POMPE REALI - AL VIA IL PROCESSO AI RICATTATORI DEL VISCONTINO LINLEY - CHIESERO 50MILA £ PER NON DIVULGARE UN VIDEO POMPINESCO COL VALLETTO - I ROYAL CERCANO DI INSABBIARE, MA L'AVVOCATO DEI DUE VUOLE FARE CHIASSO...
Royalspy per Dagospia
Il Viscontino Linley, figlio della compianta principessa Margaret e del suo ex marito, il fotografo mondano Tony Armstrong Jones nobilitato Lord Snowdon, era riuscito a mantenere quasi segreto il suo nome, dopo l'arresto di due giovinastri che lo ricattavano per un pompino galeotto che si sarebbe dilettato a eseguire su uno dei suoi valletti.
Le attività amatorie del viscontino e il suo uso di droghe erano state raccontate, svelando anche il suo nome, in uno scoop di un giornalista italiano di casa nei salotti royal e che era stato successivamente ripreso da altri siti e da alcuni altri giornali. Ma allora, il nipote di Elisabetta era riuscito a tenersi lontano dalle luci della ribalta.
Aveva iniziato la sua carriera di mercante di mobilia quando aveva imparato il mestiere di falegname, una ventina di anni fa nella bottega di un artigiano di West London ed aveva poi aperto suoi negozi e fornito clienti snob compresi russi nuovi ricchi.
Ma nelle prossime settimane i due ricattatori, Ian Strachan e Sean Mac Guighan compariranno dinnanzi al giudice per essere processati. Gli avvocati del viscontino-falegname chiedono che il processo si svolga a porte chiuse e sia emessa un'ordinanza ai media affinché non siano divulgati né il contenuto né la sentenza. Ma i due accusati che avevano chiesto cinquantamila sterline per non rendere pubblico il filmato, hanno reclutato tal Giovanni di Stefano, un legale detto l'"avvocato del diavolo" perché ha difeso alcuni dei più terribili criminali e perché aveva fatto parte del collegio dei legali di Saddam Hussein; Di Stefano si oppone al processo a porte chiuse per i due ricattatori del figlio di Margaret e chiede che vengano ascoltati come testimoni sia il principe Filippo che il principe Carlo per quella che sostiene sia la loro "conoscenza" di alcuni dettagli della vicenda.
Ma Carlo di storie di pompini non ne vuol sentir parlare. Correva voce che poco prima del suo matrimonio ne avesse fatto lui stesso uno regale al proprio valletto personale, accusato a sua volta di avere, anni prima, di aver sodomizzato un altro servitore che lavorava per il maggiordomo di Diana, Paul Burrell.
Dagospia 18 Marzo 2008
Il Viscontino Linley, figlio della compianta principessa Margaret e del suo ex marito, il fotografo mondano Tony Armstrong Jones nobilitato Lord Snowdon, era riuscito a mantenere quasi segreto il suo nome, dopo l'arresto di due giovinastri che lo ricattavano per un pompino galeotto che si sarebbe dilettato a eseguire su uno dei suoi valletti.
Le attività amatorie del viscontino e il suo uso di droghe erano state raccontate, svelando anche il suo nome, in uno scoop di un giornalista italiano di casa nei salotti royal e che era stato successivamente ripreso da altri siti e da alcuni altri giornali. Ma allora, il nipote di Elisabetta era riuscito a tenersi lontano dalle luci della ribalta.
Aveva iniziato la sua carriera di mercante di mobilia quando aveva imparato il mestiere di falegname, una ventina di anni fa nella bottega di un artigiano di West London ed aveva poi aperto suoi negozi e fornito clienti snob compresi russi nuovi ricchi.
Ma nelle prossime settimane i due ricattatori, Ian Strachan e Sean Mac Guighan compariranno dinnanzi al giudice per essere processati. Gli avvocati del viscontino-falegname chiedono che il processo si svolga a porte chiuse e sia emessa un'ordinanza ai media affinché non siano divulgati né il contenuto né la sentenza. Ma i due accusati che avevano chiesto cinquantamila sterline per non rendere pubblico il filmato, hanno reclutato tal Giovanni di Stefano, un legale detto l'"avvocato del diavolo" perché ha difeso alcuni dei più terribili criminali e perché aveva fatto parte del collegio dei legali di Saddam Hussein; Di Stefano si oppone al processo a porte chiuse per i due ricattatori del figlio di Margaret e chiede che vengano ascoltati come testimoni sia il principe Filippo che il principe Carlo per quella che sostiene sia la loro "conoscenza" di alcuni dettagli della vicenda.
Ma Carlo di storie di pompini non ne vuol sentir parlare. Correva voce che poco prima del suo matrimonio ne avesse fatto lui stesso uno regale al proprio valletto personale, accusato a sua volta di avere, anni prima, di aver sodomizzato un altro servitore che lavorava per il maggiordomo di Diana, Paul Burrell.
Dagospia 18 Marzo 2008