FERMATO FABRIZIO CORONA: TENTAVA DI PAGARE CON BANCONOTE FALSE IN AUTOGRILL (ANCORA TRATTENUTO A ORVIETO) - DOPO IL RINVIO A GIUDIZIO PER ESTORSIONE MINACCIAVA: "ORA PARLO, TREMERANNO TUTTI".
1 - FERMATO FABRIZIO CORONA: TENTAVA DI PAGARE CON BANCONOTE FALSE IN AUTOGRILL -
(Ansa) - Fabrizio Corona e' stato fermato questa mattina dalla Polizia stradale di Orvieto mentre tentava di pagare ad un autogrill con banconote false. Corona e' stato portato alla sezione di polizia di Orvieto, e dalle prime notizie sembra che nelle concitate fasi del fermo alcune banconote false si siano disperse sull'autostrada.
Corona il 29 febbraio scorso e' stato rinviato a giudizio nell'ambito dell' 'inchiesta vip', nella quale era rimasto coinvolto anche Lele Mora. Corona e' accusato di estorsione e tentata estorsione ai danni di Francesco Coco, Marco Melandri, Lapo Elkann, il calciatore Adriano, Alberto Gilardino e l'imprenditore Gianluca Vacchi. Con la sua agenzia fotografica avrebbe proposto ad attori e calciatori di 'ritirare' dal mercato fotografie compromettenti in cambio di denaro.
Recentemente gli era stato offerto un ruolo in una fiction poliziesca: avrebbe dovuto interpretare la parte di un ispettore, ma la scelta aveva sollevato non poche polemiche.
Soprattutto da parte dei sindacati di polizia.
2 - CORONA A PROCESSO "ADESSO PARLO E TREMERANNO TUTTI"
Susanna Marzolla per "La Stampa"
Rabbia e amarezza non le può nascondere, quando esce dall'aula-bunker di San Vittore dove è appena stato rinviato a giudizio per estorsione, consumata e tentata. «Pensavo di essere prosciolto - ammette Fabrizio Corona - avevo altri progetti e adesso sono stanco, non capisco come funzioni la legge e sono convinto della malafede di molte persone». Poi lo sfogo, le minacce plateali: «Ci sono cose che sono state tenute nascoste e che ora tirerò fuori, durante il processo. Adesso i vip che mi hanno accusato devono farsela sotto, la figuraccia la faranno loro». Dice così Corona (il linguaggio autentico è ancora più volgare) e già se lo prefigura, questo processo: «Una lunga passerella di personaggi con cui giornali e tv andranno a nozze. Queste persone che si sono costituite parte civile sono state sentite dai magistrati ma al processo verranno sentite dai miei avvocati, la loro immagine non sarà più così pulita. Ci divertiremo tanto e faremo un sacco di soldi».
Già, i soldi. Lo scopo primario di Corona, il fotografo dei vip. O meglio dei cosiddetti vip di oggi che di pura immagine vivono più che di potere reale: quelli che passano da uno studio televisivo o da un campo di calcio alla discoteca e al ristorante chiccosetto, e la cui fama dura poco più di una stagione. Ma in quella stagione lo scatto di Corona è sempre pronto ed è andata assai bene al suo portafoglio con l'immagine scabrosa: perchè, in un modo o nell'altro riusciva a piazzarla. Ai giornali o ai diretti interessati, che pagavano perchè sui giornali non finisse mai.
Era Corona stesso a «offrire» le foto. Generosità? Tutt'altro. «L'offerta può essere qualificata come minaccia - scrive il gup Enrico Manzi, motivando il rinvio a giudizio - qualora chi offre prospetta all'interessato le conseguenze dannose della diffusione sulla stampa delle foto, nel caso non siano acquistate dal personaggio stesso». Vendere foto ai giornali è una cosa regolare, invece utilizzarle «come merce di scambio per trarne profitto, a prescindere dal prezzo, ponendo l'acquirente davanti all'alternativa di pagare o subire uno sgradevole trattamento mediatico» non ha niente a che fare col diritto di cronaca. «Si tratta - afferma il gup - di uno scopo iniquo ed esorbitante, e come tale qualificabile come estorsione».
Estorsione che a Corona, secondo l'accusa, è riuscita in due casi, coi calciatori Francesco Coco e Alberto Gilardino. In altri l'ha solo tentata: ai danni del motociclista Marco Melandri, del calciatore Adriano, dell'imprenditore Gianluca Vacchi e di Lapo Elkann. Episodi noti visto che l'inchiesta avviata dal pm di Potenza Woodcock («Uno che ce l'ha con me - disse Corona - perchè sono più bello di lui, più ricco e più famoso») è cominciata alla fine del 2006. Il fotografo è finito in carcere nel 2007 per due mesi, periodo che gli ha procurato ulteriore notorietà e pure la pubblicazione di un libro.
Assieme a Corona per due episodi (Coco e Melandri) andrà a processo anche il collaboratore Marco Bonato. Prosciolto da tutte le accuse, invece, Lele Mora. «Ho sempre avuto fiducia nella magistratura - commenta - e ho avuto ragione perchè ha sancito la mia totale estraneità».
L'unico contento, Mora, alla fine di una giornata che anche Corona aveva cominciato con baldanza. Capelli impomatati raccolti in un piccolo chignon, completo griffato, davanti all'aula dissertava di morale - «C'è gente che ammazza ed è fuori mentre gli innocenti stanno dentro» - e di politica: «Nessuno mi ha fatto proposte ma hanno sbagliato perchè avrei portato un sacco di voti». Questo prima della decisione del gup. Dopo, rabbia e minacce.
