OH, DEBORAH! - LA BERGAMINI: "SERVA IO? QUELLI VERI LI HO VISTI IN QUESTI ANNI" - "L'AVEVO DETTO IN TEMPI NON SOSPETTI: SE BERLUSCONI PERDE LE ELEZIONI, MI SPIANANO" - "RICATTATA DAI GIORNALISTI".

1 - CURZI ALL'ATTACCO, LA BERGAMINI TRATTA L'USCITA.
Alberto Guarnieri per "Il Messaggero"


Il Cda di oggi si aprirà con i due casi giudiziari nati sulle intercettazioni. Quelle sui legami Rai-Mediaset, che hanno coinvolto Deborah Bergamini, e le nuove a Silvio Berlusconi che chiamano in causa Agostino Saccà. Intanto si diffonde la notizia che Bergamini starebbe trattando la sua uscita dalla Rai.
In Cda Sandro Curzi parte lancia in resta e chiede di fatto che anche il direttore della Fiction, così come la responsabile del Marketing, sia sospeso dalle funzioni. «In considerazione degli elementi emersi da una indagine della procura di Napoli - sostiene Curzi - il Cda dovrebbe invitare il direttore generale ad assumere immediatamente tutti i provvedimenti cautelari necessari a carico dei dipendenti che risultassero effettivamente coinvolti nell'indagine». A prevalere è una linea più morbida, che affida al dg Cappon l'apertura di una nuova inchiesta interna e «l'assunzione di eventuali provvedimenti aziendali conseguenti, e la collaborazione con la magistratura».

2 - LA BERGAMINI PARLA: DI RAI E BERLUSCONI.
Cristina Tagliabue per il "Corriere della Sera Magazine"


A casa di Deborah Bergamini il digitale terrestre non funziona. Si vede Sky e la televisione analogica. "E' un problema del decoder" dice lei "Non ho capito cosa c'è che non va". E tuttavia Roberta, una fra i tanti amici che in questi giorni si stanno dando il cambio per starle vicino, ci fa notare che non è l'unico acciacco, quello, dell'attico affittato dalla Bergamini. E sbotta: "Possibile che in un palazzo di quasi solo uffici il riscaldamento non funzioni neanche il lunedì?".

E' evidente. Anche a Roma, alle volte, succede di avere freddo. Succede di accorgersene, magari, quando si sta a casa dal lavoro. "Sono affezionata a questo appartamento. L'ho trovato su Porta Portese, il giornaletto di annunci di Roma. Certo è vero che le magagne arrivano tutte insieme.." dice Deborah, direttore marketing di Rai, e agli onori delle cronache per esser stata intercettata, stralciata, e successivamente sospesa dalla sua attività.

Siamo al settimo piano di una casa di cento metri quadrati, con pavimenti in marmo, dove le finestre non portano tende. Un appartamento da giovani dentro, con sedie di legno, mobili d'epoca intervallati da oggetti tipicamente adolescenziali. Come i cd di De Gregori, i libri di fantascienza consumati e accatastati un pò a caso, uno specchio a forma di sole sopra il letto. "Noi di Bob Dylan ce ne freghiamo - ironizza Roberta - quello che conta sono gli Eagles e gli America. Deborah conosce tutte le canzoni a memoria. Quante volte le abbiamo cantate insieme". La Bergamini si vergogna un pò. Arrossisce ma asserisce.

Le foto che abbiamo visto sui giornali non le rendono giustizia. E' dimagrita così tanto negli ultimi dieci giorni? "Ma no - ride - Avevo delle intolleranze alimentari che ho risolto con un bravo dietologo, tutto qui". Tra i dvd accatastati di fianco ai decoder, "Il mio Paese" di Daniele Vicari non è stato ancora scartato dal cellophane. Com'è che non l'ha ancora visto? La disciplina delle abitudini consolidate, e dei gesti consueti, degli orari rispettati oggi è spezzata. Magari nei prossimi giorni troverà tempi, e modi, anche per questo documentario.

Tutto è cominciato una mattina del 21 novembre. Poco dopo aver svoltato gli "anta", Deborah Bergamini ha sceso le scale del suo palazzo anni '30 ed ha timbrato il millesimo ingresso in Rai. La raccomandata di Berlusconi, come tutti la chiamano, nell'anno e mezzo di governo della sinistra continuava pervicacemente a voler lavorare.

Perché?
"L'avevo detto quasi due anni fa. Se il Cavaliere perde, mi spianano - spiega lei, seduta sul suo divano di cotone grezzo - Era prevedibile, certo, che mi volessero far fuori. Ma mi sono illusa che forse ce l'avrei fatta. Che il mio curriculum, e il mio lavoro, parlassero da soli, a prescindere dai tre anni passati al fianco di Berlusconi. E' stato un periodo straordinario ma io lavoro da quasi venti anni".

