CAFONALINO - SEMPRESVEGLIO RIOTTA E WALTER-EGO VELTRONI ALLA PROVA DI "GLI EBREI DI NEW YORK", IL BEL LIBRO DELL'INVIATO DE "LA STAMPA", MAURIZIO MOLINARI - L'AMBASCIATORE SPOGLI INVIA UN MESSAGGIO: L'APPORTO EBRAICO "ALLARGA" L'ORIZZONTE USA.

Da "Il Tempo"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo




«Riusciremo a far coesistere una società globalizzata evitando il rischio che le varie identità confliggano?». Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha indicato questo come tema di riflessione che si può ricavare dal libro di Maurizio Molinari «Gli ebrei di New York» (Laterza; pp.234; 16 euro), presentato l'altro giorno all'Accademia Americana insieme a Gianni Riotta, direttore del Tg1 e Riccardo Pacifici, vicepresidente della Comunità ebraica romana. «Il conflitto è il rischio che va evitato - ha aggiunto - perchè l'identità plurima è una delle grandi ricchezze del nostro tempo».

Tema questo lanciato da Riotta quando, ripercorrendo la presenza ebraica nella Grande Mela, ha evidenziato che «la paura di perdere la propria identità sotto la spinta della globalizzazione sia all'origine dei drammi attuali del mondo contemporaneo. Il fondamentalismo nasce dal timore di una parte del mondo islamico che la globalizzazione incrini la sua identità. Così come una parte del mondo cristiano e la Chiesa stessa sono lacerati dallo stesso dilemma, di fronte a certi temi».

L'esperienza del «melting pot» della città statunitense, dove gli ebrei, come altri, sono parte integrante della città senza aver perso la propria identità, è la caratteristica vincente che - hanno osservato sia Riotta sia Veltroni - fa sentire in molti «patrioti di New York». Entrambi hanno poi ricordato che non «un solo atto di ritorsione» contro il mondo islamico è stato compiuto dopo l'11 settembre in quella città ferita a morte.

Raccontare come vive, come pensa, come si muove il grande mondo ebraico di New York, insomma «la sua originalita», è descrivere anche questa «capacità», che è la qualità della città Usa.
In apertura, l'addetto culturale Usa ha letto un messaggio dell'ambasciatore Ronald Spogli nel quale si mette in risalto l'apporto ebraico, anche grazie al quale gli americani «sono riusciti ad allargare» il loro orizzonte.


Dagospia 07 Marzo 2007