8 AGOSTO, VENT'ANNI DI FALCE & SECCHIELLO ALL'ULTIMA SPIAGGIA DI CAPALBIO
LA PICCOLA ATENE SI FESTEGGIA CON DANZE, SPAGHETTI E UN HORROR DI POESIE
PIZZI FA A PEZZI FABIANI, COLOMBO, ASOR ROSA, LEVI MA SALVA LA PALOMBELLISSIMA
LA PICCOLA ATENE SI FESTEGGIA CON DANZE, SPAGHETTI E UN HORROR DI POESIE
PIZZI FA A PEZZI FABIANI, COLOMBO, ASOR ROSA, LEVI MA SALVA LA PALOMBELLISSIMA
Antonella Piperno per Panorama
Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
Il film promette di diventare un cult, una sorta di Sapore di mare in versione intellettual-snob. Si chiama Vent'anni all'Ultima spiaggia, è ambientato nell'esclusivo arenile di Capalbio e insieme al libro celebrativo sarà il pezzo forte del party che l'8 agosto, con danze, spaghetti alle vongole e un pensoso recital poetico teso a ricordare che quella è la «piccola Atene», mica Milano Marittima, festeggerà i primi due decenni del bagnasciuga. Protagonisti, potenti vacanzieri come il vicepremier Francesco Rutelli, il presidente Rai Claudio Petruccioli, il numero uno di Roma metropolitane Chicco Testa, i quali, intervistati dal regista-bagnante Francesco Eramo, 16 anni, raccontano aneddoti della spiaggia da sempre colonizzata dall'intellighentia di sinistra.
Come quello sui lettini che all'inizio erano bianchi e arancioni. E quando, nel 1994, i proprietari per rinnovarli e «per intonarli al mare» li scelsero azzurri, qualcuno pensò a un cambiamento di casacca balneare in omaggio alla neonata formazione di Forza Italia.
Non scherziamo: è vero che qualche innesto bipartisan c'è stato con Ferdinando Adornato e Giorgio La Malfa, ma l'Ultima spiaggia ha perfino l'indirizzo di sinistra, largo Enrico Berlinguer. E deve tutto ad Achille Occhetto, primo a spostarsi dalla spiaggia di Macchia tonda al nuovo arenile, messo su da Riccardo Manfredi e Valerio Burroni (ex calciatori di serie D e C), con Adalberto Sabbatini e Marcello Cima.
Adesso i fondatori danno del tu a tutti i clienti: l'ambasciatore Ue Cangelosi è solo «Rocco», Asor Rosa «Alberto» e così via. Gente che sborsa 1.000 euro al mese per due lettini più ombrellone e 1.200 se, come Petruccioli, si opta per la più confortevole tenda. Un'innovazione degli ultimi anni accanto al lavapiedi preteso da Mimma Golino, moglie dell'intellettuale di sinistra Enzo, al capanno dove l'egiziano Mohammed fa massaggi ayurvedici, suggerito dalla giornalista Barbara Palombelli, e al pranzo servito sotto l'ombrellone perché Golino e Nicola Caracciolo sono insofferenti alla fila al ristorante.
Per i dorati clienti i quattro soci fanno di tutto: tornei di pattino (i campioni sono Testa e Luca Barbareschi), partite di pallone, staff contro clienti per far divertire Adornato. Li adorano: per fedeltà, portafoglio, ma anche perché hanno imparato ad amare la scomoda Maremma, mica come i fiorentini che chiedevano «Ma l'è 'ndov'è il lungomare?» ride Burroni.
Le regole però sono severe: niente palloni, stereo, racchettoni. E poi ci sono quelle non scritte: se una coppia si separa, la spiaggia resta alla moglie: è stato così prima per Claudia Gerini e il suo ex Alessandro Enginoli, e quest'anno per Camilla Apollonj Ghetti e Claudio Martelli.
Anche se il matrimonio con Aureliana Alberici tiene, «Achille» però si è spostato più a nord. Non prima di convogliare all'Ultima spiaggia una sfilza di potenti: Furio Colombo, il ministro Linda Lanzillotta, il filosofo Giacomo Marramao. Ma l'ex segretario del Pds non è curiosamente nella lista degli invitati alla festa del ventennale: «Ci sarebbe piaciuto averlo, ma non viene più da anni, non sapremmo neanche dove trovarlo» spiega Manfredi.
