FENOMENOLOGIA DI PEREZ HILTON.COM, IL SITO CHE TUTTI AMANO ODIARE
AVRIL: "UN IRRIGATORE VAGINALE" - BRITNEY: "UNA STRONZA IDIOTA E DROGATA"
MARIO LAVANDEIRA SULLE PUTTANATE E FROCIATE HA COSTRUITO UN IMPERO
AVRIL: "UN IRRIGATORE VAGINALE" - BRITNEY: "UNA STRONZA IDIOTA E DROGATA"
MARIO LAVANDEIRA SULLE PUTTANATE E FROCIATE HA COSTRUITO UN IMPERO
Erik Hedegaard per "Rolling Stone"
Da bambino, Mario Lavandeira ha passato la maggior parte del tempo a letto, a guardare la televisione. Guardava Friends, Melrose Place, He-Man, G.I. Joe, gli Snorky, i Transformers, L'albero delle mele, Il mio amico Arnold, decine di talk show, tutte le soap e un sacco, ma proprio un sacco, di Mtv. Se ne stava incollato al tubo catodico per ore, vestito solo con una maglietta e un paio di pantaloncini. I suoi glielo permettevano, e non si alzava nemmeno per mangiare. Suo padre, un artigiano, gli portava i pasti su un vassoio direttamente a letto.
A scuola lo trattavano tutti male perché era grassoccio e decisamente effeminato, ma Mario in quel letto si sentiva un re. Lì nessuno gli pizzicava la ciccia della schiena, era al sicuro e il ricordo di quelle lunghe giornate televisive ha reso la sua infanzia speciale e indimenticabile, oltre che parecchio divertente, dice lui. Ma cosa aveva in serbo il futuro per un bambino come Mario Lavandeira? Sua madre lo avrebbe voluto avvocato, ma lui quando è uscito dal nido si è cambiato il nome, si è tinto i capelli, si è tirato a lucido e si è incollato non più alla tv, ma al portatile.
È diventato Perez Hilton, quello di perezhilton.com, sito che vanta 7 milioni di visitatori al giorno, un esercito di curiosi che vanno a controllare quello che combina la "regina di tutti i media", cioè Mario, che oggi ha 29 anni. Sul suo blog Perez critica con una certa perfidia le starlette di Hollywood - Britney Spears, Lindsay Lohan e Nicole Richie in testa - e manomette foto paparazzate scarabocchiando frasi, facendo commenti e disegnando grandi macchie bianche che spesso coprono la faccia del personaggio ritratto.
Certo, si tratta di un'azione deplorevole, ma è come se Mario si fosse preso una rivincita su tutti quei ragazzi che gli pizzicavano la ciccia della schiena. Il sito perezhilton.com ha avuto, e ha ancora, un successo enorme. Le guance pienotte del suo creatore, i suoi dentoni e i modi gay ma odiosi e provocatori hanno ravvivato moltissimi programmi televisivi. Perez ne fa di tutti colori. Quando ha annunciato la morte di Fidel Castro, i media ufficiali gli hanno quasi creduto (anche se per pochissimo). È stato citato in giudizio dalla dj Samantha Ronson (la sorella del produttore superstar Mark) per 20 milioni di dollari, dopo averla chiamata "tossica", e non è esattamente un buon amico di Lindsay Lohan.
Non solo. È anche stato bandito dal mitico hotel Chateau Marmont per puro principio. «Wow! Sono felicissimo! Si vede che sto combinando qualcosa di buono!», è stato il suo commento a riguardo. Di recente, Perez è stato pure protagonista di un reality, What Perez Sez, dove chiacchiera amabilmente con alcuni personaggi famosi (nel primo episodio Perez ha mostrato alla mielosa Mandy Moore come muoversi attorno a un palo da lap dance, mentre lei si adoperava a lambirlo con la lingua). A dire il vero, adesso anche lui è una stella influente, uno con cui doversi misurare volenti o nolenti.
Nonostante il periodo frenetico, il ragazzo che una volta si chiamava Mario Lavandeira, non ci pensa nemmeno a prendersi una pausa. Ha il suo blog da aggiornare. Oggi, ad esempio, sta lavorando nel suo appartamento di Los Angeles, allungato su una sedia a sdraio, con il portatile in bilico sulle ginocchia. Cerca informazioni, cosa che fa per 19 ore al giorno. Controlla continuamente la posta e salta da un sito all'altro sperando di incappare in foto nuove e inedite, magari di Lindsay Lohan, da modificare e pasticciare.
