LE MAGIE DI CARLA - DITE A SARKO' CHE LA PUPA CONOSCE UN "GIOCHETTO", FA MUOVERE I SUOI SENI INDIPENDENTEMENTE: "BEH, GUARDI IL SENO DESTRO, SINISTRO, DESTRO." - ULTIME PAROLE FAMOSE: NON CREDO NEL MATRIMONIO.
Andrew Threlfall per "Chi"
Ho incontrato Carla Bruni a Londra, nella hall dell'hotel Claridge, subito dopo l'uscita del suo secondo disco, No promises. Ma in una intervista, durata circa due ore, abbiamo avuto occasione di parlare, oltre che del suo lavoro, anche di molto altro.
Carla Bruni, che cosa si prova nel compiere 40 anni?
«Come dice Helena Christensen, una mia buona amica che è nata il giorno di Natale, "capita spesso che ci si dimentichi di fare gli auguri a un Capricorno" (la Bruni è nata il 23 dicembre del 1967, ndr)».
Ha paura di invecchiare?
«Beh, un'altra mia amica è nata in un villaggio africano e lei addirittura non conosce esattamente né il giorno in cui è nata, né l'anno. Sa solo che era il periodo in cui il fiume era in secca».
Ha mai preso in considerazione l'eventualità di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica?
«Per il volto? No. Fra l'altro, mi trucco davvero pochissimo. Non ho niente contro la chirurgia plastica, credo che i medici non facciano le cose come si deve. Non avrei problemi a sottopormi a un intervento, se i risultati fossero splendidi, ma penso che di regola il risultato finale sia orribile. "Rifarsi" il viso è tremendo, è folle!».
È vero che lei conosce un "giochetto" grazie al quale riesce a far muovere i suoi seni uno indipendentemente dall'altro?
«Come lo ha saputo? Non ho mai parlato di questo. Beh, guardi il seno destro, destro, sinistro, destro.».
Ha ereditato buoni geni dalla sua famiglia?
«Credo che nella mia famiglia abbiamo tutti una bella pelle. E ricordo mia madre, che diceva che le donne si "tiravano" il viso per barare sull'età. "Ma l'età di una donna la capisci da dietro. È inutile risistemare davanti", diceva. Quando, per strada, incontri una donna, puoi capire quanti anni ha solo dal modo in cui cammina: quindi, a che scopo tirarsi la faccia?».
Dopo la nascita di suo figlio, il suo corpo è cambiato?
«Sono stata fortunata, perché ho un fisico tonico, ma devo lavorarci su e fare un sacco di sport. È sempre stato così sin da quando avevo 20 anni. Le modelle sono naturalmente esili e io non faccio esercizio fisico per mantenermi snella, lo faccio per caricarmi di energia e per scaricare le tensioni».
I suoi segreti di bellezza?
«Esercizi cardiovascolari sullo stairmaster o con le macchine cross-trainer. Mi cimento anche in attività come la corsa e lo sci. Poi passeggio e sollevo mio figlio con le braccia, il che fa benissimo ai muscoli. Subito dopo aver messo al mondo mio figlio ho creduto che sarei rimasta un mostro per il resto dei miei giorni. Specialmente con l'allattamento, che ho portato avanti per mesi. Per la verità non avevo mai avuto un seno così (ride, ndr). Per circa sette mesi dopo la nascita di Aurélien ho avuto le tette! Mi sono tenuta lontano dagli alcolici ed è stata questa la ragione per cui ho smesso di allattare: avevo davvero bisogno di un drink e di una sigaretta».
È stata felice della gravidanza?
«Si dice che ci vogliono nove mesi per fare un bambino e poi altri nove per "rimettersi" dal bambino. Dopo un anno il mio corpo era lo stesso di prima, ma ricordo di aver sfilato per Jean-Paul Gaultier subito dopo aver finito di allattare (Aurélien aveva otto mesi) e, riguardando la registrazione dello show, oddio, sembravo un frigorifero».