Allora forse è vera la malignità che all'Ultima spiaggia quando sei in sella hai il codazzo e quando sei un po' in ombra diventi trasparente, come succedeva a Giorgio Napolitano che l'anno prima di diventare presidente della Repubblica a tavola poteva contare solo sulla compagnia del nipotino. O a Petruccioli che si dice abbia la fila all'ombrellone solo da quando è al vertice Rai. «Sono tutte stupidaggini» taglia corto lui con Panorama «anzi, da quando sono in viale Mazzini sono diventato molto più scorbutico, in spiaggia leggo e parlo molto meno».
Sarà così? Di sicuro gli habitué reagiscono con fastidio snob alla pressione mediatica: «Ma che cosa abbiamo di diverso dai frequentatori degli altri stabilimenti?» si meraviglia Fabiano Fabiani, presidente Acea ed ex numero uno della Finmeccanica. «Faccio il bagno, leggo il giornale come tanti altri e poi me ne torno a casa». A volersi fermare ai numeri si potrebbe pure dargli ragione: appena 150 metri di lunghezza, quattro file, 140 ombrelloni, 10 tende. Però l'Ultima spiaggia è interdetta ai clienti giornalieri: «Non è snobismo, i nostri lettini sono tutti prenotati per la stagione» informa Manfredi. Il segreto è tutto lì: in questi 20 anni l'Italia ha cambiato 14 governi ma in spiaggia ad annoiarsi e a tessere relazioni ci sono sempre le stesse rassicuranti facce (e cariche) che contano.
«Capalbio è la Corazzata Potemkin dei potenti» ha osato scrivere la scorsa estate Maria Laura Rodotà sul Corriere della sera, provocando ira e lettera fremente dei bagnanti. Tutti dotati di case maremmane a due piani con tanto di porcilaie, che hanno trasformato in belle ville dove si scambiano blindati e strategici inviti a cena.
«Stasera dormo in porcilaia», è il tormentone dei milanesi con erre moscia che si sono accodati ai romani, veri dominatori di Capalbio. Il toscano più illustre è Pier Luigi Vigna, che da procuratore nazionale antimafia scendeva in spiaggia con la scorta. Oggi che è solo presidente onorario di Corte di cassazione i gorilla non ce li ha più (sorvegliano Rutelli, l'unico in slip perché non sopporta di tenersi addosso i boxer bagnati), arriva in pantaloncini e cappellino rossi, cesta di vimini e da 7 anni anima il torneo di scopone scientifico arrabbiandosi perché non riesce mai a vincerlo.
Il campione è il capo dei vigili urbani locali Rinaldo Rinaldi, e Vigna cercherà di batterlo nella edizione dell'11 agosto. Intanto con il vicino di ombrellone Pino Buongiorno, vicedirettore di Panorama, sta scrivendo la sua biografia, e poi si appesantisce la giornata saltando da una tavola rotonda all'altra. «Villeggiare a Capalbio può essere impegnativo» scherza raccontando della conferenza su «Pari opportunità su una libera terra» e dei tanti appuntamenti culturali che rinvigoriscono l'ego dei bagnanti: la kermesse letteraria «Uno scrittore un'estate», Capalbio art, il concorso di poesia «Carmina dant panem» al modaiolo ristorante Frantoio, organizzato anche da Giovanna Nuvoletti, la moglie di Petruccioli.
«È vero che all'Ultima spiaggia c'è gente impegnata, ma alla fine sotto gli ombrelloni si parla soprattutto di cosa mangiare la sera» minimizza Barbara Palombelli, che l'anno scorso è stata presa di mira da una candid camera di Matrix con un finto vu' cumprà che testava le reazioni dei potenti: gentili i Rutelli, piuttosto sgarbato Petruccioli.
