ABN-RBS: OK GOVERNO OLANDESE - IL MEA CULPA DI GREENSPAN - DELISTING FASTWEB - NORTHERN ROCK, RISCHIO SENZA RETE - UNI-CAPITALIA: QUALI BENEFICI? - LOW-COST BANK - RYANAIR NON PAGA I TESTIMONIAL (E ROSSI S'INCAZZA) - DAL QATAR UN CAVALLO DI TROIA.
1 - RBS: BENE OK GOVERNO OLANDA SU ABN AMRO
(Ansa) - Royal Bank of Scotland, Banco Santander e Fortis, il consorzio che ha avanzato un'offerta per rilevare Abn Amro, accoglie con soddisfazione il via libera del ministro delle finanze olandese all'opa. Il via libera - afferma il consorzio, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg - rappresenta ''un importante passaggio'' per il completamento dell'operazione. Il consorzio ha altresi' annunciato che assicurera' ''il piano di transizione'' di Abn e la ''continuita' con i vertici''.
Secondo alcune indiscrezioni stampa, sia l'ad di Abn, Rijkman Groenink, sia il presidente della banca olandese, Arthur Martinez, saranno sostituiti nel caso in cui l'opa del consorzio guidato da Rbs andasse a termine. Rbs ha incassato ieri il via libera del governo olandese all'opa sull'Abn. L'offerta da 71,3 miliardi di euro avanzata da Rbs e' in gara con quella da 58,4 miliardi di Barclays.
2 - IL MEA CULPA DI ALAN GREENSPAN SUL DENARO FACILE DELLA FED.
Hugo Dixon per "la Repubblica" - Ad Alan Greenspan i mezzi certo non mancano per sfruttare i suoi errori a proprio vantaggio. Nel suo libro di memorie appena pubblicato, per il quale gira voce che abbia ricevuto la somma di ben 8 milioni di dollari, pari a 16.000 dollari a pagina, l´ex numero uno della Fed ammette di non essere stato in grado di rilevare gli eccessi del mercato dei mutui Usa fino a quando ormai non era troppo tardi. Forse perché era troppo indaffarato a mettere a punto i suoi discorsi, notoriamente sibillini, sulla politica monetaria.
Un errore che probabilmente l´economia statunitense pagherà a caro prezzo, considerando che da esso sono scaturiti una costruzione di immobili a dismisura e una vera e propria febbre immobiliare in molte parti del paese, che ora potrebbe sfociare in un´ondata di pignoramenti. C´è almeno un esperto, il cui pensiero è spiattellato sulle prime pagine di tutto il mondo, secondo cui i prezzi delle case potrebbero diminuire di valori a «due cifre», mentre la possibilità che gli Usa finiscano nel tunnel della recessione è, sempre a suo dire, del 50%.
L´esperto che ha catturato le prime pagine dei giornali è Greenspan in persona. L´ultraottantenne ex capo della Fed ha chiaramente e sapientemente corretto il tiro, conscio che il tipo di gergo prolisso ed ermetico da banchiere centrale, che lo ha portato ad essere visto dai mercati come un genio, difficilmente lo avrebbe reso un eroe agli occhi degli editori. Ma nel promuovere le vendite del memoriale, creando sconforto sui mercati, l´ex numero uno della Fed ha spostato l´attenzione su un aspetto meno gratificante della sua eredità: un´economia Usa pericolosamente sovraindebitata. Questo gli costerà caro, ancorché in una valuta diversa: la sua reputazione.
3 - NORTHERN ROCK, LA STORIA SI RIPETE.
Hugo Dixon per "la Repubblica" - Che cosa ha in comune il dissesto della banca inglese Northern Rock con le difficoltà degli intermediari, il tracollo del fondo Lctm e la crisi asiatica? La radice di tutti questi pastrocchi finanziari è la pratica di procurarsi, indebitandosi a breve scadenza, fondi da investire a lungo termine, sovente in immobili. Fino a quando i mercati vanno bene può sembrare una strategia vincente perché i finanziamenti brevi sono meno onerosi di quelli a lungo termine (infatti Northern Rock era stata premiata dall´impennata della quotazione in Borsa), ma è un esercizio di alta acrobazia: quando la liquidità del sistema si contrae, chi si è impegolato in simili funambolismi si ritrova sospeso nel vuoto senza rete di sicurezza, a meno che qualche ente pubblico accorra al salvataggio per evitare guai peggiori. Le banche che investono in beni illiquidi (sia direttamente come Northern Rock, sia indirettamente finanziando chi investe in cartolarizzazioni) devono tutelarsi con ammortizzatori molto robusti, specie quando per reperire i fondi ci si indebita a breve scadenza.
