ROLLING STONES? NON SONO PIETRE, SONO PALLE! - OGNI TANTO SCORSESE CI PROVA, MA IL FILM-ROCK NON È PER LUI (E LO DICE PURE JAGGER) - KEITH RICHARDS: MICK SA ROVINARE QUALSIASI CANZONE - VENERDÌ NELLE SALE ITALIANE.
1 - MICK JAGGER HA RAGIONE: CHE NOIA QUESTO FILM.
Gabriele Ferraris per "La Stampa"
Mick Jagger, sessantaquattrenne leader dei Rolling Stones, ha definito «noioso» Shine a Light, il docu-rock che Martin Scorsese, sessantacinquenne regista americano, ha dedicato agli Stones medesimi, filmandone il concerto al Beacon Theater di New York, durante l'ultimo tour. «Ha indugiato troppo su alcune immagini - ha detto Jagger. - Alla fine quei brani risultano noiosi, con quel tipo di montaggio».
Ora, se persino il protagonista principale di un film dice che quel film è noioso, i casi sono due: o il protagonista principale è un masochista, o il film è davvero noioso. Nello specifico, propendiamo per la seconda ipotesi. Per almeno tre motivi.
Intanto, l'intera vita di Mick Jagger - una sequela ininterrotta di donne bellissime e lussi sardanapaleschi - è lì a dimostrare che Mick Jagger è tutto, fuorché un masochista.
Inoltre, i film rock sono spesso noiosi. Con poche lodevoli eccezioni, tipo Mad Dogs and Englishmen con Joe Cocker. Oppure Help! e Hard Day's Night dei Beatles: che però non sono film di concerti, bensì «musicarelli», divertenti e stralunati come quelli nostrani - e coevi - con Gianni Morandi o Little Tony.
Infine, il film di un concerto degli Stones è fatalmente noioso in quanto i concerti degli Stones - un rituale che si ripete pressoché immutato da quarant'anni - sono oggi uno degli spettacoli più prevedibili - e dunque noiosi - del pianeta. A parte, forse, gli imitatori alle convention aziendali.
Ad aggravare la situazione, c'è Scorsese. Un immenso uomo di cinema. Ma ogni tanto gli scappa un docu-rock. Noioso. In gioventù fu infatti aiuto regista e supervisore al montaggio di Woodstock. Che sarebbe il docu-rock più noioso della storia se non esistesse The Last Waltz, sull'ultimo concerto della Band. Regia, manco a dirlo, di Martin Scorsese.
2 - QUEI CINQUE GOODFELLAS, CONVERSAZIONE CON SCORSESE E GLI STONES.
Will Lawrence per "la Repubblica" (Traduzione di Emilia Benghi - © 2008 The Times)
Martin Scorsese fa solo una fuggevole apparizione nel suo documentario-rock Shine a Light, ma per il sessantacinquenne regista newyorkese il film deve avere un qualche valore autobiografico. I brani dei Rolling Stones con tutta la loro rauca energia accompagnano i film di Scorsese, echeggiano in Mean Streets, Quei bravi ragazzi e Casinò. Il grande regista dichiara che la band ha avuto un peso nella sua formazione. «Sono quarant´anni che filmo gli Stones», dice, e questa esperienza raggiunge oggi l´apice condensata in un documentario di due ore, Shine a Light.
Ultimo della nutrita serie di documentari rock girati da Scorsese - collaborò al montaggio di Woodstock prima di cimentarsi nella regia di The Last Waltz (dedicato a The Band) e No Direction Home (omaggio a Bob Dylan) e nella produzione della serie di telefilm della PBS The Blues - Shine a Light è semplicemente un film concerto che include quasi un´intera esibizione dal vivo dei Rolling Stones. registrata nell´autunno 2006 con l´inserimento di brani d´archivio. Il film è stato presentato al Festival del cinema di Berlino riscuotendo il plauso pressoché totale della critica.
Quando si mettono comodi per parlare del film, Scorsese e i suoi attori sono una strana combriccola. Scorsese parla a raffica, un fiume di parole. Keith Richards si lancia in battute discutibili. Charlie Watts dà risposte pacate, misurate. Mick Jagger e Ronnie Wood, sono irrequieti e litigiosi come scolaretti.
