CASO COFFERATI - QUESTA VOLTA AVETE PESTATO UNA MERDA: LA POLITICA NON E' SOLO DOSSIER. BRAVI, AVETE CENTRATO IL BERSAGLIO: LA POLITICA E' COSA SPORCA.

COFFERATI, PARABOLA DI UN SINDACALISTA, IMMEMORE DI LAMA, MARINI, TRENTIN, CARNITI, D'ANTONI (QUANDO LA POLITICA NON PERDONA GLI "ABUSIVI")

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Lettera 1

Caro Dagospia,
leggo la tua risposta ai lettori incazzati. Mi spiace, ma non mi hai convinto. E, per dirla tutta, mi pare che questa volta tu abbia pestato una merda. Andiamo con ordine. Che Cofferati, una volta fuori da CGIL, abbia intenzione di continuare a far politica mi sembra del tutto ovvio oltre che perfettamente lecito. Che le sue ambizioni possano essere spingersi al di la' di una semplice "militanza" pure. Che poi Cofferati intenda spendersi in quell'edificio malsano e pericolante che sono i DS, su questo ho qualche legittimo dubbio (e spero che ce l'abbia anche tu, visto che ti vuoi misurare con questa difficile materia), sempre
ammesso e non concesso che da qui ad un anno i DS esistano ancora.
Che per una parte non minoritaria dell'elettorato di sinistra Cofferati rappresenti un leader credibile e non sputtanato (se non altro per un problema di coerenza e di rappresentanza) mi sembra abbastanza comprensibile.

Ora, vedi, "rovistare nel passato", come tu consigli, in questo caso e' di scarso aiuto. Ne' Lama ne' Pizzinato e neppure Trentin si trovarono, infatti, ad agire in un contesto come quello attuale, con uno scenario a sinistra tanto compromesso: per tutti loro, complice anche l'eta', l'approdo ad uno scranno da parlamentare o alla presidenza di qualche fondazione e' stato essenzialmente un viatico verso la pensione. Persino per il fumantino Lama, che pure qualche ambizione nutriva.

Che Fassino e Rutelli e Amato non vedano di buon occhio (e' un eufemismo) il protagonismo di Cofferati sulla scena politica e' del tutto scontato.
Per non parlare di D'Alema, che lo vedrebbe volentieri in esilio. O di Bertinotti, che ha pensato il "suo" referendum sull'articolo 18 anche in funzione anti-cofferatiana.
La differenza, se vuoi, sta nel fatto che un bel pezzo di sinistra quel protagonismo vede con grande favore. E che il quadro politico a sinistra, cosi' come e' dato oggi, non e' affatto definitivo: se Fassino vuole portare i DS sul terreno tracciato da Blair e da Rutelli (il partitone democratico...) ci potra' portare solo una parte del partito. Altri non seguiranno.

Vedi Dago, la vicenda sindacale sta creando un terremoto dentro l'intero centrosinistra italiano, ne sposta gli assetti, gli equilibri politici, financo le leadership. E di questo farai bene a tener conto, magari non limitandoti a prestare orecchio a quel che ti riferiscono ai party di Velardi o a quel che ti sussurra nell'orecchio quel vecchio e maligno eversore di Francesco Cossiga. Qualche volta, cambiare auricolare non puo' che fare del bene, e lo pseudo macchiavellismo di alcuni club e' solo una parodia (efficace talora nel breve periodo, ma del tutto impotente nel lungo) della politica, che pure e' "sangue e merda" (Formica dixit).
Contrariamente, infatti, a quel che puo' sembrare guardando il mondo dai salotti romani, la benzina che fa viaggiare le societa' complesse non e' composta esclusivamente di dossier.

Nel merito...
L'ordine del giorno del correntone, respinto dai DS, era inaccettabile non perche' prefigurasse la leadership di fatto di Cofferati, ma perche' nei suoi contenuti sanciva le distanze abissali che su questioni di merito dividono
oggi le due anime dei DS. La vicenda delle lettere di Marco Biagi e' una porcata, e lo sai anche tu. E non avra' effetti devastanti sul segretario uscente della CGIL (infatti, e' bastato attendere 48 ore per verificarne l'effetto boomerang su chi quelle lettere ha voluto mettere in circolo), nonostante gli eleganti titoli del Giornale e di Libero ("Le macabre astuzie di Cofferati": uno che la sa lunga in fatto di macabro, il Feltri Vittorio) e l'agitarsi un po' volgarotto dei soliti Schifani e Vito.

Dunque quel tuo titolo cosi' perentorio "Finisce cosi' l'avventura del Cinese.." che rivendichi come una indiscutibile certezza tale non e'. E' quasi certo, invece, che tu ed altri vi possiate beccare una bella querela
da Corso d'Italia. E, detto tra noi, questa volta te la sei meritata.

Vedi Dago, qui nessuno e' fesso. E nessuno pensa che la politica sia un paradiso per anime belle. Ma bisogna pur sempre saper distinguere. Non tra chi ha ragione e chi no (ognuno la pensi come vuole), ma tra il giornalismo, anche quello piu' cattivo e spregiudicato, e la voglia - diciamo il desiderio di onnipotenza - di strafare, di voler sancire, magari con un titolo piu' cattivo di altri, la fine di questo o quel personaggio pubblico.
Ora, se permetti, tra Sergio Cofferati e Alba Parietti qualche differenza c'e', e non solo nei peli della barba. Anche per chi fa un giornalismo di indiscrezioni. Basta diversificare le proprie fonti. Se invece ci si limita a frequentare degli stronzi, si finisce per stronzeggiare.

Dominic Molise


Lettera 2

Caro Dago,
Complimenti per il tuo editoriale: "Parabola di un sindacalista ..." Come spesso ti succede, hai centrato il bersaglio. Ciò che scrivi, sono anni che lo penso, lo dico, e tutti (basta un po' di attenzione e di memoria) lo possono constatare:
i grandi leader sindacali che tu hai ben elencato, scesi in politica, inebriati dalle piazze affollate, presto finiscono nel dimenticatoio stritolati dai "marpioni" dei partiti, siano essi di sinistra che di destra (vedi l'ultimo "beccaccino" D'Antoni).
Essi non hanno sufficiente malizia per la politica "sporca".
La sfrenata ambizione personale li acceca, e si credono i salvatori della patria come Berlusconi, con la differenza che lui ha i miliardi e le televisioni per ubriacare i "buoni" italiani.
Lasciano i lavoratori che li hanno osannati, per un potere più grande e finiscono (tutti) nella polvere.
Voglio essere buono, nell'avanzare l'ipotesi che essi siano troppo "puri". Non hanno "il pelo nel petto e nella borsa" come si dice in Romagna.

Stefano Giannini.
Un pensionato Ex sindacalista della CISL che in tanti anni ne ha visto delle belle...


Dagospia.com 1 Luglio 2002