IL VATICANO FAVOREVOLE ALL'EUTANASIA (DEL GOVERNO PRODI) - DOPO L'ULTIMA GRANA DELL'OMOFOBIA, BERTONE HA DECISO DI "SCOMUNICARE" DEL TUTTO IL PRODINO - QUASI IN CONTEMPORANEA CON I COMUNISTI.
Franco Bechis per "Italia Oggi"
Raccontano in Vaticano che questa settimana il segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, avesse deciso di dare l'ultima spallata alla curia che lo ha preceduto. Stava per aprire uno dei dossier più delicati, quello sullo Ior, sottraendo definitivamente la banca vaticana dall'influenza del cardinale decano, Angelo Sodano. Bertone lavorava da mesi a quel dossier. Ma ha dovuto richiuderlo in fretta e furia quando gli sono arrivate le prime notizie dal senato italiano della repubblica.
Prima quella legge sulle coppie di fatto (erano i Dico, ora i Cus) che ha trovato un'improvvisa accelerazione. Poi il decreto sicurezza, con quell'emendamento un po' criptico sull'omofobia. Insomma, il cardinale Bertone ha dovuto rimettere nel cassetto il dossier sullo Ior e tenere un filo diretto con i senatori più fidati della maggioranza. Non è una novità che la Chiesa segua da vicino le vicende politiche italiane, mai però come nel caso dei Dico e delle norme che hanno provato (anche quest'ultima) a fotocopiare quel testo.
Non perché in sè siano destinate a cambiare granchè, ma per il loro diventare una possibile leva con cui sollevare e mandare gambe all'aria la famiglia naturale (quella nata da uomo e donna) che è perno sia della carta costituzionale che dell'organizzazione dell'economia e dello stato sociale italiano.
Dopo il voto che in senato ha fatto tremare il governo, lasciandolo però per l'ennesima volta in piedi, il cardinale Bertone ha capito di non potere fare conto nemmeno sui teodem del centrosinistra: a parte le fedeltà mostrata da Giulio Andreotti, solo Paola Binetti ha votato secondo la sua coscienza e le preoccupazioni della Chiesa.
Per questo il Vaticano ha deciso di recidere quell'esile filo con cui seguiva le vicende del governo Prodi. Giornalisticamente si potrebbe dire che ha staccato la spina. Quasi in contemporanea con l'analoga decisione presa dall'altra chiesa - quella comunista - che ha sorretto fin qui i destini di Prodi e del suo governo. Sembra essere tornati a inizio anno, a quel mese di febbraio in cui Prodi ebbe il primo serio inciampo con la semi-crisi che lo portò diritto al Quirinale.
Allora come oggi i suoi guai nascevano dall'inciampo nel filo che gli avevano teso i cattolici da una parte (per la legge sui Dico approvata dal consiglio dei ministri) e Rifondazione comunista dall'altra sulla politica estera. Prodi inciampò, provò a rialzarsi e per qualche mese è sopravvissuto procedendo a passetti, ma sostanzialmente non facendo quasi nulla per non rischiare troppo. Ora l'ostacolo non sembra più superabile. Se non subito a gennaio, in primavera dovrà trovarsi un'altra occupazione...
Dagospia 10 Dicembre 2007
Raccontano in Vaticano che questa settimana il segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, avesse deciso di dare l'ultima spallata alla curia che lo ha preceduto. Stava per aprire uno dei dossier più delicati, quello sullo Ior, sottraendo definitivamente la banca vaticana dall'influenza del cardinale decano, Angelo Sodano. Bertone lavorava da mesi a quel dossier. Ma ha dovuto richiuderlo in fretta e furia quando gli sono arrivate le prime notizie dal senato italiano della repubblica.
Prima quella legge sulle coppie di fatto (erano i Dico, ora i Cus) che ha trovato un'improvvisa accelerazione. Poi il decreto sicurezza, con quell'emendamento un po' criptico sull'omofobia. Insomma, il cardinale Bertone ha dovuto rimettere nel cassetto il dossier sullo Ior e tenere un filo diretto con i senatori più fidati della maggioranza. Non è una novità che la Chiesa segua da vicino le vicende politiche italiane, mai però come nel caso dei Dico e delle norme che hanno provato (anche quest'ultima) a fotocopiare quel testo.
Non perché in sè siano destinate a cambiare granchè, ma per il loro diventare una possibile leva con cui sollevare e mandare gambe all'aria la famiglia naturale (quella nata da uomo e donna) che è perno sia della carta costituzionale che dell'organizzazione dell'economia e dello stato sociale italiano.
Dopo il voto che in senato ha fatto tremare il governo, lasciandolo però per l'ennesima volta in piedi, il cardinale Bertone ha capito di non potere fare conto nemmeno sui teodem del centrosinistra: a parte le fedeltà mostrata da Giulio Andreotti, solo Paola Binetti ha votato secondo la sua coscienza e le preoccupazioni della Chiesa.
Per questo il Vaticano ha deciso di recidere quell'esile filo con cui seguiva le vicende del governo Prodi. Giornalisticamente si potrebbe dire che ha staccato la spina. Quasi in contemporanea con l'analoga decisione presa dall'altra chiesa - quella comunista - che ha sorretto fin qui i destini di Prodi e del suo governo. Sembra essere tornati a inizio anno, a quel mese di febbraio in cui Prodi ebbe il primo serio inciampo con la semi-crisi che lo portò diritto al Quirinale.
Allora come oggi i suoi guai nascevano dall'inciampo nel filo che gli avevano teso i cattolici da una parte (per la legge sui Dico approvata dal consiglio dei ministri) e Rifondazione comunista dall'altra sulla politica estera. Prodi inciampò, provò a rialzarsi e per qualche mese è sopravvissuto procedendo a passetti, ma sostanzialmente non facendo quasi nulla per non rischiare troppo. Ora l'ostacolo non sembra più superabile. Se non subito a gennaio, in primavera dovrà trovarsi un'altra occupazione...
Dagospia 10 Dicembre 2007