Dagospia 03 Marzo 2008
(Ansa) - Fabrizio Corona e' stato fermato questa mattina dalla Polizia stradale di Orvieto mentre tentava di pagare ad un autogrill con banconote false. Corona e' stato portato alla sezione di polizia di Orvieto, e dalle prime notizie sembra che nelle concitate fasi del fermo alcune banconote false si siano disperse sull'autostrada.
Corona il 29 febbraio scorso e' stato rinviato a giudizio nell'ambito dell' 'inchiesta vip', nella quale era rimasto coinvolto anche Lele Mora. Corona e' accusato di estorsione e tentata estorsione ai danni di Francesco Coco, Marco Melandri, Lapo Elkann, il calciatore Adriano, Alberto Gilardino e l'imprenditore Gianluca Vacchi. Con la sua agenzia fotografica avrebbe proposto ad attori e calciatori di 'ritirare' dal mercato fotografie compromettenti in cambio di denaro.
Recentemente gli era stato offerto un ruolo in una fiction poliziesca: avrebbe dovuto interpretare la parte di un ispettore, ma la scelta aveva sollevato non poche polemiche.
Soprattutto da parte dei sindacati di polizia.
2 - CORONA A PROCESSO "ADESSO PARLO E TREMERANNO TUTTI"
Susanna Marzolla per "La Stampa"
Rabbia e amarezza non le può nascondere, quando esce dall'aula-bunker di San Vittore dove è appena stato rinviato a giudizio per estorsione, consumata e tentata. «Pensavo di essere prosciolto - ammette Fabrizio Corona - avevo altri progetti e adesso sono stanco, non capisco come funzioni la legge e sono convinto della malafede di molte persone». Poi lo sfogo, le minacce plateali: «Ci sono cose che sono state tenute nascoste e che ora tirerò fuori, durante il processo. Adesso i vip che mi hanno accusato devono farsela sotto, la figuraccia la faranno loro». Dice così Corona (il linguaggio autentico è ancora più volgare) e già se lo prefigura, questo processo: «Una lunga passerella di personaggi con cui giornali e tv andranno a nozze. Queste persone che si sono costituite parte civile sono state sentite dai magistrati ma al processo verranno sentite dai miei avvocati, la loro immagine non sarà più così pulita. Ci divertiremo tanto e faremo un sacco di soldi».
Già, i soldi. Lo scopo primario di Corona, il fotografo dei vip. O meglio dei cosiddetti vip di oggi che di pura immagine vivono più che di potere reale: quelli che passano da uno studio televisivo o da un campo di calcio alla discoteca e al ristorante chiccosetto, e la cui fama dura poco più di una stagione. Ma in quella stagione lo scatto di Corona è sempre pronto ed è andata assai bene al suo portafoglio con l'immagine scabrosa: perchè, in un modo o nell'altro riusciva a piazzarla. Ai giornali o ai diretti interessati, che pagavano perchè sui giornali non finisse mai.
Era Corona stesso a «offrire» le foto. Generosità? Tutt'altro. «L'offerta può essere qualificata come minaccia - scrive il gup Enrico Manzi, motivando il rinvio a giudizio - qualora chi offre prospetta all'interessato le conseguenze dannose della diffusione sulla stampa delle foto, nel caso non siano acquistate dal personaggio stesso». Vendere foto ai giornali è una cosa regolare, invece utilizzarle «come merce di scambio per trarne profitto, a prescindere dal prezzo, ponendo l'acquirente davanti all'alternativa di pagare o subire uno sgradevole trattamento mediatico» non ha niente a che fare col diritto di cronaca. «Si tratta - afferma il gup - di uno scopo iniquo ed esorbitante, e come tale qualificabile come estorsione».
Estorsione che a Corona, secondo l'accusa, è riuscita in due casi, coi calciatori Francesco Coco e Alberto Gilardino. In altri l'ha solo tentata: ai danni del motociclista Marco Melandri, del calciatore Adriano, dell'imprenditore Gianluca Vacchi e di Lapo Elkann. Episodi noti visto che l'inchiesta avviata dal pm di Potenza Woodcock («Uno che ce l'ha con me - disse Corona - perchè sono più bello di lui, più ricco e più famoso») è cominciata alla fine del 2006. Il fotografo è finito in carcere nel 2007 per due mesi, periodo che gli ha procurato ulteriore notorietà e pure la pubblicazione di un libro.
Assieme a Corona per due episodi (Coco e Melandri) andrà a processo anche il collaboratore Marco Bonato. Prosciolto da tutte le accuse, invece, Lele Mora. «Ho sempre avuto fiducia nella magistratura - commenta - e ho avuto ragione perchè ha sancito la mia totale estraneità».
L'unico contento, Mora, alla fine di una giornata che anche Corona aveva cominciato con baldanza. Capelli impomatati raccolti in un piccolo chignon, completo griffato, davanti all'aula dissertava di morale - «C'è gente che ammazza ed è fuori mentre gli innocenti stanno dentro» - e di politica: «Nessuno mi ha fatto proposte ma hanno sbagliato perchè avrei portato un sacco di voti». Questo prima della decisione del gup. Dopo, rabbia e minacce.
Dagospia 03 Marzo 2008