IL POTERE DELLA SENSI - STORIA DELLA SORA MARIA, L'EVITA PERON DEGLI ULTRAS DELLA ROMA.

Antonella Piperno per Panorama


«Io e mio marito in 32 anni di matrimonio non siamo mai andati a dormire litigati»: la verace confidenza a Panorama è di Maria Nanni in Sensi, trasteverina doc oggi trapiantata sull'Aurelia, nella lussuosa Villa Pacelli. Un matrimonio romanista che tiene benissimo quello della coppia presidenziale Franco e Maria Sensi, 76 anni lui, 59 lei. Ombra del marito, per difenderlo dai poteri nordisti del pallone mercoledì 20 novembre la «sora» Maria, come la chiamano a Trigoria, ha snobbato il rito della spesa al mercato di piazza dell'Unità. Per guidare «la protesta dei 1.500 burini romanisti», come li ha astiosamente classificati La Padania, sotto la sede della Federcalcio. Munita dell'inseparabile auricolare con cui è costantemente collegata alle radio giallorosse.

La discesa in campo le ha fatto conquistare titoli estasiati sui giornali della capitale. Nonché la messa in cantiere di un nuovo club di tifosi intitolato alla first lady. Un inedito protagonismo, che stride con il suo basso profilo. Lady Sensi non si è mai concessa a radio e tv, nonostante le insistenze di reti nazionali e programmi cult locali come Biancaneve e i sette colli di Radio Incontro: «Devo stare con mio marito» è la risposta standard. È Maria, che lo sovrasta in altezza, a prenderlo sottobraccio e trascinarlo via quando esagera con le intemperanze. Ed è ancora lei a filtrargli le telefonate.

II suo è sempre stato un attivissimo lavoro dietro le quinte. Dirigente della clinica Villa Flavia (ma una maligna vox populi vuole lei ex infermiera del suocero e sua sorella gemella Angela, oggi a capo delle strutture di Trigoria, ex parrucchiera), dopo il matrimonio ha mollato il lavoro per dedicarsi al marito e alle tre figlie: Rosella, amministratore delegato della società, Cristina, responsabile del merchandising («merciandà» perla sora Maria), e Silvia, responsabile del settore televisivo.



Rifiutando lussi presidenziali, Maria ha educato le figlie severamente, con tanto di passaggi di vestiti dalla maggiore alle minori. Le ha cresciute a «pane e Roma», con una passione che supera quella del marito. Oltre a non perdersi partite in casa e trasferte all'estero, la signora, che stravede per Francesco Totti, la sera, mentre il presidente si rilassa davanti a un film in salotto, si ritira in tinello per monitorare trasmissioni sportive, risultati e decisioni arbitrali. E a conduttori e cronisti telefona regolarmente per commentare, puntualizzare, lodare o criticare.

Invadente? Macché. Tutti la trovano «autentica». Della Sensi piacciono i gusti semplici: i capelli lavati in casa e sempre raccolti, il ciondolo portafortuna con il lupacchiotto giallorosso, l'abilità ai fornelli, i vestiti sobri confezionati dalla sartina, la religiosità. Presenza fissa alle messe di Trigoria, è stata lei a spingere per le udienze papali alla squadra. E poi c'è l'uncinetto: se lo porta in aereo e anche sul lettino del centro di Cettína Leotta, dove spesso si sottopone a stoici trattamenti dimagranti al peperoncino.

Eminenza grigia della famiglia, pare che sia stata proprio lei nel '93 a spingere Sensi a comprare la Roma. E adesso è la prima a smentire le voci di vendita a Claudio Toti, presidente della squadra di basket capitolina: «Ci sperano in tanti, ma mio marito non molla».


Dagospia.com 29 Novembre 2002