Ogni tanto, però, deve lasciare la sua postazione per andare a una festa. Ma Perez non ama fare vita mondana, preferisce rimanere proprio dov'è, comodo nella stessa divisa che indossava quando era un ragazzino avido di tv: maglietta e pantaloncini. Per quello che riguarda i pasti, poi, da quando non ha più il padre che glieli porta, gli vengono consegnati da personale specializzato.
«Adoro quello che faccio», dice in un momento di pausa. «Credo che sia molto eccitante. Le star sono davvero fuori di testa. Vivono sotto una campana di vetro e si circondano di persone che li accontentano in tutto. Divertente, no? Credo che una delle cose più importanti sia proprio divertirsi. Lo dico sempre. Se una cosa non è divertente, puoi farcela diventare. Segui il divertimento, crealo». Poi torna al lavoro e posta sul sito un mucchio di roba nuova. C'è una foto di Tara Reid con una didascalia in cui si dice che pensare a lei vuol dire pensare a vodka e malattie infettive. E ancora una di Jessica Simpson con il disegno di un pene che punta verso il viso, oltre alle immancabili macchie bianche. Come dice Perez, allora, divertiamoci!
È un bel mattino californiano, caldo e soleggiato, e Perez dopo aver grugnito un paio di volte al telefono, si è alzato dalla sedia, ha infilato il portatile e qualcosa da mettersi addosso nella sua borsa di Hello Kitty ed è andato all'aeroporto di Burbank. Essendo ormai un personaggio famoso, è stato ingaggiato da un club di Las Vegas per alcune serate. Perez ha i capelli rosa orchidea, indossa dei jeans neri, un paio di sneakers, anch'esse nere e una felpa col cappuccio tutta colorata. Ha un tono di voce altissimo. Solo sei mesi fa viveva in un misero appartamento senza tv e Internet e scriveva sul suo blog da un caffè di Sunset Boulevard. Il suo sito adesso è un must per milioni di persone.
Oggi Perez non ha più la sua vecchia auto ma guida una Toyota Camry 2007. È difficile dire quanto guadagni con il sito, ma si dice che i supposti 250mila dollari all'anno siano probabilmente meno della cifra reale. In altre parole, sta diventando ricco e famoso sfruttando le disavventure e le incertezze di altre persone.
Oggi parla di Lindsay Lohan. «Credo che sia una matta e una drogata. Forse è proprio la droga che la rende matta, non lo so». Ce n'è anche per Avril Lavigne. «È un irrigatore vaginale». Poi è la volta di Jennifer Aniston: «La odio». E Paris Hilton? Be', lì Perez non si sbottona, sono amici. Poi tocca a Sienna Miller: «Io la chiamo Puttansienna». E, infine, ancora a Tara Reid: «Sta cercando di smettere di bere? Ma che vada a farsi fottere!». Perez non ha lo stesso trattamento per tutti. «Amy Winehouse è una cara amica». Ha anche una passione per Madonna, Oprah Winfrey, Angelina e Brad.
Ma eccolo che torna a parlare di lavoro, come sempre. «Ho scritto su Britney Spears più di chiunque altro», continua, «anche se ero un suo grandissimo fan. A differenza di Nicole Richie o di altre tipe, lei ha davvero talento. All'inizio vendeva come poche, ma poi mi sono sentito tradito da quello che ha fatto. È come se la ragazza che avevo tanto amato non fosse mai esistita e la vera Britney fosse quella di oggi, una stronza idiota e drogata».
ilton considera la sua un'attività di tutto rispetto. «Faccio intrattenimento, informazione e satira a modo mio. È così che esprimo me stesso. Se non potessi più farlo sarebbe come se qualcuno mi strappasse la lingua. Ho intenzione di rendere il mondo un posto migliore e credo che quello che faccio sia ok, sia qualcosa di nobile». Quando parla di sé, dice: «Non sono una star. Oggi una star è famosa solo per essere famosa, ha una connotazione negativa. Io sono un intrattenitore, uno che lavora. Sono un'ape affaccendata a sgocciolare miele ovunque».
