SANTADECHÉ SANTA SUBITO (OPPURE NO) - "IL FOGLIO": È UNA VERA FEMMINA, APPENA SERVE SA ESSERE UN GRAND'UOMO - IL "SECOLO": È LA "LARA CROFT" DI STORACE, BAVA ALLA BOCCA E PALLE IN PRIMO PIANO - LA RUSSA: MI AVEVA DETTO "MAI CON STORACE".
1 - APOCALITTICA, ESTREMA, PASSIONALE, CRITICABILE, FEMMINILE, SPAVALDA, PATRIOTTICA: DANIELA SANTADECHÈ.
Annalena Benini per "Il Foglio"
Daniela Santanchè è una vera femmina, perché appena serve sa essere un grand'uomo. E mettersi i pantaloni, la giacca, il panciotto, mettersi un sorriso feroce e salire sul palco per fare un discorso colossale. Stile Ann Coulter, la cattivissima, scorrettissima repubblicana americana, ma senza minigonna, stavolta solo con le parole. Un discorso di destra, certo, ma soprattutto un discorso "incazzato" (l'ha detto lei stessa, e ha detto: "Vogliamo far scorrere di nuovo il sangue nelle vene"), un discorso "con la bava alla bocca", attacchi selvaggi a tutti quelli che l'hanno tradita a destra ("Io non la tradisco l'amicizia, vergogna!"), e attacchi disinibiti a quelli che hanno sbagliato troppo, a sinistra.
La Santanchè è passata alla Destra di Francesco Storace, ha arringato la Destra e la Destra l'ha applaudita, fortissimo, hanno fatto i cori, hanno pianto anche, perché lei è stata capace di farli piangere (quando ha ricordato che, da madre, onora le madri che negli anni Settanta aspettavano al balcone il ritorno dei figli, e a volte i figli non tornavano, "io sono con loro", ha gridato, e allora ha conquistato per sempre le signore anziane, anche quelle che non amano gli orecchini, i tacchi, il rossetto della Santanchè al Billionaire, quella modernità sfacciata senza nessuna ansia di rinnovamento).
Daniela Santanchè è stata scandalosa, ha massacrato Gianfranco Fini e i suoi piccoli calcoli di riscatto sociale, ha urlato contro il velo islamico, contro Ernesto Ferrero che si è proclamato ministro dei clandestini, contro Rosy Bindi che apprezza il burqa e contro Livia Turco che permette che si fumino le canne.
Apocalittica, estrema, passionale, criticabile (vi ricordate quando Ann Coulter, il 13 settembre 2001, consigliò a Bush il semplice piano: "Invadi i loro paesi, uccidi i loro leader, converti i loro popoli" e, alla domanda se fosse una neocon, rispose: "No, io sono una gentile"), la Santanchè non si è mai vergognata di quei sorrisi da Costa Smeralda, perché "ho fatto le mie battaglie, da sola, e ci ho messo la mia vita, e mi hanno anche abbandonato e tradito", non ha mai, femminista in questo molto solitaria, parlato male di una donna, e quindi ha potuto, sabato, parlare alle donne: "Noi, donne di destra, non siamo contro i nostri uomini, noi amiamo i nostri uomini, siamo orgogliose dei nostri uomini, camminiamo al loro fianco, ma mai un passo indietro, noi camminiamo insieme. Noi da sole non vinciamo".
Una cosa gigantesca, calda, coraggiosa, una cosa difficile da dire, un addio definitivo alla frivola manicure delle quote rosa: "Abbandoniamole, tanto ci sono io che lotto per voi", un grido di vera guerra femminile. "Smettiamola di parlare male delle donne, di invidiare quelle che ce l'hanno fatta, perché se ne arriva una ne arrivano tante". E con la bava alla bocca.
"Noi non dobbiamo farci perdonare di essere di destra". Daniela Santanchè rivendica un'identità occidentale, femminile, disinibita, patriottica, ed è talmente femmina che parla di sé al maschile e spara alto contro i maschi traditori. "Io non dimentico il passato, sono un uomo che ha memoria, e la memoria per noi uomini è importante, ma noi uomini di destra ci guardiamo in faccia, non sparliamo nei corridoi".
