ALL''ULTIMA SPIAGGIA' ANCHE TESTA DI CHICCO S'È MONTALTO LA TESTA
FINITI I TEMPI D'ORO PER IL BAGNO-RIFUGIO DELLA CASTA DEI RADICAL-CHIC
S'AVANZA IL POLO DEL SECCHIELLO: SCRANNO A DESTRA, SDRAIO A SINISTRA

Mirella Serri per La Stampa
Reportage Fotografico del 6 Agosto 2007 di Umberto Pizzi da Zagarolo 


Ma guarda chi c'è, Claudio Petruccioli, attuale presidente della Rai, che dondola, oscilla, un po' arranca sull'aia al suono di una vecchia fisarmonica. Un po' più in là, Achille Occhetto lo guarda. Il segretario-traghettatore ex Pci dal ciuffo sempre ben fonato è appena rientrato da una spedizione culinaria. Di persona ha acquistato - quando si tratta di pesce non si fida che di se stesso - un rombo gigantesco a Orbetello. Al Frantoio, ristorante famoso più che per il menu per la clientela très chic, cenano, disturbati da qualche lampo dei fotografi, il manager di Stato Fabiano Fabiani e signora, Francesco Rutelli con la bella Barbarella (per gli intimi), Afef in Tronchetti Provera che adora il mix cioccolata e pere, Chicco Testa, un tempo il verde per eccellenza.

Flashes di dolce vita capalbiese. Anche se non è tutt'oro quel che riluce. Perché la piccola Atene "è un paese dove non c'è passeggio, né shopping, né bar per l'aperitivo" e la famosa "Ultima spiaggia", playa dorata frequentata dalla sinistra che conta, si presenta in maniera piuttosto desolata: "Non ci sono cabine, la carta igienica sparisce dalla toilette alle tre del pomeriggio. Il parcheggio è a 300 metri dalla spiaggia, per la doccia si paga il gettone".

Parole sante, verrebbe da dire. Provengono, infatti, da un pulpito più che accreditato: a raccontare luci e ombre del buen retiro per eccellenza della sinistra negli ultimi decenni, e anche al tempo del suo ultimo governo, è proprio una gran signora della Maremma più salottiera, Giovanna Nuvoletti. Giornalista, fotografa, animatrice di eventi teatrali e poetici e ora scrittrice, la Nuvoletti nel suo romanzo d'esordio, "Dove i gamberi d'acqua dolce non nuotano più" (uscirà a giorni da Fazi editore) racconta non solo storie di personaggi di invenzione, di 'belli e dannati' che si chiamano Nicolas, Stefanella, Andreola e Olimpia.

Ma tira in ballo, è il caso di dirlo per quel che riguarda il consorte Petruccioli, ex dirigente comunista e diessino ora insediato a viale Mazzini, anche protagonisti in carne e ossa. Personaggi 'veri', reali, che trascorrono prima le loro bollenti estati alla Capannina di Forte dei Marmi e poi nella mitica Capalbio dove traslocano con armi e bagagli, ovvero con aragoste, cocktail, champagne e piaceri vari. La Nuvoletti, detta Nuvola dagli amici, seducente ex ragazza con moto e pantaloni in pelle nera negli anni Sessanta, predilige il colpo d'ala futurista e lo snobismo come provocazione.

E così in questo romanzo ironico e irriverente, destina un affondo e centra i nervi oggi assai scoperti di una "gauche au caviar" decisamente in declino. Il tema del caviale non è peregrino: è uno dei leit motiv del racconto e "Gardenie e caviale" è pure il titolo di un noto libro del padre di Giovanna, il conte Nuvoletti, a cui il romanzo è dedicato, nobiluomo e maestro d'eleganza scomparso di recente.

Ma come nasce, per la narratrice, il mito di Capalbio? Il nucleo originario è in un mondo perduto, lontano: tutto ha origine alla Capannina, spiega la Nuvoletti. Siamo nel 1929 e, appena vede la luce, lo stabilimento balneare del Forte va alla grande, diventa luogo di aggregazione di teste coronate, dandy, industriali. Il fascismo per questa marmellata sociale è inelegante, un po' volgare, ma ugualmente si guarda con benevola condiscendenza verso chi amministra soldi e potere.

Il litorale toscano è destinato a diventare nei decenni l'epicentro di correnti ascensionali e sommovimenti che vanno dal Nord al Sud e viceversa: qui brindano, copulano, festeggiano, costruiscono consorzi, elaborano alleanze e danno vita a lobby e affari, romani e milanesi: ci sono i meneghini più in voga (le famiglie dei Zanuso, Pesenti, Mauri, Borletti, Crespi, Modiano, Visconti di Modrone, Quintavalle, spiega la stessa Nuvoletti, sono state il modello dei suoi vip) e i 'capitolini', i politici che arrivano rombando direttamente da Montecitorio e Palazzo Madama.