Uno dei pochi sussulti, insieme a una secchiata di sabbia lanciata da Lorenzo Jovanotti sull'obiettivo del fotografo Umberto Pizzi, a un'incursione della top model Naomi Campbell, al primo topless della giornalista tv Lilli Gruber, e all'«onda anomala» che tutti i giorni alle 13 arrivava oltre la prima fila di ombrelloni, resa un tormentone dal Messaggero e dal relativo tifo (per l'onda) che facevano i rivali storici di Sabaudia. Tutto il resto è un pluriennale, noioso ma molto proficuo trantran.
Dagospia 06 Agosto 2007
Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
Il film promette di diventare un cult, una sorta di Sapore di mare in versione intellettual-snob. Si chiama Vent'anni all'Ultima spiaggia, è ambientato nell'esclusivo arenile di Capalbio e insieme al libro celebrativo sarà il pezzo forte del party che l'8 agosto, con danze, spaghetti alle vongole e un pensoso recital poetico teso a ricordare che quella è la «piccola Atene», mica Milano Marittima, festeggerà i primi due decenni del bagnasciuga. Protagonisti, potenti vacanzieri come il vicepremier Francesco Rutelli, il presidente Rai Claudio Petruccioli, il numero uno di Roma metropolitane Chicco Testa, i quali, intervistati dal regista-bagnante Francesco Eramo, 16 anni, raccontano aneddoti della spiaggia da sempre colonizzata dall'intellighentia di sinistra.
Come quello sui lettini che all'inizio erano bianchi e arancioni. E quando, nel 1994, i proprietari per rinnovarli e «per intonarli al mare» li scelsero azzurri, qualcuno pensò a un cambiamento di casacca balneare in omaggio alla neonata formazione di Forza Italia.
Non scherziamo: è vero che qualche innesto bipartisan c'è stato con Ferdinando Adornato e Giorgio La Malfa, ma l'Ultima spiaggia ha perfino l'indirizzo di sinistra, largo Enrico Berlinguer. E deve tutto ad Achille Occhetto, primo a spostarsi dalla spiaggia di Macchia tonda al nuovo arenile, messo su da Riccardo Manfredi e Valerio Burroni (ex calciatori di serie D e C), con Adalberto Sabbatini e Marcello Cima.
Adesso i fondatori danno del tu a tutti i clienti: l'ambasciatore Ue Cangelosi è solo «Rocco», Asor Rosa «Alberto» e così via. Gente che sborsa 1.000 euro al mese per due lettini più ombrellone e 1.200 se, come Petruccioli, si opta per la più confortevole tenda. Un'innovazione degli ultimi anni accanto al lavapiedi preteso da Mimma Golino, moglie dell'intellettuale di sinistra Enzo, al capanno dove l'egiziano Mohammed fa massaggi ayurvedici, suggerito dalla giornalista Barbara Palombelli, e al pranzo servito sotto l'ombrellone perché Golino e Nicola Caracciolo sono insofferenti alla fila al ristorante.
Per i dorati clienti i quattro soci fanno di tutto: tornei di pattino (i campioni sono Testa e Luca Barbareschi), partite di pallone, staff contro clienti per far divertire Adornato. Li adorano: per fedeltà, portafoglio, ma anche perché hanno imparato ad amare la scomoda Maremma, mica come i fiorentini che chiedevano «Ma l'è 'ndov'è il lungomare?» ride Burroni.
Le regole però sono severe: niente palloni, stereo, racchettoni. E poi ci sono quelle non scritte: se una coppia si separa, la spiaggia resta alla moglie: è stato così prima per Claudia Gerini e il suo ex Alessandro Enginoli, e quest'anno per Camilla Apollonj Ghetti e Claudio Martelli.
Anche se il matrimonio con Aureliana Alberici tiene, «Achille» però si è spostato più a nord. Non prima di convogliare all'Ultima spiaggia una sfilza di potenti: Furio Colombo, il ministro Linda Lanzillotta, il filosofo Giacomo Marramao. Ma l'ex segretario del Pds non è curiosamente nella lista degli invitati alla festa del ventennale: «Ci sarebbe piaciuto averlo, ma non viene più da anni, non sapremmo neanche dove trovarlo» spiega Manfredi.
