CDA TELECOM, CHE REBUS - LE DIVERGENZE TRA AMICI DI ROSSI, TRONCHETTIANI E INDIPENDENTI FA SÌ CHE, IL 16 APRILE, SI VARERÀ UN BOARD DI TRANSIZIONE - L'IMPOSSIBILITÀ DI TROVARE, IN TEMPI BREVI, UNA VIA D'USCITA PER PIRELLI DA OLIMPIA...

1 - E IL CONSIGLIO VA IN FRANTUMI.
Vittorio Malagutti per "L'espresso"


Si racconta che il più indispettito di tutti fosse Domenico De Sole. Proprio lui, l'ex numero uno della Gucci, chiamato tre anni fa da Marco Tronchetti Provera nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia. De Sole era volato fino a Milano dall'America, dove risiede abitualmente, per partecipare alla riunione del comitato strategie del gruppo telefonico in programma per il primo marzo. Un appuntamento importante in vista della presentazione, di lì a una settimana, del nuovo piano industriale dell'azienda.

Ma quel giorno le attese dell'ex top manager del lusso made in Italy sono andate deluse. Il presidente Guido Rossi, lamentando un'indisposizione, si è appena affacciato alla riunione, mentre i due amministratori delegati Carlo Buora e Riccardo Ruggiero sono rimasti sulle generali. E il ruolo del comitato strategie, chiamato, come recitano i documenti ufficiali, 'a supportare il consiglio di amministrazione nell'elaborazione delle scelte strategiche alla luce dell'evoluzione dello scenario competitivo'? Difficile 'supportare' in mancanza di informazioni.

Niente da fare. Marco Onado e Pasquale Pistorio, gli altri due componenti, oltre a De Sole, del comitato strategie, hanno dovuto rassegnarsi. E infatti i vertici operativi del gruppo, cioè la triade Rossi-Buora-Ruggiero, ha sciolto il riserbo non prima del 6 marzo, con soli due giorni d'anticipo rispetto alla riunione decisiva. Cioè quella dell'8 marzo, quando il consiglio d'amministrazione ha infine approvato il piano industriale.

Viste le premesse, allora, c'è poco da sorprendersi se Guido Ferrarini, presidente del comitato di controllo interno di Telecom, il 15 marzo scorso è partito lancia in resta contro Rossi anche a nome degli altri 11 amministratori indipendenti sui 20 complessivi che fanno parte del board del gruppo. In una lettera al presidente, finita a tempo di record sul 'Wall Street Journal' del 20 marzo, Ferrarini ha messo nero su bianco i malumori che da mesi circolavano tra i suoi colleghi. In pratica più della metà dei consiglieri si lamentano di essere stati tagliati fuori dalle scelte decisive, da ultimo quella sul piano industriale e l'ipotetica alleanza con gli spagnoli di Telefonica. Il siluro anti Rossi arriva in extremis. L'intero consiglio è in scadenza e verrà rinnovato entro metà aprile, quando è convocata l'assemblea di Telecom...

2 - TELECOM, NUOVO CONSIGLIO SOLO PER UN ANNO.
Giovanni Pons per "la Repubblica"


Un cda di transizione. Questa è la soluzione che si sta delineando in vista dell´assemblea Telecom del 16 aprile prossimo quando i soci saranno chiamati a rinnovare l´intero consiglio di amministrazione in scadenza. Una necessità che nasce dall´impossibilità, in tempi brevi, di trovare una via d´uscita per Pirelli da Olimpia, la scatola finanziaria che custodisce il 18% della società telefonica.



I tentativi effettuati anche nelle ultime ore da Mediobanca e Intesa per mettere insieme una cordata in grado di pagare 2,7 euro per ogni azione Telecom a Marco Tronchetti Provera non hanno dato esito positivo. Solo a 2,4 euro l´operazione avrebbe chances di chiudersi. Mentre la soluzione della scissione di Pirelli, caldeggiata da Piazzetta Cuccia e Capitalia, è stata congelata dallo stesso Tronchetti una volta constatata la reazione in Borsa del titolo della Bicocca.

A questo punto non rimane che prendere tempo. Sperando o che il titolo Telecom risalga la china, sganciandosi dalla palude dei 2 euro e rotti per azione, o che Tronchetti, passati un paio di mesi, possa tornare ad accogliere l´idea di una scissione di Pirelli con termini leggermente modificati rispetto all´impostazione originaria.

Così, entro mercoledì 4, Olimpia e Mediobanca presenteranno una lista di consiglieri per il nuovo consiglio che vedrà ben poche variazioni rispetto alla situazione odierna. Guido Rossi presidente, Carlo Buora vicepresidente esecutivo, Riccardo Ruggiero amministratore delegato. E poi Carlo Puri Negri, Massimo Moratti, Domenico De Sole, Paolo Baratta, Renato Pagliaro e gli altri fino a un totale di 19 membri invece degli attuali 21.

Questa lista potrà contare su almeno il 24% del capitale (il 18% di Olimpia più il 6% circa in mano a Mediobanca e Generali) e con molta probabilità potrà esprimere 15 consiglieri su 19 (i 4/5 come indica lo statuto Telecom). Gli altri quattro nomi dovranno invece uscire dalle altre liste che, a differenza che in passato, potrebbero essere più di una. La Hopa ha confermato ieri l´intenzione di presentare un proprio elenco di nomi nel quale dovrebbe essere incluso l´avvocato Cesare Vecchio, attuale presidente di Fingruppo (la finanziaria bresciana controllata da Emilio Gnutti).

Il secondo nome in lista potrebbe essere Marco Morelli, amministratore delegato di Hopa e di Mps Finance che nelle ultime settimane ha seguito da vicino le trattative per la fusione con Mittel. Questa lista potrebbe designare uno o forse due consiglieri potendo contare sul 3,7% di Telecom posseduto da Holinvest e forse anche su quel 2% controllato dal finanziere Romain Zaleski.

La terza lista potrebbe essere quella presentata dai fondi di investimento i quali dovrebbero candidare Pasquale Pistorio e Guido Ferrarini, già consiglieri Telecom. La discesa in campo di Hopa avrà dunque l´effetto di spezzettare il fronte dei fondi che nell´ultima assemblea hanno potuto esprimere quattro consiglieri. Un fronte che potrebbe comunque catalizzare molti voti se, come sembra, diversi hedge fund fossero intenzionati a partecipare all´assemblea. Forse anche per manifestare un certo disappunto per l´incertezza che circonda il gruppo di tlc da sei mesi a questa parte.


Dagospia 30 Marzo 2007