SÉGOLÈNE DA RICOVERO? - VEDE SARKÒ OVUNQUE, ANCHE QUANDO LE RUBANO IN CASA, ORMAI PREOCCUPA AMICI E PARTITO - LIBERANO LA BETANCOURT, NON SI FELICITA E MINACCIA: IL PRESIDENTE NON SI PRENDA IL MERITO.
Giusi Di Lauro per "Libero"
«Il furto nel mio appartamento rileva dei metodi inaccettabili in una democrazia». E uno.
«Quelli che mi hanno fatto questa messa in scena mi hanno fatto capire che ero vulnerabile». E due.
«C'è un rapporto tra il furto con scasso subito nella mia casa e l'aver attaccato il giorno prima lo strapotere del clan Sarkozy in Francia». E tre.
«Sono senz'altro seguita e ascoltata». E quattro.
Nessuno ha chiamato ancora l'ambulanza, ma gira una certa preoccupazione all'interno del Partito Socialista (PS) francese circa la salute mentale di Ségolène Royal, l'ex candidata alle presidenziali, dopo queste dichiarazioni rilasciate al telegiornale di France 2.
L'intervista doveva essere politica e riguardare i prossimi impegni nel partito, come la sua corsa per la segreteria. E invece la conversazione ha riguardato un fatto di cronaca di cui è stata vittima: il furto nel suo appartamento al piano rialzato, e dunque a portata per topi d'appartamento anche non proprio specializzati, avvenuto nella serata del 27 giugno, le 20.30 e le 22.30. «Una fascia oraria», ha spiegato la Royal, «atipica per i ladri, visto che quella è l'ora del rientro a casa delle persone». E poi, ecco la deduzione finale: «È il segnale che sono seguita e ascoltata».
RARO TEMPISMO
Almeno qualcuno c'è che l'ascolta e la segue, verrebbe da dire, visto che bisognava sentire queste cose per rivedere sulle prime pagine la Royal. Se a ciò si unisce una popolarità del tutto annebbiata da altre figure femminili alla ribalta (la Bruni in prima fila), oltre a un personale periodo di crisi da cui si pensava fosse uscita, (è stata lasciata all'indomani della sconfitta con Sarkozy dal suo storico compagno nonché ex segretario dello stesso partito François Hollande), il quadro che ne esce è sempre più vicino a quello clinico: una donna paranoica assillata da manie di persecuzione. Aspetti che esprime con dichiarazioni pubbliche di raro imbarazzante tempismo, aiutate da elucubrazioni apparentemente logiche.
Come questo. Il furto nella sua casa avviene la sera del 27 giugno scorso. Il giorno prima la Royal manca il suo primo appuntamento per stare zitta. Sono passate, infatti, poche ore dopo la liberazione dell'ostaggio più famoso del mondo Ingrid Betancourt. Ségolène invece di congratularsi con qualcuno (poteva scegliere tra governo colombiano, svizzero, francese, venezuelano) o magari gioire e basta per la fine positiva di una prigionia di una donna ex candidata anche lei, se ne esce ammonendo Sarkozy di non permettersi di attribuirsi nessun merito in questa liberazione, di non strumentalizzarla per riscuotere consensi. Un'uscita a gamba tesa, stigmatizzata immediatamente dal primo ministro, François Fillon, -«la Royal ha dimostrato mancanza totale di dignità e ha agito come una ragazzina durante la ricreazione»- e da esponenti del suo stesso partito, da Hollande a Bertrand Delanoe fino all' ex ministro Martine Aubry.
La Royal non chiede scusa e non ritorna a parlare della vicenda, fino a quando rincara la dose e attacca Sarkozy circa il suo modo di vivere: «Il re si diverte». E poi spiega meglio: «Si direbbe un melange inquietante tra Silvio Berlusconi e Doc Gyneco (un cantante hip hop francese tutto catenine e braccialetti, esempio del cosiddetto stile bling bling) con in più un orologio da 50mila euro al polso». Fino a dire che occorre fermare lo strapotere del clan di miliardari di Sarkozy, facendo riferimento a Fouquet, Bolloré aiutati nei loro affari dall'amicizia presidenziale.
È LA TERZA VOLTA
È la terza volta che l'abitazione della socialista alle porte di Parigi subisce un furto. La prima avvenne nell'agosto 2006. Un altro furto nel febbraio 2007 nella sede del suo comitato elettorale a Parigi, da cui era stato sottratto anche un computer.
L'ipotesi di un furto politico, all'indomani del terzo episodio era già stata avanzata dai legali della Royal. Sarebbe un modo per spaventarla e farle capire che non è invulnerabile, spiegano.
Questa volta i socialisti hanno preso le sue difese. Il numero due del partito, François Rebsamen, ha denunciato «gli insulti del primo ministro e dell'Ump (il partito di Sarkozy, ndr)». La deputata socialista Aurelie Filippetti si spinge poi a un'iperbole gratuita su «la Francia di Sarkozy è la tv di Berlusconi e i metodi di Putin. Si vuol tentare di metterla (Segolène) a tacere screditandola: ma così riconoscono che le sue idee e la sua popolarità disturbano il potere». Più prudente l'ex premier socialista Laurent Fabius: quello che ha detto la Royal o è «esatto, e in tal caso scandaloso», oppure «falso, e allora non bisognava dirlo».