L´imposizione di coefficienti patrimoniali che attribuiscano il giusto peso a queste "scadenze asimmetriche" farebbe salire i costi di simili operazioni e dissuaderebbe da molti comportamenti irresponsabili, ma forse è troppo pretendere che le banche si adeguino spontaneamente, tanto più vista la tendenza delle autorità a salvarle dagli effetti dei loro errori. Stavolta però, dopo la peggiore crisi del credito da decenni, gli organi di vigilanza dovranno prendere provvedimenti seri, o tra qualche anno vedremo altre crisi e altri salvataggi.
4 - DELISTING SCONTATO.
Luca Pagni per "la Repubblica" - Il delisting corre sul filo. Anzi, lungo la fibra ottica. I manager svizzeri di Swisscom sembrano non avere più dubbi. E con tutta probabilità non li hanno mai avuti fin da quando hanno lanciato l´Opa su Fastweb, il secondo operatore di telefonia fissa dopo Telecom. L´ex creatura di Francesco Micheli e Silvio Scaglia, in realtà, era destinata a lasciare Piazza Affari fin da quando i manager svizzeri hanno avuto la certezza di aver messo le mani su un più che consistente pacchetto di titoli, per la precisione l´82,08% raccolto al termine del periodo dell´offerta. Gli unici dubbi rimanevano sul quando avviare le procedure del delisting.
Ora non più: l´operazione dovrebbe scattare a metà ottobre, subito dopo lo stacco del superdividendo che paga circa il 10% del valore del titolo. A quel punto raccogliere il 18% del flottante rimasto dovrebbe costare meno alla società, visto che senza l´appeal dell´extra-cedola il titolo potrebbe proseguire nella china discendente che l´ha già portato a quotare oggi 10 euro in meno dell´Opa che venne lanciata a quota 47 euro.
5 - UNI-CAPITALIA: ANTITRUST, RENDERE VISIBILI BENEFICI DA FUSIONE.
(Asca) - ''Rendere visibili i benefici che il consumatore puo' trarre dalla fusione''. Sarebbe questa la novita' contenuta nel provvedimento dell'Antitrust sulla fusione Unicredit-Capitalia. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, l'impegno delle due banche riguarderebbe le commissioni. L'Antitrust, inoltre, non dovrebbe creare ostacoli alla fusione sul fronte degli intrecci azionari, mentre il legame Unicredit-Mediobanca-Generali-Intesa Sanpaolo, dovrebbe essere solo marginalmente scalfito. La decisione dell'Antitrust e' comunque attesa nelle prossime ore.
6 - DEUTSCHE BANK PUNTA SUL LOW-COST.
B. R. per "Il Sole 24 Ore" - Per principio, low-cost sono le linee aeree e i supermercati, non certo le banche. Eppure, in Germania gli istituti di credito stanno cambiando. Da metà mese, Deutsche Bank offre servizi finanziari a basso costo, usando come piattaforma Norisbank, la società finanziaria acquistata nel 2006 per circa 420 milioni di euro. La strategia è chiara: pochi fronzoli, un numero limitato di filiali (97), accesso via internet e via telefono.
L'obiettivo della banca è di triplicare il numero dei clienti da 300mila a un milione entro il 2010, con offerte particolarmente aggressive:attualmente il tasso d'interesse su un conto senza commissioni è del 4,25%. Il settore bancario tedesco rimane tenacemente in mano alla mano pubblica, ma la concorrenza è aumentata. Il tentativo di Deutsche Bank è di segmentare il mercato: i clienti più benestanti alla casa madre, quelli meno facoltosi alla Norisbank. Ma non c'è il rischio di cannibalizzazione? No, assicura il primo istituto di credito privato di Germania.
7 - IL DOMINO DI SARMI TRA MARINI E ZURZOLO.
