PICCOLA POSTA - QUALCUNO HA QUALCOSA DA DIRE A IL NUOVO, TGCOM, AFFARITALIANI, "LIBERO".
Riceviamo e volentieri pubblichiamo: Lettera 1 Egr Dott. D'Agostino, certamente internet offre sempre spunti di divertimento, anche se qualche volta è un amaro divertimento; proprio oggi mi è capitato uno di questi fatti, che ancora una volta dimostra quanto il bisogno di uscire con la notizia in anteprima, faccia dimenticare che è invece più importante che la notizia sia vera. Stamattina due autorevoli giornali online hanno infatti messo in linea questa notizia : "Su i prezzi alla produzione" da IlNuovo.it "Ancora in calo i prezzi alla produzione in Italia" da Tgcom.it - pagina finanziaria Chi avrà ragione ? Cordiali Saluti Alessandro Valsecchi Lettera 2 caro dago, a proposito dell'iniziativa di Affaritaliani, due o tre cose che Perrino dimentica di dire. 1) "In epoca di vintage: il rilancio del quotidiano della sera". C'hanno provato in tanti. Ma in giro non ne è rimasto uno. Auguro davvero a Perrino maggiore fortuna. 2) "In epoca di net economy:è la prima volta che un quotidiano online diventa cartaceo (finora è successo il contrario)". Falso. Già due anni l'aveva fatto eDay, finanziato con 5 miliardi dalla Kiwi di Elserino Piol. Chiuso dopo meno di un anno. 3) "In epoca ambientalista ed economicista: elimina il vecchio modo di fare stampa e distribuzione, tradizionali palle al piede dell'editoria old.. Con DopoBorsa ognuno stampa da sè, quando, come e cosa vuole". E la carta della stampante? Passa Perrino a ritirarla? 4) "In epoca di recupero della Filosofia: azzera il vincolo di spazio e tempo, nel senso che il prodotto, appena messo in rete, è stampabile sia per il mio dirimpettaio di ballatoio, qui a Milano sia per lo zio emigrato in Australia, sia per i parenti di Altamura". Che è poi esattamente ciò che permette di fare Internet da oltre cinque anni! Non mi pare una gran scoperta 5) "In epoca di minimalismo, introduce un processo di miniaturizzazione del quotidiano. Nasce il quotidiano bonsai". Ma è la stessa innovazione introdotta oltre dieci anni fa dal quotidiano Mf-Milano Finanza, che è infatti di formato decisamente inferiore alla norma. Il quotidiano bonsai, quindi, è stato già inventato. Non solo: dalle 18 del pomeriggio è disponibile on line una versione pomeridiana ridotta di MF in formato pdf stampabile. Anche questa quindi non è una novità. 6) "In epoca di superinformazione, esalta la caratteristica, di sottrarre, ridurre, semplificare". Ottimo. Detto questo, auguri a Perrino e ad Affaritaliani. Non c'è niente di male a copiare la concorrenza, ma non è elegante far passare per proprie delle vecchie idee altrui. Ben Lettera 3 Natalino Russo Seminara dovrebbe avere la correttezza di ricordare che su Berlusconi editore il compianto Montanelli, visto come il Cavaliere lo trattò una volta sceso in politica, si espresse in maniera molto negativa. Il problema è sempre quello: conflitto di interessi. Fino a quando Berlusconi non aveva un partito da sponsorizzare il bravo Montanelli poteva esprimersi come voleva, ma una volta sceso in campo, il "Divino" avrebbe voluto imporre al grande Indro una linea ben precisa, come dire, aziendale...familiare, quella attuale per intenderci. Tutti si ricordano la testimonianza del grande giornalista riguardo la sua burrascosa uscita di scena da direttore de "Il Giornale". Indro non voleva essere il direttore di un giornale di partito, Berlusconi per tutta risposta nella sua nuova doppia veste di editore-politico si dimenticò della libertà fino ad allora concessagli e da lì in poi la sua famigerata libertà divenne solo un proclamo abusato. Il resto è storia. Per fortuna qualcuno ha buona memoria. Alessandro Lettera 4 Nel momento in cui nelle liste di proscrizione entrano professionisti come Biagi, Santoro, Mannoni, esserne esclusi è davvero poco "trendy". Ringrazio pertanto il sig.Marchi Gianluca di avermi offerto questa opportunità collocandomi su "Libero" nella lista dei comunisti Mediaset e scrivendo che "Mimmo Lombezzi non era comunista ma si collocava addirittura oltre".. Premesso che il fatto di doversi "difendere" dall' "accusa" di essere comunista è solo un segno del maccartismo da strapazzo che sta calando sul paese, il sig.Marchi ha avuto troppa fretta nel compilare le sue "liste". Dico questo perché se fossi trinariciuto non avrei alcun problema a dirlo ad alta voce,come ho sempre fatto,anche di recente,quando ho ritenuto di dover prendere una posizione (dal caso Grilz alla censura di "Bella Ciao",sino al tentativo in corso di mettere la sordina a Biagi e Santoro). Se considerassi il sig.Marchi un collega gli risponderei che i giornalisti vanno giudicati solo per il lavoro che fanno,ma a questo forse ha già provveduto il suo giornale che l'hanno scorso parlò molto bene del mio programma "Link" e anche il suo direttore, Feltri, che si fece tranquillamente intervistare senza timore di essere inquadrato da una telecamera comunista. Al signor Marchi invece dico che di cecchini ne ho incontrati tanti, dai Balcani al Medio Oriente, ma poiché mi spaventano molto di più quelli seduti dietro a una scrivania, prometto di fornirgli a stretto giro di posta anche le liste degli ebrei,dei gay e dei musulmani che infestano le nostre redazioni Nell'attesa gli consiglio due letture: "Il cinico non è adatto a queste mestiere" di Kapuscinski e lo strepitoso capitolo di James Ellroy sugli "scavafango" una categoria di operatori dei media che anche in Italia potrebbe avere un grande futuro. Mimmo Lombezzi Dagospia.com 31 Maggio 2002