ADULTERIO ALLA COREANA - TUTTI L'ASIA PARLA DELL'ATTRICE CHE HA CORNIFICATO IL MARITO PRODUTTORE COL CANTANTE D'OPERA - IL PAESE SI SPACCA SUL DIRITTO A TRADIRE, REATO PUNIBILE CON 2 ANNI DI GALERA...
Renata Pisu per "la Repubblica"
Una star di fama, un cantante d´opera e uno chef italiano, più un produttore televisivo nelle vesti di marito tradito, sono tutti assieme appassionatamente coinvolti nella più piccante e controversa storia di adulterio che abbia mai scosso gli animi dei coreani. Ne parlano tutti i giornali, su Internet si intrecciano pareri e commenti, di blog in blog lo scandalo, da questione privata di corna che era all´inizio, si è trasformato nell´occasione d´oro per chiedere l´abrogazione di una legge del 1953 stando alla quale l´adulterio è un reato punibile con un massimo di due anni di prigione.
L´eroina è l´attrice Ok So Ri, bella e "malmaritata", come lei stessa sostiene, dato che «in 11 anni di matrimonio abbiamo fatto sesso soltanto 10 volte», come ha dichiarato in una conferenza stampa puntando il dito contro il marito. Park Chul, il marito, aveva chiesto il divorzio in ottobre accusandola di adulterio consumato con lo chef italiano e con il cantante coreano, anche lui famoso, mentre dell´italiano si sa soltanto che lavora presso il ristorante di un grande albergo di Seul e che si chiama G.
Ma ecco che l´adultera, invece di vergognarsi e tacere come vorrebbe la tradizione, convoca la stampa e riconosce la sua colpa ma precisa che con l´italiano non ha avuto nessun rapporto, si vedevano soltanto perché lui le dava delle lezioni di inglese e di alta cucina. Mentre con il cantante sì, sono stati amanti: e allora? Che c´è di male? A questa confessione Ok, ha fatto seguire un colpo da maestra: assistita dai suoi legali, ha sporto immediatamente ricorso al tribunale per chiedere che venga riconosciuta l´incostituzionalità della vecchia legge sull´adulterio.
Ancora la Corte Suprema non si è pronunciata in merito, ma il dibattito sul tema "l´adulterio è o non è un reato?" sta infiammando l´opinione pubblica di un paese che ha fatto passi da gigante in campo economico ma dove nell´ambito sociale vigono principi di rigida moralità: un paese che sotto questo aspetto ricorda l´Italia degli anni '50 e '60, dove la storia di Fausto Coppi e della Dama Bianca, accusati di essere "pubblici concubini", fece scorrere fiumi di inchiostro e dove soltanto nel 1968 la Corte Costituzionale dichiarò illegittimi gli articoli del codice penale che punivano il reato di adulterio, considerandolo più grave se compiuto dalla moglie, assai meno se compiuto dal marito.
In Corea, per lo meno, la legge non prevede questa disparità di trattamento: gli adulteri sono uguali davanti alla legge e la punibilità dell´adulterio fu introdotta nel 1953 con il preciso e dichiarato scopo di proteggere le mogli. Allora non si pensava nemmeno che una moglie potesse tradire il marito, mentre era all´ordine del giorno che il marito facesse le corna alla moglie. Oggi però succede che le mogli non soltanto tradiscano ma che lo ammettano in pubblico, come ha fatto Ok, scatenando un putiferio.
Infatti i sostenitori della legge sull´adulterio si dichiarano convinti che abrogarla significherebbe arrendersi alla «cultura occidentale del sesso libero», mentre tutti coloro che non ne possono più di vivere in un paese dove si pratica una doppia morale, dove l´industria del sesso conta su di un fatturato altissimo pari al 4, 4 per cento del Pil ma dove non si impartisce nessuna educazione sessuale nelle scuole, ritengono che «lo Stato non deve immischiarsi di quello che succede tra due adulti consenzienti».
Per l´abrogazione del reato ha preso posizione persino l´Associazione delle Donne Coreane che si era battuta per la criminalizzazione dell´adulterio per venire incontro alle mogli. Ma ora, anche dal punto di vista dei diritti delle donne, la legge è considerata un anacronismo e Ok viene celebrata da gran parte dell´opinione pubblica «una eroina della causa dell´emancipazione femminile».
