SILVIO HA FATTO L'OVO - IL CAV FINANZIA OVOPEDIA, UN'ENCICOLPEDIA IN VIDEOCLIP PER TV E WEB - SI "RISCRIVE" LA STORIA CON L'AIUTO DEL "SANTONE" MENEGHETTI, CHE VUOLE "RIVALUTARE" HITLER E STALIN.
1 - SILVIO RISCRIVE LA STORIA.
Peter Gomez per "L'espresso"
Gli uffici dove gli uomini di Silvio Berlusconi provano a riscrivere la storia sono in via Marroncelli, in un cortile della vecchia Milano. Qui ormai da un anno lavorano a pieno ritmo e nel segreto quasi assoluto una quarantina di persone. Sono i dipendenti e i collaboratori di Ovo, una srl partecipata al 47 per cento da Trefinace, una società lussemburghese che fa capo alla Fininvest. Ovo ha un obiettivo, anzi una missione, creare Ovopedia la prima enciclopedia in videoclip del mondo: un'opera colossale da migliaia e migliaia di voci che tra qualche mese entrerà nelle case degli italiani via satellite, e forse sul digitale terrestre, e sul Web.
Responsabile del progetto, molto apprezzato dall'ideatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, è un ragazzo simpatico e carino di 35 anni: l'ex vj Andrea Pezzi che presiede la società e la controlla al 53 per cento attraverso Nova Fronda, un'altra srl il cui nome si richiama direttamente al singolare credo psico-filosofico di Antonio Meneghetti, un ex frate francescano dal burrascoso passato giudiziario che negli anni '70 ha fondato l'ontopsicologia, una disciplina che ha come scopo la "formazione del leader, inteso come intuizione attiva di soluzioni per il collettivo".
Nel febbraio del 1998 l'Associazione di Ontopsicologia si è guadagnata quasi una pagina in un corposo rapporto del ministero dell'Interno su "sette religiose e i nuovi movimenti magici in Italia". Ma all'ex frate sentir dipingere la propria organizzazione come una psicosetta nella quale "verrebbero attuate metodologie dirette a modificare il carattere e la personalità dell'adepto, al punto di ottenere il totale condizionamento e devozione nei confronti del fondatore", proprio non andava giù. Così Meneghetti ha intentato causa al Viminale ed è riuscito a ottenere un risarcimento civile per danni d'immagine di alcune decine di milioni di lire.
Setta o non setta, resta il fatto che Meneghetti, considerato da Pezzi "un uomo straordinario e quasi magico", propaganda teorie storico-politiche sconcertanti. Dichiaratamente filo russo e anti americano, nei suoi scritti e nelle sue conferenze l'ex frate sostiene la necessità di "relativizzare l'olocausto ebraico", perché "bisogna ricordare che gli ebrei non sono l'unico popolo che ha sofferto e pagato". "Io ho visto", spiega, "alcuni ebrei, ma anche molti italiani, molti tedeschi, molti russi e molti austriaci, morire. Ognuno ha perso, la guerra è bestiale. Tutti abbiamo perso, tutti siamo stati cattivi, tutti siamo stati partigiani".
Così Adolf Hitler, ma pure Josif Stalin, secondo Meneghetti, vanno studiati dal punto di vista del loro essere interiore, senza mai dimenticare che "la realtà è come una partita di scacchi, in cui il vicitore fa le leggi, scrive la storia e definisce la morale". "Se avessimo potuto indagare l'obiettiva motivazione interna di un leader", dice Meneghetti, "con sorpresa di molti si sarebbe notato che le fonti culturali di un Hitler sono nella dottrina dei Dalai Lama del Tibet. Lì sono i fondamenti ispirativi che giustificano il suo modo di fare, che sostanzialmente non era un voler occupare gli altri, ma voler purificare e salvare il mondo".
Simili teorie hanno una ricaduta diretta sulla linea editoriale di Ovo. In via Marroncelli, infatti, non è il solo Pezzi a frequentare i corsi a pagamento (2.500 euro) di Meneghetti, ribattezzati 'residence lideristici' e indirizzati - in Italia, in Russia e in Brasile - a "professionisti, imprenditori e politici di qualsiasi estrazione". Con lui sono seguaci del 'professore' anche il direttore editoriale Simone Ciaruffoli, un ex autore di 'Camera Cafè', la sit-com in onda su Italia 1 e l'ex direttore di produzione Andrea Andreini, proveniente dalla tv satellitare de 'Il gambero rosso', mentre in redazione circolano in numero copioso vari manuali e libri di ontopsicologia. Il risultato è per molti versi inquietante.
