PRETI ASSATANATI - DOPO FIRENZE, SIENA: UN ALTRO SCANDALO A LUCI ROSSE TRAVOLGE LA CHIESA IN TOSCANA - STORIE ALLUCINANTI DI FESTINI E DENARO OFFERTO PER RITRATTARE LE DENUNCE - L'ARCIVESCOVO INDAGATO PER ESTORSIONE SI CHIAMA BUONCRISTIANI.
1 - SIENA COME FIRENZE, CHOC IN CURIA.
Guido Ruotolo per "La Stampa"
Inchiesta annunciata per la fuga di notizie, preavvisi di denunce, prese di posizione sopra le righe, e Firenze che rimane incredula per l'affresco (che l'inchiesta della Procura sembra proporre) di una Curia spaccata, con sacerdoti e fedeli che accusano altri sacerdoti, di festini a luci rosse e gestione poco trasparente dell'immenso patrimonio immobiliare. Gli accertamenti su Claudio Maniago, il vescovo ausiliare, la «condanna» del Tribunale della Chiesa, per abusi sessuali su ragazzine dai 12 ai 17 anni, di don Lelio Cantini, fotografano questo malessere della comunità religiosa.
L'avviso in Curia
Anche a Siena la Curia è investita da una bufera giudiziaria. Per estorsione è indagato l'arcivescovo Antonio Buoncristiani: avrebbe cercato di «convincere» diversi testimoni a ritrattare le loro accuse contro l'economo diocesano, protetto dal Vescovo, monsignor Giuseppe Acampa, nei confronti del quale il 22 gennaio prossimo si terrà l'udienza preliminare. Il pm Marini ha chiesto il processo per incendio doloso e calunnia.
Che storia, quella di Siena. Incredibile e indicibile nello stesso tempo perché, al di là dei riscontri «tecnici» che hanno inchiodato - per la Procura - monsignor Acampa, colpisce che proprio dall'interno della Curia, della comunità cattolica si siano levate denunce e critiche nei confronti di Acampa e del suo protettore, il Vescovo appunto, che gli ha affidato la gestione unica del patrimonio immobiliare e finanziario della Diocesi.
Sesso e soldi
Per certi versi gli ingredienti sono gli stessi di Firenze, anche se Siena è molto più avanti nelle indagini: festini a luci rosse anche qui, ma soprattutto gestione «opaca» del patrimonio immobiliare. Tanto simili, le storie, che la Procura di Firenze non esclude di poter verificare, nella sua agenda di lavoro, se vi siano collegamenti diretti tra le due inchieste.
L'inchiesta di Siena muove i suoi primi passi il 2 aprile del 2006, quando alle 11,20 di quella domenica, monsignor Acampa chiama i Vigili del fuoco: «Venite, c'è un incendio....». L'incendio era in realtà divampato una ventina di minuti prima e il monsignore, che si trovava nella Curia, la prima telefonata la fa a una impiegata dell'economato. I vigili del fuoco e la Scientifica, nella loro perizia, hanno dimostrato che l'incendio è stato innescato in contemporanea all'arrivo di monsignor Acampa nella Curia. Ma questo lo si accerterà nel corso delle indagini.
Alle sue prime battute, Acampa, sentito dagli investigatori, accusa il povero archivista (e per questo sarà indagato poi per calunnia), il professore Franco Nardi, che finisce come il sospettato numero uno e che adesso aspetta che la sua denuncia contro il Vescovo Buoncristiani (per averlo licenziato per non aver ritrattato le sue accuse) faccia il suo corso. L'incendio aveva distrutto «solo» gli uffici dell'economato con quello di prezioso che c'era: computer, documentazione, lasciti testamentari..
Nel mirino
Nel prosieguo delle indagini, infatti, una volta che i sospetti si sono concentrati sull'economo, anche perché ad accusarlo sono stati diversi preti di Siena, i telefoni di monsignor Acampa sono stati intercettati e sono emersi rapporti omosessuali tra l'economo e alcuni sacerdoti. E c'è il sospetto che qualche ricatto sia girato anche per questo. Pensava di godere una sorta di impunità «extraterritoriale», aveva preteso dal Procuratore capo di Siena che intervenisse per addolcire l'inchiesta e lo aveva persino offeso.
Pensava di essere «protetto» e invece l'inchiesta della Procura di Siena ha accertato almeno un caso in cui Acampa - e per questo è accusato di truffa - aveva venduto a un imprenditore veneto, Fernando René Caovilla, a prezzi stracciati, un immobile della Curia, a ridosso di Porta Tufi, ricevendo in cambio dall'imprenditore una fiammante Audi A3.
La «faida»
Ma quando arriva, nel giugno scorso, la data della udienza preliminare, la Curia di Siena insorge: «Con dispiacere si constata che gli inquirenti sembrano essere giunti a conclusioni che distorcono completamente la realtà dei fatti, accumulando una quantità di dati che rischiano solamente di compromettere parti in realtà lese, come la Chiesa senese».
