CONTRO AUGIAS (QUELLO CHE A 5 ANNI LEGGEVA "GUERRA E PACE") - CHIABERGE: VI SEMBRERÀ INNATURALE SPENDERE 12 EURO PER LEGGERE CHE È BELLO LEGGERE - GRASSO: I LIBRI CI RENDONO ALLEGRI, LIBERI E BELLI PIÙ O MENO COME AUGIAS.

1 - I LIBRI FANNO FELICE AUGIAS, I LETTORI DI PIÙ!...
Riccardo Chiaberge per il "Domenicale" de "Il Sole 24 Ore"


C'è poco da fare, è davvero un mestieraccio, quello di chi nei giornali ha l'ingrato compito di curare la posta dei lettori. Che fatica, dover scegliere ogni giorno una lettera tra le tante, cui dare il posto d'onore, e poi trovare il tono giusto per replicare.

Chissà quanto avrà penato, Corrado Augias, prima di sfilare dal mucchio della corrispondenza, venerdì scorso, proprio la missiva di quella professoressa di Catania, che confessava la sua amarezza di fronte all'asinaggine degli alunni, e in particolare di un certo Gianluca, per il quale «la cultura non serve a niente». E dire che lei aveva programmato come lezione l'elogio della lettura, prendendo spunto da un saggio fresco di stampa, che lei era subito corsa a procurarsi in libreria. E sapete chi è l'autore del saggio? Guarda la coincidenza, tale Augias Corrado. «Ho lasciato il suo interessante libro "Leggere" (Mondadori) nella borsa - si sfoga la prof. - e mi sono sentita fallita».

Di fronte a questo dramma, lacerato egli stesso tra le sue due identità di curatore della rubrica e di autore del libro citato, Augias stenta a trovare le parole adeguate: «Rispondo con difficoltà a questa lettera ma voglio ugualmente tentare... Mi rendo conto che fare l'elogio della lettura e dei libri in certe situazioni può sembrare fuori luogo... La lettura come bisogno e come piacere è un'attività innaturale, arriva dopo molta pratica».

Per intanto si può seguire l'esempio della signora di Catania e comprare il libro di Augias, anche se vi sembrerà innaturale spendere 12 euro per leggere che è bello leggere, invece di sborsarne quattro di più per leggere Ken Follett o la Némirovsky. «Un libro stimolante e per molti versi sorprendente sul piacere insostituibile della lettura», lo definisce il risvolto di copertina.



In realtà ci sono tanti modi per sostituire il piacere della lettura, da una buona bottiglia di barbera a una canna, a un cinema con la fidanzata. Il piacere davvero insostituibile è quello di essere letti e scoprire di avere dei lettori, o delle lettrici così devote da scrivere al tuo giornale, perché tu le possa pubblicare quando il tuo libro è nelle librerie. Allora davvero, uno si sente (come dice Augias), «migliore, più allegro e più libero». Alla faccia dei critici invidiosi che ti vogliono stroncare!

2 - ALLEGRI, LIBERI E BELLI PIÙ O MENO COME AUGIAS.
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"


Tutte le medaglie hanno un rovescio, purtroppo. Corrado Augias si è vantato pubblicamente di non aver voluto incontrare Philip Roth per paura di pregiudicare l'immagine del grande scrittore, conoscendolo di persona. Immaginate però la faccia di Roth quando gli hanno ventilato la possibilità di incontrare il Nostro.

Augias ha scritto, e molto reclamizzato in tv, il libro «Leggere» (Mondadori), in cui si esaltano i benefits culturali, spirituali e forse materiali derivanti dall'esercizio della lettura. Rovescio della medaglia: di solito, i libri sul leggere o sullo scrivere sono noiosi e pieni di prosopopea. «Leggere» non è un saggio sul piacere della lettura, tipo quelli deliziosi di Giuseppe Pontiggia; sembra piuttosto un manuale del «dover essere» intellettuale, il breviario di un sacerdote del ceto medio riflessivo, un baedeker per quel fastidioso richiamo turistico di massa che si chiama cultura e che fa sempre il tutto esaurito nei festival.

Augias si dà un gran daffare: scrive su giornali di grande tiratura, tutti i giorni appare in tv come titolare di programmi o come ospite d'onore, butta giù a ritmo continuo bestseller, frequenta, a parte Roth, la meglio intelligenza («Cesare Garboli mi ha aiutato a capire...»), parla spesso di Eros, ha letto tutto Proust ma anche Don Milani. Vorrebbe convincerci sull'utilità del leggere «perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi». Sicuro? Chi sta dall'altra parte della medaglia è dannato? Quest'idea dell'essere «migliori» (allegri, liberi e belli) è solo una chimera che fa il paio con una delle più fastidiose invenzioni del marketing colto: la tv intelligente. Ecco, avrei paura di incontrare Augias perché appare troppo intelligente per me, lettore di mezza tacca.


Dagospia 15 Ottobre 2007