Come Perez sia arrivato al successo è già materia di leggenda. Sappiamo che a 18 anni si è trasferito a New York, che ha frequentato lì un corso di teatro e che sempre nella Grande Mela ha capito di essere omosessuale. Dopo la laurea, si è trasferito a Los Angeles, è stato licenziato due volte, è ritornato a New York e ha trovato lavoro alla rivista Star, dove scriveva solo cavolate. Era un lavoro che odiava ed è caduto in depressione. Ha pensato addirittura di suicidarsi. «Volevo tagliarmi le vene, o avvelenarmi, o spararmi, o buttarmi giù da un palazzo. Ci pensavo ogni giorno». Poi è stato licenziato anche da Star e ha cominciato a lavorare a tempo pieno su un blog di gossip che aveva creato: pagesixsixsix.com, ispirato dalla famosa pagina di gossip del New York Post. All'epoca si chiamava ancora Mario Lavandeira.
Nel 2005 il Post gli fece causa e, perciò, dovette trovarsi un nome nuovo per continuare. Decise per Perez Hilton, sposando le sue origini latine con la più famosa nullafacente e ricca ragazza del mondo e ribattezzò il blog perezhilton.com. Poco dopo The Insider definì il sito come il più odiato del mondo. Qualcosa si stava muovendo, e alla svelta.
Eppure, di Mario non si sa moltissimo. Si sa che i suoi sono cubani, che è cresciuto a Miami, che ha frequentato un liceo gesuita e che ha lasciato la sua città prima che ha potuto. Questo è tutto, e a Hilton va bene così. «Ho cominciato a fare la vita che volevo quando sono andato via da Miami», racconta, «tutto quello che è stato prima dei 18 anni non ha importanza. È dai 18 anni in poi che ho cominciato a essere me stesso, a vivere con consapevolezza il mio essere gay, a uscire, ad avere appuntamenti. A vivere appieno, insomma».
Già, ma allora Mario ha dimenticato di quando era un ragazzino teledipendente, un tipo strano che amava stare sempre a letto? Hilton non ama parlare di quel periodo, anche se a volte qualche dettaglio salta fuori, tipo che non gli piaceva uscire, che non ha mai falciato il prato di casa, che gli sarebbe piaciuto andare a pescare con il padre, ma non è mai successo. Non aveva molto in comune con gli altri ragazzi e sua madre amava spettegolare. Quando aveva sette anni, Mario già sapeva di essere gay. Era terrorizzato dall'oceano e da quello che ci viveva dentro: mostri marini e squali, soprattutto. A casa sua aveva paura della tazza del water, perché credeva che potesse uscirne una mano, afferrare il suo sedere da porcello e tirarlo giù con sé.
Tra i quattro e gli otto anni ricorda di essersela fatta addosso almeno un paio di volte, proprio per questo motivo, e che la cosa lo ha così traumatizzato che ha ancora in mente ogni singolo momento di quel giorno. Suo padre, l'uomo che gli portava il pranzo a letto e che gli permetteva le sue maratone televisive, è morto quando Mario aveva 15 anni e pare che la cosa non lo abbia sconvolto poi troppo. «Ho solo cercato di evitare il processo di lutto», si difende lui. «Era estate e lavoravo come impiegato in un ufficio. Perciò, sono tornato al lavoro, ecco tutto. Non lascio che quello che mi accade intorno abbia la meglio su di me. Ho avuto un'infanzia felice e vivevo nel mio piccolo mondo fantastico. Sì, devo dire che ho vissuto un'infanzia davvero fantastica».
Sull'aereo per Las Vegas, Perez si è addormentato quasi subito, mentre una copia della pettegolissima Us Weekly (la sua rivista preferita) che tiene appoggiata sul petto sale e scende seguendo il ritmo del suo respiro e la bocca rossa socchiusa permette di vedere uno dei suoi dentoni. Mi ha detto che di solito non sogna, e con molta probabilità non lo sta facendo nemmeno adesso, ma se stesse sognando di certo l'oggetto dei suoi sogni sarebbe Britney. Nessuno più di lei ha contribuito al successo di Perez. Lei gli dà sempre lo spunto giusto, tanto che si potrebbe affermare «No Britney. No Perez».