G. D. per "Il Sole 24 Ore" - Per Poste Italiane è una decisione di potenziamento del business. Tuttavia, l'avvicendamento in Postel tra Claudio Sforza e Riccardo Camia solleva diversi interrogativi. Camia, 58 anni, era dal febbraio 1999 a.d. della società, da quando era partecipata da ElsagFinmeccanica, uscita nel 2001. Camia era stato confermato per tre anni l'11 aprile,ora si è dimesso.A Genova i sindacati,con l'ex sottosegretario Alberto Gagliardi ( Fi),temono che l'uscita del manager ligure preluda al ridimensionamento di Postel sotto la Lanterna.
Il successore è un dirigente delle Poste, legato all'a.d. Massimo Sarmi dai tempi di Telecom. Ora è più a suo agio il presidente di Postel, Giovanni Ialongo, ex Cisl, vicino a Franco Marini. Chissà se il presidente del Senato se ne ricorderà nella campagna nomine 2008 per sostenere Sarmi, targato An. Le competenze che Sforza aveva come Cfo di Poste sono state divise in tre. L'amministrazione è affidata ad Alessandro Zurzolo, già assistente di Michele Tedeschi in Stet e Iri, figlio di Antonio Zurzolo, per molti anni direttore generale Iri.
8 - BRACCO: GOVERNO MANTENGA VOLI A MALPENSA.
(Asca) - ''Il governo chieda ad Alitalia di lasciare gli slot di Malpensa. Vendere a un concorrente sarebbe come farsi del male da soli''. Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, la Presidente di Assolombarda, Diana Bracco, sottolineando che ''togliere i collegamenti al Nord sarebbe un disastro per tutto il paese, il traffico business e' qui''. La Bracco si dice ''molto preoccupata'' perche' - aggiunge - ''dalla Lombardia dipende il 30% delle esportazioni nazionali e il 40% delle importazioni. Bisogna fare gli interessi dell'Italia e non so se l'ipotesi Air France va in questa direzione''. Per questo - dice - se il governo ''penalizzera' Malpensa depotenziera' lo sviluppo economico dell'Italia''. La soluzione per la Bracco sarebbe quella di trovare ''una compagnia extra europea che consenta di mantenere le attuali connessioni''.
9 - RYANAIR RISPARMIA ANCHE SUI TESTIMONIAL.
G. Bal. per "Il Sole 24 Ore" - Ryanair è la madre di tutte le low cost, così low cost da non avere i soldi «per pagare i diritti d'immagine» per i propri testimonial. A dirlo è un portavoce della società, per niente stupito che nella pubblicità della compagnia siano finiti, a loro insaputa, il premier spagnolo Luis Zapatero e il pilota Valentino Rossi. Entrambi protagonisti di un fumetto per promuovere l'ultima campagna della compagnia aerea: due milioni di posti gratis, tasse aeroportuali escluse. In tutti e due i casi il messaggio di Ryanair è stato decisamente "ironico".
A Zapatero viene rimproverata la campagna a sostegno della natalità, con il premier che dice: «Ryanair offre 2 milioni di posti gratis. Meglio del nostro assegno per il nascituro». Peggio è andata al pilota della Yahama a cui è stato ricordato il problema con il fisco italiano: «Ritorno a casa e devo solo pagare le tasse». Non è la prima volta che la compagnia aerea ricorre a volti noti per le proprie campagne pubblicitarie, Rossi è però il primo ad aver dato mandato ai propri legali di seguire la vicenda.
10 - SE DAL QATAR ARRIVA IL «CAVALLO DI TROIA»
My. L. per "Il Sole 24 Ore" - Potremmo vederlo semplicemente come un fondo arabo.
Oppure, chissà, come un "Cavallo di Troia". Come anticipato settimana scorsa dal Sole-24 Ore, e ribadito ieri da alcuni giornali internazionali, il Qatar Investment Authority è in pole position per rilevare il 31% del London Stock Exchange messo in vendita dal Nasdaq. Questo, a prima vista, fa naufragare del tutto il tentativo delle Fondazioni italiane di aggiudicarsi quelle azioni.
Eppure qualche maligno non crede che il blitz italiano sia del tutto tramontato: c'è chi accarezza l'idea che il Quatar Investment possa diventare un "cavallo di Troia". Come? Il fondo arabo, che era stato imbarcato nell'avventura londinese dalle Fondazioni italiane, potrebbe rendere il favore: potrebbe, insomma, acquistare le azioni dal Nasdaq e poi rivenderne una parte a soggetti italiani. Forse alle Fondazioni stesse. Fantasia? Forse. Ma in fondo, in un libero mercato, le azioni di una società quotata possono essere acquistate da chiunque. E sarebbe curioso se fossero arabi e italiani ad insegnarlo agli inglesi.