I mariti sono in gran parte "cocu", le consorti, quando tradiscono, svestono Chanel o Schiaparelli, i figli sono spesso illegittimi (come dice un protagonista, "meglio bastardi che niente") e il tran tran è un dolce far niente e un cullarsi nelle chiacchiere. Nel salotto della Versilia en plain air passeranno Italo Balbo - plana sulle acque per consumare velocemente un Negroni, inventato dal conte omonimo - Bontempelli, Edda Ciano, Malaparte, i play boy più in voga, Baby Pignatari (che ha una liaison con Flora, alter ego della scrittrice), Ray Charles, ballerini blasonati, il principe Ruspoli che si muove a ritmi sudamericani, il principe Raimondo Lanza di Trabia con baffetti alla Errol Flynn. La caratteristica di questa mondanità che si affastella sulla sabbia? Una società autoreferenziale, chiusa, poco propensa al cambiamento pure in anni cruciali come il '68 o il decennio di piombo.

E Capalbio? Ironia della sorte, la cittadella toscana, piccolo regno della sinistra italiana, il cui ruolo leader i segretari diessini, da Occhetto a Piero Fassino a Walter Veltroni, hanno sempre sancito con soggiorni e presenze varie, è proprio l'erede di questa mondanità sfaccendata. I capalbiesi doc, da Furio Colombo a Enzo Golino, storceranno il naso e non apprezzeranno la sapida lettura della Nuvoletti. Stanche del Forte, le signore che svernano a Cortina e consultano il sito-principe del gossip, Dagospia, a poco a poco trasferiscono annoiate le loro mise di Versace. "La vera eleganza non è più di moda", sostengono.

Capalbio non è oggi, secondo la Nuvoletti, così trendy come un tempo lo era il Forte. Questo sito maremmano dove si ritrovano il figlio del presidente Napolitano, la seducente Marianna Madia, ex capolista per il Pd nel Lazio con il fisico da top model, Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, Lucrezia Lante della Rovere, Cristina Comencini e Claudia Gerini, una volta luogo di godimento oggi è terra di decadenza. Capalbio come Bisanzio. E' come se la sinistra che l'abita avesse fatte proprie le caratteristiche di un tempo, la chiusura di una società in se stessa, la scarsa predisposizione all'autocritica, alla trasformazione.



Anche Capalbio, come la Capannina anni Trenta, al massimo è come un'ostrica, si apre, accoglie e ingloba i nuovi potenti in cerca di un posto al sole e di un ombrellone (Ferdinando Adornato c'è sempre stato, ma a fare da apripista al centro destra ci sono Geronimo La Russa, primogenito di Ignazio, Giovanni Tremonti, progenie di Giulio, Angelo Rizzoli e la moglie Melania, neo deputata del Pdl, e tanti altri ancora).

A far tutt'uno con i blasonati, i finanzieri, i banchieri è arrivata la 'casta'. Sarà una coincidenza, sarà il caso, l'ultimo personaggio ritratto alla Capannina mentre si cimenta in un rock è il 42 enne Clemente Mastella. Clemente è l'immagine di un'era che finisce, quella del Forte, e di un'altra che si apre, quella sinistra che avanza e che danza. Prima dello scivolone, s'intende.

ULTIMA SPIAGGIA DALLA A ALLA Z
Adornato Ferdinando. Scranno a destra, ombrellone a sinistra.
Caracciolo Nicola. La storia sono io.
Bassanini Franco e Lanzillotta Linda. Bagnati dalle solite correnti.
Colombo Furio. Scranno a sinistra, ombrellone a destra.
Fabiani Fabiano. Prima fila. Alto rischio di onda anomala.
Fabiani Guido. Magnifico ossessione.
Fassino Piero. Un esempio di linea per tutti.
Gerini Claudia. Lato b e lato a.

Lante della Rovere Lucrezia. Sciarpone, molto glamour.
Marramao Giacomo. Dalla cattedra al lettino.
Napolitano Giulio. Nel nome del padre.
Nelli Feroci Ferdinando, Cangelosi Rocco, Petrone Vincenzo, Varvesi Gianfranco. Sul mare in feluca.
Polito Antonio. Gran galabeya.

Petruccioli Claudio. Gran barbone e gran tendone.
Rutelli Francesco e Palombelli Barbara. Il naufragar m'è dolce...
Testa Chicco. S'è Montalto la testa.
Enzo Golino. Dove sta gagà.
Walter Veltroni. Toccata e fuga.



Dagospia 30 Giugno 2008