La partita resta aperta: si saprà nei prossimi giorni se la Corea del Sud continuerà a essere uno dei pochi paesi non musulmani dove fare le corna è un affare di Stato.
Dagospia 20 Maggio 2008
Una star di fama, un cantante d´opera e uno chef italiano, più un produttore televisivo nelle vesti di marito tradito, sono tutti assieme appassionatamente coinvolti nella più piccante e controversa storia di adulterio che abbia mai scosso gli animi dei coreani. Ne parlano tutti i giornali, su Internet si intrecciano pareri e commenti, di blog in blog lo scandalo, da questione privata di corna che era all´inizio, si è trasformato nell´occasione d´oro per chiedere l´abrogazione di una legge del 1953 stando alla quale l´adulterio è un reato punibile con un massimo di due anni di prigione.
L´eroina è l´attrice Ok So Ri, bella e "malmaritata", come lei stessa sostiene, dato che «in 11 anni di matrimonio abbiamo fatto sesso soltanto 10 volte», come ha dichiarato in una conferenza stampa puntando il dito contro il marito. Park Chul, il marito, aveva chiesto il divorzio in ottobre accusandola di adulterio consumato con lo chef italiano e con il cantante coreano, anche lui famoso, mentre dell´italiano si sa soltanto che lavora presso il ristorante di un grande albergo di Seul e che si chiama G.
Ma ecco che l´adultera, invece di vergognarsi e tacere come vorrebbe la tradizione, convoca la stampa e riconosce la sua colpa ma precisa che con l´italiano non ha avuto nessun rapporto, si vedevano soltanto perché lui le dava delle lezioni di inglese e di alta cucina. Mentre con il cantante sì, sono stati amanti: e allora? Che c´è di male? A questa confessione Ok, ha fatto seguire un colpo da maestra: assistita dai suoi legali, ha sporto immediatamente ricorso al tribunale per chiedere che venga riconosciuta l´incostituzionalità della vecchia legge sull´adulterio.
Ancora la Corte Suprema non si è pronunciata in merito, ma il dibattito sul tema "l´adulterio è o non è un reato?" sta infiammando l´opinione pubblica di un paese che ha fatto passi da gigante in campo economico ma dove nell´ambito sociale vigono principi di rigida moralità: un paese che sotto questo aspetto ricorda l´Italia degli anni '50 e '60, dove la storia di Fausto Coppi e della Dama Bianca, accusati di essere "pubblici concubini", fece scorrere fiumi di inchiostro e dove soltanto nel 1968 la Corte Costituzionale dichiarò illegittimi gli articoli del codice penale che punivano il reato di adulterio, considerandolo più grave se compiuto dalla moglie, assai meno se compiuto dal marito.
In Corea, per lo meno, la legge non prevede questa disparità di trattamento: gli adulteri sono uguali davanti alla legge e la punibilità dell´adulterio fu introdotta nel 1953 con il preciso e dichiarato scopo di proteggere le mogli. Allora non si pensava nemmeno che una moglie potesse tradire il marito, mentre era all´ordine del giorno che il marito facesse le corna alla moglie. Oggi però succede che le mogli non soltanto tradiscano ma che lo ammettano in pubblico, come ha fatto Ok, scatenando un putiferio.
Infatti i sostenitori della legge sull´adulterio si dichiarano convinti che abrogarla significherebbe arrendersi alla «cultura occidentale del sesso libero», mentre tutti coloro che non ne possono più di vivere in un paese dove si pratica una doppia morale, dove l´industria del sesso conta su di un fatturato altissimo pari al 4, 4 per cento del Pil ma dove non si impartisce nessuna educazione sessuale nelle scuole, ritengono che «lo Stato non deve immischiarsi di quello che succede tra due adulti consenzienti».
Per l´abrogazione del reato ha preso posizione persino l´Associazione delle Donne Coreane che si era battuta per la criminalizzazione dell´adulterio per venire incontro alle mogli. Ma ora, anche dal punto di vista dei diritti delle donne, la legge è considerata un anacronismo e Ok viene celebrata da gran parte dell´opinione pubblica «una eroina della causa dell´emancipazione femminile».
La partita resta aperta: si saprà nei prossimi giorni se la Corea del Sud continuerà a essere uno dei pochi paesi non musulmani dove fare le corna è un affare di Stato.
Dagospia 20 Maggio 2008