Dagospia 18 Settembre 2007
(Ansa) - Royal Bank of Scotland, Banco Santander e Fortis, il consorzio che ha avanzato un'offerta per rilevare Abn Amro, accoglie con soddisfazione il via libera del ministro delle finanze olandese all'opa. Il via libera - afferma il consorzio, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg - rappresenta ''un importante passaggio'' per il completamento dell'operazione. Il consorzio ha altresi' annunciato che assicurera' ''il piano di transizione'' di Abn e la ''continuita' con i vertici''.
Secondo alcune indiscrezioni stampa, sia l'ad di Abn, Rijkman Groenink, sia il presidente della banca olandese, Arthur Martinez, saranno sostituiti nel caso in cui l'opa del consorzio guidato da Rbs andasse a termine. Rbs ha incassato ieri il via libera del governo olandese all'opa sull'Abn. L'offerta da 71,3 miliardi di euro avanzata da Rbs e' in gara con quella da 58,4 miliardi di Barclays.
2 - IL MEA CULPA DI ALAN GREENSPAN SUL DENARO FACILE DELLA FED.
Hugo Dixon per "la Repubblica" - Ad Alan Greenspan i mezzi certo non mancano per sfruttare i suoi errori a proprio vantaggio. Nel suo libro di memorie appena pubblicato, per il quale gira voce che abbia ricevuto la somma di ben 8 milioni di dollari, pari a 16.000 dollari a pagina, l´ex numero uno della Fed ammette di non essere stato in grado di rilevare gli eccessi del mercato dei mutui Usa fino a quando ormai non era troppo tardi. Forse perché era troppo indaffarato a mettere a punto i suoi discorsi, notoriamente sibillini, sulla politica monetaria.
Un errore che probabilmente l´economia statunitense pagherà a caro prezzo, considerando che da esso sono scaturiti una costruzione di immobili a dismisura e una vera e propria febbre immobiliare in molte parti del paese, che ora potrebbe sfociare in un´ondata di pignoramenti. C´è almeno un esperto, il cui pensiero è spiattellato sulle prime pagine di tutto il mondo, secondo cui i prezzi delle case potrebbero diminuire di valori a «due cifre», mentre la possibilità che gli Usa finiscano nel tunnel della recessione è, sempre a suo dire, del 50%.
L´esperto che ha catturato le prime pagine dei giornali è Greenspan in persona. L´ultraottantenne ex capo della Fed ha chiaramente e sapientemente corretto il tiro, conscio che il tipo di gergo prolisso ed ermetico da banchiere centrale, che lo ha portato ad essere visto dai mercati come un genio, difficilmente lo avrebbe reso un eroe agli occhi degli editori. Ma nel promuovere le vendite del memoriale, creando sconforto sui mercati, l´ex numero uno della Fed ha spostato l´attenzione su un aspetto meno gratificante della sua eredità: un´economia Usa pericolosamente sovraindebitata. Questo gli costerà caro, ancorché in una valuta diversa: la sua reputazione.
3 - NORTHERN ROCK, LA STORIA SI RIPETE.
Hugo Dixon per "la Repubblica" - Che cosa ha in comune il dissesto della banca inglese Northern Rock con le difficoltà degli intermediari, il tracollo del fondo Lctm e la crisi asiatica? La radice di tutti questi pastrocchi finanziari è la pratica di procurarsi, indebitandosi a breve scadenza, fondi da investire a lungo termine, sovente in immobili. Fino a quando i mercati vanno bene può sembrare una strategia vincente perché i finanziamenti brevi sono meno onerosi di quelli a lungo termine (infatti Northern Rock era stata premiata dall´impennata della quotazione in Borsa), ma è un esercizio di alta acrobazia: quando la liquidità del sistema si contrae, chi si è impegolato in simili funambolismi si ritrova sospeso nel vuoto senza rete di sicurezza, a meno che qualche ente pubblico accorra al salvataggio per evitare guai peggiori. Le banche che investono in beni illiquidi (sia direttamente come Northern Rock, sia indirettamente finanziando chi investe in cartolarizzazioni) devono tutelarsi con ammortizzatori molto robusti, specie quando per reperire i fondi ci si indebita a breve scadenza.
