DI BAMBI (SLIMANE) SENTIREMO PARLARE ANCORA (DIOR ADDIO) - COME SONO STATI 'DISEGNATI' I VESTITI DI MADONNA PER H&M - VALENTINO, 45 E NON PIÙ 45 - TACIROGLU, MAMMALATURCA - GUCCI PIÙ FAMOSO DI ARMANI.

Fashion Victims per "Prima Comunicazione" (www.primaonline.it)


1 - DI BAMBI NE SENTIREMO PARLARE ANCORA
- Vado, resto. Resto, vado. Datemi più soldi. No non li voglio. Producete la mia linea. No, non la produciamo. Ma forse, potrei rimanere se mi date tanti soldi in più, così almeno posso fare più libri e mostre di fotografia. Allora te li diamo, ma un po' meno. Sì, un po' meno ma con la produzione della mia linea. No, la linea no. Allora sono stanco: il mio nome vale almeno 10 milioni di euro, quindi... E allora, ci hai rotto. E allora me ne vado. Ma che sfinimento! E vattene. E allora, alla fine, come avevo scritto già in gennaio, Hedi Slimane ha lasciato Dior Homme. Se n'è andato. E tanto lo poteva dire subito. Ma no... Lui, che neanche se l'avesse inventata lui la moda, lo doveva far pesare.

È da luglio dello scorso anno che si dice che avrebbe lasciato la linea che gli è capitata tra capo e collo come un miracolo quando è uscito da Yves Saint Laurent, dove aveva cominciato da qualche stagione a fare l'uomo, perché era arrivato Tom Ford, e si sa che due galletti non possono stare nello stesso pollaio. Per carità, ha lavorato bene in questi sei anni, ce l'ha messa tutta, ora l'uomo di Dior si può anche guardare e, qualche volta, comprare. Ma farla pesare così no, non si può. E allora, zac!, la punizione della grande famiglia Dior con la firma del perfido presidente Sidney Toledano. Cosa ti fanno quei gran signori della maison più reputata del pianeta? Slimane se ne va, ma loro non lo dicono. Con grande signorilità, comunicano solo che: "Kris Van Assche as artistic director of Dior Homme". Cioè, con un comunicato scarno quanto la stitichezza, dicono solo che dal 29 marzo 2007 il nuovo direttore artistico è un altro. Di cui, tra l'altro, omettono buona parte del curriculum.

Dicono, infatti, che dopo essere stato da Saint Laurent e da Dior Homme (anche lui), nel 2005 ha lanciato la propria linea, senza specificare che dai due grandi marchi aveva lavorato proprio sotto Slimane, come assistente. Praticamente, uno schiaffo, sonoro e dispettoso. E dove è finita l'elegante formula "ringraziamo Slimane per il lavoro svolto fin qui"? Tutto sommato, se non ci fosse stato Bambi, come lo chiamano tutti i suoi fan, Dior Homme sarebbe ancora un marchio per vecchi signori con la pancetta e non il marchio di culto per executive modaioli e rockettari incalliti. Eppure, così vanno le cose del mondo della moda.

Ora, su Slimane si fanno le ipotesi più strampalate: chi dice che produrrà finalmente la propria linea con il Gruppo Ppr (Gucci) e chi dice che contemporaneamente prende il posto di quell'antico di Stefano Pilati da Saint Laurent (stesso gruppo. E questa sì che sarebbe una bella mossa per il gruppo). Altri, come avevo invece scritto io sempre a gennaio (scusate, lo so: chi si loda s'imbroda. Ma è solo perché mi accusano di inventarmi le cose...), sostengono ancora che per il momento farà il progetto Chanel Homme e poi, quando il suo amico-mentore Karl Lagerfeld si ritirerà, prenderà in mano tutta Chanel, donna compresa.