'L'espresso' ha potuto visionare in anteprima alcune delle videoclip finora prodotte. In quella dedicata 'All'ascesa del nazismo', accanto a un montaggio incalzante tipico dei video musicali, accompagnato da una colonna sonora decisamente furba e coivolgente, la storia della presa del potere da parte delle croci uncinate è presentata senza indugiare in alcun tipo di giudizio storico, etico o morale.
Hitler diventa così solo un leader dal fortissimo "carisma personale e dalle straordinarie virtù di oratore", mentre la questione del 'Mein Kampf', ovvero della Bibbia del nazismo, viene liquidata senza far cenno al razzismo e limitandosi a dire che nella sua opera il Führer "afferma che l'attuale declino della Germania dipende da un complotto dei comunisti e degli ebrei volto a seminare discordia e indebolire l'economia del paese".
È un po' quello che sostiene Meneghetti riferendosi all'Italia. Già nel 1997, l'ex frate scriveva: "Gli Stati Uniti - con l'appoggio del denaro ebraico (la stampa, ndr) - attraverso la 'demonizzazione' del leader hanno determinato il frammentarismo del potere del leader naturale della nostra nazione". E poi continuava dicendo che, se papa Wojtyla "va a pregare nella Sinagoga, ciò succede perché gli ebrei hanno aiutato una situazione bancaria (i debiti dello Ior, ndr)".
Insomma, viste le posizioni del 'professore', non stupisce che Hitler, stando a quanto riferiscono una serie di fonti interne a Ovo, nella biografia a lui dedicata secondo i vertici della società dovesse essere definito "un personaggio controverso", ovvero con la stessa frase che chiude il video su Stalin. Anche in questo caso viene messa in evidenza "la forza d'animo" del dittatore comunista e dopo un passaggio sui milioni di morti da lui causati "per mantenere l'ordine", la clip si conclude con queste parole: "Figura controversa del '900, l'uomo d'acciaio lascia dietro di sé un impero".
Non è un caso. Agli autori dei testi di Ovopedia, in gran parte giovani con pochissima o nessuna esperienza nel campo dell'informazione storica e scientifica, viene fornito un format preciso, che ha come comune denominatore: "La volontà". In Ovobio, la sezione dell'enciclopedia interattiva in videoclip dedicata agli uomini che nel loro campo hanno lasciato il segno, si ordina di "mettere in luce la volontà del personaggio di raggiungere i suoi obiettivi e l'intelligenza nel saper applicare questa volontà". Mentre nel piano dell'opera Meneghetti compare tra gli "intellettuali e i mistici" cui dedicare una videoclip, accanto a figure come Aristotele, Freud, Sartre e Sant'Agostino.
Ma perché il premier ha deciso di finanziare personalmente Ovo attraverso la cassaforte di famiglia Fininvest e di inserire un suo uomo, Paolo Mazzoni, nel consiglio di amministrazione della società? Rispondere alla domanda non è semplice. Qualche dato di fatto però aiuta a capire.
Già nel 2006 Meneghetti ha potuto presentare il suo libro più importante ('La psicologia del leader') alla quarta convention dei circoli giovani di Dell'Utri, mentre Pezzi nel 2005, grazie alla fortissima sponsorizzazione dell'ex assistente personale del Cavaliere e attuale parlamentare Deborah Bergamini, ha ottenuto un programma su RaiDue, 'Tornasole', in cui Meneghetti, suscitando lo sconcerto del critico televisivo del 'Corriere della Sera', Aldo Grasso, è stato tra gli ospiti d'onore. Tra gli obiettivi del 'Tornasole' c'era quello di rompere la presunta egemonia culturale della sinistra. Gli ascolti sono stati deludenti, ma quello è stato comunque un primo passo.
Poi, mentre Dell'Utri (in ottimi rapporti con Meneghetti) cercava d'intervenire sul mondo degli intellettuali con il settimanale 'il Domenicale', annunciando la scoperta dei falsi diari di Mussolini e spiegando, subito prima delle elezioni, che il Pdl "avrebbe revisionato i libri di storia, ancor oggi caratterizzati dalla retorica della Resistenza", la Fininvest si è data da fare per trovare il modo di raggiungere i giovani.
La tv interattiva di Pezzi è sembrata il sistema giusto per fare guerra a Internet (anche perché il progetto della web tv non è stato ancora scartato), ormai divenuto il primo media nella fascia d'età compresa tra i 16 e i 26 anni. Ovo ha così cercato, finora inutilmente, di trovare spazio sulla piattaforma di Sky, ha concluso un accordo con Vodafone per fornire contenuti multimediali (Ovoday) e ha bussato al mercato delle televisioni via cavo americane. In programma c'è la produzione di 2 mila clip all'anno, al costo di circa 3 mila euro l'una, cui va aggiunto il denaro per acquisire le immagini dagli archivi. Un business insomma da 7 o 8 milioni di euro ogni 12 mesi, che nel 2007, con le produzioni effettive cominciate a settembre, ha portato la società a una perdita di quasi 2 milioni.
