L'UNIONE EUROPEA RUSSA - PROBABILE CHE NEL VERTICE DI OGGI A BRUXELLES PREVALGA LA LINEA "MORBIDA": NIENTE SANZIONI CONTRO MOSCA (CHE HA MINACCIATO "RITORSIONI") - IL GAS È TROPPO IMPORTANTE.

1 - "SANZIONI UE? LA RUSSIA RISPONDERÀ".
Marco Zatterin per "La Stampa"


Condanna decisa, dialogo fermo. Un'Europa con lo scudo ma senza frecce si presenta al vertice d'emergenza convocato per affrontare la crisi caucasica con la faccia d'un guerriero in cerca di ispirazione. Gli eventi di questo mese, ha scritto nella lettera di invito al summit il presidente francese Nicolas Sarkozy, guida di turno dei Ventisette, «hanno messo in dubbio l'impegno russo nei confronti di un rapporto di reciproca comprensione e cooperazione col resto d'Europa». Per questo, ha affermato, le relazioni con Mosca «resteranno sotto sorveglianza»; per questo bisogna mandare «messaggio chiaro e unitario alla Russia». Poi toccherà al Cremlino «fare una scelta fondamentale».

Tutto qui. Salvo colpi di scena, niente linea dura e niente sanzioni, cosa che - ha minacciato il presidente russo Dmitri Medvedev - «comporterebbe delle automatiche contromisure». Comprese sanzioni di Mosca nei confronti «di altri Paesi». Medvedev ha fatto ieri la voce grossa, spiegando che la priorità improrogabile della politica estera russa «è la difesa della vita e della dignità dei cittadini russi», ovunque si trovino. Il presidente russo ha detto anche che la decisione di riconoscere l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud è «irrevocabile» e che Mosca continuerà a fornire assistenza militare ai secessionisti.

Al presidente ha fatto eco Vladimir Putin: il premier russo ha alluso a una «diversificazione» delle esportazioni di gas, che suona come una minaccia. «Noi non intendiamo ridurre alcunché. Rispetteremo strettamente i nostri impegni contrattuali - ha spiegato Putin in un'intervista televisiva -, ma intendiamo allargare e diversificare le nostre possibilità di esportazione di tali prodotti». L'ex presidente ha poi portato un altro affondo, annunciando che la Russia intende sospendere alcuni degli impegni che si era presa per l'adesione al Wto: «Stiamo rispettando tutto senza essere membro dell'organizzazione, ma non otteniamo alcun vantaggio. Tutto ciò è in contrasto con gli interessi di alcuni settori della nostra economia, l'agricoltura in particolare».



La diplomazia è al lavoro, i più ottimisti non rinunciano a sperare di estrarre un coniglio dal cappello. Sarkozy ha passato il weekend in stretto contatto con le altre capitali, proprio mentre da Londra il premier Gordon Brown si dava da fare - suonando una sinfonia ammaliante per polacchi, svedesi e repubbliche baltiche - in favore di «una revisione fondamentale» della cooperazione coi russi, ipotizzando anche un'esclusione dal tavolo del G8. Il messaggio non ha attecchito. A Parigi, Berlino e Roma si preferisce il pugno nel guanto di velluto; le questioni economiche, soprattutto la manifesta dipendenza energetica dalle risorse della Federazione, consigliano di evitare strappi eccessivi.

L'Italia ambisce a un ruolo nella difficile partita georgiana. Il premier Berlusconi, di ritorno dalla Libia, ha parlato al telefono con Medvedev, col presidente degli Stati Uniti, George Bush, con quello francese Sarkozy e con il premier spagnolo Zapatero. Il capo del governo ha affermato che intende partecipare al vertice di Bruxelles «portando delle soluzioni». Nei prossimi giorni il ministro degli esteri Franco Frattini sarà a Tbilisi e Mosca, dove Roma è vista come un amico. La cooperazione tra la Russia e la Nato - ha sottolineato ieri il vicepremier russo Ivanov - «è stata istituita e ha iniziato a svilupparsi grazie a Berlusconi».

Che fare? I diplomatici tendono ad escludere che questa sera i Ventisette possano prendere misure tangibili contro Mosca. Una possibilità è comunque lo slittamento su un binario ancora più lento del negoziato per il partenariato strategico. Qualcuno fa circolare il possibile boicottaggio dei giochi olimpici invernali di Sochi del 2014. Certo, dicono i diplomatici comunitari, i Ventisette condanneranno «in modo chiaro e unitario» l'offensiva della Stella rossa in Georgia e chiederanno l'immediato rispetto del cessate in fuoco col ritiro delle truppe». Al contempo, però, si concentreranno sull'appoggio politico ed economico a Tbilisi, con impegni di aiuti umanitari e strutturali. Stasera dovrebbe saltare fuori l'ammontare degli stanziamenti (si parte dai 30 milioni di euro già stanziati). Potrebbe essere il solo dato concreto del summit.

2 - «DIFENDERE I RUSSI OVUNQUE SIANO».
Da "La Stampa"


Dmitri Medvedev ha reso pubblico ieri, in un'intervista a tre reti televisive nazionali, il pentalogo della politica estera russa. Sono cinque i principi imprescindibili. Il primo è il riconoscimento della priorità del diritto internazionale. Il secondo, il mondo deve essere multipolare. Un solo paese non può dominare, nemmeno gli Stati Uniti. Il terzo, la Russia vuole rapporti amichevoli con Europa e Stati Uniti. Quarto, la priorità improrogabile della politica estera russa è la difesa della vita e della dignità dei cittadini russi, ovunque si trovino. Il quinto principio, sono gli interessi russi nelle regioni amiche, quelle confinanti.


Dagospia 01 Settembre 2008