Ipotesi che ci stanno tutte. Se non che, c'è chi giura di aver già visto la collezione uomo di Chanel by Slimane. Congetture, lacrime e disperazione, nel solito dramma del nulla che prende le fashion victims ogni volta che, nella moda, cambia qualcosa. La fine di un'epoca!, urlano gli aficionados. E che sarà mai? Per un Bambi che va uno sgamato che arriva. E poi vedrete: così attaccato al guadagno com'è, di Bambi ne sentiremo parlare ancora. E meglio di Tom, che tutto quello che ha saputo fare è stato aprire un negozio a Madison Avenue.



2 - VENGA A PRENDERE UN CAFFÈ - Ho invitato Margareta van der Bosch, la capa degli stilisti del colosso del fast fashion H&M, a fare una prima colazione a casa mia. Aspettando ansiosa che mi dica di sì, ho tirato fuori dai bauli tutti i miei vestiti che sono anni che non metto (che dire, mi è venuto male: un patrimonio buttato). Ora, la speranza è che Margareta faccia con me come ha fatto a casa di Madonna. Quando l'anno scorso è andata a casa della Blonde Ambition per convincerla a firmare una collezione per i grandi magazzini, lei che è furba le ha fatto vedere tutti i suoi vestiti e Margareta è caduta come in estasi davanti a tanta abbondanza di vestiti firmati dai più grandi stilisti del mondo (capito il metodo di ricerca?).

E così, Madonna si è risparmiata la fatica di pensare e H&M quella di aspettare che qualcuno disegnasse la collezione che doveva firmare Madonna, per poi vendere i vestiti della linea `M by Madonna' per una media che sta sotto i cento euro l'uno. A me, che sono disposta a darle anche il cornetto con il caffè, basterebbe che Margareta mi facesse rientrare dal deficit e mi allargasse l'armadio portandosi via una trentina di vestiti. Che tanto più brutti di quelli di Madonna non sono, lo giuro.

3 - AL SERVIZIO DI VALENTINO - Forse è proprio vero che questa volta Valentino si ritira. I segnali ci sono tutti. Già all'ultima sfilata di Parigi è uscito in passerella piangendo e poi nessuno ha smentito con decisione i rumors sul suo addio. E forse è anche ora che Matteo Marzotto trovi la sua soddisfazione e metta alla testa del marchio del suo gruppo lo stilista che vuole. A Valentino gli esami non servono più. Tanto più che solo per aver annunciato le date dei festeggiamenti del suo 45° anniversario, il 6 e 7 luglio a Roma, ha avuto il potere di far spostare tutti i calendari della moda tra giugno e luglio: l'uomo a Milano, la Haute Couture e l'uomo a Parigi, tutti anticipati. Se sua maestà festeggia, è giusto che tutti siano al suo servizio. Ma 45 che anniversario è? Perché festeggia il suo 45° compleanno se non è l'ultimo? Good-bye Valentino, ci hai dato vestiti indimenticabili.

4 - TURCHI A MILANO - Ha debuttato a Milano, fuori da ogni appuntamento della moda, la stilista turca Nedret Taciroglu, famosa perché nel secolo che fu aveva cucito dei completi di pelle per Nancy Reagan. L'annuncio dell'ufficio stampa diceva che alla sfilata sarebbe andata l'assessore di Milano Tiziana Maiolo, insieme ovviamente con il console turco. E la gente della moda di Milano è scappata da un'altra parte.

5 - SMS - Taccio sulla vicenda dell'articolo del "Corriere della Sera" su Allegra Versace. Ma faccio una domanda: che fine ha fatto il garante della privacy, è ancora tramortito dal giro by night di Sircana?
Qualcuno dica a Giorgio Armani che, secondo una ricerca di Oc&M, il marchio italiano più famoso al mondo è Gucci. La rielezione di Mario Boselli alla presidenza della Camera della moda è l'ultimo sintomo di mancanza di fantasia della moda italiana.


Dagospia 18 Aprile 2007