Perez ha una fantasia su di lei. In questa fantasia, Britney ha sganciato un bel po' di soldi per fare una grande festa. C'è molta gente, stampa compresa. Lei ha preso un sacco di roba e arriva un'ambulanza per portarla all'ospedale. Sono passate due settimane e Britney è ancora in coma. Davanti all'ospedale ci sono vigili, gruppi di preghiera e un sacco di altra gente. Poi la Spears esce dal coma e giura di dare un giro di vite alla sua esistenza. Il fulcro di tutta la fantasia sono le due settimane di coma di Britney e rappresentano l'dea che Hilton ha del Paradiso. «Credo che sia proprio una bella storia. La adoro». Se siete una star come Britney, ci sono buone possibilità che voi non piacciate a Perez, così come che lui non vi piaccia.
Tara Reid e Nicole Richie lo odiano entrambe. Jesse Metcalfe, il giardiniere tutto muscoli di Desperate Housewives, quando lo ha visto in un locale, gli si è avvicinato e gli ha detto: «Non credo che tu abbia idea di quante volte ho immaginato di ucciderti!». Ma Perez non dà peso a queste cose: «Se non ti piace quello che scrivo, non leggerlo. È così semplice». Anche una buona parte della comunità gay non lo sopporta, soprattutto perché troppo spesso rende pubblica l'omosessualità di qualcuno, senza pensarci due volte. Lo ha già fatto, tra gli altri, con l'ex N'Sinc Lance Bass e con l'attore Neil Patrick Harris. Perez non riesce a capire perché il suo comportamento infastidisca tanto: «Se i media parlano della storia tra Drew Barrymore e Justin Long va tutto bene, mentre io sbaglio quando racconto di una relazione gay ancora non nota... Proprio non lo capisco».
L'aereo entra in una zona di turbolenze e cominciamo a ballare. Gli assistenti di volo annunciano di restare al proprio posto. Qualcuno è pallido in viso, e anche Hilton lo è, ma lui ha sempre un colorito spento. Sta ancora dormendo, nonostante tutto quello che gli accade intorno. Se fosse sveglio, di certo direbbe che è divertente. Forse troverebbe addirittura divertente il fatto che potremmo precipitare. È fatto così o, forse, è così che è diventato. Per lui qualsiasi cosa è divertente e se non ti piace scendi e prendi un altro aereo. Non puoi? Be' è un tuo problema, non suo.
Appena arrivati Perez si chiude in camera, in maglietta e pantaloncini, e ci rimane per le successive 25 ore e mezzo. Aggiorna il suo blog per un po' e poi ordina la cena, italiana: carne, formaggio, tortillas ai gamberetti, tortellini, patate, una coca e del crème caramel. Confessa: «Non mi piace essere grasso, ma va bene così, perché adoro mangiare e mi piace fare quello che adoro, anche se so bene che così non mi prendo cura di me stesso e che prima o poi dovrò darmi una regolata».
Poi si alza e gironzola per la stanza, che è enorme e ha delle finestre enormi con una veduta meravigliosa di Las Vegas by night. «Devo andare un attimo al bagno», annuncia. Quando torna si siede sul divano e riprende: «Non mi importa se non ho un ragazzo al momento. Non sono uno di quelli che hanno bisogno di un altro per sentirsi completo. Però non faccio che ripetermi che sono grasso e indegno di essere amato. Una delle ragioni per cui non voglio una storia è che non voglio che qualcuno mi veda nudo, perché non mi sento per niente sexy». Sospira. Adesso sembra più Mario che Perez. «Non mi masturbo nemmeno tanto. Lo faccio più o meno una volta alla settimana. Forse dovrei farlo più spesso, non è poi la cosa peggiore del mondo, no?».
Ritorna a essere Perez. Dice che quelle macchie e quei segni bianchi che fa sulle foto non hanno un significato preciso, che gli piace scarabocchiare sul sito e che qualcuno pensa che vogliano significare sperma, altri moccio, altri pipì. «Significano quello che tu vuoi significhino», commenta. «Io dico che sono amore». Rimane in silenzio per un istante, pensieroso. «Sai una cosa? Lo so che molti odiano Perez, ma non me importa niente. La notte dormo lo stesso benissimo. E sai perché? Perché sono un personaggio, sono Perez, quello che distrugge i miti. E anche perché, mentre prima pensavo che fosse ridicolo farmi chiamare così, adesso sono contento, perché Perez mi ha dato l'opportunità di migliorare la mia vita».