Ma è proprio il comunicato ufficiale della Curia che si insinua il sospetto di una «faida» interna alla comunità ecclesiale: «Tale procedere delle indagini ha assecondato e si è servito pure del desiderio di rivalsa di componenti ecclesiali probabilmente contrarie all'attuazione della riorganizzazione degli uffici di Curia....». In ogni caso, il Vescovo Buoncristiani non solo ha difeso pubblicamente il suo protetto, monsignor Acampa, ma si è impegnato «attivamente» a far ritrattare le accuse nei suoi confronti da diversi sacerdoti. Forse troppo «attivamente».
2 - "IL VESCOVO MANIAGO? DAVVERO UN BELL'UOMO".
Da "La Stampa"
Franco Zeffirelli, lei è un fiorentino e un religioso. Non può esserle sfuggito quello che è accaduto al vescovo ausiliare Maniago, accusato di orge sado-maso e di minacce ai testimoni. Che cosa ne pensa?
«Posso solo dire che sono sorpreso, non avevo mai sentito niente del genere. Certo, si diceva. Ma a Firenze si dice di tutti i preti, sa, una città comunista. Però, proprio sulla persona non avevo ascoltato niente di strano».
Non sono cose destinate a un giro di chiacchiere...
«Invece no, io le cose le vengo a sapere. Ultimamente anche per miei problemi di salute non vado spesso a Firenze. Però i pettegoli del posto me lo avrebbero detto».
Ma la cosa la scandalizza?
«Ma che vuole scandalizzarsi, siamo tutti peccatori e io da credente credo di poterlo dire. Però nello specifico casco dalle nuvole. A tutta prima ho pensato che fosse un'invenzione dei media, una cosa costruita ad arte e poi ingigantita. Tutti questi preti e tutte queste storie. Insomma, tutta una balla».
Invece si è dovuto ricredere.
«Infatti, mi sono dovuto ricredere perché poi ritrovavo nei vari casi vere e proprie condanne. Anche se penso comunque che ci sia sempre un voler ingigantire o un voler mettere in risalto un fatto che può creare scalpore».
Maestro Zeffirelli, lei aveva avuto modo di conoscere personalmente il Vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago?
«Sì, lo avevo incontrato qualche tempo fa in occasione dell'inaugurazione di una mostra dedicata a me e al mio lavoro a Palazzo Vecchio. Fu una bellissima occasione di incontro con le persone di Firenze e mi ricordo che il Vescovo Maniago non solo venne a visitare la mostra ma apprezzò talmente il lavoro che usò parole bellissime verso di me. La cosa mi fece molto piacere soprattutto perché veniva da una persona che sembrava conoscere bene il mio percorso artistico e che non avevo mai incontrato prima. Lo ricordo come un bell'uomo, sportivo, molto preparato, socievole. Una persona alla mano con un forte carisma, una presenza importante che si faceva notare».
Dagospia 19 Settembre 2007
Guido Ruotolo per "La Stampa"
Inchiesta annunciata per la fuga di notizie, preavvisi di denunce, prese di posizione sopra le righe, e Firenze che rimane incredula per l'affresco (che l'inchiesta della Procura sembra proporre) di una Curia spaccata, con sacerdoti e fedeli che accusano altri sacerdoti, di festini a luci rosse e gestione poco trasparente dell'immenso patrimonio immobiliare. Gli accertamenti su Claudio Maniago, il vescovo ausiliare, la «condanna» del Tribunale della Chiesa, per abusi sessuali su ragazzine dai 12 ai 17 anni, di don Lelio Cantini, fotografano questo malessere della comunità religiosa.
L'avviso in Curia
Anche a Siena la Curia è investita da una bufera giudiziaria. Per estorsione è indagato l'arcivescovo Antonio Buoncristiani: avrebbe cercato di «convincere» diversi testimoni a ritrattare le loro accuse contro l'economo diocesano, protetto dal Vescovo, monsignor Giuseppe Acampa, nei confronti del quale il 22 gennaio prossimo si terrà l'udienza preliminare. Il pm Marini ha chiesto il processo per incendio doloso e calunnia.
Che storia, quella di Siena. Incredibile e indicibile nello stesso tempo perché, al di là dei riscontri «tecnici» che hanno inchiodato - per la Procura - monsignor Acampa, colpisce che proprio dall'interno della Curia, della comunità cattolica si siano levate denunce e critiche nei confronti di Acampa e del suo protettore, il Vescovo appunto, che gli ha affidato la gestione unica del patrimonio immobiliare e finanziario della Diocesi.
Sesso e soldi
Per certi versi gli ingredienti sono gli stessi di Firenze, anche se Siena è molto più avanti nelle indagini: festini a luci rosse anche qui, ma soprattutto gestione «opaca» del patrimonio immobiliare. Tanto simili, le storie, che la Procura di Firenze non esclude di poter verificare, nella sua agenda di lavoro, se vi siano collegamenti diretti tra le due inchieste.