Un po' cow-boy, un po' Coulter, un po' spavalderia da Billionaire, lo stile della Santanchè è formidabile perché è sincero, pesci in faccia e arrivederci, ricomincio da me, siete dei miserabili ma me ne frego e rido di voi. Mai una lagna nelle sue parole, mai uno sbattere eccessivo di ciglia (e perfino la maratona di New York con la bandiera italiana disegnata sulle guance), mai una borsetta non coordinata alle scarpe. "Per racimolare qualche idea, per fare un po' di cultura, Gianfranco Fini ha dovuto creare una fondazione, Farefuturo, ah ah (risata beffarda e testa all'indietro, come la Crudelia De Mon della "Carica dei centouno"), io vi dico invece che il futuro è qui, il futuro siamo noi". Di certo moltissimo futuro femminile è lei, Daniela Santanchè, scandalosamente incazzata, modernamente selvaggia.
2 - "IL SECOLO": SANTANCHE' E' LA "LARA CROFT" DI STORACE, BAVA ALLA BOCCA E PALLE IN PRIMO PIANO.
(Adnkronos) - Con Daniela Santanche', Francesco Storace trova la sua 'Lara Croft'. Il Secolo d'Italia paragona la neoportavoce de La Destra all'eroina tutta curve e pistole del videogame 'Tomb raider'. Sono lontani i tempi in cui, ricorda il quotidiano di An, 'Storace arringava la destra sociale osservando: 'Noi abbiamo una che si chiama Mussolini, volete mettere con la Santanche'?'. Un'epoca, sottolinea ancora 'Il Secolo', in cui Storace diceva anche 'non e' che Fini fa il nostro capo per poi portarci in dote ad Arcore', mentre adesso 'l'amico Silvio e' acclamato dal popolo storaciano come 'duce, duce'...'. Santanche' 'promette una destra con la bava alla bocca' e torna a parlare di palle di velluto: 'Le palle non e' che bisogna averle di velluto, di cachemire o di seta... bisogna averle', dice Santanche'. 'Bava alla bocca e palle in primo piano: e' questa la destra che convince?', chiede 'Il Secolo'.
3 - LA RUSSA: LE ACCUSE DI DANIELA? IO HO FATICATO E LEI MI HA TRADITO .
Angela Frenda per il "Corriere della Sera"
«Altro che palle di velluto... Di cemento ci sono volute, le palle, per consentire prima il suo ingresso in An e poi la sua carriera». A sostenere la parte del «traditore» o, peggio, di quello che le «ha girato le spalle» (copyright Daniela Santanché), Ignazio La Russa non ci sta. È stato il suo king maker, politicamente parlando. Ma adesso sono lontani i tempi di quando Santanché si dichiarava «larussiana doc». Lontani i tempi delle vacanze insieme in Costa Smeralda e delle feste fino a tarda sera. «E dire che l'ultima cosa che ho fatto per Daniela è ottenere dal partito che nessuno, se non io, le replicasse. Proprio per evitare che le sparassero addosso».
Addirittura? «Beh, diciamocela tutta, alla Santanché non è difficilissimo dire cose cattive. Mille, ce ne sarebbero. Una donna come lei... Cose tipo: la regina dei salotti passa con quelli che odiano i salotti; è stata eletta con An senza voti suoi; se ne va perché non ha avuto l'incarico che voleva». Invece... «Invece nessuno ha detto nulla. Però, sentirmi anche dare del traditore, è troppo. Daniela ha una visione strana della vita. Fino a cinque giorni fa mi diceva: mai con Storace. Poi passa e a tradire sono io? Ma scherziamo?
Credo che stia commettendo un gravissimo errore politico. Se ne va proprio quando An esprime al massimo i valori di destra. E l'operazione di Storace tende solo, dal punto di vista politico, a creare disordine nel Polo in un momento così delicato». Ma La Russa ribadisce anche un suo convincimento: «È stato un bene che sia andata via. Ormai la sua permanenza creava solo tensione.
E il fatto che mi abbia accusato di tradimento mi ha aperto gli occhi. So io che forza ho dovuto usare per farla entrare in An: non la volevano. Era un corpo estraneo. La regina dei salotti... l'amica di Cirino Pomicino... Era vista come un'opportunista. Io però sapevo che aveva capacità e che era brava. E infatti ho avuto ragione. Ho convinto uno a uno Gasparri, Bocchino, Landolfi... Mi sono persino danneggiato l'immagine: quel La Russa festaiolo nasce soprattutto dall'amicizia con lei». E adesso? «L'amicizia resta, per carità. Però è vero che il partito sta meglio senza di lei. Certo, ha tradito la mia fiducia, ma le faccio un in bocca al lupo. Mentre a Storace, beh, non vorrei essere nei suoi panni. La convivenza con Daniela non sarà una passeggiata».