Dagospia 30 Gennaio 2008
Da bambino, Mario Lavandeira ha passato la maggior parte del tempo a letto, a guardare la televisione. Guardava Friends, Melrose Place, He-Man, G.I. Joe, gli Snorky, i Transformers, L'albero delle mele, Il mio amico Arnold, decine di talk show, tutte le soap e un sacco, ma proprio un sacco, di Mtv. Se ne stava incollato al tubo catodico per ore, vestito solo con una maglietta e un paio di pantaloncini. I suoi glielo permettevano, e non si alzava nemmeno per mangiare. Suo padre, un artigiano, gli portava i pasti su un vassoio direttamente a letto.
A scuola lo trattavano tutti male perché era grassoccio e decisamente effeminato, ma Mario in quel letto si sentiva un re. Lì nessuno gli pizzicava la ciccia della schiena, era al sicuro e il ricordo di quelle lunghe giornate televisive ha reso la sua infanzia speciale e indimenticabile, oltre che parecchio divertente, dice lui. Ma cosa aveva in serbo il futuro per un bambino come Mario Lavandeira? Sua madre lo avrebbe voluto avvocato, ma lui quando è uscito dal nido si è cambiato il nome, si è tinto i capelli, si è tirato a lucido e si è incollato non più alla tv, ma al portatile.
È diventato Perez Hilton, quello di perezhilton.com, sito che vanta 7 milioni di visitatori al giorno, un esercito di curiosi che vanno a controllare quello che combina la "regina di tutti i media", cioè Mario, che oggi ha 29 anni. Sul suo blog Perez critica con una certa perfidia le starlette di Hollywood - Britney Spears, Lindsay Lohan e Nicole Richie in testa - e manomette foto paparazzate scarabocchiando frasi, facendo commenti e disegnando grandi macchie bianche che spesso coprono la faccia del personaggio ritratto.
Certo, si tratta di un'azione deplorevole, ma è come se Mario si fosse preso una rivincita su tutti quei ragazzi che gli pizzicavano la ciccia della schiena. Il sito perezhilton.com ha avuto, e ha ancora, un successo enorme. Le guance pienotte del suo creatore, i suoi dentoni e i modi gay ma odiosi e provocatori hanno ravvivato moltissimi programmi televisivi. Perez ne fa di tutti colori. Quando ha annunciato la morte di Fidel Castro, i media ufficiali gli hanno quasi creduto (anche se per pochissimo). È stato citato in giudizio dalla dj Samantha Ronson (la sorella del produttore superstar Mark) per 20 milioni di dollari, dopo averla chiamata "tossica", e non è esattamente un buon amico di Lindsay Lohan.
Non solo. È anche stato bandito dal mitico hotel Chateau Marmont per puro principio. «Wow! Sono felicissimo! Si vede che sto combinando qualcosa di buono!», è stato il suo commento a riguardo. Di recente, Perez è stato pure protagonista di un reality, What Perez Sez, dove chiacchiera amabilmente con alcuni personaggi famosi (nel primo episodio Perez ha mostrato alla mielosa Mandy Moore come muoversi attorno a un palo da lap dance, mentre lei si adoperava a lambirlo con la lingua). A dire il vero, adesso anche lui è una stella influente, uno con cui doversi misurare volenti o nolenti.
Nonostante il periodo frenetico, il ragazzo che una volta si chiamava Mario Lavandeira, non ci pensa nemmeno a prendersi una pausa. Ha il suo blog da aggiornare. Oggi, ad esempio, sta lavorando nel suo appartamento di Los Angeles, allungato su una sedia a sdraio, con il portatile in bilico sulle ginocchia. Cerca informazioni, cosa che fa per 19 ore al giorno. Controlla continuamente la posta e salta da un sito all'altro sperando di incappare in foto nuove e inedite, magari di Lindsay Lohan, da modificare e pasticciare.