L'inchiesta di Siena muove i suoi primi passi il 2 aprile del 2006, quando alle 11,20 di quella domenica, monsignor Acampa chiama i Vigili del fuoco: «Venite, c'è un incendio....». L'incendio era in realtà divampato una ventina di minuti prima e il monsignore, che si trovava nella Curia, la prima telefonata la fa a una impiegata dell'economato. I vigili del fuoco e la Scientifica, nella loro perizia, hanno dimostrato che l'incendio è stato innescato in contemporanea all'arrivo di monsignor Acampa nella Curia. Ma questo lo si accerterà nel corso delle indagini.
Alle sue prime battute, Acampa, sentito dagli investigatori, accusa il povero archivista (e per questo sarà indagato poi per calunnia), il professore Franco Nardi, che finisce come il sospettato numero uno e che adesso aspetta che la sua denuncia contro il Vescovo Buoncristiani (per averlo licenziato per non aver ritrattato le sue accuse) faccia il suo corso. L'incendio aveva distrutto «solo» gli uffici dell'economato con quello di prezioso che c'era: computer, documentazione, lasciti testamentari..
Nel mirino
Nel prosieguo delle indagini, infatti, una volta che i sospetti si sono concentrati sull'economo, anche perché ad accusarlo sono stati diversi preti di Siena, i telefoni di monsignor Acampa sono stati intercettati e sono emersi rapporti omosessuali tra l'economo e alcuni sacerdoti. E c'è il sospetto che qualche ricatto sia girato anche per questo. Pensava di godere una sorta di impunità «extraterritoriale», aveva preteso dal Procuratore capo di Siena che intervenisse per addolcire l'inchiesta e lo aveva persino offeso.
Pensava di essere «protetto» e invece l'inchiesta della Procura di Siena ha accertato almeno un caso in cui Acampa - e per questo è accusato di truffa - aveva venduto a un imprenditore veneto, Fernando René Caovilla, a prezzi stracciati, un immobile della Curia, a ridosso di Porta Tufi, ricevendo in cambio dall'imprenditore una fiammante Audi A3.
La «faida»
Ma quando arriva, nel giugno scorso, la data della udienza preliminare, la Curia di Siena insorge: «Con dispiacere si constata che gli inquirenti sembrano essere giunti a conclusioni che distorcono completamente la realtà dei fatti, accumulando una quantità di dati che rischiano solamente di compromettere parti in realtà lese, come la Chiesa senese».
Ma è proprio il comunicato ufficiale della Curia che si insinua il sospetto di una «faida» interna alla comunità ecclesiale: «Tale procedere delle indagini ha assecondato e si è servito pure del desiderio di rivalsa di componenti ecclesiali probabilmente contrarie all'attuazione della riorganizzazione degli uffici di Curia....». In ogni caso, il Vescovo Buoncristiani non solo ha difeso pubblicamente il suo protetto, monsignor Acampa, ma si è impegnato «attivamente» a far ritrattare le accuse nei suoi confronti da diversi sacerdoti. Forse troppo «attivamente».
2 - "IL VESCOVO MANIAGO? DAVVERO UN BELL'UOMO".
Da "La Stampa"
Franco Zeffirelli, lei è un fiorentino e un religioso. Non può esserle sfuggito quello che è accaduto al vescovo ausiliare Maniago, accusato di orge sado-maso e di minacce ai testimoni. Che cosa ne pensa?
«Posso solo dire che sono sorpreso, non avevo mai sentito niente del genere. Certo, si diceva. Ma a Firenze si dice di tutti i preti, sa, una città comunista. Però, proprio sulla persona non avevo ascoltato niente di strano».
Non sono cose destinate a un giro di chiacchiere...
«Invece no, io le cose le vengo a sapere. Ultimamente anche per miei problemi di salute non vado spesso a Firenze. Però i pettegoli del posto me lo avrebbero detto».
Ma la cosa la scandalizza?
«Ma che vuole scandalizzarsi, siamo tutti peccatori e io da credente credo di poterlo dire. Però nello specifico casco dalle nuvole. A tutta prima ho pensato che fosse un'invenzione dei media, una cosa costruita ad arte e poi ingigantita. Tutti questi preti e tutte queste storie. Insomma, tutta una balla».
Invece si è dovuto ricredere.
«Infatti, mi sono dovuto ricredere perché poi ritrovavo nei vari casi vere e proprie condanne. Anche se penso comunque che ci sia sempre un voler ingigantire o un voler mettere in risalto un fatto che può creare scalpore».
Maestro Zeffirelli, lei aveva avuto modo di conoscere personalmente il Vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago?
«Sì, lo avevo incontrato qualche tempo fa in occasione dell'inaugurazione di una mostra dedicata a me e al mio lavoro a Palazzo Vecchio. Fu una bellissima occasione di incontro con le persone di Firenze e mi ricordo che il Vescovo Maniago non solo venne a visitare la mostra ma apprezzò talmente il lavoro che usò parole bellissime verso di me. La cosa mi fece molto piacere soprattutto perché veniva da una persona che sembrava conoscere bene il mio percorso artistico e che non avevo mai incontrato prima. Lo ricordo come un bell'uomo, sportivo, molto preparato, socievole. Una persona alla mano con un forte carisma, una presenza importante che si faceva notare».
Dagospia 19 Settembre 2007