DRAGHI IN CAMPO: NO ALL'OPA SANTANDER-CAPITALIA, SI' ALL'UNICREDIT DI PROFUMO
CITICORP VUOLE ARPE - PRODISMI: GUARGUAGLINI INFILA NEL CDA FILIPPO ANDREATTA
TELECOM, IN AZIONE PASSERA E NAGEL, IL RIFIUTO DI TRONCHETTI - BRAGGIOTTI OUT?

1 - PRONTO SOCCORSO RCS: ANCHE DELLA VALLE FU AVVISATO DA BELLERI?
E' bello vedere l'armonia che regna dentro il Gruppo Rcs, l'editore del "Corriere della Sera" dove dal luglio scorso è arrivato alla guida Antonello Perricone. Da quando il 60enne manager palermitano ha sostituito Colao Meravigliao, si respira un'aria nuova e tutti sono protesi a darsi una mano. Succede addirittura che i direttori dei settimanali del Gruppo compiano gesti inconsueti per togliere le castagne dal fuoco degli amici e degli azionisti della casa editrice. Ai tempi di Colao si sentivano i sibili della frusta sui giornalisti e sui dirigenti, per non parlare poi della guerra sotterranea che il tandem Colao-Mucchetti riuscì ad imbastire contro Tronchetti Provera (uno degli azionisti Rcs) perchè erano state scoperte cimici sospette dentro i computer.

Adesso l'aria è cambiata come dimostra lo zelo di Pino Belleri, direttore del settimanale "Oggi" (da 50 anni testata gloriosa della Rizzoli), il quale con generosità incredibile ha comprato per 100mila euro le fotografie di Silvio Sircana lungo il "viados del tramonto". Ma non basta: a quanto si dice Belleri avrebbe anche informato tempestivamente l'altro azionista di Rcs, Dieguito Della Valle, sull'esistenza delle foto "innocenti" a largo di Capri. Lo scarparo marchigiano ha potuto così conoscere il nome dell'agenzia fotografica che disponeva delle immagini e ha aperto il portafoglio per non danneggiare gli ospiti del suo yacht.

2 - L'ACCORTO GUARGUAGLINI FA FELICE PRODI E INFILA NEL CDA ANDREATTA JR
Il comandante supremo di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, avrà tanti difetti, ma è sicuramente un uomo dotato di un grande fiuto imprenditoriale e politico. Ieri ha presentato i conti di Finmeccanica dove il fatturato è cresciuto del 14% e l'utile va oltre il miliardo di euro. Bisogna dire che il balzo del 158% dell'utile rispetto all'anno precedente è dovuto alle plusvalenze per la cessione del 60% di Ansaldo e del 30% di Avio. Resta comunque un risultato brillante che conferma la buona salute del Gruppo di piazza Monte Grappa.

Agli applausi degli analisti e degli azionisti si aggiungono anche gli applausi di Palazzo Chigi perchè il furbo manager di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, ha infilato nel Consiglio di amministrazione Filippo Andreatta, figlio dell'economista appena scomparso, e uno dei personaggi più vicini a Romano Prodi. Bolognese, 39 anni, Andreatta insegna Relazioni internazionali all'Università di Parma e ha contribuito alla stesura del programma di governo. Il suo nome rientra in quel think-tank organizzato da Arturo Parisi, che ha dato l'ispirazione al Movimento per il Partito Democratico. Con questa mossa il furbo Guarguaglini che guida Finmeccanica dal 2002 si è creato una cintura di sicurezza di tutto rispetto: è amico di Giuliano Amato da almeno 30 anni, con D'Alema non ha problemi, e adesso aggiunge un'altra pedina a Palazzo Chigi.

3 - TELECOM, LE MOSSE DI PASSERA E NAGEL, L'OFFERTA RIFIUTATA DA TRONCHETTI - BRAGGIOTTI OUT?
La vicenda Telecom sta creando un piccolo terremoto dentro BancaIntesa. Fino a poche settimane fa sembrava che il copione fosse scritto e che a menare la danza ci fossero sulla scena soltanto tre personaggi: il presidente carismatico Abramo-Bazoli, il manager ex-McKinsey Corrado Passera, e il genietto della finanza Gerardo Braggiotti. Nel loro progetto era prevista la liquidazione di Tronchetti Provera che avrebbe dovuto cedere il controllo di Telecom sulla base di un prezzo di 2,7 euro per ogni azione. Sembrava cosa fatta, ma i magnifici tre si erano dimenticati che intorno alla polpa e all'osso di Telecom c'erano anche soggetti di cui tener conto.