Ogni tanto, però, deve lasciare la sua postazione per andare a una festa. Ma Perez non ama fare vita mondana, preferisce rimanere proprio dov'è, comodo nella stessa divisa che indossava quando era un ragazzino avido di tv: maglietta e pantaloncini. Per quello che riguarda i pasti, poi, da quando non ha più il padre che glieli porta, gli vengono consegnati da personale specializzato.
«Adoro quello che faccio», dice in un momento di pausa. «Credo che sia molto eccitante. Le star sono davvero fuori di testa. Vivono sotto una campana di vetro e si circondano di persone che li accontentano in tutto. Divertente, no? Credo che una delle cose più importanti sia proprio divertirsi. Lo dico sempre. Se una cosa non è divertente, puoi farcela diventare. Segui il divertimento, crealo». Poi torna al lavoro e posta sul sito un mucchio di roba nuova. C'è una foto di Tara Reid con una didascalia in cui si dice che pensare a lei vuol dire pensare a vodka e malattie infettive. E ancora una di Jessica Simpson con il disegno di un pene che punta verso il viso, oltre alle immancabili macchie bianche. Come dice Perez, allora, divertiamoci!
È un bel mattino californiano, caldo e soleggiato, e Perez dopo aver grugnito un paio di volte al telefono, si è alzato dalla sedia, ha infilato il portatile e qualcosa da mettersi addosso nella sua borsa di Hello Kitty ed è andato all'aeroporto di Burbank. Essendo ormai un personaggio famoso, è stato ingaggiato da un club di Las Vegas per alcune serate. Perez ha i capelli rosa orchidea, indossa dei jeans neri, un paio di sneakers, anch'esse nere e una felpa col cappuccio tutta colorata. Ha un tono di voce altissimo. Solo sei mesi fa viveva in un misero appartamento senza tv e Internet e scriveva sul suo blog da un caffè di Sunset Boulevard. Il suo sito adesso è un must per milioni di persone.
Oggi Perez non ha più la sua vecchia auto ma guida una Toyota Camry 2007. È difficile dire quanto guadagni con il sito, ma si dice che i supposti 250mila dollari all'anno siano probabilmente meno della cifra reale. In altre parole, sta diventando ricco e famoso sfruttando le disavventure e le incertezze di altre persone.
Oggi parla di Lindsay Lohan. «Credo che sia una matta e una drogata. Forse è proprio la droga che la rende matta, non lo so». Ce n'è anche per Avril Lavigne. «È un irrigatore vaginale». Poi è la volta di Jennifer Aniston: «La odio». E Paris Hilton? Be', lì Perez non si sbottona, sono amici. Poi tocca a Sienna Miller: «Io la chiamo Puttansienna». E, infine, ancora a Tara Reid: «Sta cercando di smettere di bere? Ma che vada a farsi fottere!». Perez non ha lo stesso trattamento per tutti. «Amy Winehouse è una cara amica». Ha anche una passione per Madonna, Oprah Winfrey, Angelina e Brad.
Ma eccolo che torna a parlare di lavoro, come sempre. «Ho scritto su Britney Spears più di chiunque altro», continua, «anche se ero un suo grandissimo fan. A differenza di Nicole Richie o di altre tipe, lei ha davvero talento. All'inizio vendeva come poche, ma poi mi sono sentito tradito da quello che ha fatto. È come se la ragazza che avevo tanto amato non fosse mai esistita e la vera Britney fosse quella di oggi, una stronza idiota e drogata».
ilton considera la sua un'attività di tutto rispetto. «Faccio intrattenimento, informazione e satira a modo mio. È così che esprimo me stesso. Se non potessi più farlo sarebbe come se qualcuno mi strappasse la lingua. Ho intenzione di rendere il mondo un posto migliore e credo che quello che faccio sia ok, sia qualcosa di nobile». Quando parla di sé, dice: «Non sono una star. Oggi una star è famosa solo per essere famosa, ha una connotazione negativa. Io sono un intrattenitore, uno che lavora. Sono un'ape affaccendata a sgocciolare miele ovunque».