Scorsese e Watts indossano abiti costosi, Richards e Wood invece hanno addosso tutto l´armamentario rock. La capigliatura di Richards striata di blu è un´installazione artistica in miniatura, adorna di piume e gingilli metallici. Jagger, camicia bianca e pantaloni neri attillati, è una sorta di menestrello. Shine a Light è frutto tanto della visione di Jagger che di quella di Scorsese. I due hanno discusso vari progetti prima di optare per filmare un´esibizione live. Il risultato è un documentario ben fatto, l´omaggio di Scorsese alla musica che ha improntato i suoi film. Di conseguenza vediamo gli Stones per ciò che sono ai suoi occhi: diretti, provocanti, esotici e, soprattutto, straordinari.
SCORSESE. La musica degli Stones mi è stata di grande ispirazione e ha fatto da base a gran parte dei miei film da Mean Streets fino a Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi e Casinò. La loro musica per me è senza tempo, mi ha aiutato a creare le scene; l´energia e l´atmosfera della loro musica hanno stimolato il mio immaginario.
JAGGER. Credo che Shine a Light sia l´unico film di Martin Scorsese in cui non c´è Gimme Shelter! A parte gli scherzi, Marty e io abbiamo discusso varie idee. Tutto è partito da un nostro concerto a Rio de Janeiro, sulla spiaggia. Ho chiesto a Martin se era disposto a venire giù a girare un film Imax (in grande formato), ovviamente, e in 3D. Ma disse che voleva filmare qualcosa di più intimo. Così abbiamo scelto il Beacon Theatre a New York.
SCORSESE. Abbiamo cercato di rendere il più possibile l´energia di un´esibizione dal vivo. Per me gli Stones sono energia pura, ecco perché sono ancora così attuali oggi. Inizialmente abbiamo pensato di dare al film una struttura narrativa. Abbiamo parlato di legare in qualche modo gli Stones e New York City - avremmo potuto avere molte sceneggiature diverse - ma in tutta sincerità dopo quaranta-quarantacinque anni e tanti grandi registi che hanno lavorato con gli Stones, cosa potevo aggiungere? Qualche notazione intelligente?
WATTS. Del film apprezzo semplicemente il fatto che non è noioso, come spesso accade per questo genere di pellicole. È tutta questione di montaggio. Si vede che dietro c´è un regista, non semplicemente un operatore che riprende una band sul palco. Questo è un film. E penso che Mick sia la vera star. L´ho visto in azione con altre band e in qualche video, ma chiaramente non lo vedo in concerto, quando suoniamo assieme, questa è la prima volta. Ed era energia pura. Per capirlo basta lo sguardo di Lisa Fisher, la cantante, quando balla con lui nel terzo brano. Mick si muove sul palco come Fred Astaire.
RICHARDS. Charlie, Ronnie e io non facciamo altro che creare una rete di sicurezza per Mick. A volte è lontano, al limite del palco e sbaglia completamente ritmo, canta su una scala diversa, allora io e Charlie ci guardiamo, cambiamo ritmo e Mick rientra. Mick sa rovinare qualsiasi canzone (ride). Senza scherzi, però dopo tutti questi anni non so cosa farei senza di lui! Comunque abbiamo suonato tutti benissimo in Shine a Light.
JAGGER. La lavorazione di un film concerto non è molto diversa da quella di un film d´arte. Eravamo preparatissimi, Keith ci ha messi tutti seduti e ci ha spiegato come si recita, lui ormai è una star di Pirati dei Carabi! (ride).
RICHARDS. Sì, ormai sono sempre in attesa di un bel ruolo (ride). Vedremo se Johnny Depp mi procurerà una particina nel prossimo episodio della serie. No, scherzo, in realtà non mi interessa questo genere di cose.
WATTS. E poi, lavorando con Marty, non serve prendere lezioni di recitazione.
WOOD. È vero, Marty è stupendo. Ho imparato moltissimo mettendomi nella sua prospettiva.
JAGGER. Che cosa esattamente?
WOOD. Ho imparato che non sta tutto nelle riprese del concerto. È come il materiale viene visto e assemblato sotto la direzione di Marty.