Già. Che cosa sono tre anni al fianco del Cavaliere? Certi Signori degli Anelli sono in grado di cambiarti la vita. Di dare una sterzata decisiva ad una carriera, di realizzare sogni, di velocizzare percorsi di anni e anni. Ma poi quanto costa, una scelta come questa?
"Costa. Perché tutto ciò che deriva da quella scelta, nella tua carriera, sarà valutato e misurato sempre a partire da lì. A quel punto sei etichettata, e lo sarai per sempre. E' la forza dello stereotipo, che rassicura tutti. Giudizi veloci, senza perder tempo a capire le persone. In questo senso, qualsiasi cosa io abbia fatto può essere strumentalizzata e utilizzata per montare teoremi. Ma, se avessi dovuto calcolare i costi delle mie scelte, avrei fatto ben poco, nella vita".

Ma chi è, dunque, Deborah Bergamini? O Debbi, come la trascrivono affettuosamente alcuni addetti alle intercettazioni della Procura di Milano. O la Bergamini, come la chiamano in Rai. O Cartimandua, come si era presentata al popolo di internet con un blog che la ritraeva nei panni della regina dei Celti.
"Mi son venuta a noia da sola. Sono una persona perbene, con un'etica del lavoro, una famiglia normale alle spalle e la voglia di confrontarmi con la diversità. Ho aperto un blog proprio per questo. E non è stato una passeggiata. Più di seicento commenti pubblicati, da grandi manifestazioni di solidarietà ad attacchi furiosi e volgari. Ma non sono scappata. Ho fatto un gesto di trasparenza in una situazione in cui le persone, normalmente, per proteggersi si nascondono".

Dunque non ha fatto proprio nulla di sbagliato durante questi cinque anni in Rai?
"Oddio. Avrò fatto mille errori, ma sempre lavorando per la Rai. E sempre andando a dormire, la sera, con la coscienza a posto".

Ci spiega cosa vuol dire fare il marketing in un network controllato dal Governo?
"Il marketing in tivù è spesso vissuto come una contaminazione della linea editoriale. In realtà in Rai è una funzione di indirizzo e di supporto delle strutture che fanno i programmi. Testiamo i format con focus group, misuriamo le performance dei programmi, facciamo ricerche di scenario, studiamo target, generi, reputazione del marchio. Ogni programma, in fondo, è un brand....".

Tutte cose noiose, insomma. Ma non ha proprio mai messo becco nella programmazione?
"Non sta a me definire il prodotto ma alle strutture editoriali che ne hanno responsabilità. Certo mi è scappato di fare il tifo per qualche idea, o qualche presentatore. E' normale, credo, lavorando dentro una televisione, pensare a nuove idee di programmi e a personaggi. Peraltro, l'ufficio marketing della Rai monitora anche la popolarità e il gradimento dei volti noti".

Quest'anno è stata avvistata all'incontro di "Vedrò" di Enrico Letta. Perché ci è andata?
"Ero curiosa. Al di là delle divisioni politiche ed ideologiche, ho trovato persone con problemi e aspirazioni simili ai miei. Sono andata a "Vedrò" così come frequento i blogger di Tocqueville. Mi piacciono i luoghi dove si può andare e sparigliare".

Dopo la pubblicazione dei brogliacci delle intercettazioni del caso Hdc su Repubblica, apprendiamo che, come dirigente Rai, si sentiva con Berlusconi.
"Perché dovrei nasconderlo? Ma questo non significa che in Rai lavorassi per lui - ride - o che fossi la sua longa manus. Mica sono scema".

Il vostro primo incontro è stato molto chiacchierato. Un'intervista a porte chiuse?
"Veramente gli studi di Bloomberg, a Londra, sono open space con grandi vetrate. Facevo la giornalista, lì, da un paio d'anni, dopo il trasloco da Parigi. Mi ero trasferita insieme a mio marito..."



Era sposata?
"Sì, oggi divorziata. E non credo lui avrebbe piacere nell'essere citato. E' una persona riservata, con la quale sono cresciuta, a Firenze, negli anni dell'Università. Io ho una laurea in Lettere e Filosofia, e lui una in ingegneria. Dopo aver vinto una Borsa di studio , negli Stati Uniti, sono tornata in Italia, ho fatto la gavetta a La Nazione e nelle tivù locali, e nel '96 ho seguito lui a Parigi, dove aveva trovato un buon impiego".

Dunque quell'intervista a Berlusconi?
"Ero assunta a Bloomberg, abitavamo a Londra, e io mi occupavo di finanza. Non ero io, inizialmente, a dover fare l'intervista a Berlusconi. Avevo passato la notte in redazione, e la mattina, quando la mia collega non si presentò, la sostituii in fretta e furia. Ma ero impreparata, lo ammetto. Non avevo studiato, ed ero piena di pregiudizi . Leggevo giornali italiani e stranieri, che erano tutt'altro che teneri nei suoi confronti".

