ALITALIA NON SALZA IN VOLO: "NESSUNO CI PUĂ’ COINVOLGERE IN UNA CORDATA"
IL GRANDE VECCHIO DI INTESA-SANPAOLO UCCELLA IL PASSERA DI BERLUSCONI
"INUTILE TIRARCI PER LA GIACCHETTA. PER IL RILANCIO OCCORRONO MILIARDI"

Paolo Madron per Il Sole 24 Ore

Enrico Salza sulla vicenda Alitalia proprio non ci sta. Troppi equivoci, troppe chiamate in causa improprie, troppo fumo che finisce per confondere i contorni di un dossier che invece resta maledettamente serio e di non facile soluzione.

«Intesa Sanpaolo non agirà mai su richiesta di chicchessia - commenta il presidente del Consiglio di gestione della banca, cui non è piaciuto il modo in cui è stato tirato in ballo l'istituto - ma solo se convinta della bontà industriale di un'operazione ».

Nel caso di Alitalia, Salza (71 anni) ricostruisce le differenti fasi in cui Intesa Sanpaolo è stata chiamata in causa. «Sono sempre stato d'accordo, e losono tuttora, con Corrado Passera per una prima seria riflessione industriale», afferma alludendo al convinto appoggio dato dall'amministratore delegato alla cordata capeggiata da Air One. «Ma nel momento in cui il Governo ha deciso di andare a trattativa esclusiva con Air France noi abbiamo fatto un passo indietro. Per cui oggi nessuno può chiamarci in causa come membri di una ipotetica cordata italiana».



Per Salza, che con Giovanni Bazoli è stato l'artefice del matrimonio tra Torino e Milano, la continua confusione di ruoli e la ridda di ipotesi che poi si rivelano infondate hanno conseguenze sui corsi di Borsa del titolo Alitalia. «Ma la valutazione di questo aspetto tocca ad altri: io mi preoccupo soprattutto del danno che ne può derivare alla già scarsa credibilità del nostro sistema Paese». E continua con la proverbiale foga: «Vorrei essere chiaro. In questo clima di confusione sulla vicenda Alitalia è inutile tirarci per la giacchetta o, peggio, contare su un nostro silenzio-assenso».

Ma una volta che la trattativa con Air France non dovesse andare a buon fine, come si comporterà l'istituto che in questi mesi più di altri si è mostrato sensibile ai destini della compagnia aerea? «Il nostro intervento era a fianco di Air One, ovvero di un operatore del settore. L'ipotesi della cordata italiana ha oggi poco a che fare con quel progetto. D'accordo l'ottimismo della volontà, ma la ragione non può far finta di ignorare che per rilanciare Alitalia occorrono miliardi di euro di investimenti e non solo ».

Salza, infine, non condivide nemmeno la battaglia che si è scatenata intorno ai destini di Malpensa. «Sono convinto, e non da oggi,che l'Italia non possa avere due hub, ma uno solo. E questo non può essere che Fiumicino, l'unico che può espandersi visto l'arrivo di nuovi grandi aeromobili. Lo so, al Nord si grida allo scandalo, ma nessuno penso vuole cancellare Malpensa: il problema è quello di individuare il miglior destino possibile per un suo sviluppo concreto. Dopo tutto coloro che ora la difendono a spada tratta fanno finta di non ricordare che hanno perso dieci anni per sviluppare un sistema di collegamento decente. E ancora oggi non ci siamo».


Dagospia 30 Marzo 2008