In che senso sembrava un frigorifero?
«Erano cresciute».
Tutto il seno o soltanto i capezzoli?
«Le tette, ed erano meravigliose. Ero estasiata. È l'unica ragione per cui sono andata avanti ad allattare per tutti quei mesi, per vanità. No, scherzo. Al mio uomo piaceva molto. Mi diceva che gli piacevo cicciottella e io gli rispondevo di smetterla, che m'imbarazzava, che non ero grassa e... "vatti a cercare un'altra modella"».
Forse per lui era come andare a letto con un'altra donna.
«Sì, sì (ride, ndr). Seriamente, la maternità non aiuta il fisico, ma il recupero ha qualcosa di magico. Lo dico avendo avuto un figlio, la penserei diversamente se ne avessi avuti otto».
Come l'amica africana?
«Lei, scherzando, mi direbbe: "Dove sono le tue tette? Oh, sul pavimento". Sa, come quelle donne del Terzo mondo, del Bangladesh, no, no...».
Che cosa pensa degli uomini francesi e della loro ipocrisia, per cui al maschio sono concesse una o anche più amanti, mentre alla donna si chiede la remissività?
«È tipico dei latini e degli ebrei, che considerano i figli ebrei solo se lo è la madre, perché potrebbero non sapere con certezza chi è il padre. Credo che questo comportamento sia frutto del meccanismo riproduttivo: le donne hanno figli, ma a volte anche amanti, capita che non sappiano con chi il figlio è stato concepito. Gli uomini possono "seminare" figli e in alcune culture è un bene: in Africa, più figli hai, più ricco sei».
Forse è anche per questo che molti uomini africani rifiutano l'uso del preservativo.
«Per loro è qualcosa che va contro la vita, difficile fargli cambiare idea. A me non piace il matrimonio, c'è qualcosa di bugiardo in questo impegno. È una bugia».
Che cosa mi dice di Marianne Faithfull?
«Marianne è una mia cara amica. È curioso, la prima volta che ci siamo incontrate, in uno studio di registrazione, entrambe sapevamo di avere un certo Mick Jagger in comune e che eravamo tutt'e due Capricorno».
Dagospia 04 Febbraio 2008
Ho incontrato Carla Bruni a Londra, nella hall dell'hotel Claridge, subito dopo l'uscita del suo secondo disco, No promises. Ma in una intervista, durata circa due ore, abbiamo avuto occasione di parlare, oltre che del suo lavoro, anche di molto altro.
Carla Bruni, che cosa si prova nel compiere 40 anni?
«Come dice Helena Christensen, una mia buona amica che è nata il giorno di Natale, "capita spesso che ci si dimentichi di fare gli auguri a un Capricorno" (la Bruni è nata il 23 dicembre del 1967, ndr)».
Ha paura di invecchiare?
«Beh, un'altra mia amica è nata in un villaggio africano e lei addirittura non conosce esattamente né il giorno in cui è nata, né l'anno. Sa solo che era il periodo in cui il fiume era in secca».
Ha mai preso in considerazione l'eventualità di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica?
«Per il volto? No. Fra l'altro, mi trucco davvero pochissimo. Non ho niente contro la chirurgia plastica, credo che i medici non facciano le cose come si deve. Non avrei problemi a sottopormi a un intervento, se i risultati fossero splendidi, ma penso che di regola il risultato finale sia orribile. "Rifarsi" il viso è tremendo, è folle!».
È vero che lei conosce un "giochetto" grazie al quale riesce a far muovere i suoi seni uno indipendentemente dall'altro?
«Come lo ha saputo? Non ho mai parlato di questo. Beh, guardi il seno destro, destro, sinistro, destro.».
Ha ereditato buoni geni dalla sua famiglia?
«Credo che nella mia famiglia abbiamo tutti una bella pelle. E ricordo mia madre, che diceva che le donne si "tiravano" il viso per barare sull'età. "Ma l'età di una donna la capisci da dietro. È inutile risistemare davanti", diceva. Quando, per strada, incontri una donna, puoi capire quanti anni ha solo dal modo in cui cammina: quindi, a che scopo tirarsi la faccia?».