Quindi la conquistò in quella mezz'ora soltanto...
"Mi è sembrata una persona con il coraggio delle sue intuizioni. Uno con la forza di essere se stesso sempre e comunque, alla luce del sole".

E i suoi soldi?
"Prendevo un normale stipendio come sua assistente. Non mi ha cambiato la vita, in questo senso... Anzi. Certo, rispetto agli inizi, quando non avevo neanche i soldi per riparare il motorino, la mia situazione economica è molto migliorata. Ma è stato un impegno totalizzante lavorare con lui, non ero più padrona della mia vita personale. Per questo a un certo punto ho detto basta".

Ho visto che sul suo blog in molti le hanno dato della serva. Ma i servi dicono basta?
"Serva io? Con tutti i servi che ho visto in azione in questi anni e in questi giorni, mi viene proprio da ridere...".

Peperina questa Bergamini... Ma la mattina della pubblicazione dei brogliacci, aveva tutta questa energia?
"E' stato un vero shock. Ho continuato a lavorare per tutta la giornata, ho fatto riunioni, ma nel frattempo ricevevo centinaia di telefonate. E poi la sera, quando casa mia si è riempita di amici preoccupati, ho iniziato a comprendere la portata di quanto era successo, e la violenza subìta. Arrivavano pizze nel cartone, ma io non avevo fame. Discutevamo di quanto era successo senza sapere che piega avrebbe preso tutta la vicenda".

Una botta di visibilità. Tutti i giornali e i tg a parlare di lei...
"Sì, e in che termini! Non mi ci faccia pensare. Va bene la corsa alla notizia, ma alcuni giornalisti sono arrivati al punto di farmi capire che, se non avessi accettato di parlare con loro, gli articoli sarebbero stati pesantemente negativi. Chissà se anche quelle chiamate sono state intercettate, visto che il mio telefonino si è rivelato essere un call center...".

Secondo i giornali lei trattava di palinsesti con i suoi omologhi in Mediaset, in relazione alla morte del Pontefice. E' normale per chi lavora in tivù parlare con la concorrenza?
"Non è un segreto che si parli con i colleghi della concorrenza, e non solo per il mondo televisivo. Qualsiasi azienda che si confronti con il mercato e con il pubblico, o i consumatori, ha delle relazioni con i competitor. Anche i direttori dei giornali e gli stessi giornalisti credo lo facciano quotidianamente.
Per lavorare non ti puoi chiudere in una stanza senza comunicare con l'esterno. Il mondo è completamente interconnesso. Certe aziende scrivono addirittura su internet il divenire delle loro decisioni. La programmazione televisiva è una cosa seria. A maggior ragione in casi di emergenza o di crisi come fu per l'agonia di Papa Giovanni Paolo II. Avrei scaricato il telefonino pur di non commettere errori".

Secondo quanto dice Repubblica concordavate minuto per minuto i palinsesti.
"Stupidaggini".

Ci può dire quanto guadagna? O almeno, il suo stipendio è sotto la soglia della Finanziaria di 274.000 Euro l'anno?
"Assolutamente sì".

Adesso che è stata dispensata dal lavoro, è disposta ad aspettare, come Santoro, il reintegro ufficiale anche dopo anni di battaglie legali?
"Se è questa la mia sorte, perché no. Sto imparando ad assaporare il divenire. Non sai cosa accadrà domani, e aspetti di vedere. In fondo è bello così".

In alternativa, non potrebbe dedicarsi ad altro?
"Lavorare in Rai è sempre stato il mio sogno e per me questi cinque anni sono stati bellissimi. Ho avuto la fortuna di lavorare con persone fantastiche. Alla faccia di chi dice che in Rai non c'è professionalità. Non è vero. Combatterò per il mio lavoro e mi creda, sono la persona che ha maggior interesse a fare chiarezza su tutta questa vicenda. Sono una combattente. Anzi, forse, a pensarci bene, ho sbagliato a chiudere il mio blog della regina dei Celti".

Ma i celti sono i barbari...
"Avevo scelto Cartimandua perché è stata una regina della conciliazione. Mi piace vedere Berlusconi che dialoga con Veltroni. Mi sembra una grande prova di responsabilità. I barbari sono altri, se mi permette..."

E cioè?
"Quelli senza spina dorsale, che hanno sempre paura di esporsi. E così facendo, legittimano una deriva di conformismo e di irresponsabilità".

Che cosa farà domani?
"Beh. Domani guarderò "Il mio Paese". Certo, prima devo toglierlo dal cellophane...".



Dagospia 13 Dicembre 2007