MUNNEZZA NAPOLITANA - RINVIATA A GIUDIZIO, MARTA DI GENNARO, NON CI STA: "SE IL MIO CAPO BERTOLASO NON HA ALCUNA RESPONSABILITÀ, ALLORA NON POSSO AVERNE IO CHE SVOLGEVO OGNI MANDATO PER SUA FUNZIONE...

Dario Del Prete per La Repubblica


La notizia della richiesta di rinvio a giudizio, dice, la sorprende. E non solo perché Marta Di Gennaro, sub commissario per l´emergenza rifiuti in Campania durante la prima gestione Bertolaso, racconta di aver «depositato appena lunedì mattina, personalmente, una memoria difensiva, non posso pensare che sia stata letta, capita e valutata in un solo giorno».

Ma soprattutto per un´altra ragione: «Laddove fosse vero che la Procura ha tratto queste conclusioni - afferma - non posso pensare che ci possano essere trattamenti diversi per chicchessia».

Si spieghi meglio, dottoressa Di Gennaro.
«Per il rapporto fiduciario che all´epoca dei fatti mi legava alla struttura commissariale e che ancora oggi mi lega al Dipartimento della Protezione civile, non ho mai fatto, pensato, detto, alcunché senza riscontro e indicazione del mio capo».

Dunque di Guido Bertolaso?
«Sì, di Guido Bertolaso. Tutti conoscono il rapporto di assoluta fiducia reciproca fra di noi, non è pensabile che ci possano essere posizioni diverse, laddove ce ne siano davvero».

Sta dicendo che, nel chiedere il rinvio a giudizio nei suoi confronti, la Procura di Napoli avrebbe dovuto adottare una medesima soluzione anche per l´attuale sottosegretario per l´emergenza rifiuti?
«Preferisco impostare il discorso al contrario: se si è riconosciuto che il mio capo non ha alcuna responsabilità, allora non posso averne io che svolgevo ogni mandato per sua funzione».



A oggi, negli atti conoscibili del procedimento, non risultano elementi che possano ricondurre a un´iscrizione di Bertolaso nel registro degli indagati.
«Non so, se ci fossero stati atti secretati sarebbe gravissimo, perché le nostre posizioni sono assolutamente sovrapponibili e non comprenderei trattamenti diversi».

Lei ha trascorso alcuni giorni agli arresti domiciliari, ora deve confrontarsi con questa richiesta di rinvio a giudizio. Non sarà che le sue considerazioni su Bertolaso sono dettate da rancore o risentimento?
«Assolutamente no. Parlo con la massima serenità, mi creda. Sono solo stupita, questo sì».

Veniamo alle indagini. La Procura vi accusa di aver usato la crisi per giustificare operazioni illecite.
«La nostra unica preoccupazione, l´ho detto ai giudici e lo ripeto, è stata quella di risolvere l´emergenza. Lo sanno anche le pietre, questo era il mandato esclusivo che ci era stato affidato e che ho portato avanti nei tre mesi e mezzo, tra marzo e giugno 2007, durante i quali sono stata a Napoli come subcommissario».

Rifarebbe tutto?
«È una domanda delicata. Come servitore dello Stato ho ricevuto un incarico gravoso, ho obbedito e l´ho portato avanti nel modo migliore, secondo le mie capacità e in base alle istruzioni che ricevevo quotidianamente».

Che effetto le fa vedere che, mentre lei è alle prese con l´inchiesta, Berlusconi e Bertolaso esprimono la giusta soddisfazione per aver ripulito le strade di Napoli?
«L´obiettivo era quello di salvare Napoli e io sono la più felice che sia stato raggiunto. D´altra parte le discariche che si stanno utilizzando in questo momento, ancorché allestite dall´ex commissario delegato Gianni De Gennaro, erano state individuate da Bertolaso e da me. I negoziati e i litigi con le comunità locali, li abbiamo portati avanti noi. Ma io ho il concetto del gioco di squadra, mi piacerebbe che lo avessero tutti».


Dagospia 30 Luglio 2008