Tra questi Cesarone Geronzi che con Tronchetti non ha mai interrotto i rapporti, e Mediobanca che non ha mai pensato di fare il convitato di pietra. Le ultime notizie da Milano dicono che i rapporti tra Abramo-Bazoli e Corrado Passera siano diventati piuttosto tesi. Il presidente carismatico si è chiuso nel riserbo e rifiuta di rilasciare dichiarazioni di qualsiasi genere. Da parte sua Corrado Passera avrebbe riannodato un dialogo con Alberto Nagel, direttore generale di Mediobanca, riprendendo l'ipotesi di separare da Pirelli le attività nelle telecomunicazioni. In questo progetto il pacchetto di Tronchetti Provera verrebbe liquidato al prezzo di 2,61.



Gli uscieri di BancaIntesa dicono che questa proposta sarebbe già stata comunicata a Tronchetti da Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate e investment di Sant'Intesa. Proposta rifiutata dal marito di Afef. L'impressione prevalente è comunque che le bocce si siano fermate e che, al di là dei tentativi di Passera e Nagel di trovare una rapida soluzione, si stia profilando la messa in disparte del genietto Braggiotti dall'intera partita.

4 - CITICORP STIMA ARPE - DRAGHI INCAMPO: CONTRO L'OPERAZIONE SANTANDER-CAPITALIA E SOLLECITA PROFUMO DI SPOSTARE IL SUO BARICENTRO IN ITALIA CON UN'OPA SU CAPITALIA
Malgrado la "frattura professionale" con Geronzi, Matteo Arpe sembra molto più tranquill. Una serenità che pare sia legata anche all'ipotesi che un domani gli olandesi di AbnAmro (soci di Capitalia) possano essere scalati non dalla banca inglese Barclays, ma dall'americana Citicorp, il colosso con il quale si ritiene che Arpe abbia rapporti privilegiati. Per altri invece la serenità di Arpe sarebbe legata a presunte difficoltà di Geronzi.

A questi rumors se ne aggiungono altri che riguardano lo stesso Geronzi alle prese con un doppio problema. Il primo è rappresentato dall'irritazione degli spagnoli del Santander che acquistando una piccola quota della banca romana pensavano di partecipare a un grande banchetto. Così aveva spiegato loro il francese Bollorè tracciando scenari bellissimi che spalancavano le porte di Capitalia, il portone di Mediobanca e i cancelli delle Generali.

L'operazione aveva risvolti suggestivi e al presidente del Santander, Emilio Botìn, il francese Bollorè avrebbe fatto intravedere la possibilità di sistemare Geronzi alla presidenza del Comitato di sorveglianza di Mediobanca. Ma Geronzi non ce l'ha fatta a estromettere Arpe, quindi spacchettare il pacchetto degli azionisti concedendo a Botin la possibilità di aumentare la sua quota in Capitalia. Geronzi sta ora cercando di riallacciare i rapporti con un Botin agitato proponendo al Santander un'opa mirata su Capitalia, mentre le partecipazioni Mediobanca-Generali andrebbero nelle mani di Bollorè, gran mediatore dell'affare.

A questo scenario Bankitalia alza il muro dell'italianità: qualsiasi scalata e arrivo di nuovi stranieri nelle grandi banche italiane e in Capitalia troverebbe in profondo disaccordo Mario Draghi. Per il Governatore la strada da battere è diversa e passa attraverso il rafforzamento delle primarie banche italiane, in particolare di Unicredit. Chi attribuisce a Draghi questa ipotesi sostiene anche che secondo l'opinione di via Nazionale la banca di Alessandro Profumo sia troppo sbilanciata sul mercato estero e abbia bisogno di rafforzare il suo primato contro qualsiasi eventualità di assalto straniero. In questa luce Draghi sollecita un baricentro italico grazie a un'aggregazione tra Unicredit e Capitalia. Ma bisognerà fare i conti con la politica (D'Alema, Prodi) e con Cesarone Geronzi che non ha nessuna voglia di finire in bocca a Unicredit seguendo il modello di ciò che è avvenuto per il SanPaolo di Torino con BancaIntesa.




Dagospia 28 Marzo 2007