Come Perez sia arrivato al successo è già materia di leggenda. Sappiamo che a 18 anni si è trasferito a New York, che ha frequentato lì un corso di teatro e che sempre nella Grande Mela ha capito di essere omosessuale. Dopo la laurea, si è trasferito a Los Angeles, è stato licenziato due volte, è ritornato a New York e ha trovato lavoro alla rivista Star, dove scriveva solo cavolate. Era un lavoro che odiava ed è caduto in depressione. Ha pensato addirittura di suicidarsi. «Volevo tagliarmi le vene, o avvelenarmi, o spararmi, o buttarmi giù da un palazzo. Ci pensavo ogni giorno». Poi è stato licenziato anche da Star e ha cominciato a lavorare a tempo pieno su un blog di gossip che aveva creato: pagesixsixsix.com, ispirato dalla famosa pagina di gossip del New York Post. All'epoca si chiamava ancora Mario Lavandeira.
Nel 2005 il Post gli fece causa e, perciò, dovette trovarsi un nome nuovo per continuare. Decise per Perez Hilton, sposando le sue origini latine con la più famosa nullafacente e ricca ragazza del mondo e ribattezzò il blog perezhilton.com. Poco dopo The Insider definì il sito come il più odiato del mondo. Qualcosa si stava muovendo, e alla svelta.
Eppure, di Mario non si sa moltissimo. Si sa che i suoi sono cubani, che è cresciuto a Miami, che ha frequentato un liceo gesuita e che ha lasciato la sua città prima che ha potuto. Questo è tutto, e a Hilton va bene così. «Ho cominciato a fare la vita che volevo quando sono andato via da Miami», racconta, «tutto quello che è stato prima dei 18 anni non ha importanza. È dai 18 anni in poi che ho cominciato a essere me stesso, a vivere con consapevolezza il mio essere gay, a uscire, ad avere appuntamenti. A vivere appieno, insomma».
Già, ma allora Mario ha dimenticato di quando era un ragazzino teledipendente, un tipo strano che amava stare sempre a letto? Hilton non ama parlare di quel periodo, anche se a volte qualche dettaglio salta fuori, tipo che non gli piaceva uscire, che non ha mai falciato il prato di casa, che gli sarebbe piaciuto andare a pescare con il padre, ma non è mai successo. Non aveva molto in comune con gli altri ragazzi e sua madre amava spettegolare. Quando aveva sette anni, Mario già sapeva di essere gay. Era terrorizzato dall'oceano e da quello che ci viveva dentro: mostri marini e squali, soprattutto. A casa sua aveva paura della tazza del water, perché credeva che potesse uscirne una mano, afferrare il suo sedere da porcello e tirarlo giù con sé.
Tra i quattro e gli otto anni ricorda di essersela fatta addosso almeno un paio di volte, proprio per questo motivo, e che la cosa lo ha così traumatizzato che ha ancora in mente ogni singolo momento di quel giorno. Suo padre, l'uomo che gli portava il pranzo a letto e che gli permetteva le sue maratone televisive, è morto quando Mario aveva 15 anni e pare che la cosa non lo abbia sconvolto poi troppo. «Ho solo cercato di evitare il processo di lutto», si difende lui. «Era estate e lavoravo come impiegato in un ufficio. Perciò, sono tornato al lavoro, ecco tutto. Non lascio che quello che mi accade intorno abbia la meglio su di me. Ho avuto un'infanzia felice e vivevo nel mio piccolo mondo fantastico. Sì, devo dire che ho vissuto un'infanzia davvero fantastica».
Sull'aereo per Las Vegas, Perez si è addormentato quasi subito, mentre una copia della pettegolissima Us Weekly (la sua rivista preferita) che tiene appoggiata sul petto sale e scende seguendo il ritmo del suo respiro e la bocca rossa socchiusa permette di vedere uno dei suoi dentoni. Mi ha detto che di solito non sogna, e con molta probabilità non lo sta facendo nemmeno adesso, ma se stesse sognando di certo l'oggetto dei suoi sogni sarebbe Britney. Nessuno più di lei ha contribuito al successo di Perez. Lei gli dà sempre lo spunto giusto, tanto che si potrebbe affermare «No Britney. No Perez».