Allora forse è vera la malignità che all'Ultima spiaggia quando sei in sella hai il codazzo e quando sei un po' in ombra diventi trasparente, come succedeva a Giorgio Napolitano che l'anno prima di diventare presidente della Repubblica a tavola poteva contare solo sulla compagnia del nipotino. O a Petruccioli che si dice abbia la fila all'ombrellone solo da quando è al vertice Rai. «Sono tutte stupidaggini» taglia corto lui con Panorama «anzi, da quando sono in viale Mazzini sono diventato molto più scorbutico, in spiaggia leggo e parlo molto meno».
Sarà così? Di sicuro gli habitué reagiscono con fastidio snob alla pressione mediatica: «Ma che cosa abbiamo di diverso dai frequentatori degli altri stabilimenti?» si meraviglia Fabiano Fabiani, presidente Acea ed ex numero uno della Finmeccanica. «Faccio il bagno, leggo il giornale come tanti altri e poi me ne torno a casa». A volersi fermare ai numeri si potrebbe pure dargli ragione: appena 150 metri di lunghezza, quattro file, 140 ombrelloni, 10 tende. Però l'Ultima spiaggia è interdetta ai clienti giornalieri: «Non è snobismo, i nostri lettini sono tutti prenotati per la stagione» informa Manfredi. Il segreto è tutto lì: in questi 20 anni l'Italia ha cambiato 14 governi ma in spiaggia ad annoiarsi e a tessere relazioni ci sono sempre le stesse rassicuranti facce (e cariche) che contano.
«Capalbio è la Corazzata Potemkin dei potenti» ha osato scrivere la scorsa estate Maria Laura Rodotà sul Corriere della sera, provocando ira e lettera fremente dei bagnanti. Tutti dotati di case maremmane a due piani con tanto di porcilaie, che hanno trasformato in belle ville dove si scambiano blindati e strategici inviti a cena.
«Stasera dormo in porcilaia», è il tormentone dei milanesi con erre moscia che si sono accodati ai romani, veri dominatori di Capalbio. Il toscano più illustre è Pier Luigi Vigna, che da procuratore nazionale antimafia scendeva in spiaggia con la scorta. Oggi che è solo presidente onorario di Corte di cassazione i gorilla non ce li ha più (sorvegliano Rutelli, l'unico in slip perché non sopporta di tenersi addosso i boxer bagnati), arriva in pantaloncini e cappellino rossi, cesta di vimini e da 7 anni anima il torneo di scopone scientifico arrabbiandosi perché non riesce mai a vincerlo.
Il campione è il capo dei vigili urbani locali Rinaldo Rinaldi, e Vigna cercherà di batterlo nella edizione dell'11 agosto. Intanto con il vicino di ombrellone Pino Buongiorno, vicedirettore di Panorama, sta scrivendo la sua biografia, e poi si appesantisce la giornata saltando da una tavola rotonda all'altra. «Villeggiare a Capalbio può essere impegnativo» scherza raccontando della conferenza su «Pari opportunità su una libera terra» e dei tanti appuntamenti culturali che rinvigoriscono l'ego dei bagnanti: la kermesse letteraria «Uno scrittore un'estate», Capalbio art, il concorso di poesia «Carmina dant panem» al modaiolo ristorante Frantoio, organizzato anche da Giovanna Nuvoletti, la moglie di Petruccioli.
«È vero che all'Ultima spiaggia c'è gente impegnata, ma alla fine sotto gli ombrelloni si parla soprattutto di cosa mangiare la sera» minimizza Barbara Palombelli, che l'anno scorso è stata presa di mira da una candid camera di Matrix con un finto vu' cumprà che testava le reazioni dei potenti: gentili i Rutelli, piuttosto sgarbato Petruccioli.
Uno dei pochi sussulti, insieme a una secchiata di sabbia lanciata da Lorenzo Jovanotti sull'obiettivo del fotografo Umberto Pizzi, a un'incursione della top model Naomi Campbell, al primo topless della giornalista tv Lilli Gruber, e all'«onda anomala» che tutti i giorni alle 13 arrivava oltre la prima fila di ombrelloni, resa un tormentone dal Messaggero e dal relativo tifo (per l'onda) che facevano i rivali storici di Sabaudia. Tutto il resto è un pluriennale, noioso ma molto proficuo trantran.
Dagospia 06 Agosto 2007