SCORSESE. Il montaggio di David Tedeschi è fantastico. Il concerto diventa una coreografia, una danza, una scultura in movimento. Ma quello che apprezzo di più nel documentario come mezzo espressivo è l´immediatezza. È impagabile. Adoro il momento in cui il produttore spiega a Charlie che lo aspetta un altro "meet and greet" con circa trenta persone. Charlie ribatte che è reduce da uno di questi incontri con i fan, e il produttore risponde: "No, hai incontrato il presidente, ora devi conoscere altra gente". È divertentissimo.
WATTS. Non so perché hanno inserito l´incontro con Clinton nel film. Era un po´ idiota per me, perché quella non è gente da rock´n´roll.
JAGGER. Beh, Clinton suona il sax (ride). Tutti i politici suonano uno strumento. Quell´Huckabee, l´ex governatore dell´Arizona, suona la chitarra. Non crede nell´evoluzione ma suona la chitarra! Si vanta sempre di aver evitato a Keith la galera per un´infrazione stradale in Arkansas.
WOOD. Deve essere stato nel viaggio da Memphis a Dallas, ci hanno arrestato per vagabondaggio. Keith guidava a velocità troppo bassa. Era fatto. Ci hanno tenuto in cella per un giorno!
JAGGER. È buffo guardare i filmati vecchi, ad esempio quando mi chiedevano se avremmo continuato a suonare e a fare tournée a sessant´anni. Allora ero giovanissimo ma ho risposto "sì" senza esitazione!
WATTS. È strano però che dopo tutto questo tempo non ci siano tensioni nella band. Anche se, a dire la verità, meglio non trovarsi in mezzo tra Mick e Keith! Sono come fratelli, quindi hanno degli scontri molto duri. Ma poi passa tutto. Ronnie si impiccia sempre e ci rimette, ma è fatto così. Il segreto per andare d´accordo è stare alla larga gli uni dagli altri per la maggior parte del tempo. Anche quando ero un ragazzino idiota, ho sempre considerato la mia vita come una cosa a parte, indipendente dagli Stones.
WOOD. Sì, cerchiamo di starci alla larga fuori dal palco (ride).
JAGGER. È vero. È la cosa migliore, no? Anche se Ronnie si è fatto la piscina nuova e quindi vado da lui più spesso, io non ce l´ho una così.
RICHARDS. Siamo arrivati vicino a scioglierci, ma poi Mick è rinsavito e ha fatto come gli dicevamo.
SCORSESE. È fantastico che gli Stones siano ancora assieme e facciano tournée. Per Shine a Light, abbiamo filmato due concerti, in due serate, e tutte le riprese del concerto si riferiscono alla seconda serata. La scaletta è pressoché in tempo reale, in particolare quando finisce l´esibizione di Buddy Guy e loro attaccano subito Tumbling Dice. Buddy Guy era sensazionale, come tutte le guest star di quella sera.
RICHARDS. Buddy è stato straordinario. Gli ho regalato la mia chitarra, non è stata una cosa programmata. È stato talmente bravo che quando ha finito sono andato da lui e gli ho detto: "Amico, prendila, è tua". Ed è raro che io dia via qualcosa!
JAGGER. Avevamo già suonato con Buddy Guy e pensavamo che fosse perfetto come guest star. Quanto agli altri artisti ospiti, Jack White aveva già aperto i nostri concerti in altre occasioni, lo conoscevamo. È meglio se conosci già le persone, solo Christina Aguilera poteva essere una scommessa, ma ha una voce fantastica.
WATTS. Ho trovato Christina Aguilera straordinaria, perché spesso le ragazze si bloccano quando ballano con Mick. Abbiamo avuto altre bravissime artiste, tra cui la nostra cara Amy Winehouse, anche se non penso fosse molto in forma, ma non sono mai state brave come Christina.
RICHARDS. Sembra che Amy si sia rimessa un po´ in sesto ultimamente, ne sono felice.
WOOD. Credo che con persone come Amy e Britney, devi solo incrociare le dita e sperare che ne escano fuori.
JAGGER. Non sembri molto partecipe, eh Ronnie? (ride). Sono cose che capitano, ma se fai il paragone con i nostri tempi, la gente era poco informata sulle droghe, non c´erano centri di recupero, o meglio c´erano ma io non ne ho mai sentito parlare.