L´imposizione di coefficienti patrimoniali che attribuiscano il giusto peso a queste "scadenze asimmetriche" farebbe salire i costi di simili operazioni e dissuaderebbe da molti comportamenti irresponsabili, ma forse è troppo pretendere che le banche si adeguino spontaneamente, tanto più vista la tendenza delle autorità a salvarle dagli effetti dei loro errori. Stavolta però, dopo la peggiore crisi del credito da decenni, gli organi di vigilanza dovranno prendere provvedimenti seri, o tra qualche anno vedremo altre crisi e altri salvataggi.
4 - DELISTING SCONTATO.
Luca Pagni per "la Repubblica" - Il delisting corre sul filo. Anzi, lungo la fibra ottica. I manager svizzeri di Swisscom sembrano non avere più dubbi. E con tutta probabilità non li hanno mai avuti fin da quando hanno lanciato l´Opa su Fastweb, il secondo operatore di telefonia fissa dopo Telecom. L´ex creatura di Francesco Micheli e Silvio Scaglia, in realtà, era destinata a lasciare Piazza Affari fin da quando i manager svizzeri hanno avuto la certezza di aver messo le mani su un più che consistente pacchetto di titoli, per la precisione l´82,08% raccolto al termine del periodo dell´offerta. Gli unici dubbi rimanevano sul quando avviare le procedure del delisting.
Ora non più: l´operazione dovrebbe scattare a metà ottobre, subito dopo lo stacco del superdividendo che paga circa il 10% del valore del titolo. A quel punto raccogliere il 18% del flottante rimasto dovrebbe costare meno alla società, visto che senza l´appeal dell´extra-cedola il titolo potrebbe proseguire nella china discendente che l´ha già portato a quotare oggi 10 euro in meno dell´Opa che venne lanciata a quota 47 euro.
5 - UNI-CAPITALIA: ANTITRUST, RENDERE VISIBILI BENEFICI DA FUSIONE.
(Asca) - ''Rendere visibili i benefici che il consumatore puo' trarre dalla fusione''. Sarebbe questa la novita' contenuta nel provvedimento dell'Antitrust sulla fusione Unicredit-Capitalia. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, l'impegno delle due banche riguarderebbe le commissioni. L'Antitrust, inoltre, non dovrebbe creare ostacoli alla fusione sul fronte degli intrecci azionari, mentre il legame Unicredit-Mediobanca-Generali-Intesa Sanpaolo, dovrebbe essere solo marginalmente scalfito. La decisione dell'Antitrust e' comunque attesa nelle prossime ore.
6 - DEUTSCHE BANK PUNTA SUL LOW-COST.
B. R. per "Il Sole 24 Ore" - Per principio, low-cost sono le linee aeree e i supermercati, non certo le banche. Eppure, in Germania gli istituti di credito stanno cambiando. Da metà mese, Deutsche Bank offre servizi finanziari a basso costo, usando come piattaforma Norisbank, la società finanziaria acquistata nel 2006 per circa 420 milioni di euro. La strategia è chiara: pochi fronzoli, un numero limitato di filiali (97), accesso via internet e via telefono.
L'obiettivo della banca è di triplicare il numero dei clienti da 300mila a un milione entro il 2010, con offerte particolarmente aggressive:attualmente il tasso d'interesse su un conto senza commissioni è del 4,25%. Il settore bancario tedesco rimane tenacemente in mano alla mano pubblica, ma la concorrenza è aumentata. Il tentativo di Deutsche Bank è di segmentare il mercato: i clienti più benestanti alla casa madre, quelli meno facoltosi alla Norisbank. Ma non c'è il rischio di cannibalizzazione? No, assicura il primo istituto di credito privato di Germania.
7 - IL DOMINO DI SARMI TRA MARINI E ZURZOLO.
G. D. per "Il Sole 24 Ore" - Per Poste Italiane è una decisione di potenziamento del business. Tuttavia, l'avvicendamento in Postel tra Claudio Sforza e Riccardo Camia solleva diversi interrogativi. Camia, 58 anni, era dal febbraio 1999 a.d. della società, da quando era partecipata da ElsagFinmeccanica, uscita nel 2001. Camia era stato confermato per tre anni l'11 aprile,ora si è dimesso.A Genova i sindacati,con l'ex sottosegretario Alberto Gagliardi ( Fi),temono che l'uscita del manager ligure preluda al ridimensionamento di Postel sotto la Lanterna.