Che non significa niente, ma dà il senso della crisi del partito socialista: o non hai niente da dire o straparli.
Dagospia 11 Luglio 2008
«Il furto nel mio appartamento rileva dei metodi inaccettabili in una democrazia». E uno.
«Quelli che mi hanno fatto questa messa in scena mi hanno fatto capire che ero vulnerabile». E due.
«C'è un rapporto tra il furto con scasso subito nella mia casa e l'aver attaccato il giorno prima lo strapotere del clan Sarkozy in Francia». E tre.
«Sono senz'altro seguita e ascoltata». E quattro.
Nessuno ha chiamato ancora l'ambulanza, ma gira una certa preoccupazione all'interno del Partito Socialista (PS) francese circa la salute mentale di Ségolène Royal, l'ex candidata alle presidenziali, dopo queste dichiarazioni rilasciate al telegiornale di France 2.
L'intervista doveva essere politica e riguardare i prossimi impegni nel partito, come la sua corsa per la segreteria. E invece la conversazione ha riguardato un fatto di cronaca di cui è stata vittima: il furto nel suo appartamento al piano rialzato, e dunque a portata per topi d'appartamento anche non proprio specializzati, avvenuto nella serata del 27 giugno, le 20.30 e le 22.30. «Una fascia oraria», ha spiegato la Royal, «atipica per i ladri, visto che quella è l'ora del rientro a casa delle persone». E poi, ecco la deduzione finale: «È il segnale che sono seguita e ascoltata».
RARO TEMPISMO
Almeno qualcuno c'è che l'ascolta e la segue, verrebbe da dire, visto che bisognava sentire queste cose per rivedere sulle prime pagine la Royal. Se a ciò si unisce una popolarità del tutto annebbiata da altre figure femminili alla ribalta (la Bruni in prima fila), oltre a un personale periodo di crisi da cui si pensava fosse uscita, (è stata lasciata all'indomani della sconfitta con Sarkozy dal suo storico compagno nonché ex segretario dello stesso partito François Hollande), il quadro che ne esce è sempre più vicino a quello clinico: una donna paranoica assillata da manie di persecuzione. Aspetti che esprime con dichiarazioni pubbliche di raro imbarazzante tempismo, aiutate da elucubrazioni apparentemente logiche.
Come questo. Il furto nella sua casa avviene la sera del 27 giugno scorso. Il giorno prima la Royal manca il suo primo appuntamento per stare zitta. Sono passate, infatti, poche ore dopo la liberazione dell'ostaggio più famoso del mondo Ingrid Betancourt. Ségolène invece di congratularsi con qualcuno (poteva scegliere tra governo colombiano, svizzero, francese, venezuelano) o magari gioire e basta per la fine positiva di una prigionia di una donna ex candidata anche lei, se ne esce ammonendo Sarkozy di non permettersi di attribuirsi nessun merito in questa liberazione, di non strumentalizzarla per riscuotere consensi. Un'uscita a gamba tesa, stigmatizzata immediatamente dal primo ministro, François Fillon, -«la Royal ha dimostrato mancanza totale di dignità e ha agito come una ragazzina durante la ricreazione»- e da esponenti del suo stesso partito, da Hollande a Bertrand Delanoe fino all' ex ministro Martine Aubry.
La Royal non chiede scusa e non ritorna a parlare della vicenda, fino a quando rincara la dose e attacca Sarkozy circa il suo modo di vivere: «Il re si diverte». E poi spiega meglio: «Si direbbe un melange inquietante tra Silvio Berlusconi e Doc Gyneco (un cantante hip hop francese tutto catenine e braccialetti, esempio del cosiddetto stile bling bling) con in più un orologio da 50mila euro al polso». Fino a dire che occorre fermare lo strapotere del clan di miliardari di Sarkozy, facendo riferimento a Fouquet, Bolloré aiutati nei loro affari dall'amicizia presidenziale.
È LA TERZA VOLTA
È la terza volta che l'abitazione della socialista alle porte di Parigi subisce un furto. La prima avvenne nell'agosto 2006. Un altro furto nel febbraio 2007 nella sede del suo comitato elettorale a Parigi, da cui era stato sottratto anche un computer.
L'ipotesi di un furto politico, all'indomani del terzo episodio era già stata avanzata dai legali della Royal. Sarebbe un modo per spaventarla e farle capire che non è invulnerabile, spiegano.
Questa volta i socialisti hanno preso le sue difese. Il numero due del partito, François Rebsamen, ha denunciato «gli insulti del primo ministro e dell'Ump (il partito di Sarkozy, ndr)». La deputata socialista Aurelie Filippetti si spinge poi a un'iperbole gratuita su «la Francia di Sarkozy è la tv di Berlusconi e i metodi di Putin. Si vuol tentare di metterla (Segolène) a tacere screditandola: ma così riconoscono che le sue idee e la sua popolarità disturbano il potere». Più prudente l'ex premier socialista Laurent Fabius: quello che ha detto la Royal o è «esatto, e in tal caso scandaloso», oppure «falso, e allora non bisognava dirlo».
Che non significa niente, ma dà il senso della crisi del partito socialista: o non hai niente da dire o straparli.
Dagospia 11 Luglio 2008