immagine di Monna Lisa sulle pagine di "El Pais". Cosi' potra' chiamarla Lisa la figlia. Il tema e' importante, ma la storia non e' mai credibile.
Solo un po' meglio il terzo episodio, "Il matrimonio", una specie di Vizietto 2000 con Sergio Rubini e Antonio Albanese che fanno la coppia gay che si vuole sposare dopo quattro anni di convivenza. Solo che il vecchio padre di Rubini, tassinaro pugliese, cioe' il povero Cosimo Cinieri un tempo attore nella compagnia di Carmelo Bene, non lo vuole accettare. E i due vanno in crisi. Poi ritornano assieme e si sposano in Spagna. Niente da dire su Rubini e Albanesi, molto fini, bravissimi, anche troppo, rispetto a una sceneggiatura che non li sostiene. La sorella di Rubini se ne esce, nel giorno del suo matrimonio, in Puglia, che anche il fratello presto si sposera'. Lasciando il padre di stucco. Poi lei si lascia e si ritrova nella casa del padre incontrando Rubini che si e' appena lasciato con Albanese. In tutto questo c'e' un pesantissimo dialogo tra Cinieri e il figlio sul sesso tra le coppie gay che nessuna commediaccia alla Nando Cicero avrebbe mai accettato. E poi chi ha mai visto un tassinaro cosi' vecchio? Sembra Alberto Sordi in "Nestore, l'ultima corsa".
Per fortuna nel quarto episodio, "L'amore estremo", si ritrova quell'alchimia tra Veronesi e Verdone che avevamo gia' notato nel primo Manuale. Forse perche' non deve pensare a mettersi in scena, Verdone e' libero, divertente e molto realistico in questi episodi. Ha pure grandi battute. E tutto il film riprende quella leggerezza che ci saremmo aspettati. Verdone e' Ernesto, un maitre romano scoglionatissimo con moglie triste e milanese, Lucia Vasini, figlia coatta di poca compagnia e famigliola romana pesante. Superati i cinquanta, gia' abbrutito da una vita casalinga da vecchia coppia, impazzisce quando una giovane spagnola di passaggio a Roma, Elsa Pataki, molto attiva nell'horror e nella commedia spagnola, vera sorpresa del film, diventa la sua fidanzata. Sono pronti a farlo ovunque, nel bagno del ristorante o di notte in una piscina privata dove saranno sorpresi da un cane feroce e da un coattissimo guardiano (cammeo alla Maria Brega di Nicola Di Gioia). Niente di nuovo, ma finalmente si ride.
Dagospia 18 Gennaio 2007