CIAK, SI RIGIRA - CON L'AIUTO DI GIANNI LETTA RISORGE IL TAX-CREDIT ELIMINATO DA TREMONTI, E IL CINEMA SCENDE DALLE BARRICATE - LA SCONFITTA DI GIULIETTO CONTRO LETTA LEX DI ROMA.

Michele Anselmi per "Il Riformista"


Resuscita il tax-credit eliminato da Tremonti senza tanti complimenti. Alla fine, come anticipato dal "Riformista", s'è trovata la copertura di 160 milioni di euro, 80 per il 2009 e 80 per il 2010. Sicché il cinema non farà barricate e girotondi, i film italiani andranno tranquillamente a Venezia, Roma e Torino, i produttori avranno quanto promesso, sia pure con qualche mese di ritardo (intanto hanno già cominciato a fare i conti sui vantaggi). Del resto, il boicottaggio dei festival difficilmente avrebbe funzionato, se perfino alcuni dei "Centoautori", come Daniele Vicàri e Giuseppe Piccioni, negli ultimi giorni s'erano dichiarati perplessi, sollecitando proteste meno "autolesioniste", cioè più "fantasiose" e "alternative".

Lo stesso Nanni Moretti, inaugurando giovedì all'arena Sacher la consueta rassegna estiva, sembrava sdrammatizzare: "Davanti a problemi importanti ci vogliono gesti simbolicamente importanti. Ma sono sicuro che non ce ne sarà bisogno. Si renderanno conto dello sbaglio, dovuto soprattutto a sciatteria".

Che tale sia stata o no, Bondi può tirare un sospiro di sollievo. Soavemente oggi, lunedì, comunicherà lo "scampato pericolo", spiegando che le agevolazioni fiscali promesse con squilli di trombe rientrano in gioco attraverso un emendamento presentato venerdì. Vero è che difficilmente l'avrebbe spuntata, non venendo quei 160 milioni dal ministero ai Beni culturali, se Gianni Letta, assicura una fonte ben informata, "non avesse puntato i piedi e alzato la voce".



In effetti, uno smacco su quel versante sarebbe stato disastroso, in termine di immagine, per il governo. Ma come: per anni s'è gridato al cinema assistito e poi si cassa proprio la più liberista delle misure, peraltro rivendicata sia da destra sia da sinistra? Tra l'altro, alla vigilia del suo primo viaggio a Cannes in qualità di ministro, proprio Bondi aveva assicurato che, "proseguendo sulla linea tracciata dai precedenti ministri Urbani, Buttiglione e Rutelli", tax-credit e tax-shelter erano praticamente cosa fatta, mancava solo l'approvazione dell'Unione europea, necessaria "per emanare i relativi decreti di attuazione".

Come sappiamo, non è andata così. A fine maggio il primo stop di Tremonti all'interno cosiddetto decreto taglia Ici, qualche settimana dopo il secondo, attraverso il maxiemendamento passato alla Camera, mal digerito da alcuni parlamentari della maggioranza, tra i quali Gabriella Carlucci e Luca Barbareschi. A quel punto, di fronte all'insorgere dell'industria cinematografica tutta, con dichiarazioni di fuoco e minacce varie (Paolo Virzì, a nome degli autori, arrivò addirittura a chiedere le dimissioni di Bondi), i due capi di gabinetto dei ministeri coinvolti, cioè Salvo Nastasi per i Beni culturali e Vincenzo Fortunato per l'Economia, hanno avviato un complesso lavorio sottotraccia per recuperare nelle pieghe del bilancio i 160 milioni necessari a rilanciare tax-credit e tax-shelter.

Più il primo del secondo, in verità, giacché il credito di imposta fa gola a tutti, mentre le imprese con utili da reinvestire si contano sul palmo di una mano: diciamo Raicinema, Filmauro e Medusa. Proprio martedì scorso, presentando il corposo listino 2008-2009, l'amministratore delegato di Medusa, Giampaolo Letta, figlio di Gianni, aveva annunciato che la società continuerà ad investire sul prodotto italiano circa 60 milioni di euro all'anno, più 15-20 legati alla promozione, rivolgendo un pensiero particolare al tax-credit. Questo: "Da alcune simulazioni abbiamo visto che gli incentivi fiscali, se attivati, ci permetterebbero di produrre due film italiani in più all'anno".


Dagospia 07 Luglio 2008