"GRAND THEFT AUTO" INCASSA PIÙ DI UN FILM DI "HARRY POTTER" E "SPIDER-MAN"
SOLO NELLA PRIMA SETTIMANA SEI MILIONI DI COPIE PER VALORE DI $ 500 MILIONI
FAMIGLIE E POLITICI SUL PIEDE DI GUERRA (ANCHE OBAMA): "TROPPO VIOLENTO"

Gianluca Nicoletti per "La Stampa"

Il videogioco dei ladri d'auto ha battuto ogni record di vendita nel mondo, ma in Italia le associazioni dei genitori chiedono l'intervento del governo per impedirne la diffusione. Non è un fenomeno nuovo, anzi sembra far parte di un copione succulento che di solito manda in visibilio chi il gioco maledetto lo commercializza, forse non è il caso di Grand Theft Auto IV (GtaIV) che ormai ha fatto il picco di vendita nella storia del videogames e sicuramente non ha più bisogno di qualcuno che lo demonizzi per renderlo ancor più desiderabile.

Solo nella prima settimana ne sono state acquistate sei milioni di copie per un valore di 500 milioni di dollari. Solo nel primo giorno nei negozi, il gioco ha fatturato 310 milioni di dollari, quasi il doppio rispetto a Halo III, un gioco di Microsoft il cui primato di 170 milioni di copie vendute fin'ora sembrava imbattibile.

Sicuramente le campagne allarmistiche che hanno preceduto il lancio di Gta IV avranno avuto una loro parte, ma in ogni caso si tratta del più grande boom nella storia dell'intrattenimento interattivo, assai più di quello che hanno fruttato i grandi blockbuster hollywoodiani come il film Spider-Man o dei Pirati dei Carabi o addirittura del libro di Harry Potter.

Forse andrebbe preso come un segnale che l'immaginario giovanile stia decisamente virando verso le protesi elettroniche, già da tempo il guru americano Marc Prensky consiglia di lasciare che anche gli adulti si impadroniscano prima possibile degli strumenti della rivoluzione digitale perché tanto i giovanissimi ci stanno dentro già dalla nascita e per questo crescono molto più svegli e aggressivi verso le competizioni della vita.

Certo è che il successo del nuovo videogioco dovrebbe spingere le vendite della Playstation 3 e della Xbox di Microsoft, ma anche i vertici della Take-Two che l'ha prodotto ora possono permettersi di tirare sul prezzo e nicchiare sull'offerta da 2 miliardi di dollari fatta da Electronic Art, ma chi brinda vittoria non si pone certo il problema che questo gioco, come d'altronde quelli di maggior successo, ancora una volta punti sulle attività meno nobili dell'essere umano.

L'immaginario del video gioco è costruito su macchine superveloci, femmine fatali, spacciatori, ma soprattutto di una proficua attività di furti d'auto. Alcuni dei passatempi preferiti dei suoi eroi sono sparare ai poliziotti e intrattenersi con prostitute per poi picchiarle e derubarle. In questa ultima edizione è persino possibile guidare ubriachi, tanto che un paio di settimane fa il Madd (Mothers Against Drunk Driving) ha ricordato con amarezza ai produttori del gioco che ogni anno circa 13.500 persone lasciano la pelle sulla strada per guida in stato etilico.



Persino Barack Obama un discorso a Indianapolis ha tirato fuori GtaIV: come esempio pessimo di distrazione di giovani dallo studio.

Forse anche per questo l'associazione dei telespettatori cattolici ci si è buttata di petto e ha chiesto addirittura l'intervento del neo-ministro dell'istruzione Gelmini, che fresca di giuramento dovrebbe occuparsi subito di furti d'auto virtuali: «È assurdo che in Italia si commercializzi un videogioco violento in cui un ladro compie rapine e furti - ha detto il presidente Luca Borgomeo - i nostri ragazzi non possono crescere a video e violenza».

Già una prima risposta alle proteste è arrivata dal portale di studenti www.generazioneelle.info, dove hanno ricordato che il Pegi (Pan European Game Infrmation) il sistema di classificazione europeo di giochi e videogiochi, lo colloca nella categoria 18+ quindi, di norma, semmai dovranno essere i rivenditori a sconsigliarlo agli acquirenti minorenni.

Sempre navigando i blog più specifici su questo argomento ancora si trovano tracce della protesta online contro la crociata anti videogiochi che lanciò Clemente Mastella, al tempo che era guardasigilli. Forte dell'idea che in Italia i minori avessero un maggior bisogno di protezione dai pericoli della console rispetto i loro coetanei del resto d'Europa, tentò una sortita assieme a un gruppo di altri ministri come Gentiloni, Ferrero, Bindi, Melandri e Padoa Schioppa.

Fu presentato il disegno di legge 3014, che prevedeva la formazione di un comitato nazionale per «controfirmare» la classificazione dei videogiochi già sottoposti al controllo Pegi. Allora poi non se ne fece nulla, anche perché i problemi magari divennero altri, ma anche oggi la levata di scudi sul nuovo presunto ispiratore di comportamenti criminosi servirà solo a consolidarne la gloria e aumentare il desiderio di chi ancora non l'avesse provato.

Accadde in passato con «Resident Evil», alla fine il produttore di quell'abbuffata di zombie pubblicò un annuncio sui giornali per ringraziare le associazioni demonizzatici che gli fecero fare ottimi affari. Lo stesso con «Mafia», il gioco per imparare ad essere un perfetto picciotto d' onore.

Anche in quel caso si ammazzavano poliziotti, e si potevano rubare auto con cui travolgere innocenti pedoni; fu attaccato e fu un successo. Infine un paio di anni fa un settimanale italiano lanciò in copertina l'allarme per nefandezze contenute in «The Rule of Rose». Si scrisse addirittura che una ragazzina sarebbe stata sepolta viva. I tanti che comprarono per questo quello scialbo giochetto però quella volta restarono delusi, la fantasia dei censori aveva persino superato la perfidia dei programmatori.


Dagospia 12 Maggio 2008