BLOOMBERG, BARBA E CAPELLI AI BARBONI DI NEW YORK: "BASTA CON L'ELEMOSINA. SE VOLETE DAVVERO AIUTARLI CHIAMATE I NOSTRI NUMERI DI ASSISTENZA" - IN ITALIA CIRCA 20MILA HOMELESS, LA MAGGIOR PARTE SOTTO I 50 ANNI.
Paola Coppola per "la Repubblica"
ate l´elemosina ai barboni se vi trovate a New York. Se li incrociate durante una passeggiate nel parco, li avvistate in un angolo sotto un manto di cartoni, o vi avvicinano nel metrò, la cosa migliore da fare è usare il telefono. 311. E fare intervenire le unità di strada della municipalità. Se volete aiutarli, chiamate subito.
Una nuova campagna pubblicitaria - "Give real change" - fa appello ai newyorkesi: chiunque può fare la differenza, bisogna unire gli sforzi per contrastare il fenomeno dei senza tetto. Nelle stazioni e alle fermate dei treni, sono stati affissi dei manifesti per ricordare ai cittadini come comportarsi, entro l´estate ce ne saranno di nuovi. L´ultima azione è stata lanciata da Michael Bloomberg, due giorni fa, mentre ha diffuso gli ultimi dati sulla popolazione che vive per strada.
Dati che raccontano che il declino dei barboni di New York continua: il piano d´azione in cinque anni ("Uniting for solution beyond shelter") sta facendo dei passi in avanti. Il sindaco repubblicano, accanto a Robert Hess, commissario del Department of homeless services (Dhs), ha spiegato che i senza fissa dimora sono diminuiti del 12 per cento nell´ultimo anno, del 25 per cento dal 2005: «È una priorità della nostra amministrazione e sono felice di annunciare un altro progresso negli sforzi per aiutare le persone ad abbandonare la strada per una vita migliore», ha detto.
"Hope2008" ha contato 3.306 barboni a New York, la notte del 28 gennaio quando il Dhs ha mobilitano più di 2.500 volontari per la conta annuale, la quarta, l´Homeless Outreach population estimate. Se oggi ci sono meno senza tetto, ha chiarito Bloomberg, è grazie a un approccio integrato: un´azione decisa per abbattere le baracche e una riduzione dei requisiti per permettere ai barboni di accedere alle soluzioni abitative.
L´appello ai cittadini a partecipare al piano è l´ultimo passo. Molti mettono in dubbio questa conta annuale e temono che sottostimi il fenomeno dei senza tetto: l´anno scorso un docente della Columbia University abbandonò il programma in polemica con i criteri adottati. Anche se è scettico sui dati, Patrick Markee, analista della Coalition for the homeless, sostiene che comunque servono a progettare gli interventi: «Ora l´amministrazione dovrebbe prevedere delle risorse sufficienti per dare una casa a tutte le persone che dormono nelle nostre strade», ha suggerito.
Aumentare gli interventi è senz´altro la migliore strategia per ridurre il numero dei barboni, anche secondo gli operatori della Comunità di Sant´Egidio che, in Italia, ha oltre 5000 volontari impegnati nell´assistenza a chi vive per strada.
Ma non c´è un´indagine recente che fotografi il fenomeno su tutto il territorio nazionale: l´ultima inchiesta, che risale al 2000 ed è stata condotta dalla Fondazione Zancan e dal ministero degli Affari sociali, ne contava 18 mila, la maggior parte (il 70%) di età inferiore ai 48 anni, concentrati nelle grandi città.