Il successore è un dirigente delle Poste, legato all'a.d. Massimo Sarmi dai tempi di Telecom. Ora è più a suo agio il presidente di Postel, Giovanni Ialongo, ex Cisl, vicino a Franco Marini. Chissà se il presidente del Senato se ne ricorderà nella campagna nomine 2008 per sostenere Sarmi, targato An. Le competenze che Sforza aveva come Cfo di Poste sono state divise in tre. L'amministrazione è affidata ad Alessandro Zurzolo, già assistente di Michele Tedeschi in Stet e Iri, figlio di Antonio Zurzolo, per molti anni direttore generale Iri.
8 - BRACCO: GOVERNO MANTENGA VOLI A MALPENSA.
(Asca) - ''Il governo chieda ad Alitalia di lasciare gli slot di Malpensa. Vendere a un concorrente sarebbe come farsi del male da soli''. Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, la Presidente di Assolombarda, Diana Bracco, sottolineando che ''togliere i collegamenti al Nord sarebbe un disastro per tutto il paese, il traffico business e' qui''. La Bracco si dice ''molto preoccupata'' perche' - aggiunge - ''dalla Lombardia dipende il 30% delle esportazioni nazionali e il 40% delle importazioni. Bisogna fare gli interessi dell'Italia e non so se l'ipotesi Air France va in questa direzione''. Per questo - dice - se il governo ''penalizzera' Malpensa depotenziera' lo sviluppo economico dell'Italia''. La soluzione per la Bracco sarebbe quella di trovare ''una compagnia extra europea che consenta di mantenere le attuali connessioni''.
9 - RYANAIR RISPARMIA ANCHE SUI TESTIMONIAL.
G. Bal. per "Il Sole 24 Ore" - Ryanair è la madre di tutte le low cost, così low cost da non avere i soldi «per pagare i diritti d'immagine» per i propri testimonial. A dirlo è un portavoce della società, per niente stupito che nella pubblicità della compagnia siano finiti, a loro insaputa, il premier spagnolo Luis Zapatero e il pilota Valentino Rossi. Entrambi protagonisti di un fumetto per promuovere l'ultima campagna della compagnia aerea: due milioni di posti gratis, tasse aeroportuali escluse. In tutti e due i casi il messaggio di Ryanair è stato decisamente "ironico".
A Zapatero viene rimproverata la campagna a sostegno della natalità, con il premier che dice: «Ryanair offre 2 milioni di posti gratis. Meglio del nostro assegno per il nascituro». Peggio è andata al pilota della Yahama a cui è stato ricordato il problema con il fisco italiano: «Ritorno a casa e devo solo pagare le tasse». Non è la prima volta che la compagnia aerea ricorre a volti noti per le proprie campagne pubblicitarie, Rossi è però il primo ad aver dato mandato ai propri legali di seguire la vicenda.
10 - SE DAL QATAR ARRIVA IL «CAVALLO DI TROIA»
My. L. per "Il Sole 24 Ore" - Potremmo vederlo semplicemente come un fondo arabo.
Oppure, chissà, come un "Cavallo di Troia". Come anticipato settimana scorsa dal Sole-24 Ore, e ribadito ieri da alcuni giornali internazionali, il Qatar Investment Authority è in pole position per rilevare il 31% del London Stock Exchange messo in vendita dal Nasdaq. Questo, a prima vista, fa naufragare del tutto il tentativo delle Fondazioni italiane di aggiudicarsi quelle azioni.
Eppure qualche maligno non crede che il blitz italiano sia del tutto tramontato: c'è chi accarezza l'idea che il Quatar Investment possa diventare un "cavallo di Troia". Come? Il fondo arabo, che era stato imbarcato nell'avventura londinese dalle Fondazioni italiane, potrebbe rendere il favore: potrebbe, insomma, acquistare le azioni dal Nasdaq e poi rivenderne una parte a soggetti italiani. Forse alle Fondazioni stesse. Fantasia? Forse. Ma in fondo, in un libero mercato, le azioni di una società quotata possono essere acquistate da chiunque. E sarebbe curioso se fossero arabi e italiani ad insegnarlo agli inglesi.
Dagospia 18 Settembre 2007