Perez ha una fantasia su di lei. In questa fantasia, Britney ha sganciato un bel po' di soldi per fare una grande festa. C'è molta gente, stampa compresa. Lei ha preso un sacco di roba e arriva un'ambulanza per portarla all'ospedale. Sono passate due settimane e Britney è ancora in coma. Davanti all'ospedale ci sono vigili, gruppi di preghiera e un sacco di altra gente. Poi la Spears esce dal coma e giura di dare un giro di vite alla sua esistenza. Il fulcro di tutta la fantasia sono le due settimane di coma di Britney e rappresentano l'dea che Hilton ha del Paradiso. «Credo che sia proprio una bella storia. La adoro». Se siete una star come Britney, ci sono buone possibilità che voi non piacciate a Perez, così come che lui non vi piaccia.
Tara Reid e Nicole Richie lo odiano entrambe. Jesse Metcalfe, il giardiniere tutto muscoli di Desperate Housewives, quando lo ha visto in un locale, gli si è avvicinato e gli ha detto: «Non credo che tu abbia idea di quante volte ho immaginato di ucciderti!». Ma Perez non dà peso a queste cose: «Se non ti piace quello che scrivo, non leggerlo. È così semplice». Anche una buona parte della comunità gay non lo sopporta, soprattutto perché troppo spesso rende pubblica l'omosessualità di qualcuno, senza pensarci due volte. Lo ha già fatto, tra gli altri, con l'ex N'Sinc Lance Bass e con l'attore Neil Patrick Harris. Perez non riesce a capire perché il suo comportamento infastidisca tanto: «Se i media parlano della storia tra Drew Barrymore e Justin Long va tutto bene, mentre io sbaglio quando racconto di una relazione gay ancora non nota... Proprio non lo capisco».
L'aereo entra in una zona di turbolenze e cominciamo a ballare. Gli assistenti di volo annunciano di restare al proprio posto. Qualcuno è pallido in viso, e anche Hilton lo è, ma lui ha sempre un colorito spento. Sta ancora dormendo, nonostante tutto quello che gli accade intorno. Se fosse sveglio, di certo direbbe che è divertente. Forse troverebbe addirittura divertente il fatto che potremmo precipitare. È fatto così o, forse, è così che è diventato. Per lui qualsiasi cosa è divertente e se non ti piace scendi e prendi un altro aereo. Non puoi? Be' è un tuo problema, non suo.
Appena arrivati Perez si chiude in camera, in maglietta e pantaloncini, e ci rimane per le successive 25 ore e mezzo. Aggiorna il suo blog per un po' e poi ordina la cena, italiana: carne, formaggio, tortillas ai gamberetti, tortellini, patate, una coca e del crème caramel. Confessa: «Non mi piace essere grasso, ma va bene così, perché adoro mangiare e mi piace fare quello che adoro, anche se so bene che così non mi prendo cura di me stesso e che prima o poi dovrò darmi una regolata».
Poi si alza e gironzola per la stanza, che è enorme e ha delle finestre enormi con una veduta meravigliosa di Las Vegas by night. «Devo andare un attimo al bagno», annuncia. Quando torna si siede sul divano e riprende: «Non mi importa se non ho un ragazzo al momento. Non sono uno di quelli che hanno bisogno di un altro per sentirsi completo. Però non faccio che ripetermi che sono grasso e indegno di essere amato. Una delle ragioni per cui non voglio una storia è che non voglio che qualcuno mi veda nudo, perché non mi sento per niente sexy». Sospira. Adesso sembra più Mario che Perez. «Non mi masturbo nemmeno tanto. Lo faccio più o meno una volta alla settimana. Forse dovrei farlo più spesso, non è poi la cosa peggiore del mondo, no?».
Ritorna a essere Perez. Dice che quelle macchie e quei segni bianchi che fa sulle foto non hanno un significato preciso, che gli piace scarabocchiare sul sito e che qualcuno pensa che vogliano significare sperma, altri moccio, altri pipì. «Significano quello che tu vuoi significhino», commenta. «Io dico che sono amore». Rimane in silenzio per un istante, pensieroso. «Sai una cosa? Lo so che molti odiano Perez, ma non me importa niente. La notte dormo lo stesso benissimo. E sai perché? Perché sono un personaggio, sono Perez, quello che distrugge i miti. E anche perché, mentre prima pensavo che fosse ridicolo farmi chiamare così, adesso sono contento, perché Perez mi ha dato l'opportunità di migliorare la mia vita».
Dagospia 30 Gennaio 2008