Il progetto però è più complesso. È prevista una sezione chiamata Ovonews che si dovrebbe dedicare all'approfondimento delle notizie del giorno e una di satira politica chiamata Ovospirit. Nelle riunioni in cui Pezzi e gli altri accoliti del 'professore' discutevano con la redazione i nuovi traguardi, i vertici di Ovo hanno molto insistito sulla necessità di mettere nel mirino Antonio Di Pietro che, secondo Meneghetti, durante Mani Pulite sarebbe stato un burattino nelle mani degli americani, utilizzato per distruggere le imprese italiane.
Ancora fermo è invece il capitolo di Ovowise, dei mediometraggi dedicati al pensiero politico dei grandi leader contemporanei raccontato da loro stessi. Per il primo video, in calendario c'erano 30 minuti dedicati al premier, Silvio Berlusconi. Ma il budget era basso, poco più di 35 mila euro, e la casa di produzione straniera a cui Ovo si era rivolta ha detto no. Ma in fondo non è un problema. Pezzi è ormai ospite fisso di molte manifestazioni di Forza Italia. Con Berlusconi vanta un rapporto personale. A convincere il Cavaliere ad allargare i cordoni della borsa ci penserà lui. Perché, in fondo, anche ad Ovo o si fa la storia, o si muore.
2 - IL SIGNORE DELL'ONTOPSICOLOGIA.
Peter Gomez per "L'espresso"
Per il ministero dell'Interno in Italia gli adepti sono poco più che 500. Fra loro figurano alcuni psicologi, molte donne, possibilmente giovani e carine, qualche avvocato, due giornaliste, e persino un paio di ex giudici onorari e consulenti di tribunali. Molti sono poi i personaggi legati al mondo della tv. Andrea Pezzi a parte, a Milano c'è un'intera casa di produzione che si muove sul mercato seguendo i dettami dell'ontopsicologia. Ancora più forte e qualificata è invece la presenza in Russia, dove all'Università statale di San Pietroburgo, alla discipina inventata da Tonino Meneghetti da Avezzano, 72 anni portati con nonchalanche, è stata persino dedicata una cattedra nell'ambito della facoltà di Psicologia.
Tra i seguaci russi di Meneghetti ci sono capitani d'azienda, militari, il figlio di un importante banchiere, e molta gente comune che spera di far carriera nel selvaggio mondo del capitalismo ex sovietico applicando i dettami delle sue teorie leaderistiche. Alcuni ex adepti con cui 'L'espresso' ha parlato, favoleggiano di un incontro del 'professore' con Vladimir Putin, avvenuto nel 2000, poco prima dell'elezione dell'ex agente del Kgb a presidente. La notizia, ovviamente, non trova conferme, ma la dice lunga dell'aura di mistero di cui Meneghetti ama circondarsi.
Che è facile percepire in Brasile, dove l'ex frate, seguendo i principi dell'ontoarchitettura, un'altra tra le tante discipline da lui fondate, ha costruito la comunità di Recanto Maestro, con tanto di albergo e di università per accogliere pazienti e studenti. Qui il 'professore', descritto come un tipo in apparenza spiritoso e alla mano, indice spesso riunioni intorno a una grande pietra ribattezzata 'Genius loci', che a volte si concludono con pianti liberatori collettivi.
Cariche di mistero appaiono anche le comunità italiane degli ontopsicologi. A Pissignano in Umbria Meneghetti ha acquistato vicino alle fonti del Clitunno un intero borgo mediovale, le cui abitazioni, fino a qualche anno fa decorate con simboli esoterici come la luna e il sole nero, vengono rivendute ai seguaci. Un po' come accade a Maduro, a pochi passi da Sant'Angelo Lodigiano, dove è in via di ultimazione la ristrutturazione di un'enorme cascina, la cui facciata è abbellita da gigantesche strutture in metallo che richiamano alla mente l'ingresso di una chiesa.
A produrle è stato lui, il 'professore', che è anche un ontoartista, ovvero un esponente dell'omonima scuola pittorica ovviamente da lui stesso fondata. Convinto che il denaro non sia lo sterco del demonio, ma un mezzo per misurare la qualità dei leader, Meneghetti con gli anni è diventato ricco. Possiede decine e decine di immobili a Roma, Cagliari, in provincia di Lodi e in Umbria.
Ha aperto una fondazione in Svizzera, è titolare di gallerie d'arte e di un'azienda di confezioni (non per niente ha creato l'OntoModa) che produce abiti di discutibile gusto rivenduti ai simpatizzanti anche a più di 2 mila euro. Compare in alcune immobiliari e soprattutto controlla Foil (Formazione ontopsicologica interdisciplinare leaderistica), un'azienda che dal 2001 organizza a Milano corsi per manager (quelli per i politici sono invece di appannaggio dell'associazione ontopsicologica).