Dagospia 13 Novembre 2007
Annalena Benini per "Il Foglio"
Daniela Santanchè è una vera femmina, perché appena serve sa essere un grand'uomo. E mettersi i pantaloni, la giacca, il panciotto, mettersi un sorriso feroce e salire sul palco per fare un discorso colossale. Stile Ann Coulter, la cattivissima, scorrettissima repubblicana americana, ma senza minigonna, stavolta solo con le parole. Un discorso di destra, certo, ma soprattutto un discorso "incazzato" (l'ha detto lei stessa, e ha detto: "Vogliamo far scorrere di nuovo il sangue nelle vene"), un discorso "con la bava alla bocca", attacchi selvaggi a tutti quelli che l'hanno tradita a destra ("Io non la tradisco l'amicizia, vergogna!"), e attacchi disinibiti a quelli che hanno sbagliato troppo, a sinistra.
La Santanchè è passata alla Destra di Francesco Storace, ha arringato la Destra e la Destra l'ha applaudita, fortissimo, hanno fatto i cori, hanno pianto anche, perché lei è stata capace di farli piangere (quando ha ricordato che, da madre, onora le madri che negli anni Settanta aspettavano al balcone il ritorno dei figli, e a volte i figli non tornavano, "io sono con loro", ha gridato, e allora ha conquistato per sempre le signore anziane, anche quelle che non amano gli orecchini, i tacchi, il rossetto della Santanchè al Billionaire, quella modernità sfacciata senza nessuna ansia di rinnovamento).
Daniela Santanchè è stata scandalosa, ha massacrato Gianfranco Fini e i suoi piccoli calcoli di riscatto sociale, ha urlato contro il velo islamico, contro Ernesto Ferrero che si è proclamato ministro dei clandestini, contro Rosy Bindi che apprezza il burqa e contro Livia Turco che permette che si fumino le canne.
Apocalittica, estrema, passionale, criticabile (vi ricordate quando Ann Coulter, il 13 settembre 2001, consigliò a Bush il semplice piano: "Invadi i loro paesi, uccidi i loro leader, converti i loro popoli" e, alla domanda se fosse una neocon, rispose: "No, io sono una gentile"), la Santanchè non si è mai vergognata di quei sorrisi da Costa Smeralda, perché "ho fatto le mie battaglie, da sola, e ci ho messo la mia vita, e mi hanno anche abbandonato e tradito", non ha mai, femminista in questo molto solitaria, parlato male di una donna, e quindi ha potuto, sabato, parlare alle donne: "Noi, donne di destra, non siamo contro i nostri uomini, noi amiamo i nostri uomini, siamo orgogliose dei nostri uomini, camminiamo al loro fianco, ma mai un passo indietro, noi camminiamo insieme. Noi da sole non vinciamo".
Una cosa gigantesca, calda, coraggiosa, una cosa difficile da dire, un addio definitivo alla frivola manicure delle quote rosa: "Abbandoniamole, tanto ci sono io che lotto per voi", un grido di vera guerra femminile. "Smettiamola di parlare male delle donne, di invidiare quelle che ce l'hanno fatta, perché se ne arriva una ne arrivano tante". E con la bava alla bocca.
"Noi non dobbiamo farci perdonare di essere di destra". Daniela Santanchè rivendica un'identità occidentale, femminile, disinibita, patriottica, ed è talmente femmina che parla di sé al maschile e spara alto contro i maschi traditori. "Io non dimentico il passato, sono un uomo che ha memoria, e la memoria per noi uomini è importante, ma noi uomini di destra ci guardiamo in faccia, non sparliamo nei corridoi".
Un po' cow-boy, un po' Coulter, un po' spavalderia da Billionaire, lo stile della Santanchè è formidabile perché è sincero, pesci in faccia e arrivederci, ricomincio da me, siete dei miserabili ma me ne frego e rido di voi. Mai una lagna nelle sue parole, mai uno sbattere eccessivo di ciglia (e perfino la maratona di New York con la bandiera italiana disegnata sulle guance), mai una borsetta non coordinata alle scarpe. "Per racimolare qualche idea, per fare un po' di cultura, Gianfranco Fini ha dovuto creare una fondazione, Farefuturo, ah ah (risata beffarda e testa all'indietro, come la Crudelia De Mon della "Carica dei centouno"), io vi dico invece che il futuro è qui, il futuro siamo noi". Di certo moltissimo futuro femminile è lei, Daniela Santanchè, scandalosamente incazzata, modernamente selvaggia.
