FOTO E LIBERTÀ DI STAMPA, QUALCOSA NON TORNA - GIORGINO PREFERISCE PRODI A MASTROGIACOMO - SIRCANA PORTAVOCE TRANS-ITORIO - PRIVACY SOLO PER I POTENTI - 'FASHION VICTIMS' SBAGLIA SPORT - PIETRO MANCINI FATTO FUORI - GIORNALISTI BLOGGER.

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago, i giornalisti che gridano alla "libertà di stampa" contro il Garante per la privacy sono gli stessi che si sono prodigati a pubblicare la notizia che le famose foto non esistevano, che si trattava di una vanteria tra fotografi? Di quali foto parlo? Di quelle che sono spuntate fuori oggi, che si apprende sono state vendute da qualche mese e per le quali esiste addirittura una diffida legale per prevenirne l'appropriazione? Uno smentisce di averle fatte e poi rivendica la proprietà per ragioni economiche? Qualcosa non mi torna ...
Numerio Negidio

Lettera 2
Caro Dago, facciamo il gioco della torre: chi butteresti giù, tra un portavoce un po' sfigato che, forse, parla con un trans restando in macchina e un ministro fighetto che nega con sdegno di essere stata a feste cafonal in Kenya, esibendo una quantità di meravigliose descrizioni sui suoi impegni umanitari, per poi venire sbugiardata da una foto che la ritrae gaudente tra il velinume-export di vallettopoli?
Insomma, tra Sircana e Melandri, a chi daresti il Tapiro delle dimissioni meritate?
M.L.

Lettera 3
Caro Dagospia, il TG1 è andato in onda in edizione straordinaria per riferire dell' avvenuto rilascio dell'inviato di "Repubblica" in Afghanistan, appena la notizia è stata certa. Il conduttore Francesco Giorgino è riuscito a collegarsi, via telefono satellitare, con la sede afghana di "Emergency", dove si trova Mastrogiacomo. Gino Strada ha confermato in diretta la presenza del giornalista liberato. A quel punto a Giorgino sono brillati gli occhi: c'era la possibilità di raccogliere le sue prime dichiarazioni dopo la liberazione! Eccolo allora chiedere con sussiego a Gino Strada di passargli Mastrogiacomo al telefono. Strada risponde: "Ci provo".

Ma ecco che, improvvisamente, tutto sembra perdere importanza. Perché? Perché c'è in diretta la conferenza stampa del capo del governo, Romano Prodi, con accanto il fedele portavoce Silvio Sircana. Il conduttore del TG1 non capisce più niente. Passa subito la linea alla conferenza, che peraltro stava già finendo, con Prodi che si stava alzando. Intanto, dall'altro lato, la comunicazione con Gino Strada era caduta. Credo che fosse più interessante sentire la voce e qualche parola dall'ostaggio appena rilasciato, che vedere per l'ennesima volta il faccione ridanciano di Prodi ed il faccino emaciato e sofferente di Sircana.
Massimo Coppa Zenari

Lettera 4
Ho la netta impressione che Sircana sarà un portavoce trans itorio.
Kenzen

Lettera 5
Caro Dago, perchè il signor Francesco Pizzetti permette che il nome di mio fratello (un ragazzino di 14 anni) venga pubblicato sul sito internet dell'ufficio indagini della Federcalcio, all'interno di una sentenza in cui comunque risulta PROSCIOLTO PERCHE' ESTRANEO AI FATTI? Se lo accompagnassi a trans dici che il suo nome verrebbe omesso?
GB

Lettera 6
Caro Dago dopo avere letto e sentito a quale categoria di giornalismo doveva collocarsi chi ha pubblicato notizie tratte dai documenti ufficiali di una procura, mi sento di chiedere a quale categoria può appartenete chi, in televisione o sui giornali, ha con il cipiglio dell'indignato speciale o la quasi lacrimuccia da commosso viaggiatore ostentato la propria indignazione accuratamente associandola all' immancabile solidarietà con il sig. Silvio Sircana, in questa vicenda vittima o presunta tale. Ben sapendo costoro che le oramai famose fotografie esistevano ed erano tra l'altro già state oggetto di transazione economica tra un noto giornale di gossip della RCS ed i furbastri fotografi che le avevano scattate.