WOOD. Chi ci andava veniva preso per matto.
JAGGER. Non c´erano gli strumenti che oggi sono disponibili, uno se la doveva cavare da solo.
WOOD. È buffo. Proprio l´altra sera parlavo con Neil Young di come sono riuscito a sopravvivere. Mi chiedo come mai siamo ancora qui.
JAGGER. Per sopravvivere si sopravvive, almeno in genere, ma dipende da come ne esci, in che condizioni.
WOOD. Non so in che modo aiutare Britney, poveretta!
JAGGER. È molto simpatica. Ricordo che la vedevo dappertutto quando facevamo promozione. Sono molto sorpreso ma non mi preoccuperei e lascerei ascoltare ai miei figli Amy Winehouse o Pete Doherty. Anche se, ripensandoci, se ascoltassero Pete Doherty mi preoccuperei eccome!
RICHARDS. Non posso dire di ascoltare molti nuovi artisti. Non amo molto il digitale. Non mi piace il sound. Sono molto felice che ci siano molte band, che i ragazzi suonino assieme. I gruppi sono tantissimi. Era più semplice quando c´eravamo solo noi e i Beatles! Ma penso che faremo un altro album. Una volta finita la promozione per questo film.
WATTS. Credo che faremmo bene a non fare pause. Sembra che ogni volta che ci fermiamo io mi ammali. L´ultima volta mi è venuto il cancro alla gola. Faccio attività fisica, non fumo, non bevo, ma è venuto a me, non agli altri. Pensavo che fosse la fine. Sono andato in ospedale e otto mesi dopo Mick mi dice che c´è in programma un nuovo disco ma che si comincerà quando io sarò a posto. Nel frattempo hanno cazzeggiato, scritto canzoni, e quando sono guarito abbiamo inciso A Bigger Bang. Poi una tournée di due anni...
RICHARDS. Amiamo quello che facciamo, molto semplice. Ci siamo calmati rispetto a prima, siamo rocker con le rughe, ma io l´energia ce l´ho ancora. Credo che dipenda dal fatto che mangio poco. E bevo molto. Mangiar poco e fumare erba buona. Sinceramente continuerei a fare questo lavoro anche in sedia a rotelle.
Dagospia 09 Aprile 2008
Gabriele Ferraris per "La Stampa"
Mick Jagger, sessantaquattrenne leader dei Rolling Stones, ha definito «noioso» Shine a Light, il docu-rock che Martin Scorsese, sessantacinquenne regista americano, ha dedicato agli Stones medesimi, filmandone il concerto al Beacon Theater di New York, durante l'ultimo tour. «Ha indugiato troppo su alcune immagini - ha detto Jagger. - Alla fine quei brani risultano noiosi, con quel tipo di montaggio».
Ora, se persino il protagonista principale di un film dice che quel film è noioso, i casi sono due: o il protagonista principale è un masochista, o il film è davvero noioso. Nello specifico, propendiamo per la seconda ipotesi. Per almeno tre motivi.
Intanto, l'intera vita di Mick Jagger - una sequela ininterrotta di donne bellissime e lussi sardanapaleschi - è lì a dimostrare che Mick Jagger è tutto, fuorché un masochista.
Inoltre, i film rock sono spesso noiosi. Con poche lodevoli eccezioni, tipo Mad Dogs and Englishmen con Joe Cocker. Oppure Help! e Hard Day's Night dei Beatles: che però non sono film di concerti, bensì «musicarelli», divertenti e stralunati come quelli nostrani - e coevi - con Gianni Morandi o Little Tony.
Infine, il film di un concerto degli Stones è fatalmente noioso in quanto i concerti degli Stones - un rituale che si ripete pressoché immutato da quarant'anni - sono oggi uno degli spettacoli più prevedibili - e dunque noiosi - del pianeta. A parte, forse, gli imitatori alle convention aziendali.
Ad aggravare la situazione, c'è Scorsese. Un immenso uomo di cinema. Ma ogni tanto gli scappa un docu-rock. Noioso. In gioventù fu infatti aiuto regista e supervisore al montaggio di Woodstock. Che sarebbe il docu-rock più noioso della storia se non esistesse The Last Waltz, sull'ultimo concerto della Band. Regia, manco a dirlo, di Martin Scorsese.
