NEI SECOLI FEDELE. PURE ALLA MOGLIE - NIENTE AMANTE SE SEI CARABINIERE - LA CASSAZIONE CONDANNA UN APPUNTATO: L'ADULTERIO HA DISONORATO L'ARMA - NON C'È PRIVATO PER CHI INDOSSA L'UNIFORME.

Bruno Ventavoli per "La Stampa"


Se hai per motto nei «secoli fedeli», mica puoi permetterti di essere infedele nelle faccende di letto. Sarebbe un ossimoro, una barzelletta, o semplicemente un atto che «arreca disdoro» alle forze armate. La Cassazione l'ha stabilito con chiarezza: un carabiniere non può avere un'amante, perché è obbligato dalla sua divisa, dal suo ruolo, dalla sua aura, a mantenere una condotta esemplare. In fondo lo dice anche la tv. Il mitico «Maresciallo Rocca», padre di tutti i sottufficiali per fiction era legittimato ad amare prima Stefania Sandrelli e poi Veronica Pivetti perché vedovo.

Nella realtà, tutto è cominciato alla stazione dell'Arma di Capaccio, comune in provincia di Salerno. L'appuntato Rosario, sposato, allaccia una stabile relazione extraconiugale con una donna, anch'essa sposata. Il paese è piccolo, i circa 21mila abitanti mormorano, e i carabinieri laggiù dovrebbero garantire ordine e armonia, mica seminare zizzania o infiammare gelosie. E così il comandante, il luogotenente Nicolò C., un giorno prende da parte l'appuntato adulterino e gli ordina di troncare la tresca. Lui non ci pensa nemmeno, risponde che sono fatti suoi. In un crescendo d'ira, rincara la dose dicendo al capo che è «un bugiardo, infame e ladro».

Minaccia pure di tirargli addosso la scrivania, come un piccolo Hulk. Scatta la denuncia del superiore, la giustizia si mette in moto. Il Tribunale militare di Napoli, in primo grado, dà ragione all'appuntato. Ciò che fa nel talamo suo e dell'altra signora sono «relazioni personali e private estranee al servizio». Assolto, la sua furia insubordinata era più o meno legittima.



In Appello le cose vengono ribaltate. L'appuntato si becca 4 mesi di reclusione per minaccia e ingiuria aggravata e continuata. La Cassazione conferma, ora, la sentenza di secondo grado. Gli «ermellini» non mancano di rilevare che il «rapporto extraconiugale» ha senz'altro carattere privato. Ma un militare non può «arrecare disdoro» all'Arma di appartenenza. Il richiamo del superiore a tenere una «condotta esemplare», in quel paese che pullula di pettegolezzi, è «legittimo e doveroso». E soprattutto un sottoposto dovrebbe essere uso a obbedir tacendo e non vomitando insulti d'ogni risma. Dare in escandescenze, insomma, è insubordinazione, anche se si tratta di banali corna.

La sentenza suona lievemente démodé, nell'era in cui si tradisce allegramente nei reality, nella vita quotidiana, nelle più alte cariche istituzionali delle democrazie occidentali. S'attaglia tuttavia perfettamente al ruolo rassicurante che il carabiniere ricopre nella nostra società. Oltre ai santi, alle mamme, nell'olimpo delle certezze italiche c'è sempre lui, con la sua fiamma sul berretto, a reggere la baracca.

Certo, sul loro QI s'abbattono tsunami di barzellette irriverenti, e negli anni di piombo venivano urlati slogan violentissimi, ma tutta la cultura letteraria e visiva rende omaggio all'Arma nata nel 1814. Dal «Pinocchio» ai romanzi veristi di Verga, dai roboanti complimenti di D'Annunzio alle paternali di Aldo Fabrizi, dalle immagini meravigliose e umanissime di Enrico Lo Verso («Ladro di bambini») e Silvio Orlando («La mia generazione») fino alle curve generose della Arcuri insaccate nella casta divisa. E poi, lui, Vittorio De Sica. Nei panni del maresciallo di «Pane amore e fantasia» è stato una delle massime icone del cinema italiano. Faceva un po' troppo il cascamorto e s'invaghiva della bella Lollobrigida, ma qualunque Corte Suprema l'avrebbe assolto, in virtù dell'ironia e dell'eleganza che sapeva sfoggiare.

Quando agli italiani si chiede in quale istituzione ripongono la loro fiducia, gli indici di gradimento per parlamentari, magistrati, professoresse e persino preti, calano come il valore dei mutui subprime. Gli unici saldi sono sempre loro, i carabinieri, con le divise impeccabili, le analisi Ris che tengono testa alla insopportabile sicumera dei Csi yankee, i calendari. Sono loro che ci devono difendere dai criminali, dagli immigrati, dalle pubbliche calamità, dalle nostre paure più irrazionali. Se s'infilano nei letti a coccolare mogli altrui non va bene.


Dagospia 17 Giugno 2008