Con la speranza che nel genere diventi un "..cult", rimane indelebile, in questa tragicomica vicenda, la singhiozzante partecipazione di Carlo Rossella, direttore del TG5, alla puntata di Ottoemezzo di Ferrara su La7 di qualche giorno fa. Un consiglio al sig. Silvio Sircana. Si dimetta ora dal momento che enorme è il danno che i suoi cosiddetti amici ed avvocati difensori gli hanno arrecato. Ne sia certo non passerà alla storia come portavoce unico del governo Prodi, anno di grazia 2007...
Max



Lettera 7
Dago, leggo ora Fashion Victims di Prima, che riprendi sul sito. Fantastico leggere di Tom Brady come "calciatore": in realtà è un campione di football americano, macché calciatore...
Lo Gorroico

Lettera 8
«L'emotività suscitata da alcuni fatti di cronaca non deve distogliere la politica dal compito di chiudere definitivamente con quegli anni dolorosi con un'amnistia mirata ai reati connessi all'eversione di destra e di sinistra». Si riferisce all'arresto di Battisti i cosiddetti "anni di piombo" (Russo Spena Onorevole Dr. Giovanni, "La Repubblica", 19 marzo 2007, pag. 11). Massì, finiamo a tarallucci e vino, chi ha ucciso ha ucciso, chi è morto è morto, scurdammoce 'o passato, siamo in Italia paisà.
Tubi

Lettera 9
Dicono che la politica sia sempre più lontana dalla gente, dalle piazze dalle strade! E' vero, infatti frequenta i viali (ma solo la notte).
Cincinnato1961

Lettera 10
Caro Dago, volendo fare dietrologia spinta, non si potrebbe sospettare che l'indignazione del Corriere sia falsa, e che il suo schierarsi a strenua difesa di Sircana non fosse altro che una parte della strategia comune al gruppo RCS che, contemporaneamente, aveva fatto spendere una grossa cifra per far sparire le foto? Io non penso affatto che sia così, sono pero' convinto che Mieli abbia molto sbagliato col suo "endorsment", e il fatto che ora si possano fare ipotesi, pur azzardate, di questo tipo credo sia il prezzo che sta pagando, e facendo pagare, al suo giornale.
Alessandro Tinivelli

Lettera 11
Ha ragione Mastella, inutile nasconderselo: senza la legge sulle intercettazioni è a rischio la nostra democrazia.
Senza la legge sulle intercettazioni, infatti, la gente finisce col pensare che i nostri politici siano dediti a traffici di starlette, a inciuciare con Fazio per poter esclamare, un bel giorno, "abbiamo una banca!", a poco circospetti tour automobilistici nelle vie dei trans, a scambi di amorosi sensi con mafiosi e simili.
Ha ragione Mastella, quindi: "la nostra democrazia è a rischio". Tradotto: occhio non vede, voto non duole. Lasciamoglielo credere.
Alberto A.

Lettera 12
Caro Dago, l'epidemia di bloggite acuta che si vede in giro non sarà l'ultimo sintomo della definitiva perdita di autorevolezza e di senso della professione giornalistica? Un conto, infatti, è che un giornalista si apra un suo proprio blog (magari con pseudonimo) da gettare nel mare magno della bloggeria internettiana, dovendo conquistarsi i lettori alla pari di ogni altro bloggista non titolato. Un conto è se il giornalista il blog se lo apre nel sito del giornale in cui lavora, con evidente abuso di una rendita di posizione. Ma soprattutto: se io, come lettore, stimo e apprezzo un giornalista per l'essenziale del suo lavoro (riportare fatti e notizie), perché dovrebbe fregarmi di leggere e commentare tutto quello che gli passa per la testa nel corso della giornata? Il blog del giornalista sembra la portineria di un condominio, dove il portinaio ogni tanto scrive un suo pensiero su un foglietto e lo attacca al vetro per gli inquilini che entrano ed escono dal palazzo. Il giornalista-bloggarolo è l'apoteosi della "Scomparsa dei fatti" denunciata da Marco Travaglio. Niente più fatti, solo opinioni. Da portineria.
Cesare K.

Lettera 13
Caro Dago, qualche mese fa, " Dagospia " pubblicò una mia lettera, piuttosto critica su Paolino Bonaiuti, mio ex collega al "Giorno", diretto da don Gaetanino Afeltra, e attuale influente "Richelieu" fiorentino del partito del Cavaliere. Bene, dopo quel giorno, Belpietro ha deciso di non pubblicare più alcun mio commento su "Il Giornale", con il quale collaboravo, regolarmente e assiduamente, da circa 4 anni. E voi, amici lettori, chiamatele pure, se volete, coincidenze..

La cosa quasi comica, di questa vicenda, è che in RAI, in primis al "GR", io vengo considerato tuttora un giornalista assai vicino al Cavaliere. Quando, invece, oltre alla cortesia di cui sopra, lo stesso Bonaiuti e Bondi hanno trombato, prima delle elezioni, la mia candidatura alla Camera dei deputati, per far posto a noti ed eminenti statisti, oggi piuttosto ammaccati, del calibro di Previti, Lainati, Carfagna e Simeoni. E lo stesso collaboratore tosco del Cav. si appresta a far nominare vice- direttore operativo del "GR" non il sottoscritto, che da anni ha tale qualifica "ad personam", ma un suo amico, ritenuto più "affidabile" . Ma di queste, e altre, modeste trame e piccole vendette scommetto che Berlusconi non sia neppure informato.
Pietro Mancini



Dagospia 19 Marzo 2007