2 - "IL SECOLO": SANTANCHE' E' LA "LARA CROFT" DI STORACE, BAVA ALLA BOCCA E PALLE IN PRIMO PIANO.
(Adnkronos) - Con Daniela Santanche', Francesco Storace trova la sua 'Lara Croft'. Il Secolo d'Italia paragona la neoportavoce de La Destra all'eroina tutta curve e pistole del videogame 'Tomb raider'. Sono lontani i tempi in cui, ricorda il quotidiano di An, 'Storace arringava la destra sociale osservando: 'Noi abbiamo una che si chiama Mussolini, volete mettere con la Santanche'?'. Un'epoca, sottolinea ancora 'Il Secolo', in cui Storace diceva anche 'non e' che Fini fa il nostro capo per poi portarci in dote ad Arcore', mentre adesso 'l'amico Silvio e' acclamato dal popolo storaciano come 'duce, duce'...'. Santanche' 'promette una destra con la bava alla bocca' e torna a parlare di palle di velluto: 'Le palle non e' che bisogna averle di velluto, di cachemire o di seta... bisogna averle', dice Santanche'. 'Bava alla bocca e palle in primo piano: e' questa la destra che convince?', chiede 'Il Secolo'.
3 - LA RUSSA: LE ACCUSE DI DANIELA? IO HO FATICATO E LEI MI HA TRADITO .
Angela Frenda per il "Corriere della Sera"
«Altro che palle di velluto... Di cemento ci sono volute, le palle, per consentire prima il suo ingresso in An e poi la sua carriera». A sostenere la parte del «traditore» o, peggio, di quello che le «ha girato le spalle» (copyright Daniela Santanché), Ignazio La Russa non ci sta. È stato il suo king maker, politicamente parlando. Ma adesso sono lontani i tempi di quando Santanché si dichiarava «larussiana doc». Lontani i tempi delle vacanze insieme in Costa Smeralda e delle feste fino a tarda sera. «E dire che l'ultima cosa che ho fatto per Daniela è ottenere dal partito che nessuno, se non io, le replicasse. Proprio per evitare che le sparassero addosso».
Addirittura? «Beh, diciamocela tutta, alla Santanché non è difficilissimo dire cose cattive. Mille, ce ne sarebbero. Una donna come lei... Cose tipo: la regina dei salotti passa con quelli che odiano i salotti; è stata eletta con An senza voti suoi; se ne va perché non ha avuto l'incarico che voleva». Invece... «Invece nessuno ha detto nulla. Però, sentirmi anche dare del traditore, è troppo. Daniela ha una visione strana della vita. Fino a cinque giorni fa mi diceva: mai con Storace. Poi passa e a tradire sono io? Ma scherziamo?
Credo che stia commettendo un gravissimo errore politico. Se ne va proprio quando An esprime al massimo i valori di destra. E l'operazione di Storace tende solo, dal punto di vista politico, a creare disordine nel Polo in un momento così delicato». Ma La Russa ribadisce anche un suo convincimento: «È stato un bene che sia andata via. Ormai la sua permanenza creava solo tensione.
E il fatto che mi abbia accusato di tradimento mi ha aperto gli occhi. So io che forza ho dovuto usare per farla entrare in An: non la volevano. Era un corpo estraneo. La regina dei salotti... l'amica di Cirino Pomicino... Era vista come un'opportunista. Io però sapevo che aveva capacità e che era brava. E infatti ho avuto ragione. Ho convinto uno a uno Gasparri, Bocchino, Landolfi... Mi sono persino danneggiato l'immagine: quel La Russa festaiolo nasce soprattutto dall'amicizia con lei». E adesso? «L'amicizia resta, per carità. Però è vero che il partito sta meglio senza di lei. Certo, ha tradito la mia fiducia, ma le faccio un in bocca al lupo. Mentre a Storace, beh, non vorrei essere nei suoi panni. La convivenza con Daniela non sarà una passeggiata».
Dagospia 13 Novembre 2007