2 - QUEI CINQUE GOODFELLAS, CONVERSAZIONE CON SCORSESE E GLI STONES.
Will Lawrence per "la Repubblica" (Traduzione di Emilia Benghi - © 2008 The Times)
Martin Scorsese fa solo una fuggevole apparizione nel suo documentario-rock Shine a Light, ma per il sessantacinquenne regista newyorkese il film deve avere un qualche valore autobiografico. I brani dei Rolling Stones con tutta la loro rauca energia accompagnano i film di Scorsese, echeggiano in Mean Streets, Quei bravi ragazzi e Casinò. Il grande regista dichiara che la band ha avuto un peso nella sua formazione. «Sono quarant´anni che filmo gli Stones», dice, e questa esperienza raggiunge oggi l´apice condensata in un documentario di due ore, Shine a Light.
Ultimo della nutrita serie di documentari rock girati da Scorsese - collaborò al montaggio di Woodstock prima di cimentarsi nella regia di The Last Waltz (dedicato a The Band) e No Direction Home (omaggio a Bob Dylan) e nella produzione della serie di telefilm della PBS The Blues - Shine a Light è semplicemente un film concerto che include quasi un´intera esibizione dal vivo dei Rolling Stones. registrata nell´autunno 2006 con l´inserimento di brani d´archivio. Il film è stato presentato al Festival del cinema di Berlino riscuotendo il plauso pressoché totale della critica.
Quando si mettono comodi per parlare del film, Scorsese e i suoi attori sono una strana combriccola. Scorsese parla a raffica, un fiume di parole. Keith Richards si lancia in battute discutibili. Charlie Watts dà risposte pacate, misurate. Mick Jagger e Ronnie Wood, sono irrequieti e litigiosi come scolaretti.
Scorsese e Watts indossano abiti costosi, Richards e Wood invece hanno addosso tutto l´armamentario rock. La capigliatura di Richards striata di blu è un´installazione artistica in miniatura, adorna di piume e gingilli metallici. Jagger, camicia bianca e pantaloni neri attillati, è una sorta di menestrello. Shine a Light è frutto tanto della visione di Jagger che di quella di Scorsese. I due hanno discusso vari progetti prima di optare per filmare un´esibizione live. Il risultato è un documentario ben fatto, l´omaggio di Scorsese alla musica che ha improntato i suoi film. Di conseguenza vediamo gli Stones per ciò che sono ai suoi occhi: diretti, provocanti, esotici e, soprattutto, straordinari.
SCORSESE. La musica degli Stones mi è stata di grande ispirazione e ha fatto da base a gran parte dei miei film da Mean Streets fino a Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi e Casinò. La loro musica per me è senza tempo, mi ha aiutato a creare le scene; l´energia e l´atmosfera della loro musica hanno stimolato il mio immaginario.
JAGGER. Credo che Shine a Light sia l´unico film di Martin Scorsese in cui non c´è Gimme Shelter! A parte gli scherzi, Marty e io abbiamo discusso varie idee. Tutto è partito da un nostro concerto a Rio de Janeiro, sulla spiaggia. Ho chiesto a Martin se era disposto a venire giù a girare un film Imax (in grande formato), ovviamente, e in 3D. Ma disse che voleva filmare qualcosa di più intimo. Così abbiamo scelto il Beacon Theatre a New York.
SCORSESE. Abbiamo cercato di rendere il più possibile l´energia di un´esibizione dal vivo. Per me gli Stones sono energia pura, ecco perché sono ancora così attuali oggi. Inizialmente abbiamo pensato di dare al film una struttura narrativa. Abbiamo parlato di legare in qualche modo gli Stones e New York City - avremmo potuto avere molte sceneggiature diverse - ma in tutta sincerità dopo quaranta-quarantacinque anni e tanti grandi registi che hanno lavorato con gli Stones, cosa potevo aggiungere? Qualche notazione intelligente?