Dopo la nascita di suo figlio, il suo corpo è cambiato?
«Sono stata fortunata, perché ho un fisico tonico, ma devo lavorarci su e fare un sacco di sport. È sempre stato così sin da quando avevo 20 anni. Le modelle sono naturalmente esili e io non faccio esercizio fisico per mantenermi snella, lo faccio per caricarmi di energia e per scaricare le tensioni».
I suoi segreti di bellezza?
«Esercizi cardiovascolari sullo stairmaster o con le macchine cross-trainer. Mi cimento anche in attività come la corsa e lo sci. Poi passeggio e sollevo mio figlio con le braccia, il che fa benissimo ai muscoli. Subito dopo aver messo al mondo mio figlio ho creduto che sarei rimasta un mostro per il resto dei miei giorni. Specialmente con l'allattamento, che ho portato avanti per mesi. Per la verità non avevo mai avuto un seno così (ride, ndr). Per circa sette mesi dopo la nascita di Aurélien ho avuto le tette! Mi sono tenuta lontano dagli alcolici ed è stata questa la ragione per cui ho smesso di allattare: avevo davvero bisogno di un drink e di una sigaretta».
È stata felice della gravidanza?
«Si dice che ci vogliono nove mesi per fare un bambino e poi altri nove per "rimettersi" dal bambino. Dopo un anno il mio corpo era lo stesso di prima, ma ricordo di aver sfilato per Jean-Paul Gaultier subito dopo aver finito di allattare (Aurélien aveva otto mesi) e, riguardando la registrazione dello show, oddio, sembravo un frigorifero».
In che senso sembrava un frigorifero?
«Erano cresciute».
Tutto il seno o soltanto i capezzoli?
«Le tette, ed erano meravigliose. Ero estasiata. È l'unica ragione per cui sono andata avanti ad allattare per tutti quei mesi, per vanità. No, scherzo. Al mio uomo piaceva molto. Mi diceva che gli piacevo cicciottella e io gli rispondevo di smetterla, che m'imbarazzava, che non ero grassa e... "vatti a cercare un'altra modella"».
Forse per lui era come andare a letto con un'altra donna.
«Sì, sì (ride, ndr). Seriamente, la maternità non aiuta il fisico, ma il recupero ha qualcosa di magico. Lo dico avendo avuto un figlio, la penserei diversamente se ne avessi avuti otto».
Come l'amica africana?
«Lei, scherzando, mi direbbe: "Dove sono le tue tette? Oh, sul pavimento". Sa, come quelle donne del Terzo mondo, del Bangladesh, no, no...».
Che cosa pensa degli uomini francesi e della loro ipocrisia, per cui al maschio sono concesse una o anche più amanti, mentre alla donna si chiede la remissività?
«È tipico dei latini e degli ebrei, che considerano i figli ebrei solo se lo è la madre, perché potrebbero non sapere con certezza chi è il padre. Credo che questo comportamento sia frutto del meccanismo riproduttivo: le donne hanno figli, ma a volte anche amanti, capita che non sappiano con chi il figlio è stato concepito. Gli uomini possono "seminare" figli e in alcune culture è un bene: in Africa, più figli hai, più ricco sei».
Forse è anche per questo che molti uomini africani rifiutano l'uso del preservativo.
«Per loro è qualcosa che va contro la vita, difficile fargli cambiare idea. A me non piace il matrimonio, c'è qualcosa di bugiardo in questo impegno. È una bugia».
Che cosa mi dice di Marianne Faithfull?
«Marianne è una mia cara amica. È curioso, la prima volta che ci siamo incontrate, in uno studio di registrazione, entrambe sapevamo di avere un certo Mick Jagger in comune e che eravamo tutt'e due Capricorno».
Dagospia 04 Febbraio 2008