SORGI SCARICA LA VIGNETTA "ORRIPILANTE" E CHIEDE SCUSA AI LETTORI DE "LA STAMPA". ORE CONTATE PER FORATTINI?
Una vignetta lo seppellirà. Giorgio Forattini, "stavolta ha passato il segno, e vogliamo riconoscerlo apertamente", scrive il direttore della Stampa Marcello Sorgi. Che ieri sera - subissato di lettere di protesta ed e-mail di indignazione, tra le quali quella di Alain Elkann indirizzata direttamente all'editore, cioè Gianni Agnelli - ha dato ordine di cassare dal sito del quotidiano torinese la vignetta incriminata - riprodotta qui di seguito.
«Una vignetta, su un giornale noto per le sue battaglie civili e laiche, che non esito a definire - ha tuonato il presidente delle Comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto - orripilante. Ritorna così a galla, come dato indiscutibile a monte della caricatura stessa, l'accusa di deicidio che pareva essere scomparsa dopo il Concilio Vaticano II. E questo proprio nel momento in cui l'Europa è scossa da una nuova ondata di attentati contro le nostre sinagoghe».
Per il vignettista romano si ripete il copione che lo accompagna da sempre: durante il suo periodo di prima matita a Repubblica, ogni mattina Scalfari era costretto a rintuzzare le accuse di qualunquismo-fascismo-destrismo-conformismo che la redazione furiosa lanciava contro la vignetta di Forattini. Riassumeva per tutti Michele Serra: "Fa un umorismo generico nel quale c'è, a malapena, lo sghignazzo del piccolo borghese". Giorgione replicava: "Sono contro tutti i partiti. Se qualunquismo vuol dire indipendente, mi va benissimo".
Adesso tocca a la Stampa. Ci si domanda, intanto, chi era al desk quando è arrivata via fax la vignetta. Si sa che Marcello Sorgi era in ferie pasquali (tornerà a Torino lunedì). Il suo condirettore, Gianni Riotta, perché non l'ha cestinata? Quello che è certo è che ieri è successo un ambaradan in redazione. Da parte sua, Forattini ha rilasciato la seguente dichiarazione all'Ansa: «Faccio vignette satiriche che si occupano di quello che succede di giorno in giorno. E non sono anti qualcuno o qualcosa. Mi spiace di aver indignato Luzzatto, ma il presidente dell'Ucei si sarebbe dovuto accorgere anche delle vignette che feci sul terrorismo palestinese e in particolare quella sul linciaggio dei due soldati israeliani e su Arafat come capo del terrorismo».
Dopo la "sconfessione" di Sorgi, ore contate per Forattini? Alla Stampa - come successe già a Repubblica - si ubriacherebbero anche di lisoformio in caso di dimissioni. Ma c'è un ma. Il vignettista che "per primo ha aperto un mercato per la satira" (Staino) ha un alleato imbattibile: l'Avvocato. Che, da sempre, ha una fissa per Forattini: fu l'agnelloide a ricoprirlo d'oro e a riportarlo sulla prima pagina de La Stampa.
IL DOVERE DI CHIEDERE SCUSA
Marcello Sorgi ai lettori de La Stampa
Molti lettori ebrei e cattolici ci hanno scritto e telefonato per protestare contro la vignetta pubblicata ieri dalla «Stampa», in cui Forattini, nel giorno dell'assedio di Betlemme, aveva disegnato un bambin Gesù che teme di essere colpito da un carro armato israeliano.
Il tema della vignetta, ancorché legato all'attualità, l'eco di una questione - l'accusa di «deicidio» - inequivocabilmente chiarita sul piano storico e dottrinario, uniti al clima molto pesante di questi giorni di guerra, hanno offeso la sensibilità dei nostri lettori sul piano più profondo, quello della fede e dei valori. La satira, si sa, è per definizione mirata a suscitare reazioni forti. Stavolta ha passato il segno, e vogliamo riconoscerlo apertamente. Ed anche se non era nelle intenzioni di nessuno offendere, sentiamo il dovere di chiedere scusa.
Dagospia.com 4 Aprile 2002
«Una vignetta, su un giornale noto per le sue battaglie civili e laiche, che non esito a definire - ha tuonato il presidente delle Comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto - orripilante. Ritorna così a galla, come dato indiscutibile a monte della caricatura stessa, l'accusa di deicidio che pareva essere scomparsa dopo il Concilio Vaticano II. E questo proprio nel momento in cui l'Europa è scossa da una nuova ondata di attentati contro le nostre sinagoghe».
Per il vignettista romano si ripete il copione che lo accompagna da sempre: durante il suo periodo di prima matita a Repubblica, ogni mattina Scalfari era costretto a rintuzzare le accuse di qualunquismo-fascismo-destrismo-conformismo che la redazione furiosa lanciava contro la vignetta di Forattini. Riassumeva per tutti Michele Serra: "Fa un umorismo generico nel quale c'è, a malapena, lo sghignazzo del piccolo borghese". Giorgione replicava: "Sono contro tutti i partiti. Se qualunquismo vuol dire indipendente, mi va benissimo".
Adesso tocca a la Stampa. Ci si domanda, intanto, chi era al desk quando è arrivata via fax la vignetta. Si sa che Marcello Sorgi era in ferie pasquali (tornerà a Torino lunedì). Il suo condirettore, Gianni Riotta, perché non l'ha cestinata? Quello che è certo è che ieri è successo un ambaradan in redazione. Da parte sua, Forattini ha rilasciato la seguente dichiarazione all'Ansa: «Faccio vignette satiriche che si occupano di quello che succede di giorno in giorno. E non sono anti qualcuno o qualcosa. Mi spiace di aver indignato Luzzatto, ma il presidente dell'Ucei si sarebbe dovuto accorgere anche delle vignette che feci sul terrorismo palestinese e in particolare quella sul linciaggio dei due soldati israeliani e su Arafat come capo del terrorismo».
Dopo la "sconfessione" di Sorgi, ore contate per Forattini? Alla Stampa - come successe già a Repubblica - si ubriacherebbero anche di lisoformio in caso di dimissioni. Ma c'è un ma. Il vignettista che "per primo ha aperto un mercato per la satira" (Staino) ha un alleato imbattibile: l'Avvocato. Che, da sempre, ha una fissa per Forattini: fu l'agnelloide a ricoprirlo d'oro e a riportarlo sulla prima pagina de La Stampa.
IL DOVERE DI CHIEDERE SCUSA
Marcello Sorgi ai lettori de La Stampa
Molti lettori ebrei e cattolici ci hanno scritto e telefonato per protestare contro la vignetta pubblicata ieri dalla «Stampa», in cui Forattini, nel giorno dell'assedio di Betlemme, aveva disegnato un bambin Gesù che teme di essere colpito da un carro armato israeliano.
Il tema della vignetta, ancorché legato all'attualità, l'eco di una questione - l'accusa di «deicidio» - inequivocabilmente chiarita sul piano storico e dottrinario, uniti al clima molto pesante di questi giorni di guerra, hanno offeso la sensibilità dei nostri lettori sul piano più profondo, quello della fede e dei valori. La satira, si sa, è per definizione mirata a suscitare reazioni forti. Stavolta ha passato il segno, e vogliamo riconoscerlo apertamente. Ed anche se non era nelle intenzioni di nessuno offendere, sentiamo il dovere di chiedere scusa.
Dagospia.com 4 Aprile 2002