WATTS. Del film apprezzo semplicemente il fatto che non è noioso, come spesso accade per questo genere di pellicole. È tutta questione di montaggio. Si vede che dietro c´è un regista, non semplicemente un operatore che riprende una band sul palco. Questo è un film. E penso che Mick sia la vera star. L´ho visto in azione con altre band e in qualche video, ma chiaramente non lo vedo in concerto, quando suoniamo assieme, questa è la prima volta. Ed era energia pura. Per capirlo basta lo sguardo di Lisa Fisher, la cantante, quando balla con lui nel terzo brano. Mick si muove sul palco come Fred Astaire.
RICHARDS. Charlie, Ronnie e io non facciamo altro che creare una rete di sicurezza per Mick. A volte è lontano, al limite del palco e sbaglia completamente ritmo, canta su una scala diversa, allora io e Charlie ci guardiamo, cambiamo ritmo e Mick rientra. Mick sa rovinare qualsiasi canzone (ride). Senza scherzi, però dopo tutti questi anni non so cosa farei senza di lui! Comunque abbiamo suonato tutti benissimo in Shine a Light.
JAGGER. La lavorazione di un film concerto non è molto diversa da quella di un film d´arte. Eravamo preparatissimi, Keith ci ha messi tutti seduti e ci ha spiegato come si recita, lui ormai è una star di Pirati dei Carabi! (ride).
RICHARDS. Sì, ormai sono sempre in attesa di un bel ruolo (ride). Vedremo se Johnny Depp mi procurerà una particina nel prossimo episodio della serie. No, scherzo, in realtà non mi interessa questo genere di cose.
WATTS. E poi, lavorando con Marty, non serve prendere lezioni di recitazione.
WOOD. È vero, Marty è stupendo. Ho imparato moltissimo mettendomi nella sua prospettiva.
JAGGER. Che cosa esattamente?
WOOD. Ho imparato che non sta tutto nelle riprese del concerto. È come il materiale viene visto e assemblato sotto la direzione di Marty.
SCORSESE. Il montaggio di David Tedeschi è fantastico. Il concerto diventa una coreografia, una danza, una scultura in movimento. Ma quello che apprezzo di più nel documentario come mezzo espressivo è l´immediatezza. È impagabile. Adoro il momento in cui il produttore spiega a Charlie che lo aspetta un altro "meet and greet" con circa trenta persone. Charlie ribatte che è reduce da uno di questi incontri con i fan, e il produttore risponde: "No, hai incontrato il presidente, ora devi conoscere altra gente". È divertentissimo.
WATTS. Non so perché hanno inserito l´incontro con Clinton nel film. Era un po´ idiota per me, perché quella non è gente da rock´n´roll.
JAGGER. Beh, Clinton suona il sax (ride). Tutti i politici suonano uno strumento. Quell´Huckabee, l´ex governatore dell´Arizona, suona la chitarra. Non crede nell´evoluzione ma suona la chitarra! Si vanta sempre di aver evitato a Keith la galera per un´infrazione stradale in Arkansas.
WOOD. Deve essere stato nel viaggio da Memphis a Dallas, ci hanno arrestato per vagabondaggio. Keith guidava a velocità troppo bassa. Era fatto. Ci hanno tenuto in cella per un giorno!
JAGGER. È buffo guardare i filmati vecchi, ad esempio quando mi chiedevano se avremmo continuato a suonare e a fare tournée a sessant´anni. Allora ero giovanissimo ma ho risposto "sì" senza esitazione!
WATTS. È strano però che dopo tutto questo tempo non ci siano tensioni nella band. Anche se, a dire la verità, meglio non trovarsi in mezzo tra Mick e Keith! Sono come fratelli, quindi hanno degli scontri molto duri. Ma poi passa tutto. Ronnie si impiccia sempre e ci rimette, ma è fatto così. Il segreto per andare d´accordo è stare alla larga gli uni dagli altri per la maggior parte del tempo. Anche quando ero un ragazzino idiota, ho sempre considerato la mia vita come una cosa a parte, indipendente dagli Stones.
WOOD. Sì, cerchiamo di starci alla larga fuori dal palco (ride).
JAGGER. È vero. È la cosa migliore, no? Anche se Ronnie si è fatto la piscina nuova e quindi vado da lui più spesso, io non ce l´ho una così.
