"L'UNITA'" DEI DESIDERI - ARRIVA L'UNIPOL E NON HO UN D'ALEMA DA METTERMI (CI PENSERA' PIERO SANSONETTI?)



Denise Pardo per L'Espresso


Prima l'assemblea. E un comunicato che chiede trasparenza e dà l'altolà a qualsiasi cambio di direzione. Poi l'incontro con gli azionisti. La redazione de "l'Unità" è in allarme. Da una parte i soci che, dopo aver sottoscritto un aumento di capitale per l'acquisto della testata (15 milioni di euro) ancora in affitto, hanno rimandato la firma. Dall'altra troppe manovre, troppi appetiti sospetti girano intorno al giornale resuscitato. Oltre al timore che la linea editoriale del ticket Furio Colombo-Antonio Padellaro, sinora vincente, possa venire condizionata.

A dare fuoco alle polveri, la trattativa per la cessione di un pacchetto azionario da parte degli azionisti della società editrice del quotidiano, la Nie (Marialina Marcucci, Marco Boglione, Francesco d'Ettore, Giancarlo Giglio, Giuseppe Mazzini e Massimo Ponzellini) all'Unipol di quel Giovanni Consorte, imprenditorialmente e politicamente vicino all'area dalemiana (e socio di Emilio Gnutti). Che arriva dopo l'offerta di Luigi Crespi il sondaggista del premier Berlusconi, patron di Datamedia. «Logiche trasversali, tipicamente velardian-dalemiane», commentano sospettosi in via dei Due Macelli. Dove i giornalisti non hanno dimenticato che, alla vigilia della chiusura del quotidiano, i dirigenti diessini chiesero invano aiuto a Unipol. Che non rispose. Ora è lei a bussare alla porta.

Il quotidiano che vende oltre 70 mila copie, che presenterà un piccolo utile e che gode di oltre 5 milioni di euro di contributi pubblici all'editoria di partito, e alla cui rinascita nessuno credeva, è diventato una preda ghiotta. Soprattutto una pedina importante nei giochi di una sinistra che rischia di andare in mille frantumi. In questo scenario le posizioni movimentiste e girotondine di Furio Colombo, minoritarie all'interno del partito ma apprezzate dalla base, provocano malumori e mal di pancia. Più volte il segretario dei Ds Piero Fassino è andato in pellegrinaggio in redazione per confrontarsi e mediare.



«Non si può rischiare di consegnare il marchio "l'Unità" a Sergio Cofferati», si dice nell'entourage di D'Alema. Che intanto ha benedetto il lancio de "il Riformista" creato da Claudio Velardi, diretto da Antonio Polito e nella cui compagine azionaria appaiono la famiglia Angelucci, Franco Cimminelli (ambedue ex soci de "l'Unità") ma anche Pierluigi Crudele, socio dell'Hopa di Emilio Gnutti.

Un intreccio di uomini e interessi politici che si combattono, mentre si ridisegna la mappa dell'editoria di sinistra. Tanto per dare un'idea. Invitato alla trasmissione "Otto e mezzo" di Giuliano Ferrara per il lancio de "il Riformista", il condirettore de "l'Unità" Antonio Padellaro ha risposto: «Non vado da Ferrara che nel suo giornale ci definisce vili. Né dal direttore de "il Riformista" che addebita a Furio Colombo la distruzione della sinistra".

Colombo nel mirino: è lo spettro per la redazione. Visto che all'ala dalemian-fassiniana non piace affatto l'eccessiva esposizione del direttore, acclamato alla manifestazione di San Giovanni a Roma come un eroe, e che sta catalizzando su di sé un capitale di consenso. Che un domani potrebbe rivelarsi molto utile politicamente.

Per calmare le acque in redazione, gli azionisti de "l'Unità" spiegano che l'acquisto della testata è stato rimandato solo a causa di ragioni tecniche. Ma le voci che girano sono altre: per esempio il fatto che la ricapitalizzazione non basti a coprire del tutto gli ultimi debiti della vecchia gestione (una cifra tra i 5 e gli 8 milioni di euro). Spetta ai Ds trovare i quattrini. Ma se le casse del partito di Fassino sono vuote, ci sono quelle piene di Unipol. Che saprebbe bene cosa chiedere in cambio.
  • Nota di Dagospia
    A quanto ci risulta, l'ingresso di Unipol nel capitale potrebbe condurre a un up-grading del giornalista dalemiano Piero Sansonetti ai vertici del giornale. Voci e croci. Quello che è certo è che nulla sarà come prima, con i Pancho Pardi e i Gianni Vattimo liberi di sbertucciare Baffino
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Dagospia.com 28 Ottobre 2002