Per la maggior parte di loro questa è una scelta a tempo: il 50% dei barboni vive in strada meno di tre anni, mentre quelli di lungo corso sono il 17,8% (in strada da più di 10 anni). Molti sono immigrati in attesa di trovare un alloggio che possano permettersi. Ma gli operatori registrano quello che ancora sfugge ai numeri: il fenomeno dei senza fissa dimora potrebbe essere cresciuto negli ultimi anni per la presenza della "zona grigia" di chi è costretto a diventare "barbone", l´allarme dei nuovi poveri, quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese
Dagospia 06 Marzo 2008
ate l´elemosina ai barboni se vi trovate a New York. Se li incrociate durante una passeggiate nel parco, li avvistate in un angolo sotto un manto di cartoni, o vi avvicinano nel metrò, la cosa migliore da fare è usare il telefono. 311. E fare intervenire le unità di strada della municipalità. Se volete aiutarli, chiamate subito.
Una nuova campagna pubblicitaria - "Give real change" - fa appello ai newyorkesi: chiunque può fare la differenza, bisogna unire gli sforzi per contrastare il fenomeno dei senza tetto. Nelle stazioni e alle fermate dei treni, sono stati affissi dei manifesti per ricordare ai cittadini come comportarsi, entro l´estate ce ne saranno di nuovi. L´ultima azione è stata lanciata da Michael Bloomberg, due giorni fa, mentre ha diffuso gli ultimi dati sulla popolazione che vive per strada.
Dati che raccontano che il declino dei barboni di New York continua: il piano d´azione in cinque anni ("Uniting for solution beyond shelter") sta facendo dei passi in avanti. Il sindaco repubblicano, accanto a Robert Hess, commissario del Department of homeless services (Dhs), ha spiegato che i senza fissa dimora sono diminuiti del 12 per cento nell´ultimo anno, del 25 per cento dal 2005: «È una priorità della nostra amministrazione e sono felice di annunciare un altro progresso negli sforzi per aiutare le persone ad abbandonare la strada per una vita migliore», ha detto.
"Hope2008" ha contato 3.306 barboni a New York, la notte del 28 gennaio quando il Dhs ha mobilitano più di 2.500 volontari per la conta annuale, la quarta, l´Homeless Outreach population estimate. Se oggi ci sono meno senza tetto, ha chiarito Bloomberg, è grazie a un approccio integrato: un´azione decisa per abbattere le baracche e una riduzione dei requisiti per permettere ai barboni di accedere alle soluzioni abitative.
L´appello ai cittadini a partecipare al piano è l´ultimo passo. Molti mettono in dubbio questa conta annuale e temono che sottostimi il fenomeno dei senza tetto: l´anno scorso un docente della Columbia University abbandonò il programma in polemica con i criteri adottati. Anche se è scettico sui dati, Patrick Markee, analista della Coalition for the homeless, sostiene che comunque servono a progettare gli interventi: «Ora l´amministrazione dovrebbe prevedere delle risorse sufficienti per dare una casa a tutte le persone che dormono nelle nostre strade», ha suggerito.
Aumentare gli interventi è senz´altro la migliore strategia per ridurre il numero dei barboni, anche secondo gli operatori della Comunità di Sant´Egidio che, in Italia, ha oltre 5000 volontari impegnati nell´assistenza a chi vive per strada.
Ma non c´è un´indagine recente che fotografi il fenomeno su tutto il territorio nazionale: l´ultima inchiesta, che risale al 2000 ed è stata condotta dalla Fondazione Zancan e dal ministero degli Affari sociali, ne contava 18 mila, la maggior parte (il 70%) di età inferiore ai 48 anni, concentrati nelle grandi città.
Per la maggior parte di loro questa è una scelta a tempo: il 50% dei barboni vive in strada meno di tre anni, mentre quelli di lungo corso sono il 17,8% (in strada da più di 10 anni). Molti sono immigrati in attesa di trovare un alloggio che possano permettersi. Ma gli operatori registrano quello che ancora sfugge ai numeri: il fenomeno dei senza fissa dimora potrebbe essere cresciuto negli ultimi anni per la presenza della "zona grigia" di chi è costretto a diventare "barbone", l´allarme dei nuovi poveri, quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese
Dagospia 06 Marzo 2008