RICHARDS. Siamo arrivati vicino a scioglierci, ma poi Mick è rinsavito e ha fatto come gli dicevamo.
SCORSESE. È fantastico che gli Stones siano ancora assieme e facciano tournée. Per Shine a Light, abbiamo filmato due concerti, in due serate, e tutte le riprese del concerto si riferiscono alla seconda serata. La scaletta è pressoché in tempo reale, in particolare quando finisce l´esibizione di Buddy Guy e loro attaccano subito Tumbling Dice. Buddy Guy era sensazionale, come tutte le guest star di quella sera.
RICHARDS. Buddy è stato straordinario. Gli ho regalato la mia chitarra, non è stata una cosa programmata. È stato talmente bravo che quando ha finito sono andato da lui e gli ho detto: "Amico, prendila, è tua". Ed è raro che io dia via qualcosa!
JAGGER. Avevamo già suonato con Buddy Guy e pensavamo che fosse perfetto come guest star. Quanto agli altri artisti ospiti, Jack White aveva già aperto i nostri concerti in altre occasioni, lo conoscevamo. È meglio se conosci già le persone, solo Christina Aguilera poteva essere una scommessa, ma ha una voce fantastica.
WATTS. Ho trovato Christina Aguilera straordinaria, perché spesso le ragazze si bloccano quando ballano con Mick. Abbiamo avuto altre bravissime artiste, tra cui la nostra cara Amy Winehouse, anche se non penso fosse molto in forma, ma non sono mai state brave come Christina.
RICHARDS. Sembra che Amy si sia rimessa un po´ in sesto ultimamente, ne sono felice.
WOOD. Credo che con persone come Amy e Britney, devi solo incrociare le dita e sperare che ne escano fuori.
JAGGER. Non sembri molto partecipe, eh Ronnie? (ride). Sono cose che capitano, ma se fai il paragone con i nostri tempi, la gente era poco informata sulle droghe, non c´erano centri di recupero, o meglio c´erano ma io non ne ho mai sentito parlare.
WOOD. Chi ci andava veniva preso per matto.
JAGGER. Non c´erano gli strumenti che oggi sono disponibili, uno se la doveva cavare da solo.
WOOD. È buffo. Proprio l´altra sera parlavo con Neil Young di come sono riuscito a sopravvivere. Mi chiedo come mai siamo ancora qui.
JAGGER. Per sopravvivere si sopravvive, almeno in genere, ma dipende da come ne esci, in che condizioni.
WOOD. Non so in che modo aiutare Britney, poveretta!
JAGGER. È molto simpatica. Ricordo che la vedevo dappertutto quando facevamo promozione. Sono molto sorpreso ma non mi preoccuperei e lascerei ascoltare ai miei figli Amy Winehouse o Pete Doherty. Anche se, ripensandoci, se ascoltassero Pete Doherty mi preoccuperei eccome!
RICHARDS. Non posso dire di ascoltare molti nuovi artisti. Non amo molto il digitale. Non mi piace il sound. Sono molto felice che ci siano molte band, che i ragazzi suonino assieme. I gruppi sono tantissimi. Era più semplice quando c´eravamo solo noi e i Beatles! Ma penso che faremo un altro album. Una volta finita la promozione per questo film.
WATTS. Credo che faremmo bene a non fare pause. Sembra che ogni volta che ci fermiamo io mi ammali. L´ultima volta mi è venuto il cancro alla gola. Faccio attività fisica, non fumo, non bevo, ma è venuto a me, non agli altri. Pensavo che fosse la fine. Sono andato in ospedale e otto mesi dopo Mick mi dice che c´è in programma un nuovo disco ma che si comincerà quando io sarò a posto. Nel frattempo hanno cazzeggiato, scritto canzoni, e quando sono guarito abbiamo inciso A Bigger Bang. Poi una tournée di due anni...
RICHARDS. Amiamo quello che facciamo, molto semplice. Ci siamo calmati rispetto a prima, siamo rocker con le rughe, ma io l´energia ce l´ho ancora. Credo che dipenda dal fatto che mangio poco. E bevo molto. Mangiar poco e fumare erba buona. Sinceramente continuerei a fare questo lavoro anche in sedia a rotelle.
Dagospia 09 Aprile 2008