Dal punto di vista econonomico Meneghetti è spesso affiancato da Luca Morotti, che fino a metà del 2007 è anche stato uno degli amministratori di Ovo. Morotti gode di qualche notorietà in Svizzera, non tanto per le sue iniziative immobiliari nell'est Europa, ma perché è 'socio gerente' della The Hempt company (Thc), un'azienda, poi chiusa dalle autorità elvetiche, che si occupava di commercializzare la canapa indiana e i suoi derivati. La cosa non deve stupire: sul punto 'il professore' ha idee chiare. Il problema, si legge nei suoi libri, non è chi produce o vende le armi o la droga. Il problema è l'utilizzo che si fa delle pistole o delle sostanze stupefacenti. Tutto infatti, secondo Meneghetti, è relativo. Ma c'è da chiedersi come l'ultraproibizionista Berlusconi abbia finito per entrare in una società televisiva ai cui vertici figurava un venditore di marijuana.
Insomma Meneghetti ne ha fatta di strada dai primi anni '80, quando fu arrestato insieme ad alcuni adepti per associazione per delinquere, violenza carnale e altri reati, venendo poi prosciolto dalle accuse più gravi. Allora i giornali lo descrivevano come un santone e ironizzavano sul fatto che nella vecchia sede dell'organizzazione, a Scandriglia (Rieti), fossero state trovate delle sedie sulle quali erano stati applicate "delle protuberanze", da utilizzare durante la terapia. Storie vecchie destinate però a riemergere nel 1991, quando la sua giovanissima compagna muore in Sardegna in circostanze mai chiarite che gli costeranno una condanna per omicidio colposo.
L'esperienza del carcere, le continue indagini lasciano però il segno nell'ex frate. Che nel 1997, con quattro anni d'anticipo rispetto a Berlusconi scrive, in una sorta di manifesto poltico, non solo che i magistrati devono dipendere dall'esecutivo, ma anche che è necessario "fare aggiornamento pscicoterapeutico per chiunque si inoltra in una responsabilità giudiziaria o poliziesca". Infatti "bisogna sorvegliare polizia e giudici per verificare se sono uomini maturi e non reconditi schizofrenici... perché la maggioranza sono dei latenti schizofrenici".
Ma questa è una riforma che spetta a "Berlusconi, Bossi, Buttiglione e Fini, cioè uomini che fanno del loro meglio non soltanto per una funzionalità interna, ma anche per una leadership italiana nel mondo". Tra di loro solo il mago di Arcore e il druido di Gemonio lo prenderanno alla lettera.
3 - CAVALIERE SENZA RETE.
Alessandro Gilioli per "L'espresso"
Quando in campagna elettorale un giornalista gli chiese come pensava di utilizzare la Rete per aumentare i consensi, Silvio Berlusconi rispose con una sincerità disarmante: "Io sono un vecchio signore che scrive ancora con la penna e questo mezzo non lo conosco". In effetti, da uomo legato alla vecchia tivù, il Cavaliere e il suo più stretto entourage non si sono mai mostrati troppo interessati a presidiare i nuovi media: in Mediaset, ad esempio, si ridacchia delle profezie secondo cui il Web ucciderà il broadcasting tradizionale e si investe pochissimo su Internet. Tutto il contrario di quello che hanno fatto i grandi editori all'estero, da Rupert Murdoch all'inglese Bbc.
Ma anche in politica il fondatore di Forza Italia non ha creduto finora nella comunicazione on line, nonostante negli Usa Barack Obama abbia mostrato come un sito ben fatto possa essere uno strumento formidabile per diffondere un'immagine e raccogliere fondi. Come mai? "Obama ha 25 anni in meno del nostro premier, il che ha un suo peso in termini di approccio culturale al tema", ha spiegato con un intervento in Rete Antonio Palmieri, deputato berlusconiano e, al contrario del suo leader, attento da sempre alle potenzialità del Web.
Ed è proprio Palmieri l'uomo al quale il presidente del Consiglio ha affidato, un po' distrattamente, il compito di non lasciare a Grillo e Di Pietro le praterie della Rete. A Palmieri, che ha definito Internet "il Viagra della politica", si deve sia il sito storico di Forza Italia sia il recentissimo Governoberlusconi.it, il cui scopo è quello di esaltare l'attività dell'esecutivo e di rintuzzare eventuali critiche al premier. Entrambi i siti sono lontanissimi dai modelli più avanzati di Web 2.0 e hanno un'interattività assai scarsa. Ma anche questa, a quanto pare, è stata una scelta, così come la decisione di non fare blog e di non dialogare attraverso social network tipo Facebook: il modello di comunicazione resta anche in Rete quello unidirezionale e 'televisivo' con cui Berlusconi ha fatto fortuna e che, secondo il premier, è tuttora il più efficace in un paese poco alfabetizzato sull'on line.
Dagospia 29 Agosto 2008
Peter Gomez per "L'espresso"
Gli uffici dove gli uomini di Silvio Berlusconi provano a riscrivere la storia sono in via Marroncelli, in un cortile della vecchia Milano. Qui ormai da un anno lavorano a pieno ritmo e nel segreto quasi assoluto una quarantina di persone. Sono i dipendenti e i collaboratori di Ovo, una srl partecipata al 47 per cento da Trefinace, una società lussemburghese che fa capo alla Fininvest. Ovo ha un obiettivo, anzi una missione, creare Ovopedia la prima enciclopedia in videoclip del mondo: un'opera colossale da migliaia e migliaia di voci che tra qualche mese entrerà nelle case degli italiani via satellite, e forse sul digitale terrestre, e sul Web.
Responsabile del progetto, molto apprezzato dall'ideatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, è un ragazzo simpatico e carino di 35 anni: l'ex vj Andrea Pezzi che presiede la società e la controlla al 53 per cento attraverso Nova Fronda, un'altra srl il cui nome si richiama direttamente al singolare credo psico-filosofico di Antonio Meneghetti, un ex frate francescano dal burrascoso passato giudiziario che negli anni '70 ha fondato l'ontopsicologia, una disciplina che ha come scopo la "formazione del leader, inteso come intuizione attiva di soluzioni per il collettivo".
Nel febbraio del 1998 l'Associazione di Ontopsicologia si è guadagnata quasi una pagina in un corposo rapporto del ministero dell'Interno su "sette religiose e i nuovi movimenti magici in Italia". Ma all'ex frate sentir dipingere la propria organizzazione come una psicosetta nella quale "verrebbero attuate metodologie dirette a modificare il carattere e la personalità dell'adepto, al punto di ottenere il totale condizionamento e devozione nei confronti del fondatore", proprio non andava giù. Così Meneghetti ha intentato causa al Viminale ed è riuscito a ottenere un risarcimento civile per danni d'immagine di alcune decine di milioni di lire.
Setta o non setta, resta il fatto che Meneghetti, considerato da Pezzi "un uomo straordinario e quasi magico", propaganda teorie storico-politiche sconcertanti. Dichiaratamente filo russo e anti americano, nei suoi scritti e nelle sue conferenze l'ex frate sostiene la necessità di "relativizzare l'olocausto ebraico", perché "bisogna ricordare che gli ebrei non sono l'unico popolo che ha sofferto e pagato". "Io ho visto", spiega, "alcuni ebrei, ma anche molti italiani, molti tedeschi, molti russi e molti austriaci, morire. Ognuno ha perso, la guerra è bestiale. Tutti abbiamo perso, tutti siamo stati cattivi, tutti siamo stati partigiani".
Così Adolf Hitler, ma pure Josif Stalin, secondo Meneghetti, vanno studiati dal punto di vista del loro essere interiore, senza mai dimenticare che "la realtà è come una partita di scacchi, in cui il vicitore fa le leggi, scrive la storia e definisce la morale". "Se avessimo potuto indagare l'obiettiva motivazione interna di un leader", dice Meneghetti, "con sorpresa di molti si sarebbe notato che le fonti culturali di un Hitler sono nella dottrina dei Dalai Lama del Tibet. Lì sono i fondamenti ispirativi che giustificano il suo modo di fare, che sostanzialmente non era un voler occupare gli altri, ma voler purificare e salvare il mondo".
Simili teorie hanno una ricaduta diretta sulla linea editoriale di Ovo. In via Marroncelli, infatti, non è il solo Pezzi a frequentare i corsi a pagamento (2.500 euro) di Meneghetti, ribattezzati 'residence lideristici' e indirizzati - in Italia, in Russia e in Brasile - a "professionisti, imprenditori e politici di qualsiasi estrazione". Con lui sono seguaci del 'professore' anche il direttore editoriale Simone Ciaruffoli, un ex autore di 'Camera Cafè', la sit-com in onda su Italia 1 e l'ex direttore di produzione Andrea Andreini, proveniente dalla tv satellitare de 'Il gambero rosso', mentre in redazione circolano in numero copioso vari manuali e libri di ontopsicologia. Il risultato è per molti versi inquietante.
'L'espresso' ha potuto visionare in anteprima alcune delle videoclip finora prodotte. In quella dedicata 'All'ascesa del nazismo', accanto a un montaggio incalzante tipico dei video musicali, accompagnato da una colonna sonora decisamente furba e coivolgente, la storia della presa del potere da parte delle croci uncinate è presentata senza indugiare in alcun tipo di giudizio storico, etico o morale.
Hitler diventa così solo un leader dal fortissimo "carisma personale e dalle straordinarie virtù di oratore", mentre la questione del 'Mein Kampf', ovvero della Bibbia del nazismo, viene liquidata senza far cenno al razzismo e limitandosi a dire che nella sua opera il Führer "afferma che l'attuale declino della Germania dipende da un complotto dei comunisti e degli ebrei volto a seminare discordia e indebolire l'economia del paese".
È un po' quello che sostiene Meneghetti riferendosi all'Italia. Già nel 1997, l'ex frate scriveva: "Gli Stati Uniti - con l'appoggio del denaro ebraico (la stampa, ndr) - attraverso la 'demonizzazione' del leader hanno determinato il frammentarismo del potere del leader naturale della nostra nazione". E poi continuava dicendo che, se papa Wojtyla "va a pregare nella Sinagoga, ciò succede perché gli ebrei hanno aiutato una situazione bancaria (i debiti dello Ior, ndr)".
Insomma, viste le posizioni del 'professore', non stupisce che Hitler, stando a quanto riferiscono una serie di fonti interne a Ovo, nella biografia a lui dedicata secondo i vertici della società dovesse essere definito "un personaggio controverso", ovvero con la stessa frase che chiude il video su Stalin. Anche in questo caso viene messa in evidenza "la forza d'animo" del dittatore comunista e dopo un passaggio sui milioni di morti da lui causati "per mantenere l'ordine", la clip si conclude con queste parole: "Figura controversa del '900, l'uomo d'acciaio lascia dietro di sé un impero".
Non è un caso. Agli autori dei testi di Ovopedia, in gran parte giovani con pochissima o nessuna esperienza nel campo dell'informazione storica e scientifica, viene fornito un format preciso, che ha come comune denominatore: "La volontà". In Ovobio, la sezione dell'enciclopedia interattiva in videoclip dedicata agli uomini che nel loro campo hanno lasciato il segno, si ordina di "mettere in luce la volontà del personaggio di raggiungere i suoi obiettivi e l'intelligenza nel saper applicare questa volontà". Mentre nel piano dell'opera Meneghetti compare tra gli "intellettuali e i mistici" cui dedicare una videoclip, accanto a figure come Aristotele, Freud, Sartre e Sant'Agostino.
Ma perché il premier ha deciso di finanziare personalmente Ovo attraverso la cassaforte di famiglia Fininvest e di inserire un suo uomo, Paolo Mazzoni, nel consiglio di amministrazione della società? Rispondere alla domanda non è semplice. Qualche dato di fatto però aiuta a capire.
Già nel 2006 Meneghetti ha potuto presentare il suo libro più importante ('La psicologia del leader') alla quarta convention dei circoli giovani di Dell'Utri, mentre Pezzi nel 2005, grazie alla fortissima sponsorizzazione dell'ex assistente personale del Cavaliere e attuale parlamentare Deborah Bergamini, ha ottenuto un programma su RaiDue, 'Tornasole', in cui Meneghetti, suscitando lo sconcerto del critico televisivo del 'Corriere della Sera', Aldo Grasso, è stato tra gli ospiti d'onore. Tra gli obiettivi del 'Tornasole' c'era quello di rompere la presunta egemonia culturale della sinistra. Gli ascolti sono stati deludenti, ma quello è stato comunque un primo passo.
Poi, mentre Dell'Utri (in ottimi rapporti con Meneghetti) cercava d'intervenire sul mondo degli intellettuali con il settimanale 'il Domenicale', annunciando la scoperta dei falsi diari di Mussolini e spiegando, subito prima delle elezioni, che il Pdl "avrebbe revisionato i libri di storia, ancor oggi caratterizzati dalla retorica della Resistenza", la Fininvest si è data da fare per trovare il modo di raggiungere i giovani.
La tv interattiva di Pezzi è sembrata il sistema giusto per fare guerra a Internet (anche perché il progetto della web tv non è stato ancora scartato), ormai divenuto il primo media nella fascia d'età compresa tra i 16 e i 26 anni. Ovo ha così cercato, finora inutilmente, di trovare spazio sulla piattaforma di Sky, ha concluso un accordo con Vodafone per fornire contenuti multimediali (Ovoday) e ha bussato al mercato delle televisioni via cavo americane. In programma c'è la produzione di 2 mila clip all'anno, al costo di circa 3 mila euro l'una, cui va aggiunto il denaro per acquisire le immagini dagli archivi. Un business insomma da 7 o 8 milioni di euro ogni 12 mesi, che nel 2007, con le produzioni effettive cominciate a settembre, ha portato la società a una perdita di quasi 2 milioni.
Il progetto però è più complesso. È prevista una sezione chiamata Ovonews che si dovrebbe dedicare all'approfondimento delle notizie del giorno e una di satira politica chiamata Ovospirit. Nelle riunioni in cui Pezzi e gli altri accoliti del 'professore' discutevano con la redazione i nuovi traguardi, i vertici di Ovo hanno molto insistito sulla necessità di mettere nel mirino Antonio Di Pietro che, secondo Meneghetti, durante Mani Pulite sarebbe stato un burattino nelle mani degli americani, utilizzato per distruggere le imprese italiane.
Ancora fermo è invece il capitolo di Ovowise, dei mediometraggi dedicati al pensiero politico dei grandi leader contemporanei raccontato da loro stessi. Per il primo video, in calendario c'erano 30 minuti dedicati al premier, Silvio Berlusconi. Ma il budget era basso, poco più di 35 mila euro, e la casa di produzione straniera a cui Ovo si era rivolta ha detto no. Ma in fondo non è un problema. Pezzi è ormai ospite fisso di molte manifestazioni di Forza Italia. Con Berlusconi vanta un rapporto personale. A convincere il Cavaliere ad allargare i cordoni della borsa ci penserà lui. Perché, in fondo, anche ad Ovo o si fa la storia, o si muore.
2 - IL SIGNORE DELL'ONTOPSICOLOGIA.
Peter Gomez per "L'espresso"
Per il ministero dell'Interno in Italia gli adepti sono poco più che 500. Fra loro figurano alcuni psicologi, molte donne, possibilmente giovani e carine, qualche avvocato, due giornaliste, e persino un paio di ex giudici onorari e consulenti di tribunali. Molti sono poi i personaggi legati al mondo della tv. Andrea Pezzi a parte, a Milano c'è un'intera casa di produzione che si muove sul mercato seguendo i dettami dell'ontopsicologia. Ancora più forte e qualificata è invece la presenza in Russia, dove all'Università statale di San Pietroburgo, alla discipina inventata da Tonino Meneghetti da Avezzano, 72 anni portati con nonchalanche, è stata persino dedicata una cattedra nell'ambito della facoltà di Psicologia.
Tra i seguaci russi di Meneghetti ci sono capitani d'azienda, militari, il figlio di un importante banchiere, e molta gente comune che spera di far carriera nel selvaggio mondo del capitalismo ex sovietico applicando i dettami delle sue teorie leaderistiche. Alcuni ex adepti con cui 'L'espresso' ha parlato, favoleggiano di un incontro del 'professore' con Vladimir Putin, avvenuto nel 2000, poco prima dell'elezione dell'ex agente del Kgb a presidente. La notizia, ovviamente, non trova conferme, ma la dice lunga dell'aura di mistero di cui Meneghetti ama circondarsi.
Che è facile percepire in Brasile, dove l'ex frate, seguendo i principi dell'ontoarchitettura, un'altra tra le tante discipline da lui fondate, ha costruito la comunità di Recanto Maestro, con tanto di albergo e di università per accogliere pazienti e studenti. Qui il 'professore', descritto come un tipo in apparenza spiritoso e alla mano, indice spesso riunioni intorno a una grande pietra ribattezzata 'Genius loci', che a volte si concludono con pianti liberatori collettivi.
Cariche di mistero appaiono anche le comunità italiane degli ontopsicologi. A Pissignano in Umbria Meneghetti ha acquistato vicino alle fonti del Clitunno un intero borgo mediovale, le cui abitazioni, fino a qualche anno fa decorate con simboli esoterici come la luna e il sole nero, vengono rivendute ai seguaci. Un po' come accade a Maduro, a pochi passi da Sant'Angelo Lodigiano, dove è in via di ultimazione la ristrutturazione di un'enorme cascina, la cui facciata è abbellita da gigantesche strutture in metallo che richiamano alla mente l'ingresso di una chiesa.
A produrle è stato lui, il 'professore', che è anche un ontoartista, ovvero un esponente dell'omonima scuola pittorica ovviamente da lui stesso fondata. Convinto che il denaro non sia lo sterco del demonio, ma un mezzo per misurare la qualità dei leader, Meneghetti con gli anni è diventato ricco. Possiede decine e decine di immobili a Roma, Cagliari, in provincia di Lodi e in Umbria.
Ha aperto una fondazione in Svizzera, è titolare di gallerie d'arte e di un'azienda di confezioni (non per niente ha creato l'OntoModa) che produce abiti di discutibile gusto rivenduti ai simpatizzanti anche a più di 2 mila euro. Compare in alcune immobiliari e soprattutto controlla Foil (Formazione ontopsicologica interdisciplinare leaderistica), un'azienda che dal 2001 organizza a Milano corsi per manager (quelli per i politici sono invece di appannaggio dell'associazione ontopsicologica).
Dal punto di vista econonomico Meneghetti è spesso affiancato da Luca Morotti, che fino a metà del 2007 è anche stato uno degli amministratori di Ovo. Morotti gode di qualche notorietà in Svizzera, non tanto per le sue iniziative immobiliari nell'est Europa, ma perché è 'socio gerente' della The Hempt company (Thc), un'azienda, poi chiusa dalle autorità elvetiche, che si occupava di commercializzare la canapa indiana e i suoi derivati. La cosa non deve stupire: sul punto 'il professore' ha idee chiare. Il problema, si legge nei suoi libri, non è chi produce o vende le armi o la droga. Il problema è l'utilizzo che si fa delle pistole o delle sostanze stupefacenti. Tutto infatti, secondo Meneghetti, è relativo. Ma c'è da chiedersi come l'ultraproibizionista Berlusconi abbia finito per entrare in una società televisiva ai cui vertici figurava un venditore di marijuana.
Insomma Meneghetti ne ha fatta di strada dai primi anni '80, quando fu arrestato insieme ad alcuni adepti per associazione per delinquere, violenza carnale e altri reati, venendo poi prosciolto dalle accuse più gravi. Allora i giornali lo descrivevano come un santone e ironizzavano sul fatto che nella vecchia sede dell'organizzazione, a Scandriglia (Rieti), fossero state trovate delle sedie sulle quali erano stati applicate "delle protuberanze", da utilizzare durante la terapia. Storie vecchie destinate però a riemergere nel 1991, quando la sua giovanissima compagna muore in Sardegna in circostanze mai chiarite che gli costeranno una condanna per omicidio colposo.
L'esperienza del carcere, le continue indagini lasciano però il segno nell'ex frate. Che nel 1997, con quattro anni d'anticipo rispetto a Berlusconi scrive, in una sorta di manifesto poltico, non solo che i magistrati devono dipendere dall'esecutivo, ma anche che è necessario "fare aggiornamento pscicoterapeutico per chiunque si inoltra in una responsabilità giudiziaria o poliziesca". Infatti "bisogna sorvegliare polizia e giudici per verificare se sono uomini maturi e non reconditi schizofrenici... perché la maggioranza sono dei latenti schizofrenici".
Ma questa è una riforma che spetta a "Berlusconi, Bossi, Buttiglione e Fini, cioè uomini che fanno del loro meglio non soltanto per una funzionalità interna, ma anche per una leadership italiana nel mondo". Tra di loro solo il mago di Arcore e il druido di Gemonio lo prenderanno alla lettera.
3 - CAVALIERE SENZA RETE.
Alessandro Gilioli per "L'espresso"
Quando in campagna elettorale un giornalista gli chiese come pensava di utilizzare la Rete per aumentare i consensi, Silvio Berlusconi rispose con una sincerità disarmante: "Io sono un vecchio signore che scrive ancora con la penna e questo mezzo non lo conosco". In effetti, da uomo legato alla vecchia tivù, il Cavaliere e il suo più stretto entourage non si sono mai mostrati troppo interessati a presidiare i nuovi media: in Mediaset, ad esempio, si ridacchia delle profezie secondo cui il Web ucciderà il broadcasting tradizionale e si investe pochissimo su Internet. Tutto il contrario di quello che hanno fatto i grandi editori all'estero, da Rupert Murdoch all'inglese Bbc.
Ma anche in politica il fondatore di Forza Italia non ha creduto finora nella comunicazione on line, nonostante negli Usa Barack Obama abbia mostrato come un sito ben fatto possa essere uno strumento formidabile per diffondere un'immagine e raccogliere fondi. Come mai? "Obama ha 25 anni in meno del nostro premier, il che ha un suo peso in termini di approccio culturale al tema", ha spiegato con un intervento in Rete Antonio Palmieri, deputato berlusconiano e, al contrario del suo leader, attento da sempre alle potenzialità del Web.
Ed è proprio Palmieri l'uomo al quale il presidente del Consiglio ha affidato, un po' distrattamente, il compito di non lasciare a Grillo e Di Pietro le praterie della Rete. A Palmieri, che ha definito Internet "il Viagra della politica", si deve sia il sito storico di Forza Italia sia il recentissimo Governoberlusconi.it, il cui scopo è quello di esaltare l'attività dell'esecutivo e di rintuzzare eventuali critiche al premier. Entrambi i siti sono lontanissimi dai modelli più avanzati di Web 2.0 e hanno un'interattività assai scarsa. Ma anche questa, a quanto pare, è stata una scelta, così come la decisione di non fare blog e di non dialogare attraverso social network tipo Facebook: il modello di comunicazione resta anche in Rete quello unidirezionale e 'televisivo' con cui Berlusconi ha fatto fortuna e che, secondo il premier, è tuttora il più efficace in un paese poco alfabetizzato sull